Anime & Manga > D.Gray Man
Segui la storia  |       
Autore: Ya_mi    07/05/2014    3 recensioni
Dal capitolo 1:
-[...] Il fatto di non avere nessuno, di non avere radici mi rende diversa dagli altri. E questo è uno di quei posti dove la diversità viene odiata sopra ogni cosa.-
L’espressione in quegli occhi azzurri era forte, a dispetto della timidezza che aveva ostentato prima.
Lavi l’aveva ascoltata con attenzione e aveva sentito qualcosa scattare dentro di lui.
Quella ragazza non aveva origine, non sapeva da dove veniva. Era un’emarginata, era... diversa.
Come lui.
Dal capitolo 15:
Non avrebbero dovuto fargli effetto le piaghe sparse sul corpo di quella ragazza, né l’espressione triste sul suo viso. [...] Si stava dimostrando debole, aveva abbassato le sue difese e ora stava accadendo l’inevitabile.
Lui, che era il solo tra i più soli, lui che aveva fatto voto di una vita dedita alla pura conoscenza e all’assenza di ogni tipo di legame, proprio lui... stava facendo andare in malora tutto quanto per una ragazzina.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rabi/Lavi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
TUTTI: *fanno il trenino*
Yami: *suona trombetta* evvai! Ce l'abbiamo fatta!
Lavi: è arrivato il capitolo, ed è anche quasi puntuale!
Allen: non sappiamo quale angelo o santo ringraziare per questo miracolo ma noi ringraziamo a prescindere, di chiunque si tratti!
TUTTI: grazieee!
Angelica: diciamo che in questo caso dobbiamo ringraziare sopratutto miss Yami, che invece di fare la tesina per la maturità quando poteva si metteva sempre a scrivere il capitolo... vero, miss Yami?
Yami: ...
Lavi: miss Yami?
Kanda: ohi, addormentata! Rispondi!
Yami: *spunta da dietro il libro di storia* ma io sto studiando!
Allen: facciamo così, questa prima parte di note autore ce la gestiamo da soli mentre lei finisce di studiare. Va bene?
Yami: perfetto! *risparisce dietro il libro*
Lavi: *si schiarisce la voce* bene, gente, bentornati nel mondo di "Velvet Ribbons & Fiery Hammers".
Angelica: siamo molto lieti di presentarvi questo insperato aggiornamento, nonché il capitolo di apertura della seconda parte delle nostre avventure.
Allen: come si conviene all'inizio di un nuovo libro, la prima cosa che vedrete sarà una citazione letteraria che vuole farvi intuire lo spirito generale di questa sezione.
Angelica: per quanto riguarda gli altri pezzi del "VR&FH Red Rope" (soundtracks, theme songs, ecc.) ne riparleremo nei prossimi capitoli.
Lavi: oggi anticipiamo i ringraziamenti, dato che l'impegno di miss Yami per fare arrivare questo capitolo è dovuto anche e sopratutto alla gentile attenzione e sostegno di voi lettori.
Angelica: in particolar modo grazie a Rock_Black, NiyraV, Mitsuki no Kaze e FeatherWolf_9 per le loro dolcissime recensioni e per la loro pazienza. E grazie a tutti quelli che tengono la storia tra le seguite o le preferite, ai "mi piace" di Facebook, insomma grazie, grazie mille!
Lavi: a questo punto direi di non farli aspettare oltre: cari lettori, a voi il libro secondo di "Velvet Ribbons & Fiery Hammers".
Angelica: speriamo che sia di vostro gradimento, ci rivediamo dopo (anche con miss Yami!).

Libro secondo: Something has changed

"And yet nothing had changed since the moments when he had been kissing her; or rather, nothing in the substance of things. But the essence of things had changed."
(“Eppure nulla era cambiato dai momenti nei quali l’aveva baciata; o almeno, nulla nella sostanza delle cose. Ma l’essenza delle cose era cambiata.”)
Thomas Hardy, "Tess of the d'Umbervilles"

 
CAPITOLO 17 – Cerca di stare bene quando ti troverò

L’evacuazione avanzava con i ritmi sperati e tutti si davano da fare perché nessuno rimanesse indietro.
Una squadra di Finders con un assortimento di scudi e kekkai  teneva d’occhio il Livello 4 perché non scappasse e non facesse altri danni, con risultati in apparenza buoni.
Tutto sotto controllo, insomma, no?
Komui continuava a dare ordini a destra e a manca per assicurarsi che le cose procedessero secondo i piani, seguito a ruota da una agitatissima Angelica che lanciava ogni tanto occhiate guardinghe all’akuma presunto prigioniero.
Si era stampato in faccia un sorrisetto divertito che non le piaceva per niente e la sua sola presenza bastava ad inquietarla e a farla sentire costantemente osservata e in pericolo.
Quando la situazione fu ritenuta abbastanza stabile uno dei Finders urlò a Komui:
 
-Supervisore, andate! Andate da Hebraska!-
-Proteggete l’Innocence!-
 
gli fece eco un altro.
Angelica, oltre a convenire con loro sul fatto che il Supervisore avrebbe dovuto occuparsi dell’Innocence, vide la possibilità di spostarsi da lì e dagli occhietti cattivi dell’akuma, così prese il giovane scienziato per un braccio e lo tirò verso l’ascensore.
 
-Hanno ragione, Komui. Andiamo!-
 
Lui annuì e la seguì scortato da due Finders.
Cominciò ad armeggiare con i comandi del montacarichi quando Kanda balzò con agilità sul piano metallico, seguito dal più esitante Chaoji.
 
-Cosa state combinando?! Scendete immediatamente, dovete evacuare!-
-Figurati.-
-Chi sale qui sopra verrà punito!-
-Se viene il signor Kanda vengo anch’io!-
Angelica si unì a Komui per fare desistere i due esorcisti disarmati.
-Non essere ridicolo, Chaoji! Rischi solo di farti male!-
Si rivolse poi più freddamente a Kanda.
-Siete senza Innocence, non riuscireste comunque a fare nulla. Restate qui...-
Per tutta risposta lui si limitò a guardarla male.
-Tsk, ha parlato quella che ha rischiato di farsi uccidere nonostante avesse l’Innocence e uno stuolo di Finders intorno.-
-Non è questo il punto...-
-Il punto è che Hebraska ha anche Mugen e se non riusciamo a recuperarla ci sarà poco da fare. Per di più le kekkai non reggeranno a lungo e c’è bisogno che tu che hai l’Innocence rimanga abbastanza in forze per combattere.-
Il giovane allungò una mano e le tolse una macchia di sangue dal viso con il pollice.
-Per questo se sarà necessario vi farò io da scudo.-
-Ma stai scherzando?!-
si infuriò la ragazza.
-Come puoi pensare di rischiare la tua vita in modo così avventato?!-
-Hah! Te l’ho già detto, io non muoio tanto facilmente. Comunque se proprio ci tieni alla mia vita vedi di non fare casino in modo che io non debba venire continuamente a salvarti il culo!-
-Komui, fai presto! Recupera i cubi di Innocence presenti dentro di me.-
La voce di Hebraska risuonò di nuovo dagli auricolari di Komui, che trasalì sorpreso.
-Inoltre... Leverrier sta portando qui Lenalee...-
 
