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Autore: Meirin    02/05/2014    1 recensioni
L'intenzione di questo racconto è quello di mostrare come una persona può essere costretta a cambiare se stessa. Racconto le origini e la vita di Pamela Lillian Isley, alias Poison Ivy, dell'universo Dc comics, racconto gli eventi che la portarono ad abbandonare la spensieratezza della gioventù, le gioie e i sogni per il proprio futuro, e diventare una criminale.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Della mia vita di allora ricordo poco più di qualche immagine sparsa: mio padre perennemente indaffarato e preso dai suoi studi, il profumo del bucato di mia madre, il bellissimo, seppur piccolo, giardino dietro casa nostra.
A quel tempo ero piccola, vedevo il mondo con gli occhi innocenti di una bambina, lo scrutavo e cercavo di raccogliere informazioni, tutto era nuovo, tutto era bello e intriso di un non so che di magico.
Mi ricordo i fiori, l'odore dell'erba appena tagliata. Era primavera. Lo deduco dal colore dei fiori che vedo sbocciati. Ho sempre amato la natura, mio padre era botanico. Era il mio idolo. Il mio eroe e come tale tutto ciò che faceva era per me fonte di meraviglia e ammirazione.
Ricordo il suono del canto degli uccellini.. E' il ricordo più nitido che ho.. Ed è così felice che temo di essermelo sognato.
Da quei giorni innocenti sono accatute così tante cose..
Seguì gli studi di botanica e tossicologia in una delle università più prestigiose del mio paese, avevo una mente così brillante che tutte le università mi avevano offerto borse di studio. Ero così felice. I miei sogni si stavano realizzando, avrei seguito le orme di mio padre e lo avrei, così, reso fiero di me.
Ma il destino aveva in serbo per me un altra triste sorte.
Infatti, tutto si infranse, sogni e speranze, al mio ultimo anno di università. Ero in regola con gli esami, tutti superati con il massimo dei voti, ero l'orgoglio della scuola e della mia famiglia, poi.. incontrai lui.
Mi ricordo che quel pomeriggio entrai trafelata nell'aula in cui si sarebbe tenuta la lezione, ero in ritardo, non mi era mai capitato, ma la notte prima l'avevo passata a prepararmi per un esame che avrebbe segnato la mia carriera.
La lezione non era ancora iniziata, capì dopo per quale motivo.
Il professore di tossicologia era stato sostituito. Mi sistemai al mio posto cercando di riprendere fiato dopo la corsa. Poi entrò lui.. Un uomo sulla mezz'età, con addosso una camicia elegante e un profumo di muschio bianco.. Non mi ricordo per quale motivo ma arrossii non appena mi rivolse lo sguardo.
Sedevo in prima fila, non avrei potuto in alcun modo nascondermi dalla sua vista. Ovviamente io notò e se ne compiacque. Si presentò, scrivendo il suo nome a lettere cubitali sulla lavanga alle sue spalle. Dott. Jason Woodrue.
Era carismatico e sapeva ammaliarti con le parole, amava la sua materia e quell'amore lo lasciava trasparire quando spiegava infervorato un nuovo argomento.
Io ero una ragazza di soli venticinque anni, ingenua e molto timida. Avevo passato la mia vita a studiare e dedicarmi a ciò che avrebbe segnato il mio futuro.
Non ero solita agli ordini del mio cuore e non avevo la minima idea di come contrastarli, inutile dire che nel giro di sole due settimane, mi innamorai di quell'uomo.
Iniziai a prestare attenzione a come mi vestivo nelle ore in cui avevo lezione con lui, cercavo in qualsiasi modo di incontrarlo e rivolgergli la parola.
Trovavo problemi che non esistevano, inventavo scuse impossibili e proponevo eventi che non mi interessavano e che leggevo solo sul giornale.
Insomma iniziai a comportarmi come una ragazzina alle prese con il primo amore.
