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Autore: Beth_99    09/05/2014    1 recensioni
"Molto piacere sono Charlotte per gli amici Char."
"Bella soré so Alessandra ma pe gli amici Andra."
"S-salve, sono T-tania..."
-Loro sono la mia rovina... le mie tre personalità... Chi sono veramente? Boh, non lo so, ma di solito mi faccio chiamare Rachel Dane. Sono una ragazza di 15 anni e mi sono trasferita da Manhattan, per venire in Italia.-
Rachel è una ragazza che soffre di personalità multipla, si trasferisce a Roma, come ultimo desiderio del padre.
Farà tre amicizie che le cambieranno la vita, di cui una in particolare... *w*
Conoscerà un sentimento che mai aveva provato prima d'ora in modo così forte. Cosa succederà alla nostra amica confusa? Di che sentimento parliamo? Chi saranno i tre amici che le cambieranno la vita? ma sopratutto, le tre personalità resteranno per sempre nella sua testa? Scopritelo qui, su "Chi vuoi essere".
Spero di essere stata abbastanza convincente. ^^
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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1. Mi presento

Allora, molte persone pensano che presentarsi subito all'inizio della storia è brutto, ma io lo voglio fare, visto che mi pare più educato. 
"Molto piacere io sono Charlotte... ma voi che siete miei amici potete chiamarmi Char." disse la prima.
"Bella, io so Alessandra, pe gli amici so Andra. Ma visto che nun semo amici me chiamate Alessandra, e vedete de tenevvelo en testa!" disse l'altra un po' scocciata.
"D-devo parlare a-adesso?" disse una voce timida. 
"Movite faccia de cazzo! Certo che tocca a te, deficiente!" disse Andra.
"O-ok, io sono T-tania... sono l-la più giovane delle tre...e mi p-piacerebbe che t-tu, Andra mi trattassi m-meglio...p-per favore." disse la vocetta impaurita di prima.
"Oh andiamo ragazze, state calme, dopo tutto ci stiamo presentando ad un pubblico, cercate di essere gentili!" disse Char entusiasta.
"A Merda! decido io come parlà!" disse infuriata Andra.
Alzai gli occhi al cielo, uffa, non stavano un attimo zitte quelle? Bene, penso che ormai sia inutile presentarmi con un inizio abbastanza figo... iniziamo dicendo che soffro di personalità multipla. Quelle che avete appena sentito erano la mia rovina. Dovete sapere che prima non c'erano, la mia mente era vuota, non avevo nessun tipo di persona che parlava dentro la mia testa. C'erano solo i miei pensieri... solo loro e nessun altro in quella camera del mio cervello.
Avanzai, e sentivo che Tania stava per uscire allo scoperto. Lei era la parte più ansiosa di me, quella del Terrore, infatti il suo nome iniziava per la T. T di Tania, T di Terrore. Era perfetto! 
Avevo scelto questo sistema con i nomi, tanto per fare una cosa carina. Per non starci così male...
"Oddio, così schifo te facciamo? Che stronza." cercai di ignorarla. Andra, invece era il mio lato Arrabbiato, A come Alessandra.
-Signorina Dane?- La voce della professoressa, si insinuò nella mia testa. Mi girai, e la vidi. Bionda, alta, magra, bella, e voce perfetta... si insomma, odiosa. Indossava dei tacchi alti, una gonna che gli arrivava sopra le ginocchia e la camicetta che le marcava il petto. Falsa, questa era la parola che mi venne in mente quando l'ho vista al piano di sotto. Si accomodò i libri stetti in mano, e si aggiustò gli occhiali da lettura che le pendevano dal collo, aveva i capelli pettinati in uno shignon, e una ciocca gli ricadeva sul viso ovale. Perfetta... ma falsa. Non sapevo spiegare il motivo per cui ce l'avevo con lei...dopo tutto l'avevo appena conosciuta, diamoli un po' di tempo.
"che faccia da cazzo che cià questa!" ci illuminò Andra. "Oh, andiamo Andra, neanche la conosci, giusto Tania?" Tania annui, non era una che parlava molto.
-Salve miss Carol- gli dissi, rispondendo al suo sorriso perfetto.
-Non le avevo detto di entrare in classe?- mi chiese con quell'aria da miss perfezione.
"Ce mancava soltanto che se chiamasse miss Perfect!" disse Andra. Ero assolutamente d'accordo con lei.
-Si, mi scusi...- mi mise un dito davanti agli occhi.
-Non ti preoccupare, è il tuo primo giorno in questa scuola è più che comprensibile che tu abbia paura.- volevo dirli che non avevo paura, ma così facendo le avrei mentito.
"E sti cazzi nun ce li metti?" chiese scorbutica Andra. Mi limitai a sbuffare.
-okay.- risposi, mi sorrise severa.
- ma questa è la prima e ultima volta che entri in ritardo- disse infine, poi aprì la porta.
Eccola, era uscita. Tania si era presa possesso del mio cuore, la mia anima era stata disturbata, di nuovo. Il terrore mi assalì. Il cuore cominciò a battere forte, le orecchie si riempirono di zanzare (si fa per dire ovviamente), le gambe erano di gelatina che per poco non caddi e il mio respiro era spezzato. 