Angelica ripensò a quello che la sua amica aveva detto dopo che il fratello l’aveva chiusa nell’infermeria, parlava di esperimenti e di farsi inserire l’Innocence direttamente nel corpo nonostante i livelli di sincronizzazione fossero proibitivi.
Capì che non era il momento per fare delle discussioni, così come anche Komui, che abbandonando ogni tentativo di fermare Kanda e Chaoji spinse senza indugi l’interruttore per la discesa e l’ascensore iniziò a scendere a tutta velocità.
Coperta dal rumore del macchinario che si muoveva udirono la vocetta dell’akuma che rideva alcuni metri sopra le loro teste.
 
-Eh eh, e va bene, giocherò con te, Supervisore. Ti concedo dieci secondi, non di più. Dieci... nove... otto...-
 
* * *
 
Il piccolo montacarichi di servizio su cui erano saliti Lavi, Lenalee e Leverrier perse completamente il controllo e i tre precipitarono fino a che non raggiunsero il fondo del tunnel.
Le porte si aprirono e loro scesero un po’ esitanti ma interi.
 
-Si è rotto...-
-Credevo che non ci saremmo più fermati.-
Leverrier intervenì con tono pratico.
-Si è guastato a causa del terremoto. In ogni caso ci ha portati ben oltre le mie aspettative, da qui in poi possiamo usare le scale.-
Si voltò e lanciò un’occhiata al giovane dai capelli rossi.
-Approposito... tu cosa sei venuto a fare, Bookman Junior?-
L’altro mise su l’espressione più innocente che la sua perfetta faccia di bronzo gli permise di fare.
-Mh... per la “cronaca”, eh? Del resto voi Bookman non siete altro che iene che infestano il campo di battaglia. Molto bene, dato che c’è un accordo fai pure ciò che ti aggrada.-
Il ragazzo appoggiò ad una spalla la lancia che brandiva in sostituzione del suo martello.
-Graaazie!-
-Lavi...-
lo chiamò Lenalee.
-Se sei venuto per fermarmi...-
-Non temere, non sono venuto per questo. Se tu hai deciso così io non posso dirti niente. Ma lasciami almeno venire con te.-
Mentre lo seguivano giù per oscure rampe di scale Leverrier continuava a trafficare con la ricetrasmittente.
-Silenzio, Hebraska. Questa è una richiesta della stessa Lenalee, oltre ad un mio ordine, quindi tu lo farai!-
Non riuscirono ad udire la replica di Hebraska ma sicuramente stava ancora tentando di convincere Leverrier a cambiare idea, perché poco dopo lo videro ghignare.
-Che differenza c’è con quello che hai fatto obbedendo all’Ordine negli ultimi cent’anni? Hai ucciso il sangue del tuo sangue per molto meno...-
Entrambi gli esorcisti rimasero basiti per le sue parole.
-Il sangue... del suo sangue...?-
Il sovrintendente si voltò verso Lenalee e la rimbrottò:
-Non è niente, sbrigati.-
 
Lavi lo osservò in silenzio e rielaborò nella sua testa ciò che sapeva su quell’uomo.
Leverrier era un uomo molto importante all’interno dell’Ordine, molti membri della sua famiglia ne facevano parte e lui era forse quello con la posizione più elevata.
Si diceva che la sua famiglia avesse raggiunto il vertice dopo aver immolato alla causa una giovane del loro casato, poco dopo la fondazione dell’Ordine, e che da allora non avesse mai perso la sua importanza, oltre ad avere un certo tipo di “doveri” che il ragazzo ipotizzò consistessero nel portare avanti gli esperimenti sui parenti dei compatibili, aboliti dopo la nomina di Komui a Supervisore, e l’approvvigionamento delle cavie per gli esperimenti di cui sopra.
E tra queste, molto probabilmente, anche i suoi familiari negli ultimi cento anni...
 
-Sovrintendente, dì un po’, perché sei qui?-
L’altro si voltò e lo squadrò con il suo sguardo affilato.
-Che cosa?-
-Ti ho chiesto per quale motivo hai tutta questa fretta.-
La risposta si fece attendere e il tono mellifluo con cui la pronunciò la fece sembrare ancora più sgradevolmente falsa.
-E quale altro motivo potrebbe esserci se non sconfiggere il Conte?-
 
* * *
 
-... zero.-
Un boato sopra le loro teste li avvertì che l’akuma doveva essersi liberato dalla barriera di kekkai.
-C-che cos’era quel rumore?-
chiese terrorizzato uno dei Finders.
-E’ arrivato...-
 
Angelica seguì lo sguardo di Kanda e guardò verso l’alto, individuando la forma biancastra del Livello 4 che scendeva in picchiata verso di loro.
Il portale che portava alla stanza di Hebraska si stava aprendo ma non avrebbero mai fatto in tempo ad arrivare, il loro nemico li avrebbe senz’altro raggiunti prima.
 
-Mettiti in guardia!-
ordinò il giovane giapponese ad Angelica, prendendola per un braccio.
-Dobbiamo proteggere Komui!-
-S-sì...-
 
Nonostante l’alta velocità della discesa le rendesse un po’ difficile muoversi come voleva, la ragazza si mise in posizione di guardia e fece appena in tempo a vedere l’akuma che entrava in collisione con la piattaforma dell’ascensore facendole perdere il controllo e condannandoli a precipitare verso il fondo dell’ambiente.
Il violento impatto fu l’ultima cosa che ricordò di aver visto prima di perdere i sensi.
 
* * *
 
Avevano finalmente raggiunto l’ingresso alla grande sala sotterranea nella quale si trovava Hebraska e Leverrier la spalancò permettendo a Lavi e Lenalee di superarlo ed entrare nella stanza prima di lui.
Quella porta dava accesso ad una specie di passerella rialzata che attraversava l’ambiente da una parete all’altra, dando così una visione ottimale di ciò che accadeva lì intorno.
I due giovani spalancarono gli occhi quando videro l’ascensore che cadeva a velocità folle e l’angoscia si impadronì di entrambi.
Non sapevano con certezza chi ci fosse sopra ma per qualche motivo erano sicuri che fossero proprio le persone che desideravano vedere di più in quel momento e guardarli mentre precipitavano davanti ai loro occhi li faceva sentire impotenti e scoraggiati.
Quando poi la grande struttura meccanica collassò a terra esplodendo in una nuvola di fumo e fuoco nulla sarebbe riuscito a fermare l’urlo di disperazione di Lenalee.
 
