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Autore: madoka94    05/05/2014    3 recensioni
Eccoci qua con un altra storia!
Questa volta è a capitoli e tratta una delle mie coppie preferite, la Prugary!
Elizaveta Hèdervàry è una ragazza modello che riuscì a laurearsi al conservatorio, diventando una famosissima violoncellista di successo. è innamorata del suo amico e manager Roderich Edelstein, ma egli sembra che non ricambi gli stessi sentimenti.
In un tanquillo giorno d' estate fa la sua comparsa un vecchio, per lei insopportabile, amico d' infanzia cugino di Roderich, Gilbert Beilshmidt.
Durante il loro incontro, però, scopre attraverso una telefonata che Gilbert ha avuto un incidente, rimanendo in coma.
Ma come era possibile se in quel momento il ragazzo era proprio lì, davanti a lei?
Situazioni strane e imbarazzanti, ricordi vivaci e altri che vorrebbero rimanere nel profondo dell' anima, faranno da contorno a questa storia che era nata da una semplice e bizzarra amicizia, facendo comprendere che le loro vite erano così trasparenti da non riuscire a scorgere ciò che stava loro davanti agli occhi, riscoprendo sentimenti che pensavano non fossero mai esistiti...
Spero che sia di vostro gradimento, Buona lettura! ^^
PS: accenno GerIta
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Eliza, guarda! Parlano di te su un annuncio!- le disse Feliciano, il suo dolce amico italiano che in quel giorno di inizio estate volle uscire con lei a prendersi un dolce, come ogni qual volta che si davano appuntamento allo stesso bar.

-è vero! Com' è imbarazzante!!- disse Elizaveta con le guance rosee osservando il giornale che il ragazzo teneva tra le mani.

-Veee, non devi essere imbarazzata, ne devi essere più che orgogliosa! Sei la migliore violoncellista che c'è in tutta Europa. Anzi, in tutto il mondo!-

-Sei gentile Feli, ma ora esageri.-

Elizaveta Hèdervàry era infatti uscita dal conservatorio con ottimi voti ed ebbe diversi premi che fecero crescere sempre più la sua carriera. Tutto grazie al suo manager e amico, nonchè l' uomo di cui era segretamente innamorata.

Non ebbe mai il coraggio di confessarglielo, ma per il momento a lei bastava averlo accanto. La sua vita non poteva andare meglio di così.

All' improvviso la suoneria allegra del cellulare di Feliciano li fece un attimo sussultare. Il ragazzo prese subito l' apparecchio telefonico e schiacciò immediatamente il tasto verde appena vide il numero sul display.

La castana sorrise, doveva essere per forza Ludwig, il suo ragazzo tedesco.

Stavano insieme da qualche mese e già si comportavano come una coppia di sposini e quasi ci arrivavano ma il fratello dell' italiano, Lovino Vargas, non glielo avrebbe mai permesso. Lui odiava i tedeschi con tutto se stesso ed era già tanto che lasciasse che Feliciano lo frequentasse, tutto solo per il suo bene.

Anche Ludwig aveva un fratello, ma non aveva ancora avuto l' opportunità di conoscerlo. Comunque su di lui sapeva solo che era un tipo un pò particolare.

Dopo qualche minuto Feliciano attaccò la chiamata con la faccia arrossata per l' imbarazzo riferito all' amica.

-Scusami Eliza, io dovrei andare...-disse timido e dispiaciuto.

-Fammi indovinare, avevi appuntamento con Lud ma come al tuo solito te ne sei praticamente dimenticato. Vero?-

-Ve! Scusa!!!-piagnucolò ancora con le mani giunte tra loro.

-Tranquillo, se devi andare allora è meglio se ti muovi!-lo tranquillizzò lei sorridendogli.

-Grazie! Ti voglio un infinità di bene!- le disse baciandole la guancia e poi scappare subito pagando la sua parte.

Hèrdevary sorrise salutandolo, ritornando a bere la sua aranciata fresca mentre sfogliava qualche pagina del giornale che aveva lasciato l' altro.

