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Autore: Yra_Giada    06/05/2014    1 recensioni
Prew: Cosa possono fare un ragazzo magrolino e la sua morosa in un bar, di notte, quando tre ragazzoni ubriachi di novanta chili minacciano di rendere la serata un incubo?
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve.
Di solito non scrivo fanfiction che non riguardino anime e manga, ma questa volta voglio tentare di fare qualcosa di nuovo.
L’idea mi è venuta sapendo un mio amico sbattuto fuori da un bar per ubriachezza molesta (xD), così ho pensato di scrivere una ff ispirata a questo argomento.
Spero riesca bene. Buona lettura. (Nomi inventati).
 
Matt era un ragazzo di bell’aspetto, alto, occhi scuri, capelli bruni, magro.
Forse un po’ troppo.
Di questo se ne rese fatalmente conto la sua ragazza, non appena entrarono in quel bar e tre giovani uomini attorno ai venticinque anni cominciarono a fissarli, con gli occhi annebbiati dall’alcool.
Teresa, questo il suo nome, fece finta di niente, rimanendo vicino al suo Matt, mentre questo ordinava qualcosa da bere.
Ancora si chiedeva perché avesse deciso di seguirlo, alle dieci di sera, in un locale per bere qualcosa. Lei non era affatto tipa da grandi bevute, e prima di conoscere Matt non aveva nemmeno avuto un ragazzo serio. Si amavano, certo, ma ogni tanto Teresa avrebbe voluto dargli tante di quelle mazzate… si, Matt aveva un talento innato nel ficcarsi in situazioni di merda. E Teresa aveva il talento innato di assecondarlo finché non era troppo tardi.
Come questa volta.
In un habitat che non era il suo, ad un ora alla quale di solito era bella che addormentata, si sentì troppo in imbarazzo per dire al suo compagno che forse era meglio non bere troppo, o anche che avrebbe desiderato cambiare bar, magari solo per andare a quello all’angolo. Perché quei tre li fissavano insistentemente. E Matt non se ne accorgeva.
Lui e Teresa parlottarono di più e del meno per circa una mezz’ora, l’uno sperando di convincere l’altra ad assaggiare qualcosa, l’altra sperando che i tre se ne andassero. Ma il suo continuo controllare la posizione di quei tre dall’aria ostile non fece che peggiorare le cose, perché ogni volta che lei spostava lo sguardo per accertarsi se se n’erano andati oppure no, loro incrociavano sempre i suoi occhi.
Finché un’ultima occhiata stabilì che quei ragazzi non c’erano più.
Strano, pensò Teresa, perché solo un attimo prima non sembravano per niente intenzionati ad andarsene.
‘’Hei, bellezza.’’
Un’ondata di alito fetido di alcool la investì, e il tono grave della voce che proveniva alle sue spalle le fece mancare un battito del cuore; sentì la vivida sensazione di un serpente di ghiaccio che scendeva lungo la sua spina dorsale.
Si voltò, e tutti e tre i ragazzi erano lì.
Quello che aveva parlato era il più grosso di tutti, spalle larghe da giocatore di rugby, capelli corti e nerissimi, barba e baffi a sprazzi e male curati, da uomo ancora troppo giovane per la folta peluria alla quale aspirava.
Alla sinistra del gorilla un ragazzone alto una testa più del primo, decisamente più magro, ma con due polpacci enormi che lo identificavano come un giocatore di basket, mentre alla destra il terzo ragazzo era il più basso, e anche il più piacente dei tre, ma degli amici era quello decisamente più brillo. Le sue braccia erano muscolose e i suoi pettorali potenti si intravedevano anche sotto la felpa, il tutto reso ancora più paurosamente esplosivo da un sorriso malevolo e uno sguardo poco lucido, annebbiato dalla bevuta.
Prima si era detto del talento di Matt nel ficcarsi nei guai. Ecco, questo sarebbe stato il momento migliore per starsene zitto.
‘’Come scusa?’’ domandò invece, avanzando di qualche passo davanti a Teresa con fare impettito.
Il gorilla allungò velocemente una mano verso la ragazza, le pizzicò un fianco facendola sobbalzare e si ritirò.
‘’Dicevo, bella ragazza’’ ribadì con un sorriso eccitato, pronto a fare rissa.
E Matt e il suo talento, pronti a ribadire con astio: ‘’Si, è la mia ragazza’’ sibilò piano.
Teresa lo afferrò per un braccio, presagendo una catastrofe: ‘’avanti Matt, andiamo via’’ sussurrò, ma lui si fermò quando il giocatore di basket biascicò ridacchiando ‘’povero, si fa proteggere dalla morosetta…’’
Matt si voltò con la furia nello sguardo, ma Teresa lo fermò ancora sussurrandogli all’orecchio in tono severo. ‘’No! Pesano tutti il doppio di te, e sono in tre! Lascia perdere e andiamocene via.’’
Ma figuriamoci, quando quello più basso sibilò ‘’adesso si fa anche convincere a scappare a gambe levate’’, il ragazzo si liberò dalla presa della giovane per piantarsi di petto davanti a quello che aveva appena parlato.
