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Autore: Donixmadness    05/05/2014    1 recensioni
|HiroMido| Fluff tratto da un racconto epico: le Metamorfosi di Ovidio. Il celebre poeta latino spiega le origini delle cose attraverso il mito ed io mi sono ispirata ad un bellissimo racconto del I libro.
Voglio farvi una sorpresa, per cui non vi anticipo niente! Se siete curiosi, che aspettate?
Aprite la fic e leggete di che cosa di tratta. Un piccolo accenno ve lo lascio, però:
"Il biondo non comprendeva come un individuo simile fosse il dio delle arti e della poesia.
Sospirò infine, scocciato. Poi balzò in piedi e saltellò gli ultimi gradini del tempio. Sventolò una mano diradando la nebbia e l’immagine di un bosco apparve."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Afuro Terumi/Byron Love, Jordan/Ryuuji, Xavier/Hiroto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Afuro sbuffò sonoramente, dondolando capriccioso i piedi tra le nubi dell’Olimpo.
Ma come si permetteva quel “farfallone” di Apollo di dire che il potere delle sue frecce era debole o pressoché insignificante, in confronto alle sue?
Sottovalutava troppo la forza devastante dell’amore, lui che, effettivamente, non si era mai invaghito di qualcuno.
-Prende tutto per gioco, quell’inetto!- scattò furioso, spiegando le ali.
Si sarebbe vendicato, Cupido, e come se si sarebbe vendicato! Quello stolto, presuntuoso, ignorante non l’avrebbe passata liscia, non sapeva di cosa era capace lui!
Il biondo non comprendeva come un individuo simile fosse il dio delle arti e della poesia.
Sospirò infine, scocciato. Poi balzò in piedi e saltellò gli ultimi gradini del tempio. Sventolò una mano diradando la nebbia e l’immagine di un bosco apparve.
Lì, nascosto dietro un albero, Apollo  puntava su un cerbiatto.
Sorrise maligno.
 
 
Il dio dai capelli rosso fuoco seguiva con lo sguardo acquamarina il profilo della freccia fino al torace del povero cerbiatto. La tensione dell’arco era massima.
“Oh Muse, guardatemi! Saprò sorprendervi anche stavolta!”
Proprio quando stava per scoccare, un rumore ridestò le orecchie dell’animale che fuggì impaurito.
-Accidenti!- imprecò il dio, addentrandosi nella selva.
Giunse di corsa alle sponde del fiume, ma della preda niente. Apollo scostò teatralmente un ciuffo vermiglio dalla fronte: non poteva mostrarsi iracondo alle sue fanciulle.
Seguì il corso d’acqua sino alla cascata e fu lì che vide. Sgranò gli occhi dinnanzi alla cosa più bella che avesse mai contemplato.
Una figura androgina emerse dalle acque. Gocce cristalline percorrevano ogni anfratto di quel corpo perfetto, facendo brillare la pelle olivastra. Il fanciullo raccolse tra le mani i suoi capelli verdi, strizzandoli appena e li lasciò bagnati su una spalla. Non appena Apollo incrociò il suo sguardo, il cuore partì a mille.
Annegò in quelle pozze scure, profonde, abissali e al col tempo dolcissime. Ne rimase così rapito, da non accorgersi del dardo dorato conficcato in petto.  
All’altro, invece, un senso d’angoscia attanagliò l’animo: una freccia di piombo era conficcata nella schiena.
E da quel momento, per Dafne non ci fu più pace.
 
Apollo, follemente innamorato di lui, cercava in tutti i modi conquistarlo, ma fuggiva via terrorizzato.
Il dio era cocciuto, vanesio ed egoista, mentre il giovane sempre più restio ad accogliere il suo amore.
Un giorno, il rosso lo inseguì nel bosco. Disperato, Dafne invocò:
-Ti prego Gea, aiutami!
L’aveva quasi raggiunto, il verde si voltò scatto. Apollo sfiorò appena il fianco di lui e, improvvisamente, il corpo del fanciullo mutò. Le gambe divennero corteccia e i capelli, le mani fronde di un albero.
Dafne si trasformò in una pianta d’alloro.
Così, il dio rimase addolorato. Il cuore a pezzi.
 
Intanto, dalla cima dell’Olimpo, Afuro rideva soddisfatto.
-Che ne pensi delle mie frecce, Apollo?




(460 parole)







Premetto che l'idea mi è venuta perchè avevo studiato a storia dell'arte un opera di Bernini che rappresentava il mito di Apollo e Dafne. Rimasi così catturata dalla foto della scultura sul libro, che, senza volerlo, mi sono venuti in mente quei due
Loro sono sempre al centro dei miei pensieri, non ci posso fare niente! Ed eccola qui, sotto forma di flash-fic un'altra HiroMido in chiave epica. Stavolta ci ho messo di mezzo pure Afuro, il quale, come avrete capito, non interpreta Venere (Afrodite, appunto), ma il dio dell'amore Cupido. Non ho potuto fare a meno di rendere la sua personalità capricciosa e vendicativa, quindi pucciosa! Spero vi piaccia.
Per saperne di più sul mito di Apollo e Dafne vi lascio il link: http://it.wikipedia.org/wiki/Dafne_(mitologia)




















 
  
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