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Autore: ShawnSpenstar    08/05/2014    2 recensioni
Alcuni demenziali estratti della vita di due amici/pseudo fratelli navajo
Note: legata alla mia storia precedente "Digimon Wars". Per capire alcuni riferimenti e alcuni personaggi è necessario averla letta
Genere: Demenziale, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Daisuke Motomiya/Davis, Miyako Inoue/Yolei, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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A Natale siamo tutti più buoni (escluso Willis)
 
27 dicembre 2012, aeroporto di Denver
 
Davis Motomiya poteva sicuramente avere numerose qualità ma tra queste non si poteva dire che ci fosse la capacità di mascherare i propri sentimenti; chiunque lo conoscesse da più di dieci minuti avrebbe infatti facilmente potuto intuire quanto fosse felice di essere arrivato in Colorado.
Del resto, dopo uno splendido natale passato in famiglia e con gli amici, cosa ci poteva essere di meglio di un bel viaggio in un piccolo paesino del Centennial State, dimora di uno dei suoi più cari amici… e di una stupenda biondina che ormai da sei anni aveva un posto fisso nel suo cuore.
-Mia dolce Lizzie, non vedo l'ora di vederti- pensò percorrendo la via che portava all'uscita.
Giunse al salone d'ingresso, nel suo caso d'uscita, e scrutò l'ambiente cercando l'amico che avrebbe dovuto portarlo a paese. Di costui nessuna traccia ma tra la folla il giovane giapponese riuscì comunque a notare un volto conosciuto e non un volto qualunque.
-Non ci posso credere!- pensò Davis sfregandosi gli occhi -vuoi che per una volta la fortuna ha deciso di stare dalla mia parte-
Davanti a lui, con uno splendido sorriso stampato sul volto, stava infatti Liz Raiser, l'oggetto dei suoi desideri. Era stupenda come sempre con quel suo viso incantevole, i capelli biondi che le arrivavano alle spalle e un fisico che Davis adorava definire "di una normale perfezione".
Non appena anche lei lo notò, le si dipinse sul volto un sorriso analogo a quello del castano e cominciò a camminare lentamente verso di lui.
Il solo vederla avanzare fece accelerare il passo e il battito cardiaco del ragazzo, anche perché la sua mente gli giocò un gradevole, ma antipatico, scherzo. Sostituì il cappotto e i jeans indossati dalla giovane con uno di quei sexy vestiti da babbo natale che indossavano le modelle e la visione, inutile negarlo, gli era estremamente gradevole.
-Ma che stai facendo brutto pervertito?- si disse mentalmente
Il rimprovero fece, per fortuna, tornare in se la mente ma non ebbe alcun effetto sulle sue gambe che, di corsa, stavano per far giungere il ragazzo alla meta; tra le braccia della giovane per un dolce abbraccio.
"Si fermi!"
Il grido risuonò nella sala quasi vuota. In pochi secondi Davis si ritrovò circondato da un gruppo di agenti che gli urlavano a gran voce di non opporre resistenza.
Stizzito e sconcertato, il ragazzo provò ad avanzare in direzione della coetanea… dieci secondi dopo era steso a terra che si contorceva per le scariche che il Taser di uno degli agenti gli trasmetteva.
Gli agenti lo portarono in direzione degli uffici dell'aeroporto.
"Ma perché lo avete fatto?!" gridò Liz arrabbiata
"Quest'uomo è nella lista di viaggiatori sospetti!" rispose il capo della squadra
"MA NON DICA STRONZATE! RICONTROLLI!!"
"Va bene signorina" fece quello con l'aria supponente tipica di chi sa di aver ragione… o meglio crede di aver ragione, perché effettivamente, al controllo nel database, il nome di Davis non risultò e "il detective colombo", come fu ironicamente soprannominato da Liz, fu costretto a fare al ragazzo delle scuse ufficiali.
Con un umore che oscillava tra l'arrabbiato, per l'errore, e il terribilmente divertito, per la figuraccia fatta, i due ragazzi salirono su un taxi diretti al paesino della ragazza. Per una buona metà del viaggio rimasero nel silenzio più totale ma poi il clima si fece davvero troppo pesante.
