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Autore: Eliot Nightray    04/05/2014    1 recensioni
"Pensi che ci sia un motivo particolare per cui i nostri Patronus sono così diversi fra di loro, ma allo stesso tempo così simili?"
Arthur ripensò a questa domanda un'ultima volta mentre gli occhi si facevano pesanti e mesti
"Non siamo così diversi, siamo entrambi schivi , timidi ed aggressivi. Una volpe e un lupo, una strana coppia lo devo ammettere, ma non credo che sia impossibile"
Le avrebbe voluto rispondere così quella volta in cui gli aveva posto la domanda... le avrebbe risposto così anche in futuro? Con la mano stretta nella bacchetta Arthur pensò un'ultima volta al volto dell'italiana . Prima di esalare un ultimo sospiro " fanculo a tutto"
HogwartsxHetalia ff
ATTENZIONE LA STORIA PRESENTA LA MIA VERSIONE DI ITALIA DEL CENTRO CATERINA VARGAS
Coppia misteriosa (TROLL)
Genere: Malinconico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Scozia, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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La mano di Nathan che accarezzava la guancia di Caterina, il sorriso lieve di quest’ultima, Arthur non poteva più sopportare niente di tutto ciò. Si trascinò nella pioggia fino a raggiungere un riparo sicuro fra gli alberi. Bene era abbastanza evidente che quei due stessero insieme, eppure suo fratello gli aveva giurato che a lui non piaceva Caterina, che in quanto suo parente più prossimo non gli avrebbe mai causato un dolore simile. Si lasciò scivolare contro il tronco abbracciandosi il petto. Si addormentò lì fra un sbuffo e l’altro , così non si accorse dell’ora tarda che si era fatta. Firenze, il centauro con cui spesso conversava sbatté lo zoccolo con forza sul terreno umido. Arthur riaprì gli occhi bofonchiando a bassa voce, il mantello gli aveva fatto da coperta tenendolo al caldo, ma non era passato inosservato all’essere davanti a lui. Anzi il centauro stava studiando con parsimonia l’oggetto incredibile, avvolto al corpo del giovane serpeverde. Di nuovo lo zoccolo duro calpestò la terra soffice scuotendo Arthur dal suo intorpidimento.  
 
  • È un oggetto raro quello che porti , ragazzo….
  • Eh?! – Arthur si sollevò questa volta spaventato, temeva che l’interesse del centauro verso il mantello non fosse soltanto dovuto alla curiosità – è…
  • So già che cos’è, mi chiedevo soltanto come fosse possibile che tu lo possedessi
  • Mio fratello – al pensiero di Nathan , Arthur si morse il labbro – me lo ha donato lui..
  • Hai problemi con esso?
  • PROBLEMI? Cosa intendi per problemi? – Arthur si grattò il capo furioso , perché a detta sua tutta il mondo sapeva molte più cose di lui e la cosa lo faceva non poco imbestialire. – che ne dici del fratello che ti soffia la ragazza? penso che sia sufficiente…
  • Non sapevo che ti fossi accompagnato..
  • In effetti… non è così, solo che a me piaceva parecchio
  • E lei questo lo sapeva?
  • No – ci fu un lungo silenzio durante il quale Arthur pensò bene di piegare il mantello per nascondere il nervosismo.
  • Ha capelli ambrati la ragazza di cui parli?
  • Eh? Intendi dire che è bruna?
  • Come la quercia…
  • Beh si, non per essere scortese , ma a te che importa? Tanto si è già accompagnata a quello stronzo
  • Lo chiedo per il semplice fatto che da circa due ore una giovane strega si sta aggirando per questa foresta , chiamando il tuo nome..
  • Il mio? No deve esserci uno sbaglio – il centauro balzò in avanti calpestando la terra, probabilmente aveva mal interpretato la sua risposta come una specie di frase di scherno. Esseri suscettibili i centauri.
  • Non mi sono affatto sbagliato, sono due ore che ti sta cercando non le ho detto niente perché volevo avere il piacere di conversare un poco con te sul fardello che ti porti appresso. Penso sia ora che tu torni a casa, giovane mago.
  • Io penso invece che dovresti farti gli affaracci tuoi- ora, è ovvio che si ha la libertà di rispondere a tono a chiunque si voglia, ma forse si dovrebbe avere la briga di controllare attentamente il proprio interlocutore. Perché un conto è rispondere a tono ad un Alfred scocciato, un conto è farlo con un essere per metà cavallo e decisamente incazzato e permaloso. – di.. che parlavamo? – Firenze sbuffò ed Arthur fece un passo indietro di rimando. Il centauro lo afferrò e lo tirò sul corpo equino, Arthur non ebbe il tempo di dire pio che già Firenze lo stava trascinando nella boscaglia più fitta. – OHI – il centauro gli tappò la bocca prima che potesse strillare. Firenze gli indicò un’ombra ed Arthur si sforzò con ogni cellula corporea per riconoscerla.
