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Autore: fresorge    07/05/2014    7 recensioni
Amore, delusioni, rabbia.. Adolescenza, si, è questa la parole giusta, ADOLESCENZA.
B.A.P / BLOCK B
E con la partecipazione di TAEYANG (From BigBang)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Primo capitolo.

-Nicole! Nicole!
Le mani della ragazza battevano incessantemente contro la porta di casa. I capelli bagnati a causa della pioggia, le incorniciavano malamente il viso. 
-Claci, cos..
La ragazza era raggomitolata dolorante sul sottosuolo, la pelle viola, zeppa di graffi e lividi, non lasciava spazio all'immaginazione.
Jae, prese alla svelta il suo corpo tra le braccia, e la portò in casa.
Claudia aveva gli occhi chiusi per la stanchezza, o forse per il dolore.
-Dov'è Nicole?- riuscì a chiedere tremante.
Jae scosse la testa, lasciando percepire fosse uscita e gli portò alla svelta dei panni puliti.
-Ora vatti a cambiare..

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-È stato lui non è vero?- il ragazzo sedette al suo fianco e asciugò inutilmente le sue lacrime.
-Guardati, sei magrissima!- Questa volta l'espressione sul suo volto tramutò in aggressività. Buttò malamente un vaso in vetro sul pavimento, facendo si che si rompesse in tanti piccoli pezzi.
-Giuro che lo ammazzo!-
-Jae!-
-Cosa vuoi?-
-Non lasciarmi da sola.
Una lacrima scivolò lungo il viso, il suo sguardo era spento, triste. I lividi si facevano sempre più visibili sul corpo troppo magro. YoungJae era rosso fino alla punta delle orecchie per la troppa rabbia, l'unico pensiero che ora circondava la sua mente, era uccidere quell'uomo, se così si poteva definire. "Uccidere quel bastardo."

Nicole's pov

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Chiusi sciattamente il libro di geostoria a causa della stanchezza e guardai l'orologio. Erano le ventuno, ed il mio corpo era ancora intento nella biblioteca scolastica. Posai assonnata i libri nella borsa e mi diressi verso l'uscita.
-Tu sei pazza.
Mi voltai di scatto sentendo il rimprovero di una voce maschile al mio fianco. Era Lee MinHyuk, quello scansafatiche del mio stesso corso di matematica, bocciato forse, si e no tre o quattro volte.
Feci per ignorarlo, abbassando lo sguardo e continuando per la mia strada, ma quello mi bloccò malamente per il polso, e nel giro di pochi secondi o poco più, mi ritrovai un vecchio aggeggio sulla nuca, assomigliante molto più ad una ruota sporca che ad un casco.
Lo guardai interrogativa, e sul viso si fece spazio un sorriso divertito.
-Siamo a Itaewon, ci sono più pervertiti qui che in tutta la Corea messa assieme.
-Chi mi dice che il pervertito qui non sia tu?
-Fa' un po' come ti pare, ma io ti ho avvisato.
Il mio orgoglio diceva di andare via, immediatamente, di lasciarlo perdere, ma incrociai per un istante il suo sguardo e, riuscii a cedere.
Salii sul veicolo ignorando le sue parole divertite e gli posai malamente la borsa piena zeppa di libri, sul davanti.
-Muoviti.
-Madame.- rise divertito.
Il vento mi attraversava i capelli facendomi aria, il ragazzo iniziò a correre tanto velocemente da costringermi in una scomoda posizione, dove le mie mani stringevano forti il giubbotto firmato in pelle che indossava quella sera. Il cielo era scuro e le stelle erano ben presenti quella sera.
-Guarda che siamo arrivati- rise di gusto notando la mancanza di un qualsiasi movimento che indicava la mia scesa da quella moto non poco grande.
Annuii imbarazzata, e mi congedai con un inchino.

-Entra, svelta.
Mio fratello mi prese malamente il polso e mi gettò dentro casa.
-Cosa succede?
Mi indicò lento, con la testa, il corpo della mia miglior amica.
-Di nuovo lui?
YoungJae annuì e la coprì delicatamente con un lenzuolo, le sue mani accarezzavano il volto magro della ragazza seguendo movimenti morbidi.
-Chiamo Kiung.
-Mi ha detto di non farlo.- mi bloccò alla svelta.
-Cosa stai farneticando Jae, è suo fratello! Se io fossi in pericolo, vorresti rimanere all'oscuro di tutto?
Il ragazzo abbassò lo sguardo e mi porse il cellulare.

