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Autore: Lucienn83    03/05/2014    4 recensioni
Andare a scuola mi piaceva..ma mi mancava qualcosa....!
Io non volevo andare a scuola..non volevo diventare un bimbo grande!
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Leeteuk
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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JungSu era un bambino solare, lo era sempre stato. Amava giocare, rincorrere le farfalle e tirare calci ad un pallone, ridendo di cuore. Ma era sempre stato solo.

Nel suo quartiere non vi erano altri bambini, ma a JungSu non importava, aveva un sacco di amici immaginari, e la sua indole era talmente buona che si ritrovava a giocare anche con farfalle, insetti vari e con qualunque cosa si muovesse.

Non era mai andato a scuola, perchè la sua salute cagionevole non glielo permetteva. Ma a lui non importava, perchè gli insegnava tutto sua sorella che a scuola ci andava.

Poi un giorno le cose cambiarono.

 

“Caro, non pensi sia il caso di iscrivere finalmente JungSu a scuola? Ormai la sua salute è migliorata e io vorrei che si facesse degli amici” disse la mamma di JungSu al marito.

“Si credo che sia il momento!”

 

E così anche JungSu cominciò ad andare alla scuola elementare.

 

La scuola gli piaceva, era un bravo bambino, diligente e tutte le maestre lo adoravano per la sua naturale propensione alla quiete e alla dolcezza.

E JungSu, nonostante non avesse fatto amicizie così strette, era felice. Anche se all'uscita da scuola vedeva tutti quei gruppi di bambini che si prendevano per mano e tornavano a casa insieme, chi saltellando, chi canticchiando, e si chiedeva cosa si provasse. Si diceva che anche a lui sarebbe piaciuto.

 

 

Un trasolco...mmmmh..no..un tarsoloco...no, non era neppure così … un trasloco. Si ecco! Era quella la parola difficile che non riusciva mai a dire.

Loro avevano fatto un trasloco.

Avevano una nuova casa, e lui aveva una nuova stanza. Tutta per lui. Senza la sua noona. Era stato felice! Anche se la notte tutto solo, doveva farsi accendere la lucina azzurra per poter dormire.

La sua mamma lo portava al parco tutte le mattine, e lui giocava da solo, alle volte sulle altalene, alle volte invece stava seduto sotto l'albero con uno dei suoi libri illustrati sulle gambine, mentre la sua mamma faceva le cose da mamma con altre mamme.

Era un bimbo chiuso. Non osava avvicinarsi agli altri bambini. Nessuno di loro gli ispirava fiducia. Sempre a spintonarsi e a farsi male. Lui aveva paura a farsi male e non voleva piangere davanti a quegli sconosciuti.

Tutte le mattine mamma lo portava al parco e lui seduto guardava la strada e vedeva altri bambini più grandi che con gli zaini in spalla andavano in un luogo fantastico. Si, perchè se ci andavano correndo e ridendo, doveva essere proprio un luogo fantastico.

Ma per sicurezza chiese a sua sorella.

“Noona, ma dove vanno tutti quei bimbi cosi felici?”

“Ah, vanno a scuola. Ma non è un bel posto. Lì ti costringono a fare i compiti e non puoi giocare e le maestre ti sgridano.” Rispose lei prendendolo in giro.

“Capisco, allora non voglio andarci” disse il piu piccolo serio. E poi rivolgendosi alla mamma “Omma, io a scuola non voglio andarci!”

La mamma lo guardò senza capire, per poi ridere “Ma a scuola ci vanno i bambini grandi, tesoro!”

 

Ok, era salvo. Ora doveva solo escogitare un piano per non diventare un bambino grande e non andare a scuola!

 

Tutti i giorni andava al parco con la mamma. E la sua vita era felice così.

Ma una mattina assolata vide qualcosa che lo catturò completamente.

Un bimbo, più grande di lui, camminava solo con lo zainetto in spalla. Un grande sorriso dolce e capelli castani che brillavano al sole. Rimase affascinato.