-Fratello!! Fratello!!-
 
Lavi non urlava, ma soltanto perché la gola gli si era seccata e la sua testa per un paio di secondi aveva cessato ogni attività.
Quando si riprese saltò senza esitazioni il parapetto della passerella brandendo la lancia e senza curarsi dell’altezza e dei detriti dell’esplosione che ancora vagavano nell’aria satura di fumo.
 
-Vado ad aiutarlo, forse faccio ancora in tempo!-
 
Quello era solo uno dei motivi per cui aveva tanta fretta di raggiungere gli occupanti dell’ascensore distrutto.
Da quando aveva visto quella maledetta macchina che cadeva il suo cervello si era messo a lavorare freneticamente su scenari che avrebbe tanto voluto cancellare e dimenticare, ma che continuavano a vorticargli davanti agli occhi come tante evanescenti allucinazioni:
vedeva Angelica schiacciata dalle macerie o bruciata a morte dalle fiamme liberate dall’esplosione o ancora trafitta da qualche trave di metallo sfuggita alla struttura dell’ascensore.
Il punto era che ogni visione comprendeva una Angelica incosciente immersa in una pozza di sangue, cosa che gli faceva venire il voltastomaco.
Doveva assicurarsi che fossero solo brutti scherzi della sua mente, solo delle stupide idee generate dall’ansia.
Alzò gli occhi e intravide una figurina biancastra planare verso il basso e capì che si trattava del famoso akuma evoluto al livello 4.
Tornò a guardare davanti a sé e corse verso il punto da cui si irradiava tutto quel fumo grigiastro, cercando di tenere occupato il cervello perché smettesse di mostrargli quelle maledette immagini.
‘Ann, sto arrivando... tu però... tu però cerca di stare bene, ti prego...’
 
* * *
 
Angelica riprese faticosamente i sensi e cercò di rimettere insieme le idee.
Non riusciva a pensare con chiarezza, sentiva le orecchie che fischiavano e anche solo provare a respirare le provocò diversi colpi di tosse.
Quando il fischio che le offuscava l’udito si fu calmato e la sua percezione della realtà circostante tornò a livelli più o meno normali si accorse di una mano che le scuoteva una spalla e di una voce che la chiamava da poco sopra di lei.
 
-Svegliati. Cazzo, svegliati! Non puoi essere morta, stai respirando, svegliati! Apri quegli occhi!-
La ragazza aprì gli occhi con esitazione e nel suo campo visivo entrò l’immagine leggermente distorta del viso di Kanda, a poca distanza dal suo, che la guardava con i suoi occhi perennemente imbronciati.
-Kan... da...?-
-Tsk, alla buon’ora, quanto ci hai messo a riprenderti!-
 
Lei lo osservò meglio e si accorse che c’era qualcosa di strano: era come se la schiena del giovane stesse bruciando, emettendo una gran quantità di fumo bianco.
Quando le fu chiaro che non era uno scherzo della sua vista ancora leggermente annebbiata né un’allucinazione e quando i suoi pensieri si fecero più chiari spalancò gli occhi e lo guardò preoccupata.
 
-Tu... mi hai fatto da scudo...?-
-A te e a quel bastardo di Komui, sì.-
Lei si voltò e vide che anche lo scienziato era al suo fianco, ammaccato e coperto di polvere ma sostanzialmente incolume.
-Komui... stai bene?-
-Sta bene, vi ho protetti io!-
tagliò corto Kanda, riattirando l’attenzione di Angelica.
-Kanda, ma che cosa hai fatto?-
Cercò di allungare una mano per toccargli una spalla, ma lui fuggì il contatto.
-Stai ferma.-
-Ma guarda la tua schiena, è un’ustione gravissima!-
strillò lei.
-Dannazione, non urlare!-
 
La schiena e le braccia del giovane sfrigolavano e continuavano ad emettere fumo, ma per qualche strana magia sembrava che stessero anche migliorando.
Tempo qualche secondo e delle gravi bruciature non rimase traccia, sparirono del tutto facendo scappare qualche piccolo gemito di dolore al ragazzo giapponese, che alla fine si asciugò il sudore dal viso e tentò di alzarsi in piedi come se nulla fosse.
Angelica lo osservava incapace di muoversi e con gli occhi spalancati, reazione a cui lui rispose con i suoi soliti modi poco cortesi.
 
-Che ci fai ancora lì per terra? Tirati su.-
Lei si puntellò sui gomiti senza smettere di guardarlo.
-Ma... che cosa ti è successo? Un attimo fa eri ferito a morte, e adesso...-
Prima che potesse completare la frase lo udì sbuffare sonoramente e sentì la sua mano che le afferrava un braccio e la tirava su praticamente di peso.
-Non sono fatti tuoi, e adesso alzati, non abbiamo tempo di aspettare i tuoi comodi.-
-Komui! Ann! E... Yuu?! Ci sei anche tu?-
Mentre la ragazza cercava di mettersi in piedi una voce che ben conosceva le riverberò nelle orecchie e la fece voltare nella direzione dalla quale proveniva, dipingendole in viso un sorriso spontaneo.
-Lavi...?-
Il ragazzo dai capelli rossi si avvicinò al gruppetto tenendo alta la lancia che portava con sé e squadrandoli preoccupato.
-Meno male, siete ancora vivi! State tutti bene?-
 
L’occhio poi gli cadde su Angelica che si stava alzando e di riflesso si sentì subito più sollevato.
Poi vide le condizioni dei suoi abiti e si rabbuiò.
 
-Ann... ma cosa ti è successo?-
Lei abbassò lo sguardo e solo allora ricordò che aveva il vestito e le braccia macchiate del sangue che le era schizzato addosso quando l’akuma aveva fatto esplodere la testa di quei due Finders che avevano cercato di proteggere lei e Komui.
-Io... no, questo non è mio, io sto bene, davvero...-
Le gambe che tremavano sembravano dire il contrario ma almeno non era ferita, a quanto diceva.
-Aspetta... ma se tu sei qui, allora...-
 
Sia Angelica che Komui alzarono gli occhi verso la passerella rialzata al centro della stanza e videro che Leverrier stava portando Lenalee al cospetto di Hebraska.
No, lo stava facendo davvero!
Non poteva, non doveva!
 
-Lenalee!-
-Ora basta giocare a rincorrersi, Supervisore.-
 
Anche il Livello 4 era arrivato e li scrutava dall’alto con i suoi occhietti cattivi.
Angelica si portò più in vista e rievocò la sua Innocence, che si era disattivata quando era svenuta.
Barcollava visibilmente e sapeva che non sarebbe riuscita a resistere molto contro quell’essere demoniaco, ma doveva tentare. Lei era l’unica che aveva le armi per combatterlo e non poteva tirarsi indietro.
Quando Lavi e Kanda le si pararono davanti brandendo le loro armi di fortuna li guardò con disappunto e un brivido di nervosismo le attraversò la schiena.
 
