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Autore: _SamanthadettaSam_    04/05/2014    4 recensioni
Dal testo:
"- Davvero pensi di poterti nascondere, di scappare da questo inferno chiamato Dark Lake? ahahahahah -
La vecchia si alzò dalla sedia, incrociando i suoi occhi spenti in quelli glaciali del ragazzo.
- Potresti farlo sai? Scappare da qui, e rifarti una vita. Ma a Lei basterà annusare l'aria, e in meno di un minuto, sarà già sulle tue tracce. E senza che tu te ne renda conto, ti troverai il suo fiato sul collo, e i suoi denti nella tua carne. -"
Un'antica creatura si è risvegliata,
Una città maledetta,
Sei ragazzi speciali,
Il destino dei propri cari è nelle loro mani.
"Non si può scappare dalla Creatura.
Non si può scappare da Dark Lake."
Genere: Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Dark Lake - Capitolo 12

Era ormai notte fonda e nel castello c’era un silenzio di tomba. Duncan uscì silenzioso dalla sua stanza e ancor più silenzioso si diresse verso quella di Gwen. Portava in braccio la ragazza addormentata, la piccola Luna trotterellava allegra dietro di lui e Sraffy si faceva portare aggrappato ai suoi capelli. Quella scena risultava solamente ridicola, da qualsiasi punto di vista. La strana processione durò poco per fortuna, poiché la stanza della mora era relativamente vicina alla sua. Adagiò il corpo dormiente di Gwen sul letto e aiutò anche la gattina a salire. Luna si stiracchiò per bene, facendo vedere i suoi piccoli denti bianchi e si acciambellò al suo fianco. L’uomo guardò la donna per un po’, mentre la sua mano lentamente scopriva quel viso bianco dalle ciocche scure.

Era bellissima.

Quella pelle era così liscia e bianca da farla sembrare morta, eppure anche il più piccolo contatto bastava per iniettare una pericolosa dose di calore nelle vene del moro.
Quattordici anni fa era scappato da Dark Lake non solo per la morte di sua madre. Sapeva benissimo che il suo cuore stava cominciando a provare qualcosa di rischioso nei confronti di Gwen. Era scappato anche da quei sentimenti, sperando che la lontananza da lei avrebbe sistemato tutto.
“Povero illuso” Si disse, costatando che anche dopo tutti i kilometri che li avevano separati per tutti quegli anni, era bastato solo intravedere le case di Dark Lake all’orizzonte per riaccendere la scintilla.
Non poteva buttare un’amicizia così longeva per una semplice scintilla del cazzo. Lui non era il suo tipo, l’aveva capito quando aveva incrociato il suo sguardo per la prima volta dopo anni. In quegli occhi aveva visto una luce così accecante da spaventarlo. La sua anima era macchiata di nero, sporca di troppi crimini e buia come poche.
Tutto quel nero era pericoloso per quella luce. E per preservarla, doveva lasciarla andare. Gwen era un uccellino libero. Non aveva il coraggio di rinchiuderla in una gabbia tanto oscura.
Si guardò intorno e solo dopo essersi accertato che nessuno era in arrivo, fece la sua mossa. Veloce poggiò le sue labbra su quelle di Gwen, in un contatto che duro solo un secondo. Svelto uscì da quella stanza, prima di saltarle addosso. Chiuse gli occhi e, maledicendosi cercò disperato in pacchetto di sigarette nella tasca. Appena accese la sigaretta i suoi nervi si calmarono. Nel frattempo Sraffy cercava di tranquillizzarlo grattandogli la testa.
- Non si fuma nei corridoi… - Duncan si girò di scatto, trovandosi davanti la figura della regina.
- Vieni andiamo in terrazza. – Sussurrò lei, facendogli segno di seguirla. Il moro prima la guardò sorpreso, poi la seguì oltre il corridoio in quella che doveva essere la sala del trono.
Era una stanza dal soffitto altissimo, decorata con tende rosse e statue di sovrani ormai morti.
Alla destra vi era una grande finestra, che portava ad una terrazza altrettanto grande. Il vento caldo del deserto schiaffeggiò il viso del ragazzo che continuò a fumare imperterrito.
- Come vi siete trovati tutti nelle vostre stanze? È di vostro gradimento la nostra ospitalità? - Chiese la donna, osservando attenta ogni movimento del giovane.
- Siamo tutti molto impressionati... Io sinceramente sto aspettando che arrivi la fregatura. - Rispose secco lui, senza neanche guardarla negli occhi.
- La fregatura? -
- È tutto troppo bello per essere vero o mi sbaglio? - Disse lui, terminando la sigaretta e gettandola via.
Marylee lo guardò per un po', poi si concentrò sul piccolo Scraffy che volteggiava felice sulle loro teste.
- Sei il Guardiano del tuono quindi... -
- Direi di si... - Sospirò lui, osservando anche lui il volo circolare della piccola falena.
- Greg può sembrare una persona losca, ma non preoccuparti. Sa essere un buon addestratore, anche molto paziente. Pretende molto però nei suoi allenamenti. - Disse lei con un tono quasi materno.
- Ecco qui la fregatura: posto da sogno ma ci tocca lavorare sodo. - Si lamentò il punk son una mezza risata in volto.
- Credevi di fare la vacanza qui? Ti sbagli. - Lo rimproverò la donna.
- Quasi quasi me ne tornavo a casa, piuttosto che venire a disturbarti. -
- Stamattina eri meno spavaldo di adesso... - Costatò lei.
- Prima ti ho visto molto agitato. Era per mia figlia? O per quel quadro nel corridoio? - A quella domanda il gelo calò su di loro. Duncan rimase a bocca aperta per un bel po', stupido dalle parole della regina.
- Ricorda Duncan: io ho occhi e orecchie dappertutto. Non sarei la regina di questo regno altrimenti! - Esclamò lei prendendo in braccio il piccolo Sraffy.
- Cosa sai allora di quel quadro? - Domandò immediatamente lui, cogliendo al balzo quell'occasione.
Doveva sapere la verità su quel quadro.
La donna prima lasciò andare la falena e poi si mise le mani sui fianchi e con sguardo serio disse:
- Se ti raccontassi tutta la storia, non mi crederesti. Sarà più divertente scoprirlo. - Si limitò a dire, avviandosi verso le sue stanze.
Credeva di essere pronta a dirgli tutto, ma non ci era riuscita.
Che stupida!
- Non puoi dirmi così! - Esclamò lui, mentre la figura di Marylee spariva velocemente tra i corridoi.
Egli la rincorse per un po' prima di perdere le sue tracce tra i vari corridoi.