"S-sai… è u-un po' s-strano che Willis n-non si s-sia fatto v-vedere" balbettò Davis avvicinandosi goffamente alla ragazza che, ovviamente, arrossì
"E… e que-questo… ti d-dispiace?" domandò lei
-Oddio, e ora cosa rispondo?- si chiese mentalmente il ragazzo -trovato!-
"Beh… si, un po'… m-ma stare c-con te è a-anche più…"
Non riuscì mai a terminare quella frase perché l'inopportuno tassista decise tutto d'un tratto di prendere la parola.
"E così l'hanno lasciato libero, signor terrorista!" disse con una voce che suonava falsa "Ah, questo paese sta andando allo sfascio… era meglio quando c'era Bush, che lui quelli come lei li rispediva a casa o li ammazzava senza nemmeno dargli il tempo di dire il nome!"
"Senta, che cosa vuole lei?" fece Davis cercando di essere il più cortese possibile "e poi come fa a sapere che mi hanno quasi arr… ma tu sei…"
"Buongiorno Dav, ci sei arrivato finalmente!" replicò il tassista levandosi il cappello e rivelando il suo volto
"Willis?!" dissero all'unisono i due passeggeri
"Già, proprio io! Allora Dav, non ci vediamo per un po' e mi diventi un pericoloso criminale?"
"Ma tu come… aspetta… SEI STATO TU?!"
"DingDingDing, abbiamo un vincitore!"
"Ma tu sei un idiota totale!" fecero un'altra volta in coro i due ragazzi
"Ehi piano con gli insulti… farti questo scherzo mi è costato fatica, lavoro extra e dover interpretare un tassista REPUBBLICANO,  cosa di cui mi vergogno profondamente!"
"Potevi non farmi lo scherzo, non trovi?"
"Quest'ipotesi non mi è mai passata per l'anticamera del cervello, ora silenzio e godetevi il panorama!"
 
Per quella giornata, così come per i tre giorni che seguirono, l'unico "panorama" a cui Davis si interessò fu la giovane del Colorado. Cercava di passare con lei più tempo possibile: le diede una mano in casa, la accompagnò al parco e perfino a Denver a fare shopping, il tutto riuscendo a mantenere una discrezione tale da impedirgli di essere considerato uno stalker.
Ovviamente non tutti apprezzavano questa situazione: non la sopportava Yolei che, per quanto avesse già stretto amicizia con Liz nelle precedenti visite, gradiva assai poco che quasi nessuno si fosse accorto della sua presenza, nonostante fosse arrivata da due giorni; colui che però detestava maggiormente quel rapporto era Willis e il motivo non poteva essere più chiaro.
-Non può essere che io mi lavoro Liz ai fianchi da quando avevo nove anni… nove anni?! Beh si ammetto di essere stato un bambino molto precoce… aspetta, ma perché mi sto giustificando con me stesso?! Comunque, io, Willis Ford, il ragazzo con cui ogni ragazza vorrebbe passare la notte che mi faccio battere da Davis?! La situazione è davvero grave, occorrono mezzi drastici-
Non ci volle molto tempo prima che le "misure drastiche" invocate dal biondo americano si mettessero in azione, materializzandosi nell'insospettabile figura di una bimba di sei anni. Esatto, l'arma segreta di Willis Ford era la sua sorellina Mary, un metro e tre di bambina, con capelli biondi e relativamente lunghi e due occhi che promettevano fuoco e fiamme. Praticamente la versione femminile, e sensibilmente meno sexy aggiungerebbe lui, di suo fratello.
"Ti serve qualcosa?" domandò la piccola vedendo che il fratello praticamente la stava pedinando
"Si, mi dovresti fare un favore" fece l'altro
"Che tipo di favore?" chiese curiosa
"Beh, sai, è abbastanza normale che una bambina piccola, stando spesso e volentieri a contatto con un simpatico ragazzo più grande possa arrivare a sviluppare una sorta di infatuazione per lui"
"Vieni al punto!" lo incalzò la piccola
"Mi serve che tu finga di avere un infatuazione per Davis" esclamò il biondo
"COOSA!! E PERCHE' DOVREI?!!"