-Cosa diavolo state facendo?!-
-Ti diamo una mano, a te cosa sembra?-
Kanda lanciò un’occhiata stranamente complice all’altro ragazzo.
-Il coniglio può anche rimanere indietro, se non se la sente.-
-Ma quanto sei spiritoso.-
-“Quanto sei spiritoso.”-
gli fece il verso l’akuma prima di scagliarsi verso di loro.
-Maledizione!-
Angelica si fece spazio tra i due giovani e passò loro davanti.
-Ann, cosa fai?!-
 
Lei sollevò le spade e conficcò le lame nel pavimento per quanto la sua forza le permise di fare e generò un muro di ghiaccio azzurrognolo con il quale schermò lei e i suoi compagni dall’attacco del Livello 4.
La barriera gelata fermò la carica dell’akuma e la ragazza tirò un sospiro di sollievo.
Ma la calma non durò a lungo: il nemico si aprì una breccia e approfittò dell’effetto sorpresa per afferrare Angelica per le braccia e scagliarla all’indietro, facendole descrivere un piccolo arco a mezz’aria che si concluse con un violento atterraggio di schiena.
Lei trovò la forza di rialzarsi subito, appena in tempo per ripararsi con le spade da un nuovo attacco del Livello 4.
I suoi movimenti adesso erano più veloci e più difficili da seguire, o almeno così sembrava alla povera Angelica, che si sentiva sempre più stanca e affaticata.
In qualche modo l’esorcista riuscì a superare le difese dell’akuma e un sottile taglio argentato si disegnò sul petto della creatura demoniaca, seguito da un disperato affondo pochi centimetri più in basso.
La pelle biancastra bruciava e ribolliva nei punti in cui era venuta a contatto con l’Innocence e la giovane per un istante credette di avercela fatta...
finché non avvertì una mano che la afferrava per il collo e la sollevava da terra.
 
-Adesso devo proprio ucciderti.-
 
Priva di forze e senza più un briciolo di determinazione, Angelica chiuse gli occhi rassegnata, attendendo il suo destino apparentemente già segnato.
E sarebbe davvero andata a finire male se Lavi non avesse preso il coraggio a due mani correndo in suo soccorso e affondando la punta della sua lancia nella schiena del Livello 4.
Naturalmente non si aspettava di provocargli qualche danno serio, ma sperava almeno di distrarlo abbastanza perché distogliesse la sua attenzione dalla ragazza bionda, speranza che per fortuna si realizzò concretamente, l’akuma lasciò cadere con fare scocciato la figurina stremata della giovane esorcista, che si abbandonò al suolo senza muoversi né protestare, e si voltò per fronteggiare quell’ennesimo disturbatore.
Angelica si riebbe a causa di un gran rumore a poca distanza da dove si trovava lei e quando aprì gli occhi vide Lavi, coperto di sangue e con in mano la sua lancia spezzata, accasciato contro la parete.
Più in là l’akuma stava guardando con curiosità ciò che gli succedeva intorno, tenendo con una mano il corpo inerme di Kanda con la noncuranza con cui si maneggerebbe una bambola.
La ragazza si trascinò fino a raggiungere il rosso e lo scosse debolmente toccandogli una spalla, con le lacrime che le premevano contro gli occhi.
 
-Lavi...? Lavi, stai bene?-
Lui sputacchiò e imprecò a bassa voce prima di rendersi conto di chi lo chiamava e quando la vide, con il sangue che le imbrattava il vestito azzurro e che continuava ad uscire dalle ferite alla testa e sulle braccia, dovette resistere all’impulso di abbracciarla.
-Sì... sì, sto bene... tu?-
-Io...-
Non stava bene, la voce tremante e gli occhi spenti la dicevano lunga, in ogni caso la sua risposta si mantenne neutra.
-Ce la faccio...-
 
Entrambi alzarono gli occhi verso la passerella rialzata e videro che l’akuma aveva raggiunto Lenalee, che era stesa a terra e tentava di raggiungere a tentoni un piccolo frammento di Innocence, probabilmente il suo con il quale Hebraska aveva cercato di farla sincronizzare.
Purtroppo il Livello 4 sembrava intenzionato a darle problemi, le aveva messo un piede sulla testa e stava cercando senza successo di attirare la sua attenzione.
All’improvviso si udì un fruscio provenire dall’alto e nella sorpresa generale atterrò quasi addosso all’akuma la figura mascherata di Allen, completamente assorbito dal suo Crown Clown.
Il suo arrivo fu talmente improvviso e inaspettato che perfino il nemico per un secondo rimase sorpreso e dovette spostarsi per evitare di venire colpito.
Iniziò subito un violento scontro tra i due, mentre Lenalee, finalmente libera di muoversi, aveva allungato una mano verso l’Innocence e aveva iniziato a sincronizzarsi.
Dal basso, Komui guardava la scena senza sapere cosa fare.
 
-Lenalee... ha iniziato a sincronizzarsi con i Dark Boots...-
Angelica alzò la testa e guardò lo scienziato.
-Komui, vai da lei...-
-Sì Komui, dovresti andare.-
le fece eco Lavi.
-Lei vive per te, lo sai, no?-
L’altro chinò il capo e strinse i pugni.
-Io non so cosa devo fare per lei...-
-Ma che cavolo stai dicendo...-
Kanda emerse da non si sa dove, ferito ma senz’altro meno malconcio dei suoi due compagni che osservavano la scena basiti.
-... brutto deficiente con il complesso della sorella! Più ti ascolto e più mi dai fastidio!-
Concluse la frase tirando un sonoro calcio al povero Komui.
-Kanda?!-
-Yuu, così lo uccidi!-
Il ragazzo giapponese ignorò ciò che gli veniva detto e continuò a rivolgersi verso il Supervisore.
-Tsk, devo forse ricordartelo io perché sei entrato all’Ordine Oscuro, tu?-
 
A quella frase Komui sembrò rianimarsi improvvisamente.
Guardò i giovani che gli stavano vicini e annuì, correndo via per raggiungere la sorella.
Angelica si puntellò aiutandosi con le spade cercando di rimettersi in piedi, sotto l’occhio perplesso di Lavi che la osservava di sbieco.
 
