Serie TV > Revolution
Ricorda la storia  |      
Autore: Ambaraba    02/05/2014    1 recensioni
(ATTENZIONE: SPOILER!)
Sapevi che c'era qualcosa che non andava.
Miles sarebbe già dovuto essere di ritorno.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Charlie Matheson, Miles Matheson, Rachel Matheson, Sebastian Monroe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CERCANDO MILES Sapevi che c'era qualcosa che non andava.
Miles sarebbe già dovuto essere di ritorno.
Eri teso, tesissimo, ma cercavi di non darlo a vedere. C'era Connor accanto a te.
Fissavi il fuoco e ti tormentavi le mani. Ma il pensiero era sempre lì, fisso.
Miles che non era ancora tornato.
- Danno di matto per niente, - aveva detto a un certo punto Connor, vedendo Charlie e Rachel mettersi in cammino per andarlo a cercare. - Miles sa badare a sé stesso.
Non avevi saputo cosa rispondere. Il tono di sufficienza di Connor ti aveva dato fastidio.
Perché, in realtà, tu stavi dando di matto più di loro.
Ti sei sentito stanco, stanco di fare quello che se ne frega di tutto e a cui non importa niente di nessuno.
Di Miles ti importa. Ti importa, eccome.
Non potevi neanche immaginare di andartene a dormire tranquillo senza lui al tuo fianco. Tutta una serie di ipotesi terribili avevano cominciato a frullarti nella testa. E se fosse ferito? Se lo avessero preso, se fosse in pericolo...? Se fosse...
No, cazzo, non potevi restartene con le mani in mano. Avevi esitato un po' nel dirglielo:
- Vado con loro. Resta qui.
Ti eri alzato. Connor ti aveva guardato quasi sfottendoti. Sai benissimo cosa aveva pensato, in quel momento.
"Fai quello spietato e determinato che va avanti come un carrarmato, ma non appena Miles sparisce tu ti metti a tremare come una ragazzina spaventata..."
Lo avevi guardato solo per un attimo, una frazione di secondo, ma in quel breve, brevissimo istante, quello stronzo di tuo figlio era riuscito a metterti in mutande, scoprendo tutto quello che pensavi di aver nascosto così bene, smontando quel castello di bugie che ti eri costruito attorno per nascondergli la verità... Che ami Miles più della tua stessa vita, che è l'unica persona in tutta la tua vita per cui tu abbia mai provato amore, amore vero...
Gli avresti dato un cazzotto in faccia, quando sorridendo Connor ti aveva detto quella frase:
 - Va' a cercare il tuo fidanzato...
Sempre con quello stupido sorriso. Cosa cazzo ne sapeva lui..?
Ti eri sentito andare a fuoco, per un attimo, e avevi anche abbassato lo sguardo, stringendo i pugni. Magari più tardi ne avreste discusso, ma non in quel momento.
In quel momento, l'unica cosa di cui ti importava era trovare Miles. E fanculo Connor, fanculo quello che pensava.
Ti eri allontanato e avevi raccolto in fretta le tue cose, in ansia per Miles e contrariato dal tasso di stronzaggine pericolosamente alto che - non potevi non riconoscerlo, e questo ti dava ancora più fastidio - tuo figlio aveva inevitabilmente ereditato da te.

Ti ritrovi a perlustrare boschi e strade, sperando di trovare una traccia, un segnale, qualcosa, qualunque cosa che possa portarti da lui... E più non lo trovi, più ti senti andare in pezzi, ma non puoi neanche lasciarti andare allo sconforto perché hai sempre quello stupido terzo incomodo, dietro, quella puttana ipocrita di Rachel... Avresti preferito andare in perlustrazione con Charlie, potendo scegliere, almeno è dotata di senso pratico e non rompe i coglioni quanto sua madre.
Una vocina dentro di te ti irrita leggermente, è quella che dice sempre la verità.
Tu odi Rachel perché ti senti in competizione con lei, vi state litigando l'amore di Miles come due adolescenti in calore e la possibilità che lui possa scegliere lei e non te ti fa andare ai matti... Sei proprio una checca isterica, guardati!
Hai affrettato il passo. Hai sentito Rachel, dietro di te, fare lo stesso. Non vuoi camminare al suo fianco, ti scoccia troppo. Preferisci lasciarla indietro e fingere che non esista neppure.