"Perché così potrò convincere Liz che lui è un maniaco, lei lo dimenticherà e io avrò campo libero; non ci tieni alla felicità del tuo fratellino?"
"Mmm, vediamo… direi che la felicità del mio fratellino vale almeno… cento dollari"
"Che cosa?! Tu vorresti che io ti paghi?! Ma sei completamente fuori  di testa!"
"Perfetto, allora racconterò il tuo piano a Davis e alla mamma"
"Co-cosa, NO!... Va bene, ti pagherò" concluse rassegnato
"Allora abbiamo un accordo… ah, il prezzo è salito a duecento dollari" replicò la bimba
"Ma come?!"
"Devi comprare non solo i miei servigi… anche il mio silenzio, no?" fece Mary con un sorriso mentre il fratello le dava cento dollari di anticipo.
 
Il giorno seguente finalmente il digiprescelto poté dare il via al suo malefico piano;  dopo essersi accordato con la sorella il ragazzo trascinò l'amico e gli rivelò la recente scoperta.
"Ma perché tutte le ragazze che si prendono una cotta per me sono o troppo piccole o sono del psicopatiche?" si domando il giapponese provocando lo sguardo interdetto dell'amico
"E' una lunga storia, un giorno te la racconterò" aggiunse Davis
"Non devi se non vuoi... comunque cosa ne dici, me lo fai questo favore?" replicò il biondo
"Va bene, per stavolta la assecondo" fece Motomiya scoraggiato "ma, prima o poi, gli dovrai parlare"
"Ti giuro che già dopodomani lo farò ma per domani potresti assecondarla?" domandò con molta gentilezza l'altro
Dopo alcuni minuti di incertezza Davis dovette ammettere che non c'era niente di male nel cercare di far felice una bimba di sei anni e acconsentì alla richiesta dell'amico; per tutto il giorno seguente sarebbe stato il cavaliere della piccola Mary.
Il giorno seguente tutto andò come Willis aveva previsto. Davis iniziò sin dalla mattina a stare dietro a Mary e ad assecondare tutte le sue richieste; si sentiva un po' ridicolo ma la piccola ne era molto felice e a lui andava bene così.
-Però, ci so fare con i bambini piccoli- pensò il castano -perché invece di quella pustola di Jun non ho avuto un fratellino o una sorellina più piccoli di me? Che cosa ho fatto di male per meritarmi quell'arpia?-
Passarono tutta la mattina a giocare a quello che i digiprescelti avevano chiamato il digi-baseball, ovvero un baseball con Mary sempre in battuta, Davis o altri come catcher e in cui alla palla si sostituiscono a turno la "Bolla magnetica" di Terriermon e la "Bolla congelante" di Lopmon, poi una partitella a basket Willis vs Davis, finita con la vittoria del giapponese, e un giro per il paese in cui il ragazzo del sol levante comprò un gelato alla sua piccola "spasimante".
Nel frattempo Willis, dopo la partita di basket, aveva avvertito Liz dei sospetti che nutriva riguardo alle intenzioni dell'amico; lei era rimasta piuttosto scettica riguardo a tutti i deliranti sospetti dell'amico sul fatto che Davis potesse o meno essere un maniaco ma in virtù della loro amicizia di lunga durata aveva deciso di seguirlo.
Il duo spiò Davis e Mary fino a mezzogiorno e mezzo circa, quando fecero una pausa e pranzarono tutti insieme a casa di Willis, riprendendo solo dopo aver mangiato; durante il pranzo il digiprescelto del coraggio era sembrato sempre parecchio in imbarazzo e, unendo tale dato all'attenzione quasi ossessiva che aveva caratterizzato il ragazzo per tutta la mattina, certi dubbi avevano cominciato a farsi strada nel cervello di Liz.
