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Autore: Black Apple    04/05/2014    5 recensioni
Prompt:
Okay. Ho visto un post riguardante il destino dello show, assumendo che Cs e OQ siano canon, di come si sentirebbe Henry a venir sballottato avanti e indietro fra il suo patrigno Hook( ferisce dirlo ) e Emma, e l’altro patrigno Robin, assieme e Regina e Roland, e di come questo non sembri affatto un lieto fine. Quindi,a distanza di 5 anni, assumendo che OQ e CS siano canon, vedremo come nascerà una relazione SwanQueen , ma non in un maniera molto convenzionale.
Regina è sposata con Robin, lui è un tipo rozzo e burrascoso, e non ha rispetto dei confini della donna.
Emma è sposata con Killian, un pirata-pescatore che beve dalla mattina alla sera. Piuttosto violento.
Questa soria è una traduzione. L'originale la potete trovare al link seguente.
https://www.fanfiction.net/s/10281743/1/Some-Things-Never-Change
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1

 


“ Ma! Vieni qui, non è il tuo weekend questa settimana. E’ della mamma. Dopo 5 anni di avanti e indietro ancora non te lo ricordi? “
Emma osservò Henry, imponente sopra il tavolo della cucina, che stava tenendo saldamente il suo cellulare in una mano, e la tazza di cereali vuota nell’altra. La sua voce era bassa, i suoi occhi sorridevano, ma era chiaramente irritato per poca memoria di sua madre.
“ Scusami, l’avevo dimenticato”, disse scrollando le spalle, con un timido sorriso in viso.
“ Solo che non vedevo l’ora di uscire, dato che Killian è fuori città. Di nuovo.”
“ Lo so, “ disse Henry, prima di sprofondare nel divano del soggiorno. “ Dov’è adesso?”
“ Da qualche parte sulla costa della Groenlandia. Penso. Veramente non lo so.”
Il loro appartamento a Storybrook era più grande di quello di Mary Margaret e David, ma era comunque abbastanza piccolo. Apparentemente, il salario di un pescatore pirata non era tanto redditizio quanto Killian  l’aveva fatto sembrare. Emma vide Henry alzarsi nervosamente dal divano raggiungendo con un balzo il tavolo da cucina. Apparentemente più comodo del divano. Stava scrivendo un messaggio molto velocemente, e osservando il sorriso seguente al drin del telefono, capì che probabilmente si trattava della sua ragazza, Alice.
Emma scosse la testa, guardando in basso verso il giornale appoggiato sul tavolo, prendendo un respiro profondo. “ Partirai per il college fra meno di 10 mesi. Lo sai, vero?”
Henry rise. “ Oh, quindi sai come si guarda un calendario?”
“Molto divertente,” rispose Emma alzando gli occhi al cielo. “ Volevo solo dire che presto non dovrai fare più la cosa dell’avanti e indietro.”
“Ma, “ disse Henry sospirando, “ Non è la cosa dell’avanti e indietro che mi preoccupa. Te l’ho già detto.”
Già, Emma lo sapeva. Ma era comunque strano parlarne, e onestamente, le cose non sono andate come lei si era aspettata, quindi era ancora peggio.“Lo so.” Rispose.
“Stavo solo pensando a...” la voce di Henry si affievolì e si girò verso sua madre. Lei voltò la testa per guardarlo negli occhi, i suoi occhi luccicanti, e Henry sapeva che non avrebbe dovuto finire la frase. Lei sapeva cosa stava per dire. Le cose sarebbero potute andare diversamente, ma non era successo, e qualche volta l’unica cosa che lo rendeva felice era sapere che avrebbe presto impacchettato le sue cose e sarebbe andato via da quella città.
“Anche io, ragazzino,” Emma disse, con un soffice sorriso aleggiato in viso, “Anch’io.”
 
