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Autore: ibelieveinme    02/05/2014    8 recensioni
Ricordate tutti come finì il Titanic? E se non fosse andata così? Se il finale fosse stato diverso?
Ecco come avrei voluto che finisse;
“Ti amo Jack, ti amo.”
“Anch’io Rose, non ti lascerò mai più sola. Mai più.” Mi prese il viso tra le mani e mi baciò sulla fronte.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack Dawson, Rosalinda Dewitt Bukater
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo sbarcati a New York.
Ero circondata da gente che urlava, che piangeva, gente avvolta nelle proprie coperte, infreddolita e impaurita.
Nelle loro espressioni, nei loro occhi, c’era quello che c’era nei miei. Il Titanic, la nave dei sogni, che affondava.
Gente sparsa per l’oceano, morta congelata. Donne, uomini, bambini. Solo una scialuppa su venti tornò indietro, solo una. Su millecinquecento passeggeri, solo sei si salvarono. Tra quei sei c’ero io. Tra quei sei non c’era lui.
Le sue parole rimbombavano nella mia testa, le sue parole decise: “No Rose, non dire addio. Tu morirai quando sarai vecchia, nel tuo bel lettino, al calduccio, ma non qui. Non così. Non ora. Sono stato chiaro? Devi promettermi che sopravviverai. Me lo prometti Rose?”
Ed io glielo promisi. Ci misi tutto il cuore. E tutta la forza. Poi lui sparì. Sparì completamente dalla mia vita ed io mi trovavo lì, in quel porto, da sola. Ma avrei tanto voluto essere con lui.
Avrei preferito lasciarmi andare, raggiungerlo, ma avevo fatto una promessa.
Il mio cuore era a pezzi, mi sentivo spenta, morta con lui. Con il mio Jack. Oh quanti ostacoli avevamo oltrepassato per stare insieme, quanto amore c’era solo in un nostro sguardo, quanto amore che ci aveva consumati.
Dovevo essere con lui, a New York, dovevamo essere insieme. Perché? Perché era andata così? Perché quell’iceberg?
“Vincere quel biglietto, Rose, è stata la cosa migliore che mi sia successa … mi ha portato da te.”
Le lacrime iniziarono a scorrere ininterrotte. I ricordi mi straziavano il cuore. Mi bloccavano il respiro.
Jack? Dove sei Jack?
A quel punto vidi passare lui, l’uomo che avrei dovuto sposare. L’uomo che mi aveva umiliata come donna. L’uomo che mi aveva picchiata e insultata. L’uomo da cui mi aveva salvata Jack. Scrutava tutte le persone alla ricerca di qualcuno, e quel qualcuno ero io.
Con la coperta che mi avevano dato, nascosi il volto. Quell’uomo era niente per me, solo un escamotage per non finire in miseria.
Dopo avevo incontrato Jack e la miseria non spaventava, anzi, a me non aveva mai spaventato. A mia madre si.
Le persone non dovrebbero preoccuparsi delle condizioni in cui vivono. Dovrebbero preoccuparsi delle persone con cui vivono. Delle persone che amano.
Avrei voluto vivere con Jack. Avrei voluto crescere, invecchiare, morire con lui. Avrei voluto fosse andata diversamente. Dannazione, avevo conosciuto l’amore della mia vita e il mare me l’aveva strappato violentemente dalle braccia.
Il destino me l’aveva portato via.
Quando mi chiesero di dare le mie generalità, non gli dissi Rosalinda Dewitt Bukater, no. Avrebbero potuto rintracciarmi ma oltre a questo, non mi apparteneva più questo nome.
“Rose Dawson.” Risposi. E lo dissi con tutto l’orgoglio e l’amore che provavo.
Proprio in quell’istante lo sentì, sentì la sua voce.
“Segni anche me. Jack. Jack Dawson.”
Lo stavo immaginando, no? Cioè, era impossibile. Jack era morto. Ma quella voce … quella voce era la sua. E proveniva alle mie spalle.
Mi girai, con cautela e lentamente, e incontrai due occhi verdi. Quegli occhi verdi di cui ero innamorata persa. Quel viso che amavo follemente.
Sgranai gli occhi, scioccata “J-Jack?” Ansimai.
Mi sorrise, quel sorriso puro di un bambino a cui bastava poco per essere felice “Rose.”
“O mio dio …” poggiai le mani sul suo viso, era vero, era lui, le lacrime ricominciarono a scorrere “Jack sei vivo.” Sussurrai, non credendo alle mie stesse parole.
Come poteva essere vero? Eppure io lo toccavo. Era caldo. Era vivo!
“Jack!” Urlai, buttandogli le braccia al collo e stringendolo a me, piangendo a singhiozzi.
“Oh Rose, sono qui, non piangere.” Rispose con la sua voce vellutata, stringendomi a sé.
“Sei vivo, sei vivo …” Ripetevo tra i singhiozzi.
“Non piangere, Rose … Non piangere.” Ma anche la voce di lui era rotta dall’emozione.
Eravamo lì. Insieme. Abbracciati. Eravamo sfuggiti a quel destino crudele. Eravamo vivi. Eravamo giovani. Trasportati da un amore senza fine. Potevamo vivere. Potevamo viverci.
“Ti amo Jack, ti amo.”
“Anch’io Rose, non ti lascerò mai più sola. Mai più.” Mi prese il viso tra le mani e mi baciò sulla fronte.

  
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