Il torneo e la vittoria di Moousse
Si era svegliata
all’alba, anzi era come se non avesse dormito per niente. Ormai era arrivato il
giorno del torneo e doveva guardare in faccia il suo destino.
Il consiglio aveva
fatto in modo che potesse allenarsi tutti i giorni e lei non aveva opposto
nessuna resistenza.
Erano stati i 15
giorni più lunghi della sua vita, forse proprio perché sapeva di non poter più
fare niente per il proprio destino, per la propria felicità.
Nella solitudine della
sua dimora aveva avuto modo di ripercorrere la sua vita, riflettere su tutto e
tutti. Aveva compreso appieno la situazione con Ranma. Forse non lo aveva mai
amato, era solo infatuata dell’immagine forte di lui e accecata dagli specchi
delle sue leggi. Dogmi che adesso richiedevano il prezzo più alto, la sua
libertà.
Bussarono alla porta.
Era la sua allenatrice che veniva a prenderla per il torneo.
Shampoo “Mi batterò
con onore con chiunque sia venuto qui per sfidarmi. Che le danze abbiano
inizio!”
Obaba si guardava
attorno con fare sospetto. Non aveva voluto incontrare la nipote prima del
torneo e questa decisione le era costata davvero parecchio. Però voleva
seguirlo, lei non l’aveva mai abbandonata davvero. Aveva pregato per la sua
sorte e la sua anima sempre. Le era costato tantissimo dividersi da lei.
I concorrenti fecero
il loro ingresso. Erano 5 uomini dalla corporatura massiccia che si intravedeva
sotto i pesanti abiti cerimoniali. La tradizione voleva che indossassero le
uniformi da combattimento del villaggio e una maschera sul viso. Maschera che,
sempre nella tradizione, doveva celare la loro vulnerabilità… la loro “paura”
delle donne guerriero.
Shampoo sorrise, preferiva
non sapere che volto avessero i suoi sfidanti. Ormai per lei uno valeva
l’altro.
Il regolamento del
torneo prevedeva che gli uomini si sfidassero tra loro, e solo il vincitore
acquisisse il diritto di sfidare l’amazzone. Dopotutto non c’erano troppe
regole da rispettare per questo evento “eccezionale”.
Dopo poco più di
un’ora finalmente era arrivato il momento della sfida finale tra gli ultimi due
combattenti. Uno dei due sarebbe stato quello che doveva battersi con lei.
Li studiava. Seguiva
tutti i movimenti. Erano apparentemente simili con l’abito della sfida, ma uno
dei due aveva il netto predominio sulla gara. Lo aveva studiato bene negli
scontri precedenti, aveva battuto tutti senza sembrare mai affaticato. E adesso
stava battendo il suo ultimo avversario senza sforzarsi particolarmente.
Ne era sicura, lui
sarebbe stato il suo avversario, il suo terribile antagonista.
Visto la sua
particolare situazione, il capo villaggio Moiura aveva imposto una modifica del
regolamento solo per l’ultima sfida. L’uomo vincitore doveva riuscire solo a
toccarla in combattimento, non era necessario sconfiggerla. Se ci riusciva
acquisiva il diritto di prenderla in moglie. In caso contrario avrebbe
continuato il torneo con le stesse modalità anche il giorno a seguire, fino a
quando non fosse giunto un uomo degno di lei.
Dong. Dong. Dong.
L’incontro era finito
e come aveva previsto era proprio il più temibile ad aver vinto.
Lei si alzò di scatto.
Lentamente e con un velo di dispiacere salì sul ring, si
inchinò al suo avversario che ricambiò il gesto e si mise in posizione
d’attacco. Prima iniziava l’incontro e prima sarebbe finito questo brutto
incubo.
Lui sorrise da dietro
la maschera. Sapeva di non poter essere visto, era grato di poter celare le sue
fattezze. Non voleva farle male, in fondo sarebbe bastato riuscire a toccarla
una volta.