 


 
“Mamma?”
“Sono qui, Henry.”
Henry girò l’angolo dello studio e vide sua madre seduta sul divano, con i piedi sotto di lei, un libro rilegato in pelle fra le mani, e un piccolo bicchiere di Whiskey davanti a lei sul tavolo. Lui sapeva cosa stava a significare, e di certo succedeva sempre nei weekend in cui erano assieme. Non era un gran appassionato di Robin Hood, e onestamente non sapeva se lo sarebbe mai stato. Sembrava troppo intraprendente e chiassoso , e tutto ciò che sua madre odiava. Ma dopo 5 anni erano ancora assieme.
Si ricordava di averle chiesto una volta il perché, e la sua unica risposta fu solo che la polvere magica è potente. Comunque non ha molto senso, perché la magia è potente, ma non nel caso di sua madre. “ E’ tutto okay? “
Il corpo di Regina si irrigidì leggermente prima che gli rispondesse , “ Certo tesoro,va tutto bene.”
“ Sai che ho 18 anni , vero? Del tipo, posso capire quando menti.”
“ Solo perché sei il figlio di tua madre, non significa che tu abbia ereditato il suo da-lei–chiamato superpotere”.
“Veramente, “ cominciò Henry, con il suo sorrisino alla Swan, “ penso proprio di si.”
“ Bene, mi hai beccato,” disse finalmente Regina. Si tolse gli occhiali da lettura e batte la mano sul divano accanto a lei, invitandolo a sedersi. Henry fece un passo, con il suo corpo alto e magro, e raggiunse immediatamente il divano. Quando si sedette, il profumo di spezie e di lavanda colpì in pieno Regina, e non poté fare a meno di pensare ad Emma e all’autunno.
“Che succede , mamma?” Chiese Henry, guardando oltre la sua spalla in direzione di Regina. Era cambiata, invecchiata da quando la maledizione si era spezzata, ma non in peggio. Appariva comunque come sua madre, e più regale di sempre, ma con gli occhi tristi e scuri. “ Sai che puoi dirmi tutto.”
“ Lo so, “ disse Regina. Sorrise , si inclinò in avanti e mise la sua mano su quella di Henry. “ Non riesco ancora a credere che tu stia partendo per il college. Non so se sono pronta.”
Henry rise. “ E’ questo che ti turba? E’ per questo che sei preoccupata?” Non appena lo chiese, la porta principale si aprì sbattendo, e il rumore di piccoli passi risuonò nella casa, seguito da un pesante rumore di stivali e un roco colpo di tosse. Henry guardò la reazione di sua madre, i suoi occhi, la sua bocca , la sua mascella. Stava diventando sempre più chiaro per lui, che evidentemente non tutto filava liscio in quella casa.
“Henry,  giovanotto, come va?”
“Bene,” rispose Henry, senza togliere lo sguardo dal viso di sua madre. Lei lo guardò negli occhi, increspò le labbra e scosse leggermente la testa. Solo abbastanza da far capire ad Henry che avrebbero continuato la loro conversazione più tardi. Dopo un respiro profondo, Henry si girò verso Robin. “ Come sta andando la caccia?”
“Sta andando bene. Ancora nessuna preda presa, ma ce la faremo.”
Roland  arrivò scattante nello studio, portandosi appresso il controller di un videogame e un sorriso stampato in faccia. “ Henry,vieni a vedere. Ho quasi finito il gioco. Aiutami con questo livello!” Disse, con il suo adorabile accento, e le sue fossette forse lo erano ancora di più. Henry rise. Persino lui non riusciva a dire di no al non-più-così-piccolo Roland Hood.
“ Okay, okay.” Henry si alzò e si sporse per dare un bacio a sua mamma sulla guancia. “ Ti voglio bene,” disse contro la sua pelle , sentendo la sua guancia che sorrideva.
“ Ti voglio bene anch’io “ rispose lei.
 