Miles, Miles, Miles. Concentrati su Miles. È questa la cosa importante.
Eppure non puoi fare a meno di pensare a come tutto sia precipitato, da quando lei si è messa in mezzo.
Quando ti sei risvegliato, dopo essere stato quasi ucciso, e te lo sei ritrovato davanti, con quel sorriso... Ti sei sentito morire di felicità, hai pensato che finalmente sarebbe potuto esserci un nuovo inizio per voi due, di nuovo insieme come ai vecchi tempi, voi due soltanto, fianco a fianco, giorno e notte, come una cosa sola... Come siete sempre stati. Una cosa sola. Miles fa parte di te e tu fai parte di Miles. Cosa saresti, senza di lui? Niente. Non saresti niente, lo sai. Hai bisogno di lui. Ne hai sempre avuto. Dio solo sa quanto avresti voluto tenerlo con te, abbracciarlo forte e dirgli che lo ami, invece di perdere tutto quel tempo in quella stupida guerra inutile, nata da un malinteso... Non puoi stare senza di lui, e non puoi neanche pensare di condividerlo con qualcun altro. Miles è tuo, punto. Solo tuo.
Per questo, ora ti dà fastidio dover condividere l'ansia della ricerca con una stupida idiota che non sa niente di lui. Con che diritto pretende di poterlo amare? Non lo conosce neanche. Non come lo conosci tu.
Diventi più nervoso, man mano che questi pensieri affiorano nella tua mente. E così alla fine glielo sputi in faccia, quello che pensi, perché non ce la fai più a tenertelo per te, e vorresti solo che si togliesse di torno e ti lasciasse cercare Miles in santa pace. Fanculo. Lei ovviamente ti risponde, e ti ferisce. Ti dipinge come un bambino egoista con una carenza d'affetto incolmabile che non desidera altro che trascinare Miles a fondo, in mezzo a quel fango che sembra essere l'unico destino possibile per sé e per i suoi capricci.
Litigate, la spintoni, la baci anche se non ti piace affatto, ma lo fai perché sai che le dà fastidio da morire e dopo sarà più remissiva e non ti scasserà più le palle con le sue questioni inutili. Ti vergogni di quanto in basso puoi cadere quando sei arrabbiato, ma non puoi farne a meno. Sei sempre stato anche marcatamente misogino. Quando la tenevi prigioniera, per farti restituire la fottuta elettricità, usavi il sesso come una specie di punizione, per rimetterla al suo posto e ricordarle chi comandava. Non ti piaceva, non ti piaceva affatto. La tua era frustrazione. Perché quando andavi a letto la sera, faticavi ad addormentarti in un letto vuoto. Perché non c'era più Miles accanto a te, e stavi impazzendo di dolore. E non ti restava che giocare al piccolo despota, tirando fuori il peggio di te, perché tanto avevi perso tutto - insieme a Miles, avevi perso l'umanità - e senza Miles non valeva la pena andare avanti.
Lo vuoi, lo vuoi anche adesso; la paura che gli sia successo qualcosa ti sta facendo tremare dentro, e non sopporti di perdere tempo a litigare con Rachel. Una parte di te si vergogna, per quella scenata di gelosia.
Proseguite insieme per forza di cose, ma non vi scambiate più neanche una parola.
Finché non ritrovate la giacca di Miles. Sporca di sangue.
- Quello è sicuramente il sangue di qualcun altro, non--
Cerchi di minimizzare, ma Rachel ti smonta subito.
- No... È sulla parte interna.
Senti il tremore diventare più forte. Se non stessi per collassare, le urleresti di starsene zitta, ma lei continua:
- È troppo sangue... - "Non può avercela fatta", è il seguito della frase, ma tu non vuoi sentirlo. Stai troppo male per prendertela con lei, e ti rendi conto che sarebbe inutile e patetico. Non è colpa sua, in fondo. Sta male esattamente come te, ed è per questo che ti inginocchi accanto a quel mucchietto di stoffa sporca, e cerchi di smozzicare un tentativo di rassicurazione.