-E adesso cosa stai facendo?-
-Mi sto alzando, devo andare anch’io.-
-‘Andare’? E dove vorresti andare?-
-Da Lenalee. E’ la mia migliore amica, devo aiutarla!-
-Ma sei fuori?!-
Le gambe le cedettero e la ragazza si ritrovò in ginocchio, lasciandosi scappare un piccolo gemito dalle labbra.
-Perché?-
-Col cavolo che ti faccio andare, guarda come sei conciata!-
-Lenalee!-
 
La voce di Komui che urlava sopra di loro li distrasse dal loro bisticcio e riuscirono a vedere la giovane cinese riversa per terra, sostenuta appena dal fratello.
Ciò che rendeva la scena preoccupante era l’abbondante emorragia che le scaturiva da entrambe le caviglie.
Lavi chiese a Kanda, che aveva senz’altro visto più di loro:
 
-Yuu, cosa succede?-
-L’Innocence nelle mani di Lenalee è diventata liquida e lei l’ha bevuta...-
-Ha bevuto... l’Innocence...?-
Angelica tentò di nuovo di alzarsi.
-Devo andare... da Lenalee...-
Il rosso la prese per un braccio e la tirò finché lei non gli si ritrovò seduta in grembo.
-Lavi!-
-Non hai capito?! Non ti lascio andare, non ti reggi in piedi, ti farai ammazzare!-
-No! Ce la posso fare! Davvero! Ti prego, lasciami andare!-
-Fossi matto, tu resti qui!-
Enfatizzò la sua decisione afferrandola per le spalle e premendosela contro.
-Ti prego, Lavi!-
lo implorò mentre lottava per liberarsi dalla sua presa ferrea.
-Devo aiutarli! Lenalee rischia di morire e Allen sta ancora combattendo!-
-Ho detto di no!-
Le prese il viso tra le mani e lo portò ad un soffio dal suo, tanto che per un secondo la giovane si illuse che volesse baciarla.
-Non ti permetterò di farti uccidere! Hai capito?! Non te lo permetterò!-
Lei a quel punto scoppiò a piangere.
-Perché non ti fidi di me? Non sono così incapace...-
-Lo so, Ann, lo so! Io mi fido di te e so quello che sei in grado di fare, ma ridotta così...-
Le lasciò le guance e abbandonò la fronte contro la sua spalla, facendola sussultare.
-Per favore, non andare.-
-Lavi...-
 
Nel frattempo il feroce scontro sopra di loro si era momentaneamente calmato, Allen aveva combattuto alacremente contro l’akuma e ora stava per soccombere stremato all’ira del suo nemico...
all’improvviso dall’alto arrivò Lenalee in sua difesa, lasciando tutti a bocca aperta.
Indossava i suoi Dark Boots ma erano diversi dai soliti: erano di un color amaranto e il design era leggermente differente, più elegante e allo stesso tempo più letale.
 
-Lenalee...-
-E’ riuscita a sincronizzarsi, allora!-
-Come hai osato...-
stava dicendo la ragazza cinese all’akuma.
-... ridurre la mia casa in questo modo?-
 
Il Livello 4 si apprestò a sparare un nuovo colpo e Lenalee, prevenendolo, prese Allen e spiccò un salto verso l’alto.
I loro compagni che li osservavano rimasero un attimo smarriti, dato che a loro sembrò che fossero scomparsi nel nulla finché non si accorsero del puntolino in lontananza che ricordava le sagome dei due ragazzi.
 
-Così in alto?-
In pochissimo tempo erano volati davvero in alto e ad una velocità pazzesca.
-Yuu... tu sei riuscito a vederli che si spostavano?-
-No...-
-Che velocità...-
 
Lo scontro riprese più violento di prima e sembrava che Allen e Lenalee riuscissero a tenere testa a quella piccola calamità che nessun altro era riuscito a contrastare.
Lo atterrarono al centro della passerella e Allen lo trafisse con la sua enorme spada, aiutato da Lenalee che a furia di calci e salti fece penetrare la lama sempre più in profondità.
Quando poi a sorpresa intervenne anche il generale Cross la vittoria fu schiacciante, bastò il canto della sua Grave of Maria per rendere l’akuma meno combattivo e lasciare ai due giovani l’occasione di finirlo.
 
-Ohi Komui, l’evacuazione è sospesa. Quel coso con la pancia da ubriacone te lo faccio diventare un campione da laboratorio.-
-Generale Cross! Siete davvero voi?-
-Ti sembro qualcun altro?-
L’auricolare di Komui gracchiò e dopo qualche secondo di dialogo incomprensibile lo sentirono dire con tono pratico:
-Ho capito, arrivo subito!-
 
seguito da una sequela di ordini e indicazioni.
Si rivolse poi al generale.
 
-Generale Cross?-
-Cosa vuoi?-
-Io devo tornare di sopra. Posso affidare a lei la distruzione dell’obiettivo in collaborazione con Allen e Lenalee?-
-Non devi nemmeno chiederlo. Vai pure, Supervisore.-
Dopo averlo ringraziato si ricordò degli esorcisti che giacevano qualche metro più sotto e si sporse per accertarsi che fosse tutto a posto.
-Ragazzi, tutto bene? Lavi, Kanda, mi dispiace di aver fatto combattere anche voi nonostante foste disarmati!-
Kanda gli rispose male.
-Eh? Non me ne frega niente delle tue scuse. Combattere gli akuma è il mio lavoro!-
-Accidenti, Yuu, sei così virile...!-
-E tu Angelica? Stai bene?-
-Sì, Komui, non preoccuparti per me.-
Lavi le tirò scherzosamente un pugno sulla testa.
-Ci pensano già gli altri a preoccuparsi per te.-
-Senti da che pulpito...-
-Fratello! Ci sono dei sopravvissuti al laboratorio?-
-E’ così, signor Komui?-
chiesero Allen e Lenalee in lontananza.
-Sì, sto giusto andando a vedere!-
 
La notizia sollevò ulteriormente il morale di tutti che guardarono lo scienziato correre via tirando un sospiro di sollievo.
Ma la loro gioia non durò a lungo, perché l’akuma riprese a lottare e a strillare.
 
-Inno... cence...-
-Cosa...?!-
-La odio! La odio! Odio l’Innocence!-
-Ma riesce ancora a muoversi?!-
 
Nello stupore generale la creatura spinse via Allen e la sua spada, liberandosi e alzandosi in piedi.
Le cicatrici dei colpi inferti da Allen e, prima ancora, da Angelica, gli piagavano il ventre e il petto, rendendolo ancora più terribile a vedersi di quanto non fosse già.
 