Ester's pov

-Allora?
Mi guardai attorno con aria da finta tonta.
-Allora cosa?- cercai di non sorridere.
Rosie guardò l'orologio e annuí tra se' e se' con una faccia che a dire 'mette i brividi', era davvero molto poco.
-Devi andarti a lavare- mi getto' malamente il pigiama sulle gambe.
-Devo, cosa?
-Non farmelo ripetere due volte- esclamo' scocciata gettandosi sul morbido materasso del suo lettone rosa. - Vai-a-lavarti.
Uscii alla svelta dalla camera in cerca del bagno. Mi ero lavata due ore fa e già puzzavo? Quanto maledettamente odiavo i deodoranti cinesi che continuava a comprarmi mia madre.
Aprii la porta della toilette dando libero spazio alla visione di un JiHo tutto nudo e in bella mostra. Il ragazzo si girò divertito e mi sorrise maliziosamente, con i gioielli di famiglia al massimo dell'erezione.
-Ester.
Posò un braccio sul muro appannato dal calore, e spostò il peso del suo corpo sulla sinistra.
Cercai di uscire ma quello mi chiuse la porta a un passo dal naso, rischiando di perdere i dannati gioiellini da un momento all'altro.
-Resta un pò con me.
JiHo prese forte la mia mano e iniziò ad accarezzarsi gli addominali.
Poi alzò lo sguardo al mio e sorrise, accarezzandomi il volto.
-Non devi aver timore, milioni di ragazze vorrebbero essere al tuo posto.
Eccola, la tipica frase che rovinava la magia di sempre. Aprii veloce la porta e mi diressi verso la camera di quella che era la pianificatrice di una cosa tanto malefica.
-Tu!- La indicai al massimo della rabbia.
-Com'è stato?- sorrise serenamente.
Arrossii fino alla punta delle orecchie ripensando all'accaduto.
Il ragazzo più popolare della scuola mi aveva rivolto la parola, a petto nudo e senza mutande.
-Scommetto che glie lo hai visto.- rise notando l'espressione da povera ebete che aveva acquistato il mio volto.
-Andiamo Ester, so com'è il dimante di mio fratello. Ma, guardati! Sei un piccolo pomodorino andato a fuoco.
-E se quando ti ho detto 'mi interessa tuo fratello', in realtà tu abbia frainteso?
-Vuoi dire che.. Davvero? Ti interessa Zelo? Lui è tro..
-Frena, frena.
Andai sulla soglia della porta per poterla chiudere, ma proprio in quel momento uno JiHo in soli boxer mi si avvicinò sorridente.
-Nel mio letto c'è spazio per entrambi, Ester- blaterò sottolineando alla grande il mio nome. Lo amavo quando veniva pronunciato da lui.
Scossi la testa imbarazzata e feci un passo indietro, e proprio quando pensavo di essere salva..
-Mi sono appena ricordata di avere una voglia matta di cioccolato.
Si congedò così quella che credevo essere la mia miglior amica, lasciandomi nelle grinfie di un predatore che avrebbe potuto facilmente addentare la sua preda da un momento all'altro.
-Hai bisogno di qualcosa?- balbettai in preda al panico.
-Beh, direi proprio di sì.
-Non credo ci sia nulla di tuo nella camera di tua sorella, ma, puoi controllare.
-Non ne ho bisogno, l'ho già trovata.
Feci un passo indietro, lui ne fece un altro verso la mia direzione.
Le sue mani si avvicinavano sempre di più al mio corpo, il suo sguardo da cattivo ragazzo incrociava sensualmente il mio.
-Eccola, proprio quella che stavo cercando. La maglietta nera che Rosie ha preso senza il mio permesso.

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"Stupida, stupida, stupida" pensai all'istante, ma i nostri pensieri furono subito rivolti ad un'urlo proveniente dalla cucina.

-Cosa diamine ti è successo?-
Vedere un lato di JiHo che nessuno aveva mai visto prima mi riempiva d'orgoglio, era preoccupato per sua sorella ed era così dolce, quando era preoccupato.
-Guarda vicino la porta- aveva gli occhi lucidi, sembrerebbe sarebbe scoppiata in lacrime da un momento all'altro.
Mi avvicinai lenta alla porta e lo vidi.
Cristo, era una mano, una di quelle vere.
-C'era questo vicino.- balbettò ansimante Rosie.
-È scritto col sangue?- mi affrettai disgustata. -Chi può aver fatto una cosa del genere?