- È il più tosto figlio di puttana che conosco, lui-- - e giù tutta una serie di parole che servono a rassicurare più te stesso che lei. E lei lo capisce, ti dà ragione quasi stancamente. Sa che stai tremando dentro, lo vede benissimo, non sei per niente convincente. Odi sentirti così scoperto, prima Connor e ora lei... Non vuoi che gli altri sappiano cosa provi. Solo Miles può farlo, solo Miles, Miles...
Ti alzi in fretta e ti volti, prosegui a caso, vuoi allontanarti da Rachel perché non veda che ti si sono inumiditi gli occhi. Stai per scoppiare a piangere come un bambino. Quella maledetta giacca ha cambiato le carte in tavola. Lo sai benissimo anche tu che è quasi impossibile sopravvivere ad una perdita di sangue del genere. Hai paura.
Hai paura, per questo cadi a sedere su un tronco caduto e ti metti a singhiozzare, la testa tra le mani, e pazienza se Rachel ti vedrà. Non ce la fai più, hai bisogno di sfogarti, di rilasciare quella tensione che ti sta massacrando.
Ti prego, fa' che non gli sia successo niente, ti prego, ti prego... Cosa preghi, non hai mai creduto in niente. Ma non puoi accettare una cosa del genere, non puoi concepire l'idea che a Miles sia successo qualcosa e tu non eri là con lui, non avresti dovuto lasciarlo andare, lui e le sue stupide iniziative da pistolero solitario, fanculo! La paura ti sta divorando. Vuoi trovarlo, lo vuoi con tutta l'anima. Vuoi trovarlo e aiutarlo e rimetterlo in sesto, vuoi riaverlo con te sano e salvo. Continui a piangere, però, perché ti trovi in un vicolo cieco e non hai la minima idea di dove altro cercare.
I passi di Rachel dietro di te. Fanculo un'altra volta, non puoi neanche startene un attimo per fatti tuoi a scaricarti...
- Bass... Bass, lo troveremo...
L'unica cosa che ti trattiene dal mandarla a quel paese è il suo tono, non l'ha mai usato con te. Sembra che voglia davvero consolarti, non quello sciatto tentativo che hai fatto tu prima.
- Hai ragione. Tu lo conosci meglio di me. E lo ami più di chiunque altro. E anche lui ama te, lo so. Non hai mai guardato nessuno come guarda te, non ha mai mostrato così tanto affetto come con te... - La voce di lei si incrina. - Neanche con me.
Tiri su con il naso, ti asciughi le guance con la manica del giubbotto. Ti bruciano gli occhi. Rachel è ancora dietro di te, ti sta parlando.
- Non hai bisogno di essere geloso. Sceglierà sempre te. Lo ha sempre fatto, e continuerà a farlo. Lo so benissimo. Per questo non devi preoccuparti. Smettila di considerarmi una minaccia, perché non lo sono. Ti sei mai accorto di come si ostina a proteggerti, di come ti segue sempre con lo sguardo, come se avesse paura anche solo per un attimo di perderti di vista? Io sì.
Pausa. Non rispondi. Non sai cosa dire.
La senti avvicinarsi. - Ti sto aiutando a cercarlo perché gli voglio bene, e anche Charlie gliene vuole. Ma lo so benissimo che quello che c'è stato tra di noi è stato solo una parentesi. Per lui... Ci sarai sempre e solo tu. Ho dovuto farmene una ragione, sai. - Un'altra pausa. - Ama te. Punto. 
Ti tende una mano. Ha gli occhi leggermente arrossati. Non dev'essere stato facile, per lei, raccontarti quelle cose. Ti ammorbidisci. Ti dispiace essere stato così duro, con lei, prima. Glielo dici.
- Be', adesso pensiamo a trovarlo, va bene? - risponde, cercando di alleggerire la situazione. - Sbrighiamoci.
Proseguite, ma Miles ancora non si trova.
Quando tornate all'accampamento, scoppi a piangere di nuovo, lontano dagli sguardi degli altri.