  • CATERINA! – la voce di Veneziano confermò i suoi dubbi, si trattava proprio di lei. La ragazza si accasciò sul fratello che le accarezzò il capo. – guarda come ti sei ridotta! Torna al dormitorio
  • Non posso.. devo trovarlo è colpa mia
  • Ci penso io… sta tranquilla , sono ore che lo stai cercando, ti ripeto e questa volta te lo ordino in quanto professore di tornare nel tuo dormitorio, Vargas. – Veneiziano parve autorevole tutto insieme, Arthur che aveva smesso di mugugnare si era costretto a non scendere da “cavallo” per rincorrere Caterina. Sembrava a pezzi, la voce ridotta ad un filo, con i capelli completamente fradici ed i vestiti appesantiti dall’acqua.
  • Io… - Veneziano emise un fischio tanto forte da costringere Arthur a tapparsi le orecchie, Nathan apparve a cavallo di una scopa, anche lui completamente zuppo dalla testa ai piedi. Caterina ci mise un po’ a farsi convincere fra un mugugno di suo fratello e i borbottii di Nathan, ma alla fine si lasciò portare in collo da “Scozia”. Si era veramente preoccupata per lui, così almeno sembrava, forse avrebbe avuto bisogno dell’infermeria e tutto a causa sua. Arthur scese dal corpo muscoloso di Firenze per torturarsi le punte delle dita.
  • Devo andare, il lupo mi ha già fiutato – il centauro gli sussurrò questa breve frase all’orecchio prima di dargli le spalle. Lupo? Non pensava che un centauro potesse essere spaventato da un lupo, tantomeno un coso grande e grosso come Firenze. Il centauro svanì ed Arthur appoggiò la fronte contro la pelle rugosa di un pino per pensare con calma. Che cosa le avrebbe detto per scusarsi? Forse poteva contare sul fatto che dopo le ore passate a preoccuparsi la sua sola vista avrebbe eliminato l’incazzatura di Caterina. Però, la sua quasi certa relazione con Nathan non sarebbe scomparsa con un semplice trucchetto psicologico, ci voleva molto di più. Arthur si voltò per poggiare il capo contro l’albero, forse qualche incantesimo per mutare il carattere di Nathan avrebbero giovato alla causa. Quando Arthur riaprì gli occhi, in parte sicuro della sua prossima mossa, dovete richiuderli subito terrorizzato. Il centauro aveva ragione, c’era un lupo davanti a lui, il manto bruno e gli occhi gialli splendevano quasi sotto la luce lunare. L’inglese dovuto usare ogni fibra del suo corpo per evitare di urlare come una ragazzina isterica. L’animale lo fissò dondolando il capo, quasi fosse stato sconsolato nel vederlo. poi, sotto lo sguardo allibito di Arthur, il lupo si sollevo mutando nella figura di Veneziano.
  • Lo sai almeno da quanto tempo Caterina e Nathan ti stanno cercando ?
  • … - silenzio, un lungo intenso minuto di niente per realizzare cosa diavolo fosse successo.
  • Sai almeno che raffreddore si deve essere beccata quell’incosciente di mia sorella per trovarti? – Veneziano gli tirò un nocchino con forza sul capo – e smettila di essere così stupito dal fatto che sono un Animagus, ne esistono tanti dovresti saperlo – era per questo che il Patronus di Caterina era un lupo? Per via di suo fratello Veneziano, in tal caso doveva esserci una storia dietro. Chissà forse era stata assieme a lui, sempre al suo fianco durante ogni tentativo, ogni fallimento, fin dal principio. Veneziano davanti a lui sospirò stanco ed Arthur finalmente si riprese, non tanto per l’espressione tranquilla, ma non felice, dell’italiano quanto piuttosto per il fatto che le parole del professore lo avevano finalmente raggiunto.
  • Caterina sta male?
  • Ti sei svegliato vedo.. – Veneziano lo tirò per la manica della casacca accelerando il passo – credo si sia presa un raffreddore da urlo, ma non scomodarti ad andare a trovarla in infermeria
  • Perché?