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Astrid's pov

-Mi ha appena chiamato JiHo. Qualcuno ha minacciato di morte Rosie.
Sbarrai d'immediato gli occhi, sperai con tutto il cuore, per il suo bene, che non stesse scherzando.
-Beh JiHo è il mio miglior amico, credo che andrò li.
Mise alla svelta il cappotto nero che gli calzava a pennello e aprì la porta.
-Hoon?
-Si?
Ero proprio vicina a cacciare tutto ciò che aveva dentro da troppo tempo, ci ero troppo vicina.
-Vengo con te.
Annuì e mi pose la mano, ma fu afferrandola che iniziai a sentire quello che mai al mondo, avrei potuto permettermi di sentire.
-Andiamo.
Da quando la strada per casa di JiHo è diventata così lunga. Ho le palpitazioni, sto sudando freddo, le farfalle nello stomaco si fanno sentire a raffica.
-Ti senti bene?
Annuii veloce per non dar spazio ai suoi pensieri.
-Siamo arrivati.
-Ci sono Himchan e JiHo lì fuori.- affermai curiosa.
Feci per scendere, ma il ragazzo al mio fianco chiuse di tutta fretta la porta.
Lo guardai in punto di domanda e di tutta risposta mi accarezzò il viso.
-Ti voglio bene.
'Come puoi non volermene' riuscii solo a pensare a questo, 'siamo cugini', cugini.

-Rosie, come stai?
Annuì sorridente e sedette stanca sul lettone completamente rosa.
-Sappiamo tutte chi ha combinato questa roba!
Natasha era sicura di se', chiuse a chiave la porta della stanza e sedette sul pavimento, al mio fianco. 
Guardai il suo sguardo e annuii, con la seconda approvazione di Ester.
-So cosa state pensando- ci interruppe all'istante "la vittima" del discorso -Non potrebbe mai fare una cosa del genere.
-Sta scherzando vero?- Natasha era furiosa. -Ti piace ancora?- ci fu' un attimo di silenzio-Oh si, a te piace!.
La ragazza iniziò a rovistare tra i mobili della stanza, cacciando tutto ciò che vi era all'interno e buttandolo malamente sul pavimento in legno chiaro.
-Cosa stai cercando?- Rosie era scocciata, e al contempo preoccupata.
-Cosa? Ecco, cosa?

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-E allora?
-Non tutti hanno una foto del loro ex sotto il cuscino.
-L'avevo dimenticata.
-La vuoi smettere di vivere nei sogni?
Rosie abbassò lo sguardo, una lacrimo passò la sua guancia.

Fabiana's pov

Ero con una delle mie più care amiche, quando il ragazzo che la mattina precedente mi aveva salvato la vita con un colpo di fortuna, mi si ripresentò proprio avanti gli occhi.
-Oh, chi si rivede.
Il suo sguardo era sereno, le sue labbra erano aperte in un sorriso, ed era stramaledettamente bello quando sorrideva.
Annuii e abbassai lo sguardo timida.
-Non mi hai detto il tuo nome.
-Fa, Fabiana.
-Italiana la ragazza, sbaglio?
Scossi la testa e quello mise, senza pensarci troppo a lungo, il sottile braccio poco muscoloso attorno alla mia spalla.
-Andiamo a farci un giro.
Con l'altra mano aspirava ogni tanto una mezza sigaretta al sapore di menta.
-Vuoi provare?-fece ponendomi la sigaretta avanti le labbra sottili.
-Cos'è? Ieri mi hai salvato la vita, e oggi vuoi già uccidermi.-mi feci scappare intimorita dal suo fare non troppo raccapricciante.
-Hai ragione- rise tutt'un tratto. -Ma dimmi, non ti andrebbe mica di..
Le sue braccia bloccavano forte il mio corpo, la mano che prima manteneva la sigaretta ora accarezzava il mio volto. Mi maledii cento volte di non essere rimasta con la mia compagna e fu proprio in quel momento che notai la devastante puzza d'alcool che circolava attorno al corpo di quello.
-Ok- cercai di mantenere la calma -Il gioco è bello, ma quando dura poco.
-Io non sto giocando, Fabiana.
Cos'era mai quel tipo, un giorno rischia la sua vita per salvare la mia, e un momento dopo mi vuole, violentare? 
-Hai un debito, ricordi?
-Non ti ho chiesto io di salvarmi la vita.
-Non sto parlando di ieri. Affatto. Hai già scordato? Andiamo non è successo poi molto tempo fa.
-Non si di cosa tu stia parlando.
-Non è stato forse tuo fratello, quello che due anni fa ha violentato quella ragazza del primo anno? 
-Je..- iniziai a balbettare qualcosa, mio fratello era un mostro, ne ero consapevole, ma non poteva farmene una colpa.
-Jennifer, esatto. Era la mia ragazza. Lei è in manicomio per colpa di quel mostro. La deve pagare, la deve pagare.
Una lacrima scivolò lungo la sua guancia. Non sapevo cosa fare, quando mi feci coraggio e gli asciugai il volto.
-Io, so come ti senti.
-Tu non sai un cazzo- urlò con tutta la forza che aveva in gola.
Cercai di mantenere un tono ragionevole, ma la rabbia s'impossessò in fretta del mio corpo.
-Credi che io non lo sappia? Davvero? Quello che ha passato la tua ragazza l'ho vissuto sulla mia stessa pelle, porco dio. E il peggio, era che la causa era proveniente da colui che ha il mio stesso sangue. Mio fratello! Lo so, è un mostro. Ed io non posso farci un emerito cazzo!