La goccia che fece traboccare il vaso arrivò a pomeriggio inoltrato. Su richiesta della bambina Davis aveva acconsentito a fare una cosa totalmente illogica, un bagno in pieno inverno nel laghetto vicino al paese; Il caso, al secolo Willis, volle che Liz passasse di li proprio nel momento in cui, davanti a Mary, il ragazzo dal giapponese si stava levando giacca a vento, maglia e canottiera.
Chiunque avesse assistito ad una simile scena si sarebbe limitato a pensare che il giovane voleva semplicemente farsi un bagno nel lago, magari perché era stato sfidato a farlo proprio dalla piccola come poi era, ma la povera Liz, alla quale sin dalla mattina Willis continuava a raccontare certe balle, stavolta non era "chiunque".
"Brutto porco!" sbottò la ragazza colpendolo al volto con un pugno
"L-liz?" rispose il poveraccio quasi pietrificato
"Non voglio vederti mai più, hai capito?! MAI PIU'!!" e corse via in lacrime lasciando Davis col naso rotto, mezzo immerso nell'acqua gelida del lago
Da dietro un albero Willis aveva osservato tutta la scena, il suo piano sembrava essere riuscito alla perfezione.
-Mi dispiace Dav- si disse mentalmente -ma tutto è lecito in guerra e in amore e qui siamo dentro ad entrambi… muhahahah-
 
Passarono alcuni giorni dal nefasto evento, almeno tale era per Davis, e la situazione giunse ad un punto imprevisto; contrariamente a ciò che aveva pensato Willis, Liz si chiuse in casa chiedendo alla madre di chiudere la porta a chiunque si fosse presentato, in particolare a Motomiya. Il ragazzo del Colorado non era contento della situazione; era convinto che senza Davis avrebbe avuto la strada spianata mentre la realtà era che senza il giovane giapponese non c'era nemmeno la strada.
Dalla parte del castano poi la situazione non era certo migliore. Dal giorno del fattaccio Davis non si era più ripreso; la maggior parte delle ore della giornata le passava a casa dell'amico, chiuso nella camera in cui alloggiava, con l'unica eccezione dei pasti e dei quindici minuti che gli servivano per andare dal fioraio con l'intenzione di comprare un mazzo che poi non acquistava mai; non parlava quasi più e non si era più nemmeno avvicinato a Mary, Willis gli aveva detto che le aveva parlato e che la cotta le era passata ma non era servito a niente. Ormai non sembrava più nemmeno vivo.
Il tutto si stava facendo davvero insostenibile. Il ragazzo del Colorado non sapeva proprio più cosa fare; non era questo l'esito che lui aveva previsto per il suo piano.
-Chissà perché nessuno dei miei piani funziona mai?- si domandava ossessivamente il ragazzo osservando il quadro generale
La risposta gli giunse inaspettata nella sera del sabato seguente. Come ogni sabato, Willis era al muretto vicino al fiume, con la sua fedele bottiglia di whiskey a tenergli compagna, intento a cantare "Waitin' on a Sunny Day" e rimuginare sugli ultimi eventi quando qualcun altro si sedette in prossimità dei suoi piedi; il ragazzo si levò di scatto e vide una persona che era sempre stata li con loro ma che quasi nessuno aveva notato in quei giorni.
"Ciao Yolei" fece il biondo con una voce stanca
"Ciao Will, perché stavi cantando "Waitin'…"?" replicò per iniziare la conversazione
"Beh, perché è una canzone da sbronza"
"Sai vero che primo, tu non sei sbronzo e, secondo, la scienza purtroppo non è ancora giunta alla definizione di "canzone da sbronza"?"
"Ah, ma non è importante, è una vita che precedo la scienza"  concluse lui facendo ridere entrambi
Rimasero per alcuni secondi in silenzio ad osservarsi e a ridere dopodiché la giapponese si fece improvvisamente seria
"Mary mi ha raccontato tutto… perché l'hai fatto?" domandò la ragazza a bruciapelo
"Beh, l'ho fatto perché… perché è da quando ho nove anni che Liz mi piace, ovviamente le sensazioni che provo sono cambiate con il tempo ma è da quell'età che penso che sposarmi con lei sarebbe una bellissima cosa"
La risposta colpì molto Yolei, che probabilmente si aspettava qualcosa di un po' più volgare, ma non le fece abbassare la guardia.