  • Perché se ci provi mi trasformo in un lupo e ti taglio la gola .- benché Veneziano stesse sorridendo , quella frase sembrava tutto meno che uno scherzo. – non voglio vederti attorno a mia sorella, per il tuo bene e per il suo. E quando parlo del tuo bene, sappi che un lupo è poca cosa rispetto a quello che potresti ritrovarti contro. Quindi per il tuo bene, torna sui libri…
  • NON HO INTENZIONE DI ABBAONDARLA!
  • Sei ostinato… senti non ho detto che tu non debba frequentarla o provarci con lei, devi solo far passare la tempesta ecco! – il viso di Arthur si tinse di un rosso magenta che non sfuggì all’italiano che rise di rimando- penso che l’unica che non l’abbia capito sia Caterina….
  • Ah..
  • È sempre stata molto lenta con questo tipo di cose, non ci ha mai capito un fico secco il che per degli italiani come noi è un mistero. Ha le papille gustative di un italiano, ma a livello sociale è tale e quale ad un castoro. Costruisci la diga, ammazza i castori stranieri, rinchiuditi nella tua roccaforte, aspetta l’inondazione.
  • Non assomiglia ad un castoro
  • Veh sarà il caso di accelerare il passo, fammi la cortesia di mantenere segreta questa mia dote la uso sempre per rimorchiare , ma se mi togli l’effetto sorpresa non ha più molto senso.
 
Arthur rimase in silenzio troppo perso nei discorsi precedenti per accorgersi della stronzata che aveva sparato Veneziano. Probabilmente Veneziano stava parlando di Romano, perché lui non si sarebbe limitato a minacciarlo, sarebbe passato direttamente ai fatti. Forse lo avrebbe bollito vivo in un pentolone, chissà. Quell’uomo era dotato di un’immaginazione infinita, almeno nel creare scherzetti o nuovi modi per picchiare Arthur. L’italiano non aveva smesso di parlare e di toccargli la schiena per richiamare la sua attenzione, in quel momento però Arthur voleva soltanto essere sicuro che Caterina non stesse troppo male. Una volta entrati , però Veneziano gli fece cenno di andarsene e si chiuse la porta alle spalle.  Arthur rimase un poco a fissare la porta prima di infilarsi sotto il maglione per percorrere il lungo corridoio verso la sala pranza. Stava per fare una follia, una vera pazzia, ma se voleva farsi notare quello era l’unico modo, se voleva farla preoccupare doveva rompere una promessa. Si affrettò, una volta entrato, a trovare un pezzo di carta pergamena affondando la mano nel borsone. La penna scivolò rapida , marchiando il volto appassito della carta.
 
Arthur Kirkland
 
Non gli tremò neppure la mano, era una cosa sbalorditiva per una volta nella sua vita era sicuro di ciò che stava per fare. La fiamma azzurra del Calice divampò avvolgendo il pezzo di carta che svanì in uno sbuffo. Era la cosa giusta, era la soluzione giusta e di certo lei avrebbe lasciato Nathan per lui. Il gatto di Heracle, il custode greco della scuola apparve sibilando quasi fosse stato un serpente. Per sua fortuna il custode in questione era un gran pigrone , non gli fu quindi difficile scappare dalla sala prima dell’arrivo del bidello. Sgusciò nel corridoio buio soffermandosi un poco sotto il quadro del vecchio cavaliere azzurro, un tipo eccentrico che preferiva balzare da una cornice all’altra piuttosto che restare nella sua. Il mantello frusciava e probabilmente , considerata la velocità a cui stava correndo, un occhio allenato avrebbe colto un paio di gambe svolazzanti prive di busto. La porta dell’infermeria si aprì piano rivelando il corpo di Caterina seduto sul letto, sembrava in attesa e di certo era agitata. Si lasciò scivolare il mantello sulla schiena e poi dritto nel borsone. Passi lenti, ma veloci come quelli di un amante che sorprendete l’altra.
 
  • Caterina… - Arthur la chiamò facendola balzare sul piccolo letto su cui giaceva. La faccia contrita e affaticata della ragazza si illuminò sotto il riflesso lunare , ad Arthur si strinse il cuore nel vederla così. Le si accomodò accanto aspettando lo schiaffo che era certo sarebbe arrivato da lì a poco. Ora che ci faceva caso, non aveva visto Romano fuori dall’infermeria, probabilmente era andato a cercarlo per macellarlo.
