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Autore: Pingsil    05/05/2014    3 recensioni
Le avventure in versi di un gatto rosso che scopre il mondo alla ricerca di qualcosa che gli è stato portato via...
Genere: Avventura, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la storia di un gran bel micione,

che per il pelo suo morbido e rosso,

e per il suo essere forte e assai grosso,

da tutti quanti è chiamato Roshone.

 

Or le sue gesta dirò con passione,

per raccontar tutto quello che posso,

di questo micio che il cuore mi ha smosso;

spero che voi non facciate obiezione.

 

Sin dall'inizio la storia vi narro,

cosicché quando già siete nel letto

per tanti giorni ascoltarla potrete,

 

e mai farete più un sogno bizzarro,

avendo il cuor più leggero nel petto

ed un sereno riposo farete.

 

I

 

Quando Roschone era ancora un gattino,

tanto che ancor camminar non sapeva,

con la sua mamma e il papà lui viveva,

in una casa con un bel giardino.

 

Dato che ancora era assai piccolino,

visto che il latte piaceva a lui tanto,

anche se rosso già era il suo manto,

per tutti quanti era “Mozzarellino”.

 

Lì nel giardino cresceva gioioso,

sempre col suo padroncino giocando,

sempre qualcosa ogni giorno imparando,

e già mostrando di esser goloso,

tanto che se il suo papà era distratto

lui gli rubava il mangiare dal piatto.

 

Oltre alla mamma al papà e al padroncino,

c'eran due papere un cane e tre mici,

che erano tutti fidati suoi amici,

e che giravano per il giardino.

 

Saggia era Marta la papera stanca,

Mara era agile e più intraprendente,

Osso era un morbido cane possente,

con una coda un po' nera e un po' bianca

 

Pik era un piccolo gatto marrone,

Pak un gatta che amava parlare,

Puk un micione che odiava volare,

ma con un debole per il torrone.

Questi gli amici con cui lui giocava

e le sue belle giornate passava.

 

 Stava Roshone a giocare in giardino,

con i tre gatti suoi amici e le oche

e con la palla imitavan le foche

sempre tenendola sopra il nasino.

 

Mentre la palla a chi gli era vicino,

con una spinta del muso passava,

con così tanta potenza lanciava,

che la mandò al di là del giardino.

 

"Oltrepassare non devi il cancello!

-disse la mamma con voce imperiosa -

Oltre il giardino la vita è insidiosa

E il mondo fuori non è così bello".

Questo era ciò che la mamma diceva,

E come far ora lui non sapeva.

 

Stava al di là del cancello un signore

e non appena lo vide Roshone,

chiese di poter riavere il pallone,

Con cortesia e con puro candore.

 

"Se vuoi la palla mio dolce micino

-Disse con voce imponente il signore-

Vien più vicino su fammi il favore,

Metti la zampa al di là del giardino".

 

"Mamma non vuole che lasci il giardino!"

Disse Roshone, e il signor prese a dire:

"Solo una zampa non è come uscire,

stai pur tranquillo mio caro gattino."

Quindi Roshone che si era convinto,

verso il cancello di già si era spinto.

 

Mette di fuori la zampa un secondo,

subito quello con rapido scatto,

forte la stringe tirando a se il gatto,

che si ritrovava lontan dal suo mondo.

 

Le oche si misero poi a starnazzare,

subito accortesi del rapimento,

e non appena passò lo sgomento,

iniziò Osso anche lui ad abbaiare.

 

Giunse di corsa il papà dal giardino,

fece un gran salto per prender Roshone,

al rapitore graffiò il gran faccione,

e lo costrinse a lasciare il bottino;

poi arrampicandosi su un alberello,

portò il suo cucciolo dentro al cancello.

 

 

 

Or che Roshone è di nuovo protetto

e che mai più vuole disobbedire,

credo che tu possa andare a dormire,

dentro ad un caldo e più morbido letto.

 

Io sono qui che domani ti aspetto,

se pure tu avrai imparato a obbedire,

mamma e papà me lo sapranno dire,

con una storia del nostro amichetto.

   
 
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