Che invidia che gli faceva delle volte, avrebbe tanto voluto che anche tra lei e Roderich Eldestein, il suo menager, ci fosse qualcosa che andava ben oltre l' amicizia...ma lui non la guardava nel modo che voleva lei.

Ad un tratto alzò gli occhi e per un attimo non ebbe un infarto.

Un uomo alto della sua età, ventisei anni, con i capelli color della neve e gli occhi rosso rubino, era seduto dinnanzi a lei. La guardava con un sorriso alquanto irritante, ma non sembrava avere cattive intenzioni.

-Prego, fa pure!-disse Eliza infastidita.

Lui non disse niente, anzi, restava a fissarla mentre ridacchiava in un modo alquanto strano. A quel punto l' ungherese non poteva fare altro che alzare un soppracciglio non capendo perchè quello sconosciuto ridesse di lei.

-Kesesese! Certo che non sei cambiata affatto.-

-Uhm... ci conosciamo?-

In quel momento fu il ragazzo ad alzare il sopracciglio, con sguardo interrogativo.

-Ma come? Ti sei dimenticata del Magnifico Me?- chiese puntandosi con il pollice il petto, il tono sfrontato e fiero oltre che fastidiosamente rauco.

-Spiacente, altrimenti ti avrei riconosciuto visto che dici di essere tanto "magnifico".-

E con quella stilettata si alzò dalla sedia pagando il conto e andandosene subito via da quel cascamorto.

Camminando sul marciapiede si infilò in un gruppo di passanti, ognuno impegnato nei propri affari, come appunto stava facendo in quella confusione che di certo non l' aiutava a pensare.

"Dov'è che l' ho già visto quello...?"

-Non ricordi proprio?-

La castana si voltò alla sua sinistra e gli venne un colpo al punto da farla quasi urlare. L' albino era vicino a lei, non sapendo come abbia fatto in così poco tempo ad avvicinarsi così tanto.

-MA SEI SCEMO?! PER POCO NON MI VENIVA UN INFARTO, STRONZO!-gridò tra lo spavento e l' ira nei confronti dell' albino.

-Ehi, datti una calmata! Guarda che poi la gente ti prende per pazza!-le sussurrò andandole vicino.

Elizaveta si guardò in torno, in effetti maggiorparte dei passanti la guardavano con quasi gli occhi fuori dalle orbite per il suo comportamento. A quel punto non potè far altro che arrossire. Poverina, una giornata così bella andata a quel paese per colpa di un idiota che continua a perseguitarla.

-Si può sapere chi sei e cosa vuoi da me?!- cercò di trattenersi nell' urlargli addosso.

L' albino si passò la mano dietro il collo massaggiandoselo.

-Ahiahi...col tempo ti è venuta la memoria di un pesciolino rosso...maschiaccio.-

-A chi hai detto maschiaccio?-

Stava per rifilargli uno sceffone enorme da lasciargli un bello stampo rosso su quella faccia da schiaffi, appunto.

Non le piaceva quando le altre persone le dicevano che era poco femminile o, in quel caso, del maschiaccio. Erano delle parole odiose per l' ungherese e questo odio glielo fece nascere un ragazzo ai tempi delle medie.

Fu in quel frangente che arrestò la mano, come se un entità divina l' avesse fermata per il suo volere.

Non poteva essere quello stesso ragazzo...non poteva davvero essere...

-Gil...bert?-balbettò appena.

Il giovane uomo abbozzò un grande sorriso, non sfrontato come prima, era un bel sorriso sinceramente felice.

-Ja! Proprio io, il Magnifico Me Gilbert Beilshmidt! Ce ne hai messo di tempo per arrivarci!-

"Beilshmidt? Ma non è anche il cognome..."

Ragionando, Eliza, capì del tutto chi era.

-E sei anche il fratello di Lud!-

-Wow, non sapevo che lo conoscevi.-

-Certo che lo conosco, è il fidanzato di Feliciano.-

Appena finì la frase vide il crucco restare di sasso e lì, la cara violoncellista, capì di essersi data una zappa sui piedi da sola.

-Oh...ehm...anche questa non la sapevo.-

-S-scusa...pensavo che...-balbettò cercando di rimettere a posto le cose, ma ormai era troppo tardi, la frittata era fatta.

