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Autore: Tomocchi    05/05/2014    3 recensioni
Come ha iniziato Avicii, alias Tim Bergling, la sua carriera di disc-jockey?
Una piccola introspezione, contornata dalla musica, su questo fantastico artista che sa come entusiasmare il suo pubblico!
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Preciso che i fatti sottocitati su Tim Bergling/Avicii sono completamente frutto della mia fantasia, assolutamente non veri, che sono atti a non offendere e non a scopo di lucro. Scrivo questa storia per piacere e perché nutro molta ammirazione per questo artista.

LEVELS

Capitolo 1

 

 

Non vi era altro che silenzio in quella stanza di Őstermalmn, un quartiere di Stoccolma.
Tim premette il piccolo tastino posto al fianco destro del suo computer portatile, da cui uscì uno sportellino contenente un cd.
Non un cd qualunque, anzi, a dirla tutta era il dvd di Interstella 5555, ovvero “The 5tory of the 5ecret 5star 5system”.
Adorava da matti Interstella 5555, un film che lo aveva segnato e che avrebbe amato per sempre, per un semplice motivo: era un anime, un film di animazione giapponese, il cui audio era interamente e solamente composto dalle musiche dell’album “Discovery” dei Daft Punk.
Daft Punk, il duo di dj francesi che ascoltava da tempo immemore; le loro canzoni lo accompagnavano tutt’ora anche nel tragitto casa-scuola e gli facevano compagnia nei pomeriggi noiosi, quelli in cui pure la voglia di uscire fuori nel caos della città era sotto le scarpe.
Spesso, con le mani dietro la testa e auricolari nelle orecchie, stava disteso sul proprio giaciglio a fissare il soffitto per qualche secondo prima di chiudere gli occhi e immergersi completamente in quella melodia elettronica che gli mandava brividi, che lo portava lontano, in un luogo fatto di colori cupi e fosforescenti, guidati dal solo suono della musica.
Il ragazzo si riscosse dai propri pensieri, poggiò il pc sul comodino di fianco al letto e scese per andare in cucina a prendere qualcosa da sgranocchiare e riempire così il suo stomaco vuoto.
Passando in corridoio, non poté non guardarsi un attimo nello specchio posto sulla credenza che portava il marchio dell’Ikea. Non sono così male, si disse.
I corti capelli biondo scuro, un po’ sparati da tutte le parti in piccoli ciuffi, il viso dai tratti squadrati, lo rendevano decisamente il classico svedese, così come i suoi occhi grigi. Si accarezzò la leggera peluria sul viso, visibile solo ad uno sguardo attento o sotto la luce diretta del pallido sole delle terre nordiche.
Sorrise tra sé e sé, tornando al suo obiettivo originale.
Mangiare.
Afferrò un pacco di patatine dal mobile adibito alle schifezze sia dolci che salate e prese una lattina di Red Bull dal frigo, incassato nella cucina moderna dai toni bianchi e neri, piuttosto asettica come il resto della casa - sua madre aveva una fissa per la modernità- e tornò nella propria camera, chiudendosi la porta alle spalle per non essere disturbato.
I compiti di scuola giacevano sulla scrivania, lo sembravano a chiamare a gran voce, a ricordargli fastidiosamente che doveva dedicarsi a loro, se non voleva ripetere l’anno.
Ma Tim Bergling aveva ben altro per la testa, ben altra passione.
La musica.
La musica lo faceva sentire vivo, la musica riusciva a dargli un’energia incredibile, era convinto che la musica era la sua via, il suo scopo nella vita, ciò che lo avrebbe fatto sentire realizzato.
Perciò salutò con un sorrisetto a fior di labbra quei fogli disordinati e tornò sul proprio letto, riprendendo in mano il proprio computer e sgranchendosi le dita prima di mettersi all’opera sulla tastiera nera del suo Asus.
“Allora, a quale remix ci dedichiamo oggi…?” domandò, più a sé stesso che all’aggeggio elettronico che aveva sulle gambe, iniziando a cercare una traccia che aveva giusto iniziato il giorno prima, con il testo scribacchiato da lui stesso su un foglietto di carta sul comodino, in modo da averlo sottomano.
Pubblicava già sul proprio blog di Myspace alcune tracce che aveva modificato secondo il suo gusto, che variava dall’house alla electronic dance; alcune erano modifiche a canzoni già esistenti e altre di sua completa invenzione, originali, degli esperimenti che lo portavano sempre a qualcosa di nuovo, di qualcosa sentito, riconoscibile, familiare, ma allo stesso tempo sempre fresco e innovativo.
Aprì il programma apposito che usava per lavorare, collegò il jack al pc e si ficcò le cuffie in testa, che isolavano i rumori attorno.
Decisamente un regalo utile del Natale scorso.
Si grattò la testa, iniziò a scorrere nelle proprie playlist per recuperare la sua piccola creazione e iniziò a lavorarci, modificando bassi e alti in base a ciò che, letteralmente, gli suonava meglio.
Dopo un paio d’ore di lavoro, riascoltò la traccia con attenzione, decisamente soddisfatto del proprio operato con testimone un sorriso trionfante sul volto del giovane diciottenne svedese.

 

Il mio gruppo Facebook
Parla Tomocchi:
Ok… questa è la mia primissima ff su un artista musicale e… e… ho scelto Avicii perché lui mi ispira tantissimo. AMO la sua musica, tutta –e non mi succede spesso, gli altri sono i System of A Down e i The Passenger(svedesi!)- … mi ha indirettamente sostenuto, mi ha cullato, fatto venir voglia di ballare, distrarre… Insomma, è nel mio cuore.
E volevo scrivere qualcosa su di lui per omaggiarlo. Qualcosa di semplice, ecco.
Pensavo a una mini-long di tre- quattro capitoli y.y
Il titolo, “Levels”, è la canzone con cui l’ho conosciuto, che mi ha fatto innamorare di lui, e in fondo questa ff sarà suddivisa in “livelli” della sua vita, da quando ha cominciato fino ad oggi.
Ho scritto il primo capitolo in venti minuti, ascoltandomi appunto Levels per tutto il tempo, a ripetizione xD ma la vera ispirazione me l’ha data Silhouettes, che ho riascoltato di recente.
Sto già lavorando al secondo capitolo nonostante dovrei dedicarmi ad altri scritti più urgenti, ma… Tim è Tim. ç///ç <3
Se a qualcuno piacerà sarò contenta :3
Mi sento impacciata. Vabbien. Spero di non offendere nessuno(?) e alla prossima °O°
   
 
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