  • Arthur… - un lungo minuto di silenzio in cui Arthur non smise di fissare le occhiaie della compagna. Caterina gli avvolse le braccia attorno al collo, il petto caldo dell’altra contro il suo ancora fradicio d’acqua lo fece sospirare. Ricambiò l’abbraccio, in ritardo e a modo suo, ma Caterina sembrò comunque entusiasta della reazione – dove ti eri cacciato?? Sono stata così tanto in pena per te
  • Dovevo ripassare delle cose con Kiku – bugia, l’ennesima dopotutto. Aveva rotto una promessa, l’aveva seguita senza che lei lo sapesse, l’aveva fatto soffrire ed adesso stava mentendo. Arthur si infilò una mano nei capelli agitato come non mai. Le mani di Caterina si aggrapparono quasi alla sua, senza mai smettere di sorridere la ragazza gli stette accanto di nuovo in silenzio. Un silenzio che durò ancora a lungo fino a quando Caterina non si allungò per scoccargli un bacio sulla guancia usando la mancina per tenere fermo il viso di Arthur. Quest’ultimo rimase immobile, con gli occhi spalancati come un pesce e poi reagì in modo completamente inaspettato. Quando l’altra si ritirò Arthur affondo il capo contro la guancia dell’altra e le baciò la pelle pallida una volta, due forse addirittura tre volte senza pause, senza interruzioni quasi fosse stata una bevanda dissetante nel pieno deserto. Quando si accorse di quello che aveva appena fatto Arthur rimase con le mani a mezz’aria e la testa nascosta fra i capelli di Caterina, che aveva preso ad accarezzarsi la guancia baciata. – mi.. spiace.. – Trovò il coraggio di parlare, ma quando Caterina gli sollevò il viso tirandola per la camicia, Arthur tornò a zittirsi con un forte color magenta sulle guance.
  • Tranquillo l’importante è che tu stia bene. – non riusciva a staccare gli occhi da quel sorriso innocente, quante volte quelle labbra si erano schiuse a contatto con quelle ruvide di suo fratello? Quante volte le avevano assaporate, deliziate o semplicemente desiderate? Con la punta del naso che strusciava quella dell’altra, Arthur iniziava a pensare di non poter resistere, che era più che giusto che lui avesse ciò che era suo di diritto. – Arthur? – Caterina cercò di richiamare la sua attenzione, ma il ragazzo era troppo preso dai suoi discorsi per poter fare caso ad altro.
  • Guarda un po’ chi si vede!- la voce di Nathan, con un marcato tono di incazzatura tuonò facendolo allontanare con un balzo che lo fece cadere a terra. Caterina scese dal letto per controllare che stesse bene, ma Nathan le bloccò il polso indicandole il bagno. Il fratello portava soltanto un asciugamano lungo il basso ventre, i capelli ancora umidi sgocciolavano a terra. Caterina arrossì lievemente alla vista del ragazzo mezzo nudo, ma non si scompose troppo quasi fosse stata una vista quotidiana.
  • Come diavolo sei uscito dal bagno? – domandò la ragazza imbronciata
  • Come ci dovevo uscire? Con un completo firmato?
  • Potevi avere almeno la decenza di infilarti un accappatoio…
  • Come se ti dispiacesse la vista.. No, meglio così mi trovo più a mio agio. Comunque se non vuoi vedermi nudo ti consiglierei di infilarti in bagno – questa volta Caterina avvampò e scappò in bagno. Nathan lo fissò senza aiutarlo ad alzarsi, attese che la porta del bagno si chiudesse prima di tirargli un calcio nello stomaco. – mi stavo chiedendo dove fosse finito il mio fratellino stronzo, ed eccoti qua un sogno che si realizza – Nathan si piegò su di lui solo per assestargli un pugno sulla guancia – fosse per me ti ridurrei ad un ammasso di carne, pensi mai a quello che fai- Arthur cercò di rispondere con un altro pugno, che Nathan schivò ed usò come leva per sollevarlo.
  • Ti odio..
  • Odiami quanto ti pare, resta il fatto che sei uno stronzo egoista che si è dimenticato delle persone che lo amano. Lo sai quanto ci hai fatto stare in pensiero? Quella beota è partita da sola per poco non la metteva sotto un centauro, stupida bestia… tanto per chiedere, come mai sei scappato?
  • Non sono affari tuoi
  • O… si che lo sono – le mani di Nathan si avvolsero attorno al collo del più piccolo , spingendolo contro il letto – dimmelo
  • Oppure?
  • Oppure ti picchio come non ci fosse un domani
  • FALLO! – nuova occasione per farsi notare da Caterina. Nathan sollevò un pugno per poi bloccarsi a mezz’aria
  • Vuoi farti notare da Caterina? – Arthur sbiancò di botto e alla domanda che seguì distolse completamente lo sguardo dal fratello – non avrai mica.. infilato il tuo nome nel Calice.. vero?
  • ….