Quando la classe si presentò davanti ai miei occhi, quest'ultimi si spalancarono e traboccavano di paura. Per fortuna c'era Andre che con il suo carattere marcato, cercava di non farmi cadere per terra svenuta o di far lasciare una sola lacrima.. le dovevo molto.
La professoressa si avvicinò con un gran sorriso alla cattedra e mi chiese di presentarmi. Uffa, non poteva farlo lei? Io avevo la lingua congelata e a quanto pare Tania non mi permetteva di aprire la bocca. Rimasi in silenzio.
Tutti rimasero a fissarmi interrogativi, staranno pensando cose tipo: e mo questa che cià? li si è paralizzato il cervello? oppure si, molto interessante il tuo nome ahahah... oh no! che vergogna! Maledetta Tania! La sentivo scusarsi... ma non me ne fregava niente, questa me la pagava!
-Signorina Dane?- mi chiamò la professoressa, e con un grande sforzo pronunciai due parole.
-R-rachel D-dane- dissi piano. 
-Su dai, dillo un o' più forte! siamo tutti curiosi qui!- disse entusiasta la prof, cercando di incitarmi a reagire.
-R-Rachel Dane..- dissi più forte. La prof sorrise, e cercai di farlo anche io... con scarso risultato.
-Bene Rachel, lì c'è un banco libero.- mi indicò un banco vicino ad una ragazza, che aveva tutta l'aria di non fregargliene niente di ciò che stava succedendo nel mondo. Era impegnata a esaminarsi le unghie.
Non dissi nulla, mi avviai semplicemente al mio nuovo banco. Mi sedetti, e puntai lo sguardo sulla superficie pulita del banco. Tutti mi guardavano. Incuriositi, e scorgevo qua e la qualche ghigno. Oh fantastico, già presa di mira il primo giorno di Superiori. Che palle!
" non ti preoccupare Rachel, ci penso io a loro." sorrise malvagia Andra.
grazie, ma no grazie. Sbuffò e si rintanò in un angolo della stanza.
Quella accanto a me mi lanciava ogni tanto delle occhiate fugaci. Era la tipica ragazza punk, quel genere in cui poteva andare d'accordo con Andra.
"mmhh.." fece la nostra scorbutica amica e si sedette in modo più comodo sul grande letto nella mia camera celebrale, come per sentire meglio i miei pensieri. Cercai di spostare la mia attenzione altrove.
La professoressa Carol stava spiegano qualcosa riferito alla matematica, credo che fossero le equazioni di primo grado. Non me la cavo male in matematica, quindi rimasi attenta per tutta l'ora. Finalmente Tania era ritornata nella sua camera, ora non avevo più paura, mi sentivo bene, forse era Char che si era impossessata della mia anima, lei era quella della Calma.
La campanella suonò ma nessuno uscì dalla classe. Mi sono dimenticata di dirvi che io vengo dall'America, precisamente da Manhattan. Li, quando finiva un'ora, si doveva uscire dalla classe e andare verso il proprio sportello, prendere la roba necessaria per la prossima ora e dirigersi vero l'aula dove si sarebbe svolta la prossima lezione.
Qui era tutto il contrario: erano i professori che dovevano cambiare l'aula, i libri te li potevi portare tutti e avevamo un'unica aula, per minimo 25 alunni. Comunque mi avevano già spiegato tutto.
Io e la mia famiglia, mamma fratello e nonno, ci siamo trasferiti qui in Italia perché era il desiderio più grande di papà prima che...morisse.
La mia compagna di banco mi distrasse dai miei pensieri. Mi aveva toccato la spalla.
-Tu non sei di qui, vero?- disse cercando di non essere molto incuriosita, cosa che non le riusciva molto  bene.
-Come lo hai capito?- alzò un sopracciglio, sentendo ora la mia voce così calma.
-Ma non eri una ragazzina impaurita, tu?- mi chiese lasciando le mura della sua indifferenza cedettero.
-Non si risponde a una domanda con un altra domanda.- classica frase dei film.
-E chi lo dice?- 
-io, che non mi senti?- dissi ironica. l'angolo della sua bocca si alzò, mostrando un mezzo sorriso. Poi si mise comoda nella sedia, si portò le mani dietro la nuca e chiuse gli occhi, come per dormire
-Il tuo accento- disse -l'ho capito dal tuo accento inglese.- questa volta fui io ad alzare l'angolo della bocca.
-Non è Inglese, è Americano.- 
-Sei Americana?- aprì un occhio solo.
-Si, vengo da Manhattan.- questa volta non sorrise, si rimise composta sulla sedia e mi guardò seria.
-Ah.- disse solamente. 
- Che c'è, non ti piace Manhattan?- chiesi
-No.- disse seccamente. Decisi di non continuare a disturbarla.
Una professoressa entrò in classe e diede il buon giorno a tutti, in inglese.
Guardai la ragazza, che mi guardò in contemporanea, e mi sorrise. Come per dire Stà culata!