-Nah, non ti preoccupare, non potevi sapere che non ero al corrente di ciò. Ma sono comunque contento che si sia sistemato con qualcuno! Forse me lo stava anche per dire, ma non riesco a ricordarmi in quale circostanza..- fece lui pensoso, grattandosi il mento.

La ragazza sospirò, guardandolo subito dopo abbozzando un lieve sorriso, quasi anche di scherno.

-Certo che non sei cambiato affatto. Anche se sei più alto di me resterai sempre lo stesso idiota che ho conosciuto a scuola!-

-Ehi, vacci piano con le parole!-

Dopo quell' ammonimento, qualche secondo dopo di silnzio, entrambi si misero a ridere. Forse era perchè entrambi si erano immersi nei ricordi del passato.

Alla fine, nonostante i battibecchi continui tra loro, avevano vissuto bei momenti, molti dei quali aveva sempre desiderato viverli appieno assieme a lui.

Però fino a quel momento li aveva quasi dimenticati...perchè l' aveva fatto?

-Allora, maschiaccio, come va con la tua musica classica? E Rod? Ve la spassate insieme?-fece ad un tratto l' albino con di scherno, volendola un pò prendere in giro e come risultato ottenne una Elizaveta più isterica di prima e rossa che mai.

-Primo, smettila una volta per tutte di chiamarmi maschiaccio! Secondo, sono diventata una violoncellista e terzo non sono domande che ti riguardano! Siamo solo buoni amici...- disse tutto d' un fiato, per poi mormorare in seguito un pò rattristata quelle ultime parole.

Ovviamente Gilbert notò subito quella tristezza, sbuffando incrociando le braccia incrociate al petto quasi infastidito.

-Diamine..certo che è proprio duro di comprendonio! Non capisce quando è l' ora di centrare il bu...-

L' albino non terminò la frase che stava per riceversi un pugno in testa dall' ungherese, ma con la sorpresa di quest' ultima il colpo andò a vuoto, non capendo cosa fosse esattamente successo.

-Ma...ma come hai..?!- balbettò, incredula e spaventata.

Era sicura di aver toccato il capo di Gilbert.

Allora perchè non ha sentito niente, nessun rumore, un lieve dolore o un breve calore del corpo dell' altro?

L' unica cosa che aveva percepito si avvicinava al freddo, ma non era un freddo da far rizzare i peli delle braccia.

Era un freddo...stranamente, quasi tiepido.

-Uh...ecco, penso che su questo punto dovremo sederci e parlare un pò, perchè sarà un discorso molto lungo.- mormora con espressione imbarazzata, provando ad assumere un atteggiamento più che normale per una situazione alquanto bizzarra come quella che stavano vivendo.

Ad un tratto il cellulare squillò nella borsa della castana, facendola tornare brevemente nel mondo reale.

-P-Pronto?-

-Eliza, sono io, Feliciano...- si annunciò dall' altra parte dell' apparecchio acustico l' italiano, con una strana voce che sembrava intendere che avesse pianto e questo l' allarmò subito.

-Feli, che succede? è successo qualcosa di grave?-

-Sono all' ospedale Eliza, ma non ti preoccupare. Non sono ricoverato, nemmeno Ludwig lo è.-

Tirò un sospiro di sollievo dentro di sè, anche se qualcosa le diceva di non cantar vittoria.

-Riguarda tuo fratello Lovino per caso?-

-No, non è nemmeno qui presente.-

-E allora cosa è accaduto? La tua voce è strana..-

A quel punto sentì nella conetta che l' amico stava tirando dei respiri molto lunghi, quasi da prendersi coraggio.

Aveva il timore che riguardasse Roderich, lui, Ludwig e Gilbert erano cugini.

Se gli era successo qualcosa...lei...lei non sapeva più che cosa avrebbe fatto.

Il cuore le tremava, come la voce e le mani. Al solo pensiero che poteva essere successo qualcosa di terribile al suo amato l' angosciava. Aveva tanta paura.

-Feli...cosa è successo?-

Finalmente l' italiano si decide a risponderle, cercando di mantenere il controllo delle sue azioni anche se percepisce che si era messo nuovamente a piangere.