Lo vide la mattina dopo, e quella dopo ancora, e così passarono i giorni, le settimane e i mesi.

Ormai non poteva cominciare la sua giornata senza vedere passare quel bimbo. Lo osservava dall'altalena finchè non spariva dalla vista e poi poteva essere felice. Si perchè vedere quel bimbo lo rendeva felice.

 

Ormai aveva 4 anni. E la temuta scuola era vicina. Ogni suo piano di non diventare un bambino grande era fallito.

Non sapeva più cosa fare, quindi piangeva disperato nella sua cameretta, senza voler parlare con nessuno.

 

 

 

“Non so cosa fare con mio figlio. Non vuole andare a scuola e piange e basta. Sono disperata” disse la madre del piccolo ad un'altra mamma.

“Forse non vuole andare perchè non conosce nessuno. Cosa ne pensi se gli presentiamo mio figlio JungSu? Lui ama la scuola e magari, visto che è più grande, lo può convincere” rispose l'amica.

“Va bene proviamo”

 

 

“Tesoroooooooo, scendi che la mamma ti ha preparato la merenda!”

“No omma!” Urlò il piccolo tra le lacrime.

“Scendi che ho una sorpresa per te”

 

Il piccolo si fece finalmente convincere e quando entrò in cucina, con gli occhioni pieni di lacrime, rimase parallizzato alla vista che gli si pose davanti.

 

Seduto su di uno sgabello della cucina, illuminato dai raggi di sole che entravano dalla finestra, stava quel bimbo che lui guardava ogni mattina.

Spalancò la bocca per la meraviglia, stropicciandosi gli occhietti più e più volte.

“Ciao, io sono JungSu” disse l'angelo. Oh si, perchè ormai lui credeva che quello fosse un angelo.

“K-KyuHyun” rispose timidamente il più piccolo arrossendo di colpo.

 

E l'angelo sorrise. Sorrise a lui. E il piccolo si perse in quel sorriso.

 

“La mia mamma mi ha detto che non vuoi andare all'asilo, nè a scuola. Io ci vado. A me piace tantissimo.”

Il piccolo KyuHyun ci pensò su un attimo. “Allora ci voglio venire pure io!” rispose convinto.

 

E di nuovo l'angelo rise. E a KyuHyun sembrò di essere in paradiso.

 

“Ok. Allora facciamo così. Tu devi andare all'asilo e io alla scuola elementare. Tutte le mattine ti accompagno e poi ti vengo a prendere. Vuoi?” chiese Jungsu timidamente.

“SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII” urlò di gioia il più piccolo. Ma poi si fermò a pensare alle parole della sua noona e si rabbuiò.

“A cosa pensi?”chiese l'angelo.

“Io... ecco...ho paura di andarci” disse in un sussurro KyuHyun. Odiava ammettere di avere paura.

“mmmm... ascolta Kyu.. posso chiamarti Kyu?...ora siamo amici. Ti aiuterò io con tutto mi prenderò cura io di te. Se qualcuno ti da fastidio ci penserò io. Puoi fidarti di me! Non sarai più solo” disse tutto d'un fiato e alzatosi andò vicino al più piccolo prendendolo per mano.

 

Voleva davvero tanto essere amico con quel bimbo piccolo e dolce, vedeva i suoi occhioni guardare i bambini che andavano a scuola ogni mattina. Vedeva quel bambino solo sull'altalena e gli si stringeva il cuore. A scuola pensava a tutto quello che avrebbe potuto insegnargli e ai giochi che potevano fare. E ogni suo pensiero era diretto a veder felice quel piccolo dolce bambino.

 

Ma anche Kyu era felice. Anche lui ora non era più solo. Ora aveva il suo angelo personale e voleva solo stare con lui e diventare davvero un bimbo grande, per non lasciarlo andare mai più.

  
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