"Will, a Lizzie piace Davis! Ora che mi hai raccontato questa storia posso al massimo dirti che mi dispiace per te, ma non puoi farci niente"
"Già… non posso farci niente" ammise con una rassegnazione che presto si trasformò in rabbia
"Non arrabbiarti!" replicò la ragazza con una voce leggermente alterata "se magari tu evitassi di scoparti ogni ragazza carina che incontri nei bar…"
"Ma non lo faccio apposta" rispose recuperando l'ironia che lo contraddistingueva "diciamo che lo faccio per sfogare le mie frustrazioni"
Guardò verso la ragazza per vedere se l'aveva convinta; la risposta era ovviamente no.
Si osservarono intensamente per alcuni minuti facendo quello stupido gioco del guardarsi negli occhi, poi l'americano cedette.
"Okay, okay, lo ammetto, lo faccio anche perché mi piace troppo" fece con nonchalance "però sai, quando hai la tua prima volta a sedici anni, è una cosa che ti cambia la vit…"
"COOSAA?! SEDICI ANNI?!"
"Non te l'avevo mai detto?" replicò il ragazzo sorridente "beh, si sono stato piuttosto precoce in quel senso"
"Non sono morbosamente interessata alla vita sessuale presente e passata!" ribatté arrossendo "se lo fossi sarei una maniaca"
"Guarda, in mia difesa posso dire che non ero io quello che ha voluto farlo" prosegui facendo finta di non aver sentito la sua risposta "lei aveva tre anni in più di me e io ero, e lo dico non perché voglia vantarmi ma perché è una cosa che mi dicono tutte, e sono tuttora considerato il ragazzo più bello del paese e quindi…"
"Beh, non è che tu abbia molta concorrenza qui nel tuo paese" considerò lei in tono scherzoso
"Se è per quello sono stato votato sul gruppo delle studentesse come il ragazzo più sexy della mia università a Denver; li eravamo migliaia di studenti e io ho battuto anche gli sportivi!" affermò con una certa soddisfazione
"Ehi, che c'è? Ti sei offeso?"
"Ma va! Figurati!" rispose con finta arrabbiatura
 "Non ti devi preoccupare Will, sono sicura che da qualche parte troverai la tua metà"
"Ma se ho fatto fatica a mettere insieme un gruppo di soli sei-sette amici!" esclamò l'altro
"Ma allora vuoi farmi incazzare!" disse decisa Yolei "ma secondo te una ragazza di oltre vent'anni è immatura quanto una di tredici; Willis, devi finirla di vivere nel passato! Prova a pensare al futuro, sei l'unico ragazzo con tre lauree che non ha ancora deciso cosa farà da grande!"
"Ci proverò" rispose con un sorrisone "ho già pronti un paio di progetti"
"Ah si" fece la ragazza scettica "sono curiosa di sentirli"
"Rimediare al casino che ho combinato tra Dav e Liz e poi… questo" e mettendole una mano dietro alla nuca la attirò a se baciandola sulle labbra
Con grande sorpresa di Willis il bacio durò per una buona manciata di secondi, tanto che il ragazzo riuscì perfino ad appoggiarle una mano sul fianco senza che gli venisse tagliata, e terminò soltanto quando la mano incriminata cominciò a risalire, secondo Willis "contro la sua volontà", sotto la maglietta della ragazza.
"M-ma perché d-devi fare così?!" gli urlò lei terribilmente imbarazzata mentre si dirigeva verso casa "un giorno io ti ammazzerò Willis Ford!"
Willis non rispose, levò la bottiglia di whiskey e lo sguardo al cielo come per un brindisi
"Ma le hai fatte tutte matte le donne?... Oh, i'm waitin, waitin on a sunny day…"
 
Il giorno seguente il digiprescelto americano mantenne la sua promessa; nella prima mattinata si recò da Liz, riuscendo a convincerla a farlo entrare in casa sua, e le raccontò la verità sull'accaduto, anche se con verità si intende la storiella della cotta di Mary, e ammise che stava scherzando quando definiva il giapponese "un maniaco"; infine, per farsi perdonare la accompagnò sino a casa sua e le indicò il luogo dove si trovava Davis.