Cosa stava a significare la frase della regina?
Quale storia si nasconde dietro quel quadro?

Domande del genere frullavano nella testa del moro, mentre ritornava sconfitto nella sua stanza.

***

Dawn bussò alla porta di Scott, determinata a parlargli. Aveva notato nella sua aura uno strano e spaventoso cambiamento da quando erano arrivati al castello, legato soprattutto con Alucard. La bionda aveva chiesto al marito cosa fosse successo ma egli non gli seppe dire nulla di rilevante. Era anche per quello che era lì: doveva parlare con lui e capire cosa lo tormentava.
- Chi è? - Sbottò lui infastidito aprendo la porta. Appena si ritrovò la ragazza davanti, il suo volto divenne cupo.
- Che ci fai qui tu? -
- Voglio parlarti: riguardo quello che tu e Alucard vi siete detti... - Iniziò lei, sgusciando dentro la camera.
Il rosso chiuse la porta sbattendola, prese una sedia e si sedette di fronte alla ragazza che intanto si era accomodata sul letto.
- Cosa vuoi sapere di preciso? - Disse lui, mentre la rabbia cominciava a ribbollire dentro di sè.
Non poteva farci niente. Sapere che dentro di lei cresceva il figlio di un'altro uomo lo faceva diventare matto.
Non sapeva il motivo preciso, ma il suo orgoglio si rifiutava di cercare una risposta a quella domanda.
- Cosa ti ha detto che ti ha infastidito così tanto? - Domandò ingenua lei, con i suoi grandi occhi blu cobalto.
Scott si alzò di scatto, scappando da quello sguardo che riusciva a trasportarlo in un altro mondo e cominciò a fissare intensamente la finestra. Dopo molti minuti di silenzio, la Iena finalmente parlò.
- Sei incinta. Non negarlo. - Dawn rimase sorpresa non poco da quello che aveva appena sentito.

Lei incinta? Impossibile!