In effetti per me era così, non avevo mai trovato attraenti i ragazzi a me coetanei, erano troppo immaturi, con passioni frivole e obiettivi insignificanti.
In quell'uomo trovai tutto ciò che di più attraente poteva esistere. Non persi di vista i miei obiettivi universitari, continuavo a portare avanti la mia tesi e a dare esami. Ero una studentessa così promettente..
Un giorno improvvisamente mi venne recapitato un biglietto, il mittente non era altro che il professor Woodrue, mi chiedeva di recarmi nel suo ufficio al termine delle mie lezioni.
Così feci.
Mi attendeva nel suo ufficio, indaffarato.. Quando mi vide si alzò e mi venne contro. Mi ringraziò di essermi presentata, dicendomi che era grato per la mia disponibilità.
Mi spiegò che il motivo per il quale mi aveva convocata era molto semplice: aveva bisogno di me per portare avanti un progetto a cui lavorava da mesi.
Mi senti mancare il respiro, non potevo credere alle mie orecchie.. avrei finalemtne potuto lavorare con l'uomo che credevo di amare..
Accettai.
Passarono i mesi, io e lui ci facevamo sempre più uniti. Lavoravamo giorno e notte a quel progetto.
Io nel frattempo continuavo a portare avanti i miei studi, ormai ero vicina alla laurea e non potevo certo rovinare anni di studio.
I mesi correvano e io ero sempre più felice.
Ma a ogni felicità fa seguito qualche dolore. Mia madre morì.. fece solo in tempo a vedere la mia laurea e a gioire per me.
Mio padre ne fu distrutto. L'amore della sua vita lo aveva lasciato senza che lui potesse fare qualcosa. Abbandonò il suo lavoro e cadde in un grave stato di depressione. Non mi volle più parlare.. Accusandomi, delirando, di essere stata la causa della morte della mia povera madre, troppo affaticata.
Furono tempi difficili, Jason ,ormai colleghi, ci chiamavamo per nome, mi stette vicino. Disse che mi amava e io.. debole e afflitta per al perdita di mia madre, mi aggrappai a lui bisognosa d'affetto.
Passai mesi felici, senza rendermi conto che si trattava solo di una trappola.
Una trappola ideata e portata avanti per quasi un anno e mezzo. Una sera, mentre lavoravamo insieme, mi propose un lavoro. Poco legale. Dovevo intrufolarmi all'interno di un museo e rubare delle antiche erbe egiziane. Inizialmente titubante, finì con l'accettare quando mi resi conto che se non avessi compiuto il furto lo avrei perso.
La sua sanità mentale iniziava a preoccuparmi, era diventato paranoico e i suoi piani sempre più malvagi.
Fatto sta che una notte portai a termine il lavoro che mi aveva affidato.
Fu lì che mi tradì.. Impaurito da un mio possibile tradimento mi avvelenò con le stesse erbe che avevo rubato.
Mi ammalai gravemente e lui mi lasciò li a morire.
Ogni essere umano prega perchè possa morire sorretto fra le braccia di una persona amata, stretto in un abbraccio in cui esalare l'ultimo respiro.
Invece io, mi trovavo stesa sul pavimento di un lurido laboratorio, agonizzante. Ricordo che invocai la morte per portare un sollievo al dolore che provavo. Non so quanto rimasi a terra priva di sensi, so solo che mi risvegliai. Il dolore era scomparso. Ero mutata. Non ero più la timida e ingenua ragazzina. Mi sentivo forte e sicura. Capì di aver contratto straordinari poteri. Fu lì che giurai che mai mi sarei più fidata di qualcuno. Fu lì che la mia innocenza scomparve.


 


Questa è, come già anticipato nell'introduzione, la biografia di Poison Ivy, mi sono ispirata ai fumetti, ma ho aggiunto alcune parti di mia fantasia. Essendo la prima FF che pubblico, mi auguro vivamente che vi sia piaciuta.. Baci! 

Mey

  
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