‘’Ripeti se hai il coraggio!’’
‘’Matt, no…’’
Ma il gorilla afferrò Teresa per una spalla, schiaffeggiandole il sedere ‘’e adesso che cosa fai?’’ domandò con tono di sfida.
Prima ancora di potersene accorgere, il pugno di Matt era sul suo fianco, all’urlo di ‘’lasciala stare!’’
Il ragazzone la lasciò andare per reazione involontaria, indietreggiando, e Teresa subito schizzò verso il suo  compagno.
‘’Stupido!’’
Colpiscilo in faccia! Ad uno grande così sul fianco non gli fai che il solletico.
Infatti l’offeso subito si riprese, più arrabbiato che mai.
Quello alto fu velocissimo a far scivolare le braccia sotto le ascelle del giovane e serrargli le spalle con la forza di una tagliola. Lui si ribellò agitandosi come un’anguilla, ma nulla valse quando il terzo lo afferrò per le gambe.
E Teresa vide con orrore il ragazzo più grosso assestare un pugno in pancia al suo compagno immobilizzato.
Matt sbarrò gli occhi e si piegò in due, sputando a terra il contenuto del suo stomaco colpito così violentemente, e venne lasciato cadere, accasciandosi al suolo.
Teresa accorse, e così fece anche il padrone del locale, attirato dal rumore.
‘’Smettetela subito!’’ urlò, ma nulla servì a farsi sentire dalla furia dei quel gigante che sferrò un potente calcio al volto del ragazzo a terra.
Quel crack così chiaro e nitido proveniente dallo zigomo del suo ragazzo, terrorizzò Teresa fino alla follia, e fino alla follia la fece infuriare.
Adesso basta!
‘’Matt!’’ gridò gettandosi sul suo corpo privo di sensi e sanguinante, ma il giocatore di basket e quello più basso la afferrarono l’uno per la vita, l’altro per le braccia, bloccandogliele dietro la schiena, sibilandole all’orecchio: ‘’e adesso ci divertiamo un po’ con te.’’
Gli occhi della ragazza ebbero un lampo di terrore e rabbia.
Con un urlo selvaggio si avvalse dell’agilità di lunghi anni di ginnastica artistica per ruotare le spalle e liberare le braccia, e poi portare la gamba sulla testa del più basso con la violenza di un martello.
Il calcio rotante lasciò stupiti tutti e tre, i due giovani uomini e Teresa. Ma lei era troppo furiosa per trovare il tempo di stupirsi, furiosa nel vedere l’altro pronto a sferrare un altro calcio in pancia al suo compagno steso a terra e privo di sensi.
Gli si gettò letteralmente addosso, facendogli perdere l’equilibrio e rotolarono a terra. Per pura fortuna lei si ritrovò a cavalcioni sul petto dell’avversario, e con tutte le sue forze gli assestò un violento pugno. Ma non da destra a sinistra, che colpisce allo zigomo per far girare la faccia. No. Dall’alto.
Poté chiaramente sentire la cartilagine del naso andare in frantumi come cioccolata sotto le sue nocche.
Il bestione urlò e si girò su un fianco per coprirsi il naso sanguinante con entrambe le mani, e Teresa ne approfittò per balzare via. Sapeva di averlo fatto seriamente arrabbiare.
Il proprietario intanto stava inveendo contro gli altri due perché la smettessero, ma a nulla valevano le sue parole e subito uscì da dietro il bancone per dirgliene quattro.
Ma quanto era gracile…
Il ragazzo dai pettorali di ferro gli sganciò un manrovescio che lo fece ricadere di petto sul bancone, mentre ormai tutti i clienti del locale erano corsi fuori chi scappando, chi trovando un buon posto per godersi la scena.
‘’Lascialo!’’ strillò Teresa, realizzando d’un tratto che ora avrebbe dovuto difendere anche quell’uomo che, anche se con coraggio, era stato colpito e preso di mira. Proprio lei, che era ancora più magrolina di Matt, e ancora più bassa del barman.
E non vedendo il ragazzo alto, finì per essere acciuffata di nuovo. Il tizio le rifilò un calcio sugli stinchi che le fece vedere nero e cadere a terra, ma vedendosi il giovane che si abbassava su di lei per prenderla di nuovo saettò verso la sua gamba e morse con tutta la forza che aveva.
Non riuscì a capire se lo avesse ferito oppure no perché da sopra i pantaloni non lo vide, ma poté chiaramente percepire i suoi canini affondare completamente; se a sangue non lo seppe, ma il ragazzo lanciò un urlo e si allontanò saltellando di qualche metro, andando ad unirsi all’altro nel prendersi la soddisfazione di picchiare Matt, che almeno non reagiva.
‘’Ragazzina, ora mi hai fatto incazzare!’’
Oh no.
Era di nuovo quello grosso.
I baffi e la barba coperti da un rigagnolo di sangue gocciolante che dal naso rotto gli correva fino al mento, andandogli a insozzare la maglia.
Teresa seppe che non avrebbe avuto più tanta fortuna, e cominciò ad indietreggiare spaventata.