Liz entrò nella stanza risvegliando dal suo stato semi comatoso il ragazzo giapponese al quale non pareva vero che lei fosse venuta fin li da lui.
A sancire la loro definitiva riappacificazione fu però ancora Willis anche se in modo del tutto inaspettato. Sentendo infatti che i due non si parlavano, in realtà si parlavano ma a bassa voce e con frasi molto brevi, il biondino ebbe la poco brillante idea di fargli uno scherzo: chiuse entrambi i ragazzi nella stanza e, dopo alcuni minuti di protesta, fece passare sotto la porta un bigliettino con avvolta all'interno una galletta, dodici dollari e con scritto un ultimatum che recitava cosi:
"Ora o vi riappacificate o rimarrete chiusi qui per il resto della vostra vita (risata malvagia); la galletta è per garantire la sopravvivenza di entrambi... forse; se farete pace, collaborerete, dividerete la galletta e uscirete da qui sani e salvi, ma se non vi riconcilierete allora… (altra risata malvagia); che vinca il migliore. Ps: per la cronaca io, Mary, la mamma e Yolei puntiamo su Lizzie"
Dopo che Lizzie ebbe spiegato all'amico il perché del suo comportamento convennero che dovevano trovare un modo per farla pagare al biondino; fu così che i due si riappacificarono ma rimandarono indietro la galletta intera con un nuovo biglietto che recitava:
"La galletta ve la cediamo volentieri, noi ci dividiamo i soldi che voi avete puntato (risata molto lunga e molto malvagia)!"
Morale della favola: Willis fu costretto a farli uscire e a rifondare di tasca propria tutti gli scommettitori.
Per la sera di quella domenica tutto era tornato alla normalità: i ragazzi ridevano e scherzavano tutti insieme, Yolei era diventata ancora più isterica verso Willis, Mary era ritornata ad essere la bambina simpatica sempre in cerca di un compagno di giochi e anche Willis era tornato lo stesso ragazzo ironico, malizioso ma fondamentalmente corretto di sempre.
Come il giorno prima, anche la domenica il biondino si ritrovò la sera sul muretto in compagnia del suo whiskey, pronto a contrastare il freddo pungente dell'aria del Colorado.
Aveva appena iniziato la bottiglia quando vide avvicinarsi un ombra che inizialmente scambiò per Yolei ma che poi si rivelò essere, con suo sommo dispiacere, Davis.
"Ehi, come va fratello?" esordì
"Abbastanza bene Dav" replicò l'altro "visto, alla fine è tornato tutto come prima"
"Già… certo che però anche tu potevi evitare di scherzare su certe cose"
"Perdonami amico, ma c'erano alcuni momenti in cui sembravi davvero un po' ambiguo"
"Lo so! Certi miei comportamenti sembravano ridicoli anche a me" fece il castano divertito "grazie Will, per avermi aiutato a fare pace con Lizzie"
"Di nulla, certo che però ha reagito davvero male" fece Willis "credo sia una peculiarità delle ragazze, conoscono molti modi per fartela pagare"
"Ah, lo so; pensa che una volta Sora ha sabotato tutto il secondo tempo di una partita di calcio della squadra di Tai, vincevano due a zero e alla fine hanno perso tre a due"
"Cosa?! Ma come ha fatto? E perché?"
"Per quanto riguarda il come so che ha usato lo specchietto che Mimi usa per truccarsi per riflettere la luce del sole negli occhi dei ragazzi della squadra di Tai così da fargli sbagliare passaggi e dribbling"
"Ingegnoso!"
"Il perché invece si ricollega al discorso che avevamo iniziato; hai presente quando ti ho detto che erano in vantaggio due a zero? Beh, non ho specificato che erano avanti con un rigore inesistente e un goal in chiaro fuorigioco"
"Ma scusa, e l'arbitro?"