  • SEI IMPAZZITO? NON – Nathan smise di urlare liberandolo del tutto, probabilmente non voleva farsi sentire – sai usare una scopa, non sei atletico, non sopravvivresti un giorno lì dentro..
  • Non mi importa..
  • In più Caterina odia questo torneo
  • Cosa odio io? – Caterina era stata veloce, aveva i capelli bagnati ed il corpo nascosto da un asciugamano lungo. Nathan fischiò ed Arthur, rosso di imbarazzo, distolse lo sguardo. – che cosa state confabulando voi due?
  • Cose fra fratelli! – Nathan gli stava parando il culo?
  • Spero soltanto per te, Arthur Kirkland, che tu non abbia infilato il tuo nome nel Calice.. perché avresti delle brutte sorprese
  • Nah.. tranquilla che non l’ha fatto.. vero Arthur?
  • … si…
  • Si cosa?
  • Si… non l’ho fatto…
  • Dai Caterina, lascialo farsi un bel bagno, gli vado dietro io, così dopo lo inviamo in dormitorio
  • E voi due?
  • Noi due dobbiamo restare qui.
 
Arthur si nascose nel bagno per immergersi in un bagno caldo sotto l’occhio vigile di suo fratello. Cercava di ragionare, di entrare nella testa del maggiore , ma ogni volta poteva solo vedere lui e Caterina insieme, fare cose, ridere. Strinse un pugno annaspando sul bordo della vasca per uscire. Forse poteva usare un incantesimo di lettura della mente, ne conosceva uno e sapeva di essere capacissimo nell’usarlo. Quando finalmente uscirono Caterina era già pronta per la notte e si stava pettinando i capelli. Ora che ci faceva caso, aveva il fiato corto. Nathan le chiese se stesse bene e l’altra annuì fievolmente, un colpo di tosse interruppe la conversazione. Arthur si rigirò un poco nella stanza sentendosi colpevole e allo stesso tempo incuriosito dalla situazione. Li salutò appena , senza però abbandonare del tutto la stanza, si era uscito, ma rimase comunque un poco nascosto sotto il mantello. Nathan e Caterina si scambiarono uno sguardo di intesa prima di infilarsi nei rispettivi letti.
  • Spero che tu non lo abbia fatto Caterina, nel caso ti posso assicurare che gli dirò tutto..
  • Puoi stare sicuro che nel caso ti taglierò la gola prima
  • QUINDI L’HAI FATTO?
  • È tardi.. torna a dormire
Arthur corse veloce nel dormitorio, Gilbert era rimasto sveglio per per aspettarlo. Non dette il tempo all’albino di dire qualcosa, perché si lanciò sotto le coperte. Il prussiano o per meglio dire tedesco gli si sedette addosso cercando di attirare la sua attenzione. Arthur simulò un colpo di tosse che costrinse l’altro ad alzarsi frettolosamente. L’indomani  non mancarono domande di Gilbert e sviolinate di Francis, ma l’inglese non rispose a nessuno di loro , aveva ben altro a cui pensare. Si accomodò al suo posto al tavolo dei Serpeverde, Gilbert non aveva smesso di parlare neppure per un secondo. Arthur scarabocchiò su un foglio un messaggio per Gilbert: “voglio quel posto come portiere nella squadra, fammi sapere cosa devo fare!”. Gilbert aveva sorriso scompigliandoli i capelli per poi correre dal capitano, un danese simpatico quanto un dito nel culo per informarlo della cosa. Di certo il danese non sembrava entusiasta, ma la sua compagna da tutti nominata “il norvegese” non se la sentiva più di continuare. Ancora si domandava come quella povera creatura di norvegese, così silenziosa e acida, potesse stare con quell’ammasso di ormoni ambulanti danese. Ridacchiò nervoso, di certo in questo assomigliavano alla poccia Caterina Nathan, SE erano davvero legati assieme. Ancora confuso ed adirato Arthur non aveva smesso di fissare Caterina che aveva lo sguardo incastonato in quello di Nathan. Non voleva crederci non ancora. Il vecchio preside si schiarì la voce per attirare l’attenzione dei giovani maghi.
  • Il campione per Hogwarts è.. Caterina Florentia Vargas
 
 
BREVE PARENTESI
Spero che non abbiate trovato il capitolo troppo brevo, ma ho tanttissime idee e volevo lasciarvi col fiato sospeso. Non temete gli aggiornamenti arriveranno a breve. Per non parlare poi del fatto che sto scrivendo un crossover Hetaliax SNK e il povero Arthur tritone attende pure lui nuovi capitoli. Non temete so cosa scrivere, datemi poco tempo che sono incasinata con gli esami.
  
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