Lei partì subito
all’attacco e lui schivò con un agile salto il colpo. Non la attaccava,
sembrava studiare i suoi movimenti. Erano tornati veloci e pericolosi come un
tempo, come prima della partenza della bella amazzone.
Poi decise di smettere
di titubare. Nel momento in cui lei spicco un salto dritto verso il suo viso,
lui l’afferrò per un polso con una mano, mentre con l’altra la spinse a terra.
Era finita. L’aveva
battuta così, semplicemente e senza troppa violenza.
Le porse la mano ma
lei la respinse.
Moiura “Bene signori.
Il torneo può dirsi concluso. L’uomo mandato dal villaggio fratello ha
sconfitto Shampoo ed acquisito il diritto di prenderla in moglie. Questa sera
celebreremo subito l’unione tra questi due giovani ragazzi. Questa è la nostra
legge!”
Shampoo corse via in
lacrime. Tutto ormai era inutile ai suoi occhi.
Lui la inseguì subito,
facendo un cenno alle guardie del corpo di lei. Se ne sarebbe occupato da solo.
Obaba nascosta dietro
al pubblico sperò con tutta se stessa che la nipote potesse vedere la retta via
in questa situazione. Più tardi sarebbe andata anche lei a parlarle. Ora doveva
presentarsi ad udienza dal capo villaggio Moiura. E si avviò saltellando sul
suo bastone.
Si buttò sul letto, il
suo bellissimo viso era rovinato dal trucco, ormai sciolto dalle lacrime.
Lui bussò ma senza
attendere la risposta entrò subito. Si sedette accanto a lei sul letto.
“Non piangere Shampoo.
Io non ti farò del male, mai”
Shampoo era sconvolta,
troppo per capire quella frase, troppo per classificare la voce o il significato.
Shampoo “Non capisci!
La mia vita è segnata. Ed io non so nemmeno chi sei. Togliti quella dannata
maschera!”
Non fece in tempo a
finire la frase che gliela strappò lei stessa.
Occhi negli occhi, le
manco il respiro per l’emozione. I suoi occhi verdissimi la fissavano con
dolcezza.
Mousse “Shampoo io ti
ho sempre amato. Non ti farei mai del male”
E così facendo la
strinse a se e la bacio dolcemente. Lei non si ribellò e subito dopo cedette,
ricambiando il gesto.
Lo abbracciò con una
tale urgenza, come un bisogno di dire tutto, di essere tutto, tutto quello che
non era mai stata.
Obaba “Ragazzi scusate
l’intrusione. Mousse lasciaci un attimo sole, avrai tempo per stare con la tua
futura sposa!”
Non oppose resistenza,
anche se il distaccarsi dalle braccia di lei fu difficile come smettere di
respirare.
Mousse “Vi aspetto in
cucina”
Shampoo “Bisnonna io…
“
Obaba “Cara nipote
lascia che sia io a spiegarti tutto. Il consiglio … “
Fu un racconto lungo,
dovevano chiarirsi su tante cose le due donne. Ma quando finalmente uscirono da
quella stanza, una nuova luce aveva illuminato il viso di Shampoo.
Shampoo “Mousse grazie
di tutto. Stasera ti sposerò senza oppormi”
Lui sorrise ancora. Il
suo cuore non smetteva di correre. Finalmente aveva baciato la sua amata
Shampoo, lei non lo aveva respinto e adesso aveva “acconsentito” a sposarlo.
Non che avesse molte possibilità di scelta, però non si era opposta.
Obaba “Mousse vai a
prepararti per la cerimonia. A lei ci penso io!”
E corse via.
6 mesi dopo …
Nabiki “Buongiorno
sorellona! Cosa c’è per colazione?”
Kasumi “Buongiorno
Nabiki. Oggi ho dei deliziosi dolcetti cinesi che ci hanno spedito Akane e
Ranma!”