Svelta di alzò e si avvicinò cauta a lui, che intanto le dava ancora le spalle.
- È questo quello che ti ha detto Alucard? - Chiese lei, poggiando cauta una mano sulla sua spalla. Le spalle del rosso prima s'irrigidirono a quel tocco poi si rilassarono lentamente.
- Io non aspetto nessun bambino, è la pura verità. - Sussurrò lei. Scott non riusciva a credere a quelle parole. Una parte di lui era fermamente convinto che stesse mentendo, l'altra  era già pronta a perdonarla.
Nel frattempo però in lui cresceva una bollente rabbia verso quel dannato principe.
All'improvviso la mano di Dawn lasciò la presa sulla sua spalla, come se si fosse scottata.
Egli si girò e la vide seduta a terra piangente, mentre guardava la sua mano completamente bruciata.
- La... B-boccetta S-Scott...  - Biascicò lei nel dolore di quella bruciatura. Il ragazzo rimase per dei secondi immobile, poi corse verso il suo zaino alla ricerca della bocchetta. Prese la fiala contenente la medicina che gli era stata data dopo la Cerimonia, ne prese una grossa quantità e cominciò a spalmarla sul palmo della bionda. Le lacrime non smisero di scendere dagli occhi della ragazza che a denti stretti sopportava il dolore di quella bruciatura. Grazie a quel liquido vischioso, il rossore sparì quasi del tutto, diventando soltanto un vago ricordo.
- Cosa è successo? – Chiese lui stupito, mentre fissava insistentemente il palmo di quella mano.
- Hai perso per un attimo il controllo dei tuoi poteri… - Mormorò Dawn, alzandosi da terra e asciugandosi le lacrime. Notando l’espressione confusa della Iena, si spiegò meglio:
- Appena avete messo piede in questo regno i vostri poteri si sono ampliati e potenziati in maniera esponenziale. E’ molto facile perdere il controllo di essi e per questo abbiamo la Cerimonia. La tua rabbia ti ha fatto perdere lucidità e i tuoi poteri hanno approfittato di questo… Devi stare molto attento d’ora in poi. –
- Il tuo bel maritino dovrà stare attento d’ora in poi per avermi preso in giro… - Sibilò lui stringendo i pugni, che intanto cominciarono ad essere circondati dalle fiamme.

Non andava per niente bene, doveva calmarlo.

Si avvicinò velocemente a lui e gli prese il viso tra le mani, in modo da far incrociare i loro sguardi.
- Verresti messo in prigione prima ancora di farlo davvero. Ci parlerò io con lui ok? Deve delle spiegazioni anche a me dopotutto… - Disse lei lentamente. Quelle parole riuscirono a far calmare Scott e le fiamme intorno ai suoi pugni sparirono così come erano apparse. Solo in quel momento Raggio di luna si accorse della vicinanza delle sue labbra con quelle del rosso. Alzò lo sguardo velocemente incrociando però i suoi occhi e lì si perse. Erano di un colore grigio con una vaga sfumatura di blu. Essi avevano il potere di spogliare la tua anima e leggerci ogni singolo segreto del tuo passato e presente. Aveva incontrato pochi occhi che sapevano suscitare in lei così tanti brividi e solo quelli sapevano spaventarla e incantarla allo stesso tempo.
Scott si era perso anch’egli in quel mare blu cobalto, annegandoci. Potevano esistere occhi così grandi capaci di mangiarti vivo in un modo così dolce?
Riuscì a liberarsi da quelle iridi e il suo sguardo si spostò sulle labbra della bionda.

Di male in peggio.

Per fortuna o sfortuna l’orgoglio riprese possesso del corpo della Iena, salvandolo da tutto quello. Svelto pose più distanza possibile tra lui e la bionda e ancora più veloce uscì dalla stanza. Camminò per chissà quando, perdendosi tra i vari corridoi del castello. Appena si sentì abbastanza lontano da Dawn si fermò e fece un lungo sospiro.
Se continuava a stargli così vicino, avrebbe commesso una sciocchezza di sicuro.