-Ingenuo! Figurati se io posso rompermi per così poco!-
Dalla nuvola di polvere creata dal suo brusco movimento emerse il generale Cross con la pistola puntata contro di lui.
-No, io sono sicuro che adesso ti romperai. Vuoi sapere la ragione?-
Sparò un colpo, che l’akuma parò senza problemi con le sue sole mani.
-Eh eh, è tutto qui? Una robetta del genere non serve a nulla contro di me.-
Cross fece un sorrisetto e sollevò la sua arma.
-Dì, ne hai visto solo uno?-
Dal caricatore della pistola caddero diversi bossoli vuoti e vista l’evidente reazione di rigetto del corpo dell’akuma era semplice immaginare dove fossero finiti i proiettili.
-Ah già, la ragione!-
continuò il generale, come se nulla fosse.
-Allora, facciamo che il primo colpo era per i ragazzi dell’Ordine, non sono così insensibile da dimenticarmi di loro. Il resto invece è per avermi rovinato i vestiti.-
 
e scoppiò in una risata sguaiata.
Nonostante fosse messo talmente male da avere senz’altro i secondi contati l’akuma tentò una fuga disperata verso il portale ancora aperto sul soffitto.
Tentativo fermato tempestivamente da Allen e la sua Crown Belt.
 
-Figurati se ti lascio scappare! Ti distruggo qui e ora!-
 
Lui e Lenalee spiccarono un salto verso l'alto con tutta la potenza data dalle loro Innocence e distrussero l'akuma prima che potesse uscire dal portale.
Di lui rimase solo un mucchio di rottami che cadde a poca distanza dal generale Cross.
-Ti sta bene...-
commentò Lavi con un sorrisetto.
-Bastardo...-
concluse Kanda.
I frammenti del Livello 4 rumoreggiavano e fischiavano e da quel baccano risuonarono le ultime parole della creatura.
-Eh eh, non illudetevi... non montatevi la testa per aver distrutto uno come me. Vi possiamo eliminare quando vogliamo! Alla fine... saremo noi a vincere!-
Cross si lasciò "scappare" un colpo di pistola e mise così fine alle sofferenze di quell'anima mutilata.
-Ops! Volevo tenerlo come cavia ma mi è sfuggito un colpo, che peccato!-
La voce di Komui riverberò dagli altoparlanti, per la prima volta in quella giornata con un tono rilassato.
 
-L'evacuazione è sospesa. Voglio che tutte le sezioni seguano immediatamente le seguenti istruzioni: da questo momento iniziano le operazioni di salvataggio al laboratorio cinque e in tutto il Quartier Generale. Il Livello 4 è stato distrutto. Questa lunga mattina... è finita.-
 
Lavi sentì che Angelica aveva abbandonato la testa contro la sua spalla e i suoi respiri affannati sul collo lo fecero rabbrividire.
-Ann, stai bene...?-
-Sì... sì, sto... bene...-
Lui la prese per le spalle e la osservò preoccupato.
-No che non stai bene! Guarda cosa ti sei fatta!-
Indicò il rivoletto vermiglio che le colava lungo la fronte e il lato destro del viso.
-Non è niente...-
-Col cavolo... devo portarti subito da un medico.-
Lei annuì debolmente, disattivando l'Innocence e assicurandola alla cintura con mani tremanti.
Il rosso si alzò in piedi lentamente tirandosi dietro anche la ragazza, che gli si appoggiò di peso facendolo barcollare leggermente.
-Lavi... anche tu... hai bisogno di aiuto...-
-Dopo, prima tu.-
Si trascinarono fuori dal salone seguiti a poca distanza da Kanda, silenzioso e anonimo come sempre, ma che a modo suo teneva un occhio vigile sui suoi compagni più deboli e malconci di lui.
Con calma, fermandosi più volte per appoggiarsi al muro a riprendere fiato, il terzetto raggiunse il piano dell'edificio dove stava avvenendo il grosso della febbrile attività di recupero e soccorso.
L'ingresso al laboratorio incriminato era ora spalancato e ne uscivano fumo e gran chiasso.
-Il Vecchio... sarà ancora lì dentro...-
disse Lavi sottovoce, più a sé stesso che per farsi ascoltare da altri.
-Vai a cercarlo... Lavi.-
mormorò Angelica.
-Accompagno te dal dottore e poi...-
-No... vai adesso... Bookman è il tuo maestro... si arrabbierà molto... se scoprirà che mi hai aiutata...-
-Ma non posso lasciarti andare da sola...-
-La porto io.-
Kanda si inserì nella conversazione con impazienza.
-Mi fate venire il nervoso con il vostro stupido tira e molla. Tu! Vai a cercare quel vecchio rompipalle! E tu! Tu vieni con me a cercare un medico!-
Detto questo prese Angelica per un braccio e se la tirò via lungo il corridoio affollato, sia lei che Lavi troppo sorpresi per controbattere.
-Quel coniglio idiota...-
mugugnò il ragazzo tra i denti.
-Tu guarda se mi devo ridurre a fare un favore a quello lì.-
Sentendo le sue parole la giovane bionda sorrise.
-Ehi Kanda... grazie...-
-Stai zitta, non me ne faccio niente della tua gratitudine.-
 
Non ci fu bisogno di cercare a lungo, c’erano medici e infermieri dislocati ovunque che portavano i primi soccorsi ai feriti di quell’attacco inaspettato.
Senza troppe cerimonie Kanda ne scelse uno caso e, ignorando il paziente che stava esaminando in quel momento, gli piazzò davanti Angelica con uno strattone, facendole quasi perdere l’equilibrio.
 
-Kanda...!-
-Ohi, dalle un’occhiata, è ferita.-
-Ci sono anche altre persone, posso aspettare...-
-Stai zitta, non me ne frega niente.-
tagliò corto il ragazzo con un cenno scocciato della mano.
-Angi!-
La voce squillante di Lenalee alle sue spalle distrasse la ragazza bionda dalla discussione e la fece voltare con un gran sorriso.
-Lena!-
-Sei qui! Non riuscivo a trovarti, ero preoccupata!-
-Anch’io ero preoccupata! Stai bene? Ho visto quello che è successo alla tua Innocence, è incredibile!-
-Lo so, nemmeno io riesco a capire bene cosa significhi questo suo strano comportamento. Comunque sì, sto bene. Tu, invece? Stai sanguinando!-
-Non è nulla, stai tranquilla...-
 
Il medico che la stava esaminando tossicchiò con disapprovazione.
D’accordo, forse non era proprio vero che non era nulla...
Lenalee si inginocchiò e si sporse in avanti per abbracciare la sua amica.
 