Nabiki “Ma ancora non
hanno deciso di rientrare? Chissà cosa ci trovano nel vivere in Cina quei due.
Ormai sono sposati da quasi sei mesi!” (ed io ancora non ho potuto approfittare
a dovere della situazione…)
Soun “Su su Nabiki,
vedrai che torneranno presto. Lasciali godere ancora un po’ della luna di
miele. Poi li attende la palestra! Torneranno!”
Genma “Hai ragione
amico mio. Manterranno la parola e porteranno avanti le tradizioni della nostra
scuola di arti marziali indiscriminate!”
Soun “E poi noi
vogliamo l’erede…”
Nabiki “Io non sono
così sicura che quei due possano riuscire ad avere tanto ardore da darvi
l’erede”
Soun in lacrime “No…
la mia bambina … “
Kasumi sentendo
aprirsi il portone si avviò in corridoio e annunciò “Abbiamo ospiti. Sta
entrando qualcuno…”
Corsero tutti
all’ingresso e per un attimo nessuno ebbe il coraggio di parlare.
Ranma ed Akane erano
immobili all’ingresso. Quasi aspettassero il permesso per mettere piede in
casa.
Akane “Papà, Kasumi,
Nabiki, signor Genma… sono così contenta di rivedervi!”
Soun “Bambina mia…”
Stava già inondando di lacrime la casa.
Ranma “Papà non sei contento
di vedermi?”
Genma “Figliolo sono
fiero di te! Finalmente hai fatto l’uomo e sposato Akane”
Ranma ed Akane
arrossirono. Ormai erano abituati alla loro condizione di coniugi, anche troppo
bene. Ma trovarsi a casa, nella loro casa, e con tutta la famiglia intorno dava
loro una strana sensazione.
E poi ormai era tempo
di tornare.
Kasumi “Oh.. ma che
maleducati che siamo. Andiamo a tavola e raccontateci tutto davanti ad una
tazza di the”
Poco dopo tutti erano
accomodati nelle solite posizioni. Ranma aveva raccontato la storia del suo
viaggio in nave e di come Akane avesse viaggiato da sola per le sorgenti.
Ormai tutti erano
guariti grazie all’acqua spedita da Akane.
Nei mesi passati
insieme in Cina Ranma aveva detto la verità ad Akane anche su P-Chan. Ma lei
aveva reagito meglio del previsto. Forse stare lontani, in un ambiente
neutrale, le faceva davvero bene.
Akane “E gli altri
sono guariti tutti? Mousse e Ryoga?”
Nabiki “Bhe penso di
si. Abbiamo seguito le tue istruzioni ma quando è arrivata la botte Mousse,
Obaba e Shampoo non erano più in Giappone”
Akane “…ah…”
Kasumi “Ma ho sentito
dire che il ristorante ha riaperto un mesetto fa. Perché dopo non passate a
salutare? Sono sicura che sarebbero felici di rivedervi!”
Kasumi era la solita
brava persona che pensa sempre al bene. Chissà come avrebbe preso Shampoo il
loro matrimonio, ed il loro ritorno a casa.
Ranma “Bhe vedremo …
Akane è un po’ provata dal viaggio… emh… siamo un po’ provati. Forse sarebbe
meglio rimandare le visite di cortesia”
Nabiki un po’
sospettosa “Che c’è Ranma sei appena tornato ed hai già paura di Shampoo? Non
ti facevo così codardo. Soprattutto ora che siete sposati. Ormai le tue
fidanzate hanno capito sai”
Akane intervenendo a
difesa del marito “Nabiki lascialo stare. Sicuramente passeremo a salutare
tutti, con calma”
Nabiki si chiese da
quando Akane fosse così pacifica. Aveva una luce strana negli occhi. Non
l’aveva mai vista così radiosa.
Nabiki “Se la pensi
così. Comunque alcune delle tue fidanzate si sono rifatte una vita Ranma”
Kasumi “Parli di Ukyo
vero? Sono così carini”
Ranma “Sono così
carini?”