***

Sono passate tre ore, e la campanella suonò nello stesso istante in cui l'aveva pensato. 
"Quattro" disse Char. Sorrisi, adesso tutti si sono alzati e si precipitavano alla porta. Doveva essere la ricreazione.
-Tu non ti precipiti al bar?- mi girai e vidi che la ragazza punk che mi fissava, mentre si alzava lentamente.
-Perché tu non vai con loro?- chiesi, vedendo la classe vuota.
-Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda.- mi rispose sorridendo. Io risi.
-Ok, perché non sapevo l'esistenza di un bar. Nessuno me lo ha detto.- risposi 
-Beh, meglio, così lo scopri da sola.- si avvicinò alla porta, ma poi si fermò, si girò e mi guardò.
-Vieni?- sorrisi e la raggiunsi.
-Posso farti una domanda?-
-Dimmi.-
-Come ti chiami?-
-Dana-. 
Mentre camminavo con Dana nei giardinetti della scuola, lei mi raccontava chi aveva malmenato in quel vicolo e anche il motivo. Dana è una ragazza strana, ma anche sola. Lei usava la violenza per difendersi dalle provocazioni degli altri ragazzi, certo era una reazione un po' eccessiva, ma lei era fatta così, sincera con se stessa, e con il mondo. Come avevo fatto a scoprire tutte queste cose di lei? le avevo fatto solo due domande: Perché picchi le persone? e Ti consideri grassa o magra? il resto lo aveva fatto da sola, mi raccontò tutto di lei, in mezz'ora sapevo metà della sua vita -e non è neanche la metà di ciò che ti devo raccontare!- disse tutta entusiasta, si era completamente aperta a me, poverina aveva bisogno di un'amica.
-Cesari.- una voce disse con disprezzo. Dana si girò dalla parte in cui veniva la voce.
-Hamich..- disse con altrettanto disprezzo. Davanti a noi si presentò un ragazzo bianco con i capelli biondi e la tipica faccia da polacco. 
-Levati di torno Cesari, dobbiamo dare il benvenuto alla nuova arrivata.- disse colpendosi con un pugno la mano. Dietro a lui c'erano altri due ragazzi, uno aveva i capelli biondo ossigenato e l'altro ce li aveva rosso fuoco, tutti e due con la cresta. Patetici. Quello al mezzo, Hamich, aveva una pizzetta di cacca in testa, era dello stesso colore del letame di mucca appena fresco. Ridicolo.
-Ma per favore,lo sai che con quel nuovo taglio sei ridicolo? ahahah- si mostrò senza paura, ma io sapevo che in verità ce ne aveva molta di paura.
Andra cominciava a muoversi inquieta per la stanza mormorando. "E chi cazzo si crede questo? Mortacci tua Rachel! devi farti vedere così innocente e sensibile davanti a questo cretino? Mo glielo do io il benvenuto!" cercai di trattenerla, non voglio fare male a qualcuno, che lei faccia male a qualcuno. Ma purtroppo loro, le mie personalità, potevano impossessarsi della mia anima come e quando volevano. 
-Adesso ti fai la dura? Spostati che dobbiamo dare una lezione a questa sgualdrina- Hamich lanciò mi lanciò uno sguardo come per dire mo metto KO questa e ti do il benvenuto oh, cazzo, eccola che esce...
Hamich schioccò le dita e i due ragazzi dietro si avvicinarono minacciosi a Dana e la cinsero con forza le braccia e le gambe, bloccandogli il corpo.
Mentre lei si dimenava, Hamich si stava pericolosamente avvicinando a me, alzò il pugno. Prima che potesse colpirmi gli sputai in faccia e il suo ghigno sparì dal volto... adesso ce l'avevo io, il ghigno. Andra si era impossessata della mia anima.
-Che cazzo vuoi farmi tu? Menarmi? Ahahahahah ha fatto la battuta lo stronzo con la pizzetta de merda in testa.-
Sentendo queste parole spalancò gli occhi e si girò a guardare gli amici sbalordito, loro erano bianchi cencio. Approfittai di quel momento di distrazione e attaccai senza pietà.
La mia gamba partì da sola e si posizionò in mezzo alle gambe di Hamich. Lui si piegò in due e lanciò una bestemmia. Non ancora sazia, mi avvicino dandogli un pugno allo stomaco. -Questo è per aver fatto del male alla mia amica...- gli diedi una ginocchiata sul naso aquilino. -Questo per avermi chiamata sgualdrina..- lo presi per i capelli, mentre frignava come un bambino -E questo...- Lanciai un destro alla mascella, e quella rispose con un terrificante Crack! -..per il pessimo gusto in fatto di capelli.- Gli altri due scapparono spaventati, mentre raccoglievano da terra quello che una volta era il loro capo.
-Dane... m-me la pagherai...- riuscì a sentire un lamento da parte del bullo della scuola. Mi voltai a guardare se Dana stava bene. Mi stava guardando con gli occhi sbarrati e la bocca aperta.
-Dove hai imparato a fare...quello che hai fatto?- mi guardava con occhi diversi... cominciava a conoscere le mie personalità. La mia rovina. Il mio problema.
  
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