Sono passati due giorni, ma sulla tua faccia è come se fossero vent'anni. Non mangi, di dormire non se ne parla neanche; passi giorno e notte a girare come una trottola, riperlustrando la zona in modo ossessivo, convinto che ti sia sfuggito qualcosa. Sei sempre più a pezzi. E Connor, che non fa che ripeterti che "dopo due giorni Miles sarebbe sicuramente tornato, se avesse potuto", sottintendendo neanche troppo velatamente che a quest'ora di certo sarà già morto, non ti aiuta di certo. Ti passano per la mente immagini orrende, ma non ti vuoi arrendere. Ti chiedi dove sia, se stia bene, se sia ancora cosciente. Potrebbe stare benissimo, e magari stare cercando un modo di tornare indietro, ma a te vengono in mente solo le ipotesi più spiacevoli. Ti senti come una stucchevole protagonista di soap opera, quando lo dici, ma lo senti, lo senti che è vivo, e l'ultima cosa che farai sarà abbandonarlo.
Miles è tutto quello per cui vivi. E fosse anche l'ultima cosa che farai, devi assolutamente trovarlo e accertarti che stia bene. Le parole di Connor continuano a ballarti nel cervello in una danza assillante, devi lottare con tutto te stesso per tenerle fuori, perché altrimenti scoppieresti a piangere ad ogni passo e questo non aiuterebbe nessuno, tantomeno Miles. Devi essere forte, tener duro finché non lo troverai. E poi, quando sarà al sicuro e in salvo, potrai anche farti prendere da un sano e liberatorio attacco isterico. Te lo sei meritato, in fondo.
Cerchi di confortarti da solo, ti ripeti frasi come "È vivo, sta bene, sta solo aspettando che io lo vada a prendere, al massimo si sarà storto una caviglia, che ne so, o magari è scappato senza guardare dove andava e si è perso...",  e continui a camminare. Ti fermi a bere un sorso d'acqua, sono ore che cammini. Vorresti chiedere aiuto, ma se anche avessi qualcun altro con cui cercare, non apporterebbe poi chissà quale giovamento alla situazione.
Sospiri. Non avresti dovuto fermarti. Quel maledetto nodo in gola è tornato a tormentarti, e--
C'è stato un rumore strano. Veniva da vicino. Sembrava un'esplosione, ma non ne sei sicuro. Almeno, finché non vedi una colonna di fumo ergersi in lontananza, più o meno in quel punto dove hai trovato i resti di quello che sembrava un salotto. Cominci a correre.

In un decimo di secondo, il cuore ti schizza in gola, quando da lontano lo riconosci, malridotto e sporco e acciaccato, mentre si trascina sul bordo di un buco che ha risucchiato tutto il pavimento - era lì, allora? Non potevi vederlo, perché la parete adiacente era crollata, come una lastra, e l'aveva coperto. Era sempre stato lì, dannazione, ci hai camminato sopra e l'hai oltrepassato un centinaio di volte, e lui era lì sotto di te, maledizione, come hai fatto a non pensarci-- - e subito ti affianchi a lui, preoccupato, lo chiami, lo tocchi, vuoi vederlo in faccia, vuoi sentirlo parlare, hai avuto così tanta paura che quel ritrovamento improvviso ti sembra un cazzo di miracolo...
- Miles? Miles! Miles, come stai??? - lo sollevi leggermente, lo fai voltare, sdraiare supino sull'erba. La sua camicia, una volta bianca, è ormai rossa, impregnata di sangue. Ti senti morire. Ma poi pensi che è sveglio, ed è un buon segno; devi portarlo a casa, devi farlo visitare da un dottore, devi--
- Ehi... - Miles tossisce. Cenere, polvere, terra, intonaco: la sua faccia sembra una tavolozza, tanto è sporca.
- Va tutto bene, adesso ce ne andiamo a casa, ok? - Ti trema la voce, ma non puoi cedere proprio adesso. Sei felice di riaverlo lì con te, ora devi prenderti cura di lui, forza. Lo aiuti a rimettersi in piedi, un'impresa; lo accompagni fino al carro, lo fai sdraiare. Miles non riesce a mettere un piede davanti all'altro e ha la febbre alta. Lo fai bere. Quando quella brutta ferita sarà pulita e medicata, ti dici, starà subito meglio. Miles ha la pellaccia dura, e non mollerà. Non mollerà, no, non ora che è lì con te; allunga una mano e sfiora la tua e in quel momento, anche se non vorresti, gli occhi ti si allagano di lacrime.
- Ti amo, andrà tutto bene, - gli dici, cercando di trattenerti per non farlo preoccupare.
Gli dai un bacio, e poi parti al galoppo alla volta di Willoughby.