Fino a quando non incontrò il bancone con la schiena.
Non avrebbe mai trovato la ragione di dirselo in un’altra occasione, ma non volle in alcun modo che lo scontro terminasse lì. Perché se così fosse stato, sicuramente lei ci avrebbe rimediato qualche osso in meno.
Dando fondo alle ultime forze che ormai le rimanevano sferrò un calcio verso il fianco dell’assalitore, ma questo le afferrò saldamente la gamba, sollevandola finché lei non cadde.
Teresa però appoggiò le braccia a terra, e con la gamba libera menò un colpo dietro le ginocchia del gorilla, facendogli piegare le gambe fino a barcollare in avanti. Allora si liberò e balzò oltre il balcone, aprendo di getto tutti i cassetti.
Fino a quando non trovò un coltello.
Tutti allora si fermarono.
L’atmosfera agitata e furente di poco prima si era immobilizzata in tensione, tutta a partire da quel coltello puntato senza tremore al volto del ragazzone, che ne fissava la punta con gli occhi resi strabici. Le mani allargate, troppo orgoglioso per portarle sopra la testa, ma troppo spaventato per lasciarle lungo il corpo.
Teresa girò solo lo sguardo verso gli altri due, immobili, sul corpo del suo moroso.
‘’Lasciate. Stare. Matt!’’ gridò scandendo bene ogni singola parola.
I due si allontanarono tenendo lo sguardo fisso su quel coltello.
Poi Teresa tornò a concentrarsi sul suo assalitore dal naso sanguinante.
‘’Fuori dal mio locale!’’ intimò il padrone, che si era rialzato.
‘’Ora!’’ strillò la ragazza.
I tre indietreggiarono dapprima lentamente, poi, una volta riuniti, si voltarono e uscirono di corsa.
Da fuori provenivano applausi e grida di scherno verso i ragazzi che fuggivano.
‘’Stupidi idioti!’’ gridò Teresa, non sapendo nemmeno da dove arrivava tutta quella rabbia ‘’andate via, via!’’ In un secondo fuori non ci fu più nessuno.
Hanno paura di me…
Ma non le interessò.
‘’Matt…’’ si inginocchiò accanto a lui.
Aveva la testa rovesciata in dietro a causa del calcio infertogli, la pelle spaccata sullo zigomo perdeva sangue, e ne perdevano anche il naso fratturato e il labbro.
Il barman si affiancò a lei, analizzando con apprensione le condizioni del poveretto.
‘’Chiamo l’ambulanza e la polizia, le telecamere hanno ripreso tutto’’
‘’No!’’
Cadde il silenzio.
Teresa si schiarì la voce.
‘’No’’ ripeté, abbassando lo sguardo e ritrovando, finalmente, il suo comportamento calmo e pacato. ‘’E’ stato lui a cominciare, se la polizia lo scoprisse finirebbe come minimo in prigione’’
‘’almeno l’ambulanza…’’
Lei scosse il capo ‘’gli chiederebbero come è accaduto. Per adesso portami uno straccio e qualcosa per le ferite, lo terrò a casa mia per qualche giorno, poi lo porterò io all’ospedale dicendo che è caduto dalle scale.’’
Un breve sorriso solcò le labbra dell’uomo, poi andò a cercare qualcosa per medicare il ragazzo.
 
Matt aprì gli occhi uno alla volta, sentendo la testa girare e il fianco dolere.
‘’Ben sveglio.’’
Il volto di Teresa gli apparve come una visione angelica.
Si mise a sedere lentamente ‘’come è successo?’’
‘’sei stato un’idiota. Ma grazie di avermi difeso’’ mentì. In realtà Teresa voleva solo tirargli una sberla da ribaltargli la faccia, ma ebbe pietà di lui, e sorrise.
Quanto Matt insistette per vedere la copia delle riprese che il barman le aveva procurato, lei fu costretta ad assecondarlo. Rivedersi a tre fotogrammi al secondo e in muto non diede alla ragazza la stessa sensazione di furia che aveva provato in quell’istante, ma bastò per suscitare lo sgomento del suo moroso nel vedersi a terra dopo quel pugno e quel calcio violentissimi, e uno stupore incredibile nel vedere la sua ragazza così agguerrita.
‘’Ora che hai visto tutto…’’
‘’no’’ la fermò lui, posandole una mano sulla sua che già reggeva il telecomando per mettere in stop ‘’fammi vedere tutto.’’
Teresa arrossì ‘’ma da qua non succede più niente…’’
‘’lascia’’ e le prese con delicatezza il telecomando.
In quel piccolo schermo, con immagini a pixel enormi e i movimenti ripresi a scatti, si vide il barman andarsene a prendere qualche disinfettante, e due giovani rimasti soli, l’uno accasciato a terra privo di sensi, l’altra inginocchiatale accanto. La ragazza nello schermo carezzò la testa al giovane con delicatezza, spostandogli i capelli dalla fronte, e si chinò per posarvi un amorevole bacio.
Solo allora Matt mise in stop, e si rivolse a Teresa con uno sguardo pieno e sincero.
‘’Grazie.’’
  
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