-Sono felice che tu ce l’abbia fatta... davvero felice.-
L’altra ricambiò l’abbraccio chiudendo gli occhi lucidi per la commozione.
-Anch’io... anch’io sono tanto felice.-
 
* * *
 
-Non... non riesco più a muovermi...-
-Hah! Come immaginavo, chiacchieri e chiacchieri ma alla fine sei solo una mammoletta!-
-Tu invece non ti smentisci, Kanda, alla spada non ti batte proprio nessuno.-
-Tsk, avevi forse dubbi?-
Angelica, che osservava i suoi due compagni scrutarsi con aria di sfida insieme a Lavi, Bookman, Marie e Chaoji, alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa.
-Kanda, vacci piano con il povero Allen! Sei tu l’esperto di scherma, dovresti essere in grado di controllare la difficoltà dei colpi che porti, no?-
Lui si limitò a voltarsi verso di lei con aria annoiata, puntandole contro la spada di bambù che brandiva nella mano destra.
-Ce ne sarà anche per te, prima o poi! E’ ora che impari ad usare la tua Innocence come si deve!-
La ragazza rise.
-Non vedo l’ora!-
-Anch’io... di farti a pezzettini!-
Tornò poi a rivolgersi ad Allen.
-Bene, e adesso ti rapiamo a zero.-
-Eh no... non ho mica detto che mi arrendo!-
Il ragazzino dai capelli bianchi, accasciato a terra in seguito all’impegnativo allenamento a cui lo aveva sottoposto Kanda, fece leva con le gambe e trascinò il samurai al suolo con lui, coinvolgendolo in un vero e proprio scontro a mani nude.
-Oh, che cosa strana vedere quei due che si allenano insieme!-
Gli spettatori distolsero la loro attenzione dalla rissa che si era venuta a creare per vedere chi avesse parlato.
-Ciao Johnny!-
-Ehi, ma cosa fai in giro? Non sapevo che potessi già muoverti!-
 
Lo scienziato occhialuto sorrise dall’alto della sua sedia a rotelle.
Angelica provvide a chiarire i suoi dubbi su quello che stava succedendo.
 
-Devi sapere che all’inizio si trattava di un semplice allenamento di scherma... ma poi quei due hanno iniziato ad innervosirsi come loro solito e... bè, come vedi alla fine si è arrivati alle mani.-
I rumori e i commenti concitati del piccolo scontro arrivavano chiaramente fino a loro.
-Tu...! Hai solo fatto finta di essere stanco per fregarmi!-
-Il raggiro è uno dei fondamentali della strategia, dovresti saperlo.-
-Muori! Tu finto gentleman bastardo!-
-Tale maestro, tale allievo!-
-Ormai è un’ora che vanno avanti. Pare che chi perde debba rasarsi la testa... ormai si sono ridotti a scazzottarsi come due ragazzini.-
completò la spiegazione Lavi.
-Il raid dell’altro giorno deve essere stato un brutto colpo per l’orgoglio di entrambi. Allen, poi, con il carattere che si ritrova si sentirà sicuramente responsabile...-
commentò Marie.
-Approposito, Johnny, cosa ci fai qui?-
chiese il rosso.
-Ah!-
Allo scienziato si illuminarono gli occhi mentre, appoggiandosi sulle braccia, scendeva dalla sedia a rotelle e posava a terra una scatola di latta.
-Sono venuto a prendere le misure per le nuove uniformi, a te, Angelica, Kanda e Allen.-
-Eeeh?! Stai lavorando?!-
-Le misure sotto i vent’anni cambiano in fretta, non posso permettermi di farvi delle divise strette, no?-
-Certo che sei proprio malato di lavoro, tu...-
Dalla scatola estrasse un metro da sarto e si avvicinò ad Angelica, mentre Marie richiamava Allen e Kanda.
-Ohi, voi due! Piantatela un po’! C’è qui Johnny che deve prendervi le misure!-
I due contendenti si concessero reciprocamente una tregua e si avviarono per farsi misurare dallo scienziato che stava già annotando i numeri relativi ad Angelica su un foglietto.
-Incredibile, tu sei addirittura dimagrita.-
-Dimagrita?! Se è già pelle e ossa così, come può essere dimagrita?!-
intervenne Lavi melodrammatico.
-Lavi, non urlare!-
-La vita è leggermente più stretta rispetto alle misure dell’ultima volta...-
 
La ragazza si portò una mano al ventre, pensierosa.
Probabilmente il suo corpo aveva somatizzato lo stress di quelle ultime settimane rendendo la sua costituzione più debole di quanto già non fosse...
Lavi le toccò una spalla.
 
-Non preoccuparti, un paio di pranzi preparati dal nostro Jerry e tornerai come nuova!-
Johnny annuì incoraggiante.
-Ho già delle belle idee per la tua uniforme. Vedrai, sono sicuro che sarai ancora più graziosa!-
Lei sorrise lusingata.
-Grazie, Johnny. Mi raccomando, che sia anche comoda, però. E ricordati che non la voglio assolutamente con la gonna come quelle di Lenalee.-
-Sarà perfetta e comodissima, promesso!-
All’improvviso alle loro spalle si formò un’aura oscura e la voce severa della capoinfermiera li immobilizzò tutti al loro posto.
-Maniaco del lavoro e sei esorcisti lì presenti... chiii vi ha autorizzati ad uscire dalle vostre stanze?-
 
Il risultato di quel rimprovero fu che quando Komui convocò gli esorcisti nel suo ufficio, quelli si presentarono con le facce tirate di chi aveva appena ricevuto una pesante ramanzina e le orecchie rosse come fragole mature.
Sorvolando sulle loro condizioni piuttosto comiche, Komui passò al motivo per il quale li aveva chiamati.
Si trattava dell’Innocence di Lenalee: quando l’aveva disattivata per la prima volta da quando si era verificato quello strano fenomeno gli stivali si erano come sciolti ed erano andati a formare degli anelli rossi che le si erano avvolti intorno alle caviglie.
Dopo aver condotto degli esami sia su di lei che sugli anelli avevano riscontrato che all’interno dei vasi sanguigni e nelle altre parti del suo corpo non vi era traccia di Innocence (cosa strana, dato che l’aveva ingoiata e le aveva anche provocato un’emorragia); la sostanza divina stava tutta in quegli strani anelli vermigli.
Avevano quindi dedotto che si trattasse di una forma evoluta del tipo equipaggiamento, che normalmente a differenza del tipo parassita aveva bisogno di un intervento esterno per plasmare l’Innocence a forma di arma e renderla più semplice da maneggiare e controllare per il compatibile.
Nel caso di questa evoluzione, invece, il sangue era l’unico intermediario tra Innocence e compatibile, rendendo così più stretta la relazione e più facile il controllo, oltre al fatto che era logico supporre che in caso di danni sarebbe bastato un po’ di sangue per ripristinare l’arma.
 