 
“Pensi davvero che dovremmo prenderglielo?”
Emma guardò Regina dall’altra parte del tavolo della sala da pranzo , nel suo appartamento. Erano uscite molte altre volte per cercarlo, ma quella sera Regina ebbe un idea geniale,l’Idea. Ed Emma si sentiva su di giri come una scolaretta. Sorrise alla mora. “ Stai scherzando? Lo adorerà. Sta aspettando quel MacBook Pro computer da anni. Se cominciamo a salvare adesso, ce la faremo.”
“Emma, potrei comprarlo adesso, attaccarci un etichetta e dire che è da parte delle sue mamme, ma non è un po’ troppo per un ragazzo di 18 anni?”
“Non è quello il punto, Regina,” disse Emma dolcemente. “ So che te lo puoi permettere. Ma voglio dare una mano. Voglio che abbia qualcosa da parte di entrambe.
Regina alzò lo sguardo dal laptop verso Emma, gli occhi verdi supplichevoli. “Okay,” disse dolcemente. Il cuore le arrivò in gola quando Emma la abbagliò con il suo splendente sorriso, e per la milionesima volta, Regina si prese a calci per non essere stata in grado di aver estinto la scintilla nel suo cuore, che si accendeva ogni volta che la bionda la guardava in quel modo.
Pensò a quando Robin e Roland si trasferirono da lei, e di come guardò Emma ed Uncino ( no, Killian – No Uncino– sarà sempre Uncino per lei) cominciare il “ corteggiamento “ e trasferirsi per vivere assieme.
“ Sono contenta che tu sia uscita oggi  “ disse Emma sovrastando la musica che aleggiava di sottofondo. “ Nel senso, so che ne abbiamo passate tante e tutto il resto... “ Regina sorrise e sollevò leggermente il sopracciglio. “ Quello è poco ma sicuro “, disse con quella confidenza che riservava solo per Emma Swan. “ Dico sul serio”, affermò la bionda sorridendo.
Una dolorosa fitta al cuore pervase Regina, e sapeva che necessitava di rispondere, ma magari l’avrebbe fatto più tardi. Stare così vicino ad Emma era talmente difficile che a volte erano talmente tante le emozioni che provava, che non capiva più nulla.
Tutto ciò che le veniva in mente era polvere magica verde e tatuaggi di leone, e catene, e Leopold. Ciò le fece male al cuore , e le mani le dolevano.
“ Hey, “ la voce di Emma ruppe il flusso dei suoi pensieri . “ Stai bene?” chiese.
Regina alzò gli occhi verso Emma, dannazione al suo sguardo traditore. Erano avvolti da un sottile velo di lacrime , e di certo il tremolio del suo labbro non aiutava.
“ Sto bene, Emma.” Disse regina tranquillamente. “ Solo che mi mancherà Henry quando se ne sarà andato”. Una buona scusa, certo, ma una parte di lei si sentì colpevole per continuare ad usare la partenza di Henry come scusa per mascherare il suo dolore.
Emma allora si alzò immediatamente raggiungendo la parte del tavolo di Regina. Si inginocchiò accanto alla bruna, diamine,  il profumo di mele – sempre così maledettamente forte – che lei emanava. “ Regina, hey, guardami, “ disse Emma, appoggiando un dito sotto il mento di Regina e trascinandole il suo viso fino all’altezza del proprio.
Quando i loro occhi si incontrarono, Emma sentì quella familiare agitazione all’altezza del petto e dello stomaco, che si manifestò da sola tutti quegli anni prima. Quegli occhi scuri, e quelle labbra rosse erano lì.  
Pensò al fatto che non avrebbe mai capito come il funzioni il vero amore, perché magia, sentimenti e l’essere una mamma non l’avrebbero mai guidata verso Killian in passato.
“ Starai bene quando partirà, “ disse finalmente Emma. “ Hai Robin e Roland. Starai bene. “ Era una bugia, che Emma si diceva da sempre. Fortunatamente Regina ci credeva.
“Lo so,” disse Regina, le lacrime che percorrevano coraggiose le sue guance. “ Ho solo paura.”
“ Beh dai, “ esordì la bionda con un sorriso smagliante, “ abbiamo l’un l’altra, no?”
Regina sentì il cuore gonfiarsi in petto a quelle parole. “ Davvero?” chiese, piano, gentilmente, quasi inudibile.
“Certo,” disse Emma sospirando. Percepiva quella strana forza che sentiva ogni volta che Regina le era accanto. L’aveva sempre considerata come la forza prodotta dalla loro magia, l’attrazione della luce e dell’oscurità , ma andando avanti, stava diventando sempre più difficile da ignorare. “ Non andrò da nessuna parte, “ concluse Emma. “ Mai. “
La mano di Regina parve muoversi da sola, e avvolse la guancia di Emma. Mosse la parte morbida del suo pollice lungo lo zigomo di lei, sentendo la bionda premere piano contro il suo tocco.
Spostò poi il dito delicatamente verso la mascella . “ Farai meglio a non lasciarmi “ , disse Regina, con la voce rauca e piena di emozioni.
La pelle di Emma stava bruciando sotto il tocco di Regina, quel tipo di bruciore piacevole, che te ne fa desiderare di più. Aprì la bocca per dire qualcosa, proprio nel momento in cui si spalancò la porta, sbattendo.
 