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Mery's pov

-Ok, mi dispiace chiamarti a quest'ora, ma un tizio ha preso Fabiana. Ora è non so dove e sono preoccupato per lei.- Le parole mi uscirono tutto d'un fiato -Inoltre- il mio tono ora era qualche nota più bassa -Qui è buio e..-
-Non muoverti piccola, vengo immediatamente. 
Rispose quasi leggendomi nella mente.

Avvertivo i brividi lungo la schiena farsi sempre più presenti, un po' per il freddo, un po' per la paura.
-Mery, siamo qui.
Girai di scatto il volto verso l'origine di una voce femminile.
Era Daisy, e con lei c'erano Kiung e Up, il quale mi si avvicinò veloce posandomi sulle spalle, la felpa pesante che indossava pochi minuti prima.
Poi mi stampò un bacio, e i brividi lungo la schiena sparirono per fare spazio alle farfalle nello stomaco.
-Dov'è andata?
-Da quella parte- e indicai un vicolo buio, della quale avevo troppo paura per poterlo attraversare da sola.
Ed eravamo proprio intenti a litigare per chi dovesse andarci quando d'improvviso, una sagoma scura si fece avanti, camminando verso i nostri corpi.
-Fabiana!- urlai in preda ad un miscuglio di preoccupazione e serenità. 
-Sei una stupida!- urlò Daisy alla svelta stampandogli un grosso schiaffo sulla nuca -La prossima volta giuro che ti uccido io.
-Ma, cos'è successo?
La ragazza scosse la testa alle mie parole, lasciando intuire non ne volesse parlare e ci dirigemmo infine sul veicolo rosso, apparentemente appartenente al mio ragazzo, o a suo padre.
-Perchè diamine sei uscita senza avvertirmi.
-Non mi dire che ora metti il broncio Up?
-No, sono furioso.
Sorrisi a quelle parole e saltai addosso a quello che era il mio ragazzo.
-Sai che ti amo.
Fece finta di rifletterci, poi mi accarezzò una guancia e mi stampò un bacio.
-Chi non amerebbe un ragazzo così bello?
Le risate furono presto interrotte a causa di una chiamata inaspettata.
-Claci...

Violy's pov

Con i miei genitori in viaggio per l'America, e mio fratello intento a non so cosa dalla sua ragazza, la casa era paurosamente vuota. I brividi per tutto il corpo non cessavano a farsi sentire, e come se non bastasse, il vicinato era a dir poco isolato.
DIN DON.
"Questo non va bene, questo non va affatto bene. È sempre così che succede nei film, la porta suona, la ragazza che è da sola in casa va ad aprire e non c'è nessuno, poi magicamente puf"
DIN DON
I miei pensieri furono interrotti da un secondo bussare del campanello.
Mi avvicinai lentamente alla porta, la paura si faceva sempre più forte. 
DIN DON
DIN DON
DIN DON
Posai lentamente la mano sulla porta e chiusi gli occhi, l'abbassai lentamente e, l'aprii.
-SeDeviUccidermiFalloVelocemente.
-Di cosa stai parlando?
Un sospiro di sollievo si fece spazio tra la paura quando il viso di quello che era il mio miglior amico si fece spazio davanti la soglia di casa.
-Taeil, sei tu!- sospirai abbracciando stretta il suo corpo.
-Chi ti aspettavi che fossi?
-Un serial killer pronto ad uccidermi.
Il ragazzo entrò seccato in casa e prese il CD che poco prima era posato sul tavolo in marmo bianco.
-Per prima cosa, vedi di buttare tutti questi Horror.
-E per seconda?- Risi prendendolo in giro.
Il suo corpo si avvicinò al mio, i miei occhi era stranamente intrappolai nei suoi e le sue labbra spaventosamente vicine alle mie.
E non smettevano di avvicinarsi, continuavano, fino a quando toccarono con delicatezza le mie.
-Questo.

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*Spazio autrice*
Se avete qualche proposta chiedete pure. Lasciate tanto commento ho bisogno di sapere come va la storia.

IMPORTANTE
Se lo desiderate, posso dare ad ogni personaggio femminile, un volto.
La maggioranza vince :3
   
 
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