Show that you love me
- Sei pronto, Simon?
- Dai, che senno faremo tardi e sai che sono fissata con la puntualità! – Ancora nessuna risposta. Forse è il caso di preoccuparmi. – Simon…
- Cos’hai?
Strabuzzo gli occhi perché mai avrei creduto che mi avrebbe posto una domanda simile. Non lui. – Ma cosa stai blaterando? Ci dobbiamo…
- Lascia un attimo da parte la festa e guardami negli occhi: ti vergogni del tuo ragazzo? – Ora, completamente voltato verso la sottoscritta, mi guarda come mai ha fatto.
- Ovvio che no – rispondo senza esitazione, mentre mi torturo un unghia.
- Ne sei sicura?
- Perché queste domande? Hai paura di non piacere ai miei parenti, forse? – Chiedo ridendo e avanzando verso di lui per sistemargli un ciuffo di capelli scuri.
- Ma se…
- Niente ma né se. Sei il mio ragazzo e devi assolutamente stare tutta la sera con me, chiaro? – Gli punto in dito contro sorridendogli. Contraccambia facendo un sorrisetto dei suoi.
- Sei bellissima, lo sai? – Rimango due secondi pietrificata per quelle poche parole che non troppo spesso mi dice.
- Bhe’, se me lo dici tu, sì – gli dico carezzandogli la guancia sinistra. Poi mi alzo sulle punte e gli do un leggero bacio sulle labbra. – Ed ora sbrighiamoci che…
- Che senno facciamo tardi. Sì, lo so. – Lo guardo contrariata ma allo stesso tempo felice, perché mi conosce così bene.
Quando sto per affrontare il primo gradino, sento affiancarmi Simon che subito mi porge il braccio. – Se non ti dispiace, ti accompagno come si deve.
Mi sta sorprendendo fin troppo in troppo poco tempo. Accetto l’offerta e cominciamo a scendere.
- Stavo pensando: ma se concedessi un ballo ad Abigail, ti arrabbieresti? – Sa bene che quella ragazza mi sta antipatica e perciò nemmeno gli rispondo: lascio il suo braccio e, irritata e stizzita, fuggo scendendo velocemente le scale. Mi sento urlare dietro: - Dai, Bess, stavo scherzando! – Seguito da una risata.
- Sai che facendo così mi fai ridere, vero?
- Non potrei mai avvicinarmi ad un’altra…
- E perché no, scusa? – Gli chiedo di rimando.
Mi mancava il suo magniloquente modo di parlare. Aggrotto la fronte. – Dimostramelo – gli dico sicura.
Lo vedo immediatamente spiazzato e ciò provoca in me un sorrisetto. – Io…
- Ricordi quando me l’hai chiesto tu più di due anni fa? Ricordi quanto amore ti ho sempre dato e quanto ne hai buttato via?
- Che cosa? – Domando confusa.
- Ho capito quanto tenessi a me da ogni piccolo gesto. Ho capito quanto io stesso ti amassi senza rendermene conto e quanto volessi che tu fossi la donna che sempre avrebbe camminato al mio fianco.
- Perché, davvero, sei l’unica per me.
Mi prende per mano quando sente i miei genitori arrivare per prendere la macchina. – Ed ora andiamo alla festa dei diciott’anni della mia ragazza – mi dice a bassa voce.
Mentre mio padre mette in moto la macchina e mia madre si siede al suo fianco, mi giro verso Simon e senza rendermene conto gli dico qualcosa che da me nessuno si aspetterebbe. Mi guarda curioso perché capisce che sto per dire qualcosa di importante. – Credo che siamo nati per stare insieme. Giuro che ti amo, Simon.
Mio padre è costretto a rimanere fermo ed a non fare retromarcia, perché dietro la vettura ci sono due giovani incondizionatamente innamorati l’uno dell’altra che si stanno baciando.