” Gesù,” Emma inspirò bruscamente non appena sentì il familiare rantolo di Killian, adagiato pesantemente contro il suo migliore amico Spugna, poco oltre l’ingresso. “Ma che diavolo..?”
“ Il nostro viaggio di pesca non è stato un successo, Emma”, disse Spugna, “ Capitan Uncino qui presente ha deciso di annegare i suoi dispiaceri.”
Emma aiutò Killian a dirigersi verso il divano, e poi lo accasciò su di esso. Lui gemette, poi urlò,
“ Attenti voi due! Non ho consumato la mia miglior annata di Rum perché voi due mi rompiate un osso.”
“Perdonatemi, capitano”, disse Spugna quasi strisciando.
Emma si passò le dita fra i capelli. “ Sei fortunato che Henry non sia qui.” Disse sibilando.
Camminò con passi pesanti verso la cucina, versò dell’acqua in un bicchiere e prese 4 aspirine. Tornò verso Killian, afferrando la sua unica mano, e disse, “prendi queste. E bevi questo. E dopo vai a buttarti.”
Lui oppose un po’ di resistenza, ma alla fine si accasciò sul divano, con l’uncino adagiato sul petto e gli stivali appoggiati ai piedi del divano. “ Spugna, ringrazia Swan da parte tua. E anche da parte mia,” farfugliò prima di addormentarsi profondamente.
“ Spugna, puoi andare,” lo istruì Emma. Puntò alla porta, ed era molto evidente che non avrebbe accettato obbiezioni. “ Ora.”
“Si.” Disse Spugna prima di uscire di corsa dall’appartamento.
 
Emma stava fissando il pavimento, ferma immobile, quando sentì la mano di Regina appoggiarsi sulla sua schiena. Guardò oltre la sua spalla verso la donna dietro di lei. I suoi occhi scuri erano tristi, supplichevoli e comunque pieni di comprensione. “ La vita della moglie di un pirata fa proprio per me,” disse Emma con un tono che raramente Regina aveva sentito.
Sentì le dita di Regina intrecciarsi alle sue, e poi una gentile stretta prima che parlasse.” Ci vediamo domani, okay?”
Emma si mosse velocemente, senza pensarci, e appoggiò le sue labbra direttamente su quelle piene, rosse di Regina. Il bacio fù veloce, casto ma pieno di emozione, e quando Emma si tirò indietro, vide quegli occhi scuri illuminarsi un pochino. “ A domani,” disse Emma tranquillamente.
Regina sorrise e si girò per andarsene, ma strattonò leggermente la mano di Emma prima di lasciarla andare.

 


NdA : Salve!! Sono qui con una bellissima fiction che ho trovato sulla coppia di Once che secondo me possiede più chimica. :) Spero che questa storia vi piaccia come è piaciuta a me, spero di riuscire a pubblicare un capitolo ogni domenica... Saluti"!
BlackApple
 
  
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