Kasumi “Si, Ukyo e
Ryoga! Si sposeranno la prossima settimana nel tempio della volpe rossa. Ci
hanno anche mandato l’invito!” “Ryoga sarà contento di rivedervi”
Ranma ed Akane si
guardarono sorridendo. Avevano sperato che quei due trovassero pace e magari
anche che finissero per stare insieme ma non avevano certo immaginato tanto.
Ranma “Allora dobbiamo
passare a trovarli e farci raccontare…”
Akane “Ranma …”
Ranma “…dopo aver
riposato un po”.
Kasumi “Ragazzi noi vi
abbiamo preparato la vecchia camera di papà. E’ giusto che la camera padronale
adesso passi a voi”
Akane “Kasumi grazie.
Grazie a tutti”
Ranma “Signora Saotome
posso permettermi di portarti in braccio in camera. Ti sei affaticata
abbastanza per oggi!”
Nabiki “Ma cosa state
dicendo voi due? Cosa succede?”
Possibile che non si
fossero accorti di nulla. Akane aveva sempre indossato abiti non troppo
aderenti ma ormai, quasi al quinto mese era abbastanza evidente la situazione.
Ranma “Akane ma non
gli hai detto nulla nelle tue chiamate…”
Akane in imbarazzo
“…veramente no… avevo paura di come avrebbero reagito…”
Soun “Bambina mia …
cos’hai … stai male? Sei malata?”
Kasumi “Ma non dire
sciocchezze papà … Non vedi che è in splendida forma. Sono tutti e tre in
splendida forma!”
Si girarono tutti
verso la dolce Kasumi che con la solita spensieratezza aveva svelato il mistero
e fatto morire tutti di imbarazzo per non essersi accorti che Akane era
incinta.
Nabiki non riusciva a
crederci. Stava per diventate molto ricca. “Complimenti sorellina. Cognatino
non hai perso tempo vedo”
Ecco, ora erano
davvero in imbarazzo.
Ranma “E’ per questo
che siamo già rientrati. Saremmo voluti restare ancora in Cina. Avevamo
entrambi lavoro e ci trovavamo molto bene all’hotel. Ma abbiamo preferito
tornare per far seguire Akane dal dottor Tofu”.
Soun e Genma “Abbiamo
l’erede! Abbiamo l’erede!”
Cominciò il
festeggiamento generale. Era arrivato anche Happosai che dopo qualche
piantuccio per la sua Akanuccia aveva preso prepotentemente parte alle bevute
dei due genitori.
Approfittando della
distrazione Ranma aveva preso Akane in braccio ed erano sgattaiolati in camera.
Per riposare e riprendersi da tutto quel trambusto.
Akane “oh Ranma… che
giornata! Ma mi mancava davvero tanto casa nostra”
Ranma alzando un
sopracciglio “Davvero ti mancava questo manicomio?”
Akane “Fino all’ultimo
matto!” Si, tutto le era mancato tanto. Anche se la persona più importante era
sempre con lei.
Ranma “E come sta il
mio principino?”
Akane “e come mai lo
chiamiamo sempre principino? Magari è una femminuccia!”
Ranma “Akane non dire
sciocchezze, dall’unione di un maschiaccio come te e di un uomo con la mia
virilità può nascere solo un bel maschietto!” Adorava scherzare così con sua
moglie. Non avevano rinunciato del tutto ai loro battibecchi.
Akane “Smettila di
prenderci in giro paparino! Anche lei o lui qui dentro si sta arrabbiando ed ha
appena tirato un poderoso calcio!”
Ranma “lo vedi che ha
preso dalla mamma? E’ già irascibile”
E con naturalezza
prese ad accarezzare il pancione della moglie, per poi baciarlo.
Ranma “E tu qui dentro
cerca di non fare male alla tua mamma!