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Autore: Love Piano    08/05/2014    1 recensioni
Per ogni storia, una canzone.
Sarà questo il tema. Userò la maggior parte dei personaggi di questo gioco e proverò a far loro provare emozioni attraverso la musica...
Una storia diversa per ogni personaggio.
Una serie di one shot su Dolce Firt.
Genere: Commedia, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Logico
 
Sono cresciuto troppo in fretta, mentalmente.

Colpa dei miei genitori, che mi hanno sempre insegnato a vivere e a comportarmi come un adulto. Forse è anche un po’ colpa del mio carattere: me la sono sempre cavata da solo nel fare le cose. Del resto ho un quoziente intellettivo alto, ed i miei voti a scuola erano sempre al massimo. Negli anni del liceo, a causa del mio continuo studio ed i miei continui doveri da segretario, sono stato con poche ragazze e non mi sono mai goduto a pieno i miei anni di fanciullezza nonostante molte ragazze mi facevano il filo. Stranamente, non mi accorgevo che ero uno dei ragazzi più guardati a scuola, e il mio essere timido mi ostacolava di parlare con loro.

Oggi a ventisei anni, con la laurea in mano, sono diventato il più giovane presidente della casa editrice “L’inchiostro”*, una delle più famose in Francia. Sono single, e da cinque anni ormai vinco sempre il premio del “Miglior scapolo d’oro”, e ormai ne ho piena la mensola di questi trofei e vorrei tanto che non si riempisse ulteriormente.
Ormai penso solo razionalmente e la mia mente è solo piena di tante idee e numeri per mandare avanti le produzioni dell’azienda. Sto incominciando a pensare se questa strada fa per me, ma adesso non posso più tornare indietro: gli altri ormai mi vedono come “Nathaniel, il rigido e severo capo, con nessun senso dell’umorismo”.
 

“Logico, si, è logico.
E’ tutto quello che so…”
 

La mia vita è dominata completamente dal lavoro, che man mano che il tempo passa io divento sempre più assomigliante ai miei genitori, e non voglio fare questa fine.

Per questo ora mi sono concesso una vacanza di un mese in Polinesia, terra che mi ha sempre affascinato sin da piccolo: le usanze, la cultura, le abitudini, lo stile di vita…
Da ragazzo mi innamorai dello stile del pittore Paul Gauguin: i suoi quadri così paradisiaci, le ragazze polinesiane che ritraeva, erano bellissimi. Quasi quasi mi trasferisco anche io là… ma no che dico, non posso.

Ehi Cremonini, mi farai compagnia tu con le tue canzoni in questo mese?

E’ da tanto che non mi innamoro, ma sento che qualcosa cambierà. Sono ormai due settimane che sono in vacanza, ed è da due settimane che il mio sguardo non fa altro che fissare lei, una ragazza che da un po’ ha catturato il mio interesse.
La prima volta che la vidi ero nel bus navetta, obbligatorio per andare dal villaggio turistico in cui mi trovavo, fino alla spiaggia. E’ sempre stata a due sedie più in là della mia, dall’altra parte della fila. Non so se anche lei è una cliente dell’albergo, anzi sono sicuro di no. E’ del posto.

Rimasi subito ammaliato nel vederla: la sua pelle color caramello fuso brillava alla luce del sole ed i suoi lisci capelli corvini sembravano fatti apposta per essere ammirati, sembrava una bambola di porcellana, pronta a sgretolarsi in mille pezzi se toccata. I suoi occhi, neri come due cioccolatini, avevano un’espressione beata, quasi allegra, ed ogni volta che per caso incrociavano i miei, distoglievano subito lo sguardo imbarazzati andando a guardare verso il finestrino.
E questo si ripete tutte le mattine, si perché alla sera non ritorna mai col bus, e confesso che la cosa un po’ mi dispiace. Non so molto di lei, anzi quasi nulla, né il nome, né dove vive, né l’età, anche se ad occhio le do più o meno la mia. Vorrei tanto saperne di più…

Sono innamorato? No non credo.
Mi sono preso una bella batosta? Questo si.

Ma davvero bastano solo degli sguardi per provare dei sentimenti? Vorrei trovare una spiegazione logica a questo, ma….. non ci riesco.

Con oggi, si chiude la seconda settimana: sto facendo ritorno all’hotel.
Prendo il solito bus e con mia grande sorpresa trovo lei: stessa espressione, stesso sguardo perso aldilà del finestrino. Continuo a guardarla nella speranza che si accorga di me, anzi voglio che si accorga di me.

Passano cinque minuti, niente. Dieci, niente. Ecco! Si è appena girata, mio Dio quanto è bella… Perché ora ho così tanta voglia di stringerla a me?  Mi sta guardando. Sento un certo calore sulle mie guance, è da tanto che non provo questa sensazione…
Mi sorride, e che sorriso meraviglioso.
 

“Non succede quasi mai, a due come noi…
Di credere, che sia possibile trovare un complice...
In questo disordine.”
 

Sorrido anch’io, un sorriso sincero che era da tanto che non facevo. Cerco di aprire la bocca per parlarle, ma mi blocco invano. Lei intanto continua a guardarmi, sorridendomi mentre io mi sento le guance sempre più a fuoco.
 

“Tracciare un’orbita nell’atmosfera.
Amore mio, la logica non è sincera.”
 

Questo gioco di sguardi continua ad esserci, ed io ci sto facendo sempre più abitudine. A questo punto mi chiedo: ma questo è amore?
 

“Chissà se amare è un cosa vera.”
 

Ehi Cremonini, lo sai che le tue canzoni sono magiche vero?
 
-Fine.
 



[*il nome dell'azienda è completamente inventato.]




Buon salve, care mie!
Dato che non me la sento di pubblicare una long, ho deciso di fare una raccolta di one shot, per abituarmi. Questa qui è ispirata alla pubblicità del cornetto algida di quest’anno. Ed ho usato la canzone di Cesare Cremonini per essere fedele all’originale.
Detto questo, un bacione!


-Love Piano
  
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