***

L’atmosfera a pranzo nella sala dei banchetti era stranamente tesa quel giorno. Ognuno dei Guardiano mangiava nel più totale silenzio.
La regina si alzò dal tavolo e si schiarì la voce, per avere così l’attenzione di tutti puntata su di sé.
- Oggi è un giorno importante: è il vostro primo giorno di addestramento. I vostri allenatori saranno i Guardiani che secoli orsono ricevettero i loro poteri dalla dea Yllissa e che furono preparati alla battaglia da Edea stessa e suo figlio, Alucard I. Credo che adesso sia l’ora delle presentazioni. Per primo entrerà il Guardiano elementale del fuoco, Perceval. –
La porta d’oro della sala si aprì e da essa fece capolino una figura monumentale, capace di sfiorare l’alto soffitto. Indossava un abito da Samurai rosso e nero, ai lati portava due affilate katane. Il suo viso era ovale e nascosto dai lunghi capelli bianchi, che scendevano dolci sulle spalle. Il Guardiano fece un elegante inchino alla regina, uno scarafaggio in confronto a lui e si mise davanti alla lunga tavola, osservando attentamente Scott.
Marylee intanto continuò con il suo discorso. Ella chiamò uno alla volta tutti i Guardiani elementali:
Dopo Perceval comparve Elisabeth, Guardiana elementale dell’aria. Ella indossava un’elegante armatura argentea che terminava con una lunga gonna color rosso porpora. Sui suoi lunghi capelli rossi poggiava un elmo con lunghe piume bianche. Dalla sua schiena spuntavano due grandi e bianche ali. Dopo Elisabeth arrivò Oleg che era il Guardiano elementale della terra. Il suo abito era fatto di erba, fiori e corteccia, come i suoi capelli. Indossava delle lunghe e ramose corna di cervo e portava con sé un bastone di legno molto decorato al manico. Poi fu il turno di Belle la Guardiana elementale dell’acqua. Ella arrivò cavalcando una piccola onda, che altro non era che una parte del suo corpo. I suoi capelli erano bianchi come la spuma del mare e i suoi occhi erano verdi come l’acqua del mare più chiaro. Dopo di lei comparve Anabel la Guardiana elementale del fulmine. La sua pelle emanava un leggero brillio e i suoi occhi erano fatti di luce pura. Questo rendeva la sua figura leggermente inquietante.
Ma era niente rispetto all’ultimo Guardiano elementale, quello del tuono. Appena la regina pronunciò il suo nome, la sala sprofondò nel buio. Da quella oscurità, dopo un tuono assordante comparve la figura monumentale di Greg. Duncan sgranò gli occhi, a metà tra lo sbalordito e l’inorridito. Il Guardiano elementale era un gigantesco scheletro, coperto solo da un mantello nero che sembrava essere fatto di fumo. Da quello strano indumento di vedeva chiaramente il suo petto con le costole bianche come la neve. In mezzo ad esse, un grosso cuore nero pompava sangue in un reticolo inquietante di vene bluastre. La figura osservò attentamente tutti i presenti in quella sala, per poi puntare le sue iridi vuote in quelle acquamarina del moro. E in quel preciso momento, mentre le pupille di quel teschio lo fissavano, a Duncan sembrò di vedervi all’interno un leggero bagliore. Come se quelle ossa fossero solo una maschera.
Chi si nascondeva al suo interno?

Angolo dell'Autrice:
FINALMENTE SONO RIUSCITA A PUBBLICARLO!!!!
Non sapete il calvario che ho dovuto passare. Vi dico solo che ogni tipo 10 minuti il pc si spegneva da solo -.-
Vi ho detto tutto!
Voglio un pc nuovo T.T
Comunque per questo mese non vi aspettate tanta attività da parte mia...
purtroppo è arrivato maggio e ha dichiarato guerra aperta a noi studenti.
Voglio Giugno T.T!!!!
Comunque la parte Gwencan è stata ispirata dalla canzone Demons che vi consiglio di sentire con la traduzione del testo alla mani. Adesso ecco a voi le immagini MOLTO Feighe dei Guardiani elementali:
Perceval (riesco a vedergli i muscoli *^*)

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Elisabeth

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Oleg

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Belle

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Anabel

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e infine Greg *^*

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Li amo così tanto!!!! (soprattutto Greg e quel figaccio di Perceval <3)
Adesso vi lascio, vado a rispondere a tutti le recensioni a cui non ho ancora risposto appunto ^^" *si vergogna di se stessa)
Un bacione:^.^:

Sammy

   
 
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