"L'arbitro era un' "arbitra", per la precisione una ragazza dell'anno dei nostri amici, ed era... ehm, innamorata di Tai" concluse Davis lasciando impietrito l'amico
"No, scusa… ma ne sei assolutamente sicuro? E' una cosa che ti hanno raccontato o l'hai proprio vista?"
"L'ho vista e ne sono sicuro al cento per cento; pensa che durante un azione d'attacco questa ragazza si è spostata, in modo quasi impercettibile ma non involontario, pur di causare una collisione "accidentale" tra lei e il nostro amico; ricordo molto bene la scena, è stato… piuttosto imbarazzante dato che sono finiti uno sopra l'altra"
Willis e Davis scoppiarono a ridere immaginando la situazione in cui si era trovato Tai; il biondino, in particolare, decise che il racconto meritava un whiskey ed estrasse dalle tasche un bicchierino, in cui verso immediatamente la quantità, passandolo poi all'amico.
"A Tai Kamiya, perché se non ci fosse ci toccherebbe inventarlo" esclamò Willis; i due amici mandarono giù i rispettivi gocci dei whiskey quasi in contemporanea dopodiché ripresero a ridere andando avanti ancora per alcuni minuti
"Perché l'hai fatto?" domandò Davis alla fine "perché mi hai aiutato a riappacificarmi con Liz?"
"Per una cosa che ho capito solo di recente; diciamo che sono un po' come il giudice Roy Bean"
"Un ubriacone forcaiolo?"
"No, un uomo un po' cialtrone ma che, sotto sotto, è onesto e romantico" replicò in ultimo Willis
"Ehi, cialtrone, è mezzanotte"
Non fu necessario spiegare, i due ragazzi si levarono dal muretto e tornarono a casa. Appena entrati trovarono Mary sul divano, ancora sveglia; Davis le diede una smossa ai capelli e se ne andò a letto mentre Willis la prese in braccio e la portò in camera sua.
"Ehi, Mary" sussurrò
"Cosa c'è?"
"Perché hai accettato di farlo? Tu vuoi bene a Davis"
"Perché volevo farti felice; ti ho visto troppe poche volte con un vero sorriso"
"Grazie piccola" fece dolcemente il fratello
"Di nulla"
"Beh, però ora dovresti restituirmi i cento dollari di anticipo, in fondo non hai portato a termine la missione" aggiunse ironico
"Okay" replicò lei restituendogli il soldi "ma ora dovrai darmi milleduecento dollari se vorrai il mio silenzio!"
-Merda- pensò il ragazzo prendendo il portafogli -è troppo uguale a me!-
 
 
 
ANGOLO DELL'AUTORE
 
Buongiorno a tutti cari lettori e lettrici!
E così, dopo alcuni mesi, torno nella sezione di Digimon Adventure con una nuova fanfiction; il tono sarà generalmente sul demenziale, ma mai totalmente nonsense, e, anche se magari questo primo capitolo non tanto, la mia intenzione sarà ovviamente farvi divertire il più possibile con le avventure al limite del surreale di due veri idioti.
Passo ora ad alcune precisazioni riguardo alla storia:
Per prima cosa è importante sapere che, come ho scritto anche nella presentazione, questa storia sarà strettamente legata a quella che ho scritto precedentemente e che quindi per comprenderla fino in fondo è necessario aver letto anche "Digimon Wars".
Inoltre, come nella mia precedente fanfiction, saranno moltissimi i riferimenti alla realtà e alla cultura popolare dei giorni nostri.
Per finire è bene sapere che molto spesso queste storie trarranno ispirazione dalla serie tv "Psych", più volte citata all'interno delle stesse storie, e in particolare questo primo capitolo e vagamente ispirato ad un episodio di essa (per la precisione l'episodio otto della quinta stagione).
Concludo augurandovi buona lettura e sperando di essere riuscito, e di riuscire in futuro, a divertirvi.
Grazie dell'attenzione e arrivederci da ShawnSpenstar.

 
  
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