    
Miles si riprende in fretta, grazie alle cure tue e di Gene, che ha fatto un ottimo lavoro.
Sei sempre accanto a lui, gli porti da mangiare e da bere e te ne stai seduto accanto al suo letto a vegliarlo quando dorme, pronto ad esaudire ogni sua richiesta, cercando di alleggerirgli la convalescenza in ogni modo.
Ogni tanto, quando esci a fare due passi in corridoio, o nel prato spelacchiato che circonda la casa, per sgranchirti le gambe, incroci lo sguardo dubbioso e perplesso di Connor, ma non hai voglia di metterti a discutere. Ti stai riprendendo anche tu, non ti va di impegnarti in discorsi troppo seri, adesso.
Prima o poi gliene parlerai, non hai altra scelta. Solo che non te la senti di farlo ora, non sei pronto. Torni da Miles, a controllare se sta bene e se ha bisogno di qualcosa.
Sonnecchia, ma si sveglia quando ti sente entrare.
- Buongiorno, - gli dici, con un accenno di sorriso, e speri che oggi sia cosciente. La febbre ormai si è abbassata, e muori dalla voglia di fare due chiacchiere con lui. Hai bisogno di sentire la sua voce, di prendere la sua mano e di dimenticare tutto quanto. Soprattutto, hai bisogno di dirgli quanto lo ami. Di guardarlo negli occhi e giurargli che sarai sempre al suo fianco, sempre, finché vivrai.
Miles è lucido, e ti guarda con un'espressione affettuosa che ti scioglie le ginocchia - per fortuna che hai la sedia, dietro di te.
- Ehi... Come segugio fai veramente schifo, - ti dice, e ride, con prudenza, per non far saltare i punti che gli hanno messo. Allunga una mano, la sua mano ruvida e grande e calda, per farti una carezza sulla guancia.
E in quel momento, non sai perché, forse per il modo in cui ti guarda o per la tenerezza con cui ti tocca, senti di nuovo risalire quelle lacrime bastarde che hai trattenuto tanto. Sei felice, vergognosamente felice di averlo lì. Miles se ne accorge e ti accarezza ancora, poi scende a prenderti una mano, la imprigiona nella sua, ti chiede cos'hai, e tu in tutta risposta abbassi la testa e cominci a piangiucchiare in silenzio.
Trattiene la tua mano, ti attira a sé e con l'altra mano ti scompiglia i capelli, gli piace farlo, "Ehi", ripete, e tutto quello che riesci a fare è allungarti verso di lui e abbracciarlo forte, fanculo l'autocontrollo. Singhiozzi contro la sua spalla come un disperato, mentre ti accarezza i capelli e ti bacia, ti sussurra qualcosa per sdrammatizzare, ti tiene stretto stretto e piano piano il suo profumo e il suo calore ti calmano, come sempre, Miles è sempre stato l'antidoto a tutti i mali. Quando ti stacchi da lui, ti affretti ad asciugarti con il dorso della mano, tiri su con il naso, e lui continua ad accarezzarti, a tenerti vicino.
- Che cosa sarei senza di te-- - doveva essere una domanda ma hai sbagliato l'intonazione, hai ancora il maledetto nodo in gola che si mangia gli accenti le pause le virgolette e i punti di domanda, come un tritatutto affamato di sentimenti. Miles è lì, ti guarda, capisce e non ti giudica, conosce ogni tuo più intimo pensiero, sa benissimo come hai reagito, come se avesse potuto vederti, in quei giorni. Ti accarezza, dolce, ti parla con calma, vuole rassicurarti.
- Quello che sarei io senza di te, - dice, guardandoti negli occhi arrossati. - Niente.
E non vorresti ma ti metti a piangere di nuovo, però stavolta ridi - è quel meraviglioso attacco isterico che volevi concederti da giorni - e vi abbracciate forte e ti senti di nuovo vivo, tra le sue braccia, ti senti di nuovo a casa.
- Ti amo, pazzoide, - ti dice Miles, coprendoti di baci.
- Ti amo anch'io, Miles, ti amo da morire, - gli rispondi, e resti nel suo abbraccio per tutto il tempo che ne avete bisogno, tutti e due.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Revolution / Vai alla pagina dell'autore: Ambaraba