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Autore: percabeth2000    30/04/2014    2 recensioni
In questa storia parlo dei sentimenti dei soldati nelle trincee durante la prima Guerra Mondiale. Ogni pagina di diario o lettera è una pagina a sé e non si ricollega alle altre.
Spero vi piacciano.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Guerre mondiali
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Caro diario,
Ti scrivo ora, in un momento di pace che potrebbe essere interrotto da un momento all’altro.
Grazie a Dio oggi non piove e anzi c’è il sole e non il sole opprimente che ci scotta la pelle, ma un bel sole che ci scalda unito da un venticello fresco che non ci fa bruciare.
Ieri ci hanno attaccato, prima sono passati sopra di noi gli aerei e poi ci hanno bombardato, inoltre non potevamo muoverci più di tanto, in una settimana i cecchini hanno ucciso più di dieci soldati tra cui due miei amici. L’unico pensiero che ancora mi mantiene in vita è la mia famiglia, ma è difficile restare stipati qui, uno attaccato all’altro talmente tanto da far sembrare poco l’ossigeno.
Quando non siamo attaccati riusciamo a vivere, a fare qualche piccolo lavoro, perlopiù sistemare la trincea, a volte giochiamo perfino a carte mentre altre leggiamo e rispondiamo alle lettere.
La gioia di ricevere una lettera è come un raggio di luce in mezzo ad una tela di tenebre, sono le uniche parole in grado di motivarci a proseguire.
Non ho mai sentito un attaccamento così forte alla vita.
La gente da fuori non capisce come sia vivere qui a pochi metri dalla morte, dobbiamo stare attenti ad ogni rumore, ogni passo, ogni movimento ed ogni parola perché se c’è una lezione che si impara piuttosto alla svelta è questa: qui o si vive o si cade.
A volte usciamo con in mano le armi e ci buttiamo in combattimento per ricavare qualche metro di terra. Ma a che prezzo … un prezzo orribile. Paghiamo la terra con il sangue e le teste dei nostri compagni, paghiamo il prezzo con i nostri alleati.
E’ un prezzo alto, troppo alto per un solo pezzo di terreno che poi, potrebbe essere riconquistato da un momento all’altro dal nemico.
Il tanfo qui è terribile. Si sente puzza di terra bruciata, di fumo e di sangue.
Il sangue ha l’odore spinoso del sale e quello acido del limone. Se sei debole di stomaco e sei costretto a finire qui a combattere, non so quanto potresti resistere.
Ma qui non avresti molto da rigettare perché mangiamo poco, a volte per niente, tutte le volte che stiamo per mangiare si deve sospendere per un attacco e spesso durante quest’ultimo perdiamo alcune pietanze commestibili, a volte il cuoco.
Spero che tutto questo finisca presto, non so per quanto ancora resisteremo in queste condizioni disumane.
Tuo soldato
  
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