-Gi...Gilbert, il fratello di Ludwig...è in coma!-

Sbarrò gli occhi, ammutolita, guardando l' albino che la guardava a sua volta serio, come se sapesse cosa si stavano dicendo lei e Feliciano.

Gilbert? Era uno scherzo quello?

-Ma...ma che stai dicendo Feliciano? è proprio qui davanti a...-balbetta con un sorriso che faceva intuire la sua incapacità di comprendere. Ma viene interrotta subito, senza che lei smettesse di guardare il crucco nelle sue iridi color rubino, cercando una risposta in essi.

-Ha avuto un incidente stradale. Lui era in moto ed era scattato il verde, ma all' improvviso...una macchina che era andata alla sua stessa velocità...-

Percepì i singhiozzi, interrompendo il discorso che stava facendo.

No, no...non voleva assolutamente cascare in uno scherzo del genere.

-Va bene Feli, dov' è la candid camera? Ti avviso che questo scherzo non mi è piaciuto per niente!-

-Non è uno scherzo Elizaveta! Credi che scherzerei su una cosa del genere?!-sbraitò l' amico, quasi da far diventare sorda la castana.

In effetti non scherzerebbe mai su una cosa del genere, soprattutto se si tratta di un parente del suo amato e una vecchia conoscenza dell' ungherese stessa.

-Sei proprio sicuro che sia lui? Non è che ti sei confuso?-chiede ancora poco convinta.

-Come potrei confondermi con quella sua capigliatura albina unica nel suo genere? Ha anche la stessa croce che ha al petto Ludwig!-

Al nominare la croce guardò quella che spunta dal colletto della T-shirt nera del ragazzo che le sta davanti, trovando impossibile tutto ciò.

Stava ancora per ribattere quando poi si bloccò a notare una cosa a dir poco dell' incredibile, facendo cadere sul fianco il cellulare ancora occupato dalla chiamata di Feliciano che la richiamava preoccupato.

Lei e l' albino stavano davanti alla vetrata di un negozio e, stranamente, solo la sua figura era riflessa.

Gilbert non sembrava nemmeno presente, non c' era proprio.

Riguarda più volte il vetro e lui a scatti, scuotendo il capo.

-No...è solo un incubo. Un brutto sogno...-

L' altro le si avvicinò, con un sorriso che, per la prima volta dopo tanto tempo, le parve malinconico. Era tutto così irreale...non voleva proprio crederci.

Non era possibile che quello che aveva di fronte fosse una sottospecie di fantasma, no!

Lei poi non credeva ai fantasmi e voleva continuare a non crederci.

Però in quell' istante le era troppo difficile farlo.

Prese dopo un po' il coraggio di riportare l' apparecchio telefonico all' orecchio, cercando di restare ferma e con tono deciso.

-Sto per raggiungerti, ci vediamo dopo.-

Con quelle parole chiuse definitivamente la chiamata, abbassando lo sguardo a terra.

-Come ti ho già detto, Elizaveta, abbiamo molte cose di cui discutere.-

E mentre Gilbert le diceva quella frase la gente continuava a camminare incurante, come se oltre al ragazzo anche lei fosse diventata trasparente improvvisamente.

Da quel momento l' Hèdervàry entrò in un mondo dove in seguito avrebbe cominciato ad apprendere, apprezzandone il suo significato.

Un mondo che avrebbe condiviso facilmente con Gilbert e che sarebbe riuscita a conviverci subito...o quasi.

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICE:

 

Ed eccoci qua con il primo capitolo!!!! Allora, come vi è sembrato? ^^

Spero che la trama non sia troppo banale e di non aver fatto troppi errori, ma soprattutto che sia stato di vostro gradimento.

Vi avverto già in anticipo che durante la storia ci saranno dei flash-back riguardante l' infanzia dei protagonisti e ci saranno momenti che si alterneranno tra il comico, il sereno e il malinconico.

Con la speranza di non avervi annoiato con il mio futile discorso, vi lascio andare e vi auguro buona notte.

Al prossimo capitolo! ^^

 

madoka94

  
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