-Abbiamo deciso di chiamarlo “tipo cristallo”.-
-Komui, soltanto l’Innocence di Lenalee può diventare di tipo cristallo?-
-No, credo di no. Non ne ho ancora la certezza assoluta ma la possibilità che possa accadere la stessa cosa anche ad altri tipo equipaggiamento è piuttosto alta.-
Questa affermazione li fece riflettere in silenzio per qualche secondo, finché il generale Tiedoll non disse con aria assente:
-A quanto pare la volontà del Signore è che diventiamo più forti, eh?-
Marie annuì.
-Il raid dell’altro giorno... è vero che avevamo abbassato la guardia perché eravamo appena tornati da Edo, ma non possiamo negare che se non fosse stato per la presenza dei generali la sede dell’Ordine sarebbe stata distrutta. Non voglio fare il disfattista, ma... io ho percepito quell’aggressione come un esplicito messaggio del Conte... lui ci stava dicendo che può eliminarci in qualunque momento.-
 
* * *
 
Bookman e Lavi si erano ritirati per discutere di ciò che era appena stato detto nell’ufficio di Komui, il vecchio appoggiato ad una delle colonne che ornavano i corridoi della torre e il ragazzo affacciato alla balconata che dava sulle scale guardando distrattamente un punto a caso davanti a sé.
 
-Chissà se il tipo cristallo accorcia la vita del compatibile come il tipo parassita?-
-Chissà...-
-Tu non diventare un tipo cristallo, Lavi. Non c’è bisogno di farsi coinvolgere fino a quel punto...-
-Uhm... sì...-
 
‘Certo, non facciamoci coinvolgere. Aaah, Lavi, accidenti a te!’
 
-Se dovessi mai avvertire i segni dell’evoluzione a tipo cristallo devi dirmelo immediatamente. A quel punto non potremo più restare all’Ordine.-
-Certo, lo so...-
 
‘E non farti venire le fitte al cuore, tu!’
 
-Per quanto riguarda l’affermazione di Marie... un’organizzazione così piccola il Conte avrebbe potuto distruggerla quando voleva.-
-Eh...?-
-Se supponiamo che il Conte abbia una ragione per mantenere in vita l’Ordine...-
-Eeeh?! Ma cosa stai dicendo, Vecchio?!-
-Sto solo facendo un’ipotesi. Non è un punto di vista da scartare, no?-
Lavi non rispose.
-In ogni caso staremo a vedere come si evolveranno gli eventi... da semplici spettatori e senza comprometterci, come sempre...-
Il giovane sospirò.
-Staremo a vedere... come sempre...-

Author
and characters corner:
Yami: quindi tu dici di no, eh?
Lavi: ma no, miss Yami, ne sono certo.
Yami: tu sei sicuro che i lettori leggendo le mie note autore non si siano convinti che io sia una cretina o una malata mentale?
Kanda: io lo penso con o senza note autore...
Angelica: *sposta Kanda* ma si figuri, miss Yami! Nessuno lo penserebbe mai!
Yami: uhm... allora mi fido...
Allen: miss Yami, dobbiamo sbrigarci, si ricordi che oggi ha il suo appuntamento dall'analista.
TUTTI: analista?!
Yami: no, no! Macché analista! OCULISTA, quello che Allen voleva dire era oculista! Perché devo cambiare gli occhiali, eh! *prende Allen per il collo* pischello maledetto, ti avevo detto di mantenere il segreto!
Allen: *trema* ma, ma... ma lei mi aveva chiesto di ricordarglielo. Stavo solo eseguendo gli ordini!
Yami: è la stessa cosa che hanno detto anche i nazisti al Processo di Norimberga, lo sai?
Lavi: miss Yamiii? Non si innervosisca, è andata così bene fino ad ora!
Yami: hai ragione, coniglietto, adesso mi calmo... anche perché devo dare una comunicazione importante.
Angelica: ah, parla di quella cosa?
Lavi: parla sicuramente di quella cosa.
Yami: sì, parlo proprio di quella cosa. Visto che mi sembra il caso di far capire anche voi, "quella cosa" è una one-shot scritta dal mio gufetto numero uno Mitsuki, un piccolo omaggio a Lavi e Angelica... per farvi capire il genere arriva dove la mia one-shot sulla Loreley non è riuscita ad arrivare, non so se mi spiego...
Angelica: che imbarazzo, ma perché dovrebbero scrivere di me e Lavi che facciamo certe cose?!
Kanda: perché la gente non ha pazienza di aspettare per vedere se tu e quel coniglio idiota arriverete mai a copulare, e quindi in attesa dell'evento ufficiale la fantasia corre, e corre parecchio...
Yami: il discorso è che Mitsuki è stata gentilissima e ha fatto davvero un buon lavoro, quindi passate a dare un'occhiata a "She is taking me with her" (il titolo tra l'altro cita "Dancer" degli Xandria, una delle mie canzoni preferite che dal mio punto di vista grida LaviAnn in tutte le lingue del mondo, ma sono dettagli!), per vedere Lavi e Angelica in un contesto un po' diverso (e godetevelo, perché chissà se qui vedrete mai una cosa del genere. u.u) e farvi raccontare di loro da una voce che non è la mia, ne vale la pena.
Lavi: dopo la comunicazione importante abbiamo ora una comunicazione molto seria: a meno che si presenti un nuovo miracolo...
Yami: per la serie che dovrebbe arrivare un angelo del Signore a consegnarmi il capitolo già pronto e corretto...!
Lavi: dicevo, a meno che si presenti un nuovo miracolo questa volta è quasi certo che non ci sarà un aggiornamento prima di luglio, causa esami di stato dell'autrice.
Yami: non che vi perdiate chissà cosa, eh! Da qui in poi vi aspettano una massa di capitoli fluffosi (?) interamente generati dalla mia testolina malefica, con l'eccezione di alcune "concessioni" alla trama originale del manga...
Allen: ma non dovrebbero essere contenti di leggere qualcosa di completamente suo, miss Yami?
Yami: in ogni caso mi darò da fare per quanto mi sarà possibile e cercherò di ridurre l'attesa, promesso. Ah, e un'altra cosa!
Kanda: ma non hai ancora finito?!
Yami: *lo ignora* il fatto che io non risponda alle recensioni non significa che io non le veda e, sopratutto, che non mi rendano felice. Le mie mancate risposte sono dovute al fatto che ultimamente riesco ad accedere a EFP solo da cellulare per motivi di tempo, e con il ferrovecchio che mi ritrovo rispondere è una vera tortura. Le vostre recensioni sono sempre attese con molta ansia da me e mi riempiono di gioia, quindi vi chiedo scusa per la mia scostanza, prometto che da ora in poi se mi sarà possibile cercherò di rispondere per esprimere più spesso la mia gratitudine. *si inchina*
Kanda: abbiamo finito, adesso?
Angelica: sì, animina in pena, abbiamo finito, raccogli baracca e burattini che ce ne stiamo andando.
Lavi: grazie per essere rimasti con noi fino a qui, consultate sempre l'info point per avere notizie e aggiornamenti.
Yami: di nuovo grazie, la vostra costanza mi rende davvero felice, e se vorrete lasciarmi un commento mi renderete ancora più felice! A presto (si spera), e di nuovo grazie, grazie davvero!
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > D.Gray Man / Vai alla pagina dell'autore: Ya_mi