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Autore: Erild    09/05/2014    0 recensioni
In un pianeta remoto dell'Imperium controllato dalla Guardia Imperiale che da alcuni mesi è sotto assedio da parte di una anomala orda di Orki... Il protagonista (un soldato veterano) si troverà a dover far fronte, insieme ai suoi compagni, a questa minaccia misteriosa, è il tempo degli eroi il 41 millennio...
Sono bene accette critiche poichè è la prima storia che creo...
Genere: Azione, Guerra, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Ricordo il Valkyrie che si schiantò a poca distanza dai cancelli. Fuori dalle mura in quella mattinata così tetra e buia per la pioggia, di risposta ci arrivò un ghigno malefico dalla foresta che ci segnalava che gli orki avevano compreso di che importanza era quel carico.
 Ormai era da una settimana che i cittadini della città che non eravamo stati in grado di far evacuare morivano di fame nei bassifondi e scatenavano rivolte, che immancabilmente, erano represse da una divisione della 194° Cadiana, o quel che ne era sopravvissuta alla battaglia del ponte 81. Mentre la 7° divisione della 108° (la mia), qualche reggimento della 128° e la 351° (praticamente ancora intatta)  si occupano dei cancelli.
Molti credevano che la fine fosse vicina, orde di Orki armati fino ai denti sbarcavano da giorni sul pianeta, nessuno sapeva più nulla delle altre città, di ogni dieci Valkyrie che tentavano di passare l' atmosfera ne passava uno solo, sembrava colpa degli  incrociatori Orki. Non sembrava normale tecnologia orka, infatti il generale Pestor aveva dato ordini precisi alla flotta di mantenere le distanze necessarie a non farsi colpire dagli Orki, ma la mattina dopo l'emanazione dell'ordine le navi orke aprirono il fuoco con delle armi che sembravano utilizzare l' instabile tecnologia al plasma, ma l'alto comando della 351° non si era preoccupato molto, poichè la loro deduzione fu che avevano rubato delle armi dalle scorte imperiali sul pianeta Nepherio, uno dei pianeti che la guardia si era lasciata alle spalle durante la ritirata dalla flotta della Waaagh che precedentemente aveva devastato il settore, a tal proposito i comandi delle altre cadiane non avevano osato aggiungere parola per due motivi :
1-La 351° era la cadiana con maggiori divisioni e truppe del pianeta
2-La 351° era arrivata precedentemente sul pianeta sotto gli ordini di un'inquisitore, che una volta iniziato l'assedio, si è rintanato nei bunker dei generali e da quel momento i soldati semplici non ne avevano più avuto notizia. 
Come se non bastasse i canali Vox avevano smesso di funzionare per qualche strana ragione.

-Guardie io non voglio mentirvi...  le probabilità che voi sopravviviate sono le stesse di un qualsiasi ufficiale, veterano e commissario di questa piazza, nessuno sopravvivrà se voi, io o chiunque altro non farà la sua parte in questa battaglia, dove la sconfitta è così vicina e dove non si vede altro che sangue e buio, ma se non mi sbaglio noi siamo soldati dell' Imperium e combattenti dell'umanità, è vero, non siamo space marine e non abbiamo doti particolari...  singolarmente il tiro del fucile di uno di noi non farà la differenza... ma uniti neanche gli Orki potranno resisterci... Ricordate! Noi siamo soldati della guardia imperiale! Difensori dell'umanità!... e il MARTELLO DELL'IMPERATORE !!! -
E così, si era concluso il mio discorso alla nuova trentina di reclute di leva che stavano per affrontare gli orki ai cancelli, quelle reclute rappresentavano l' ultimo ostacolo tra i pelle verde e la popolazione civile del formicaio sotto assedio.
Ovviamente,  il commissario Tifun mi stava già sorridendo, e appena i soldati uscirono dalla piazza venne a parlarmi, intanto mi apprestavo a guardare i soldati che uscivano tutti in fila motivati dal mio discorso che gli aveva sicuramente colpiti nel segno.
Piove sulla piazza d'Oro dell'Imperatore, piove sulle immense costruzioni gotiche del formicaio, sul grande laboratorio che si può scrutare ergersi fosco dalle periferie, ma piove anche sui soldati, fà freddo e le sentinelle hanno un raggio visivo molto ridotto, le difese fuori dal muro stanno diventando facili da superare poichè il fango faceva loro l'effetto delle sabbie mobili.

La piazza d'Oro è un cerchio, nella parte est delle periferie, i bordi si alzano e fanno prendere alle mura il loro contorno, sulla parte delle mura che da sulla piazza dieci coppie di cecchini si danno il cambio, ma la piazza è anche il principale punto di raduno per i soldati, viste le tende di riparazione delle armi o le tende ospedale e chirurgiche.
Quando il pianeta non aveva ancora conosciuto il flagello della Waaagh dei pelleverde, la piazza aveva al suo centro un giardino al cui centro svettava la statua del divino signore dell' Imperium.
- Come al solito ti sei dimostrato un bravo oratore amico mio - disse il commissario tirando un sospiro di rassegnazione- " ma uniti neanche gli Orki potranno resisterci "  mi dispiace che tu sia con me qui su questo dannato pianeta dimenticato dall' Imperatore... ma probabilmente moriremo tutti sai ? -
Senza smettere di scrutare la piazza risposi - Commissario sono sicuro che il nuovo Baneblade che è sbarcato ieri mattina ci possa dare una possibilità! - lui si raddrizzo e mi disse : -L'Imperatore ci proteggerà, ne sono sicuro, fino ad allora stia con la sua unità e non si faccia ammazzare ho bisogno di lei - disse il commissario avviandosi verso la scaletta di discesa dal palco. Un secondo prima di scendere i gradini di metallo si voltò e mi disse: -Si tenga stretto gli amici ne avrà bisogno... E non perda la fede verso l' Imperatore! - detto ciò il commissario Tifun si allontano correndo dalla zona del palco per dirigersi verso la città ormai in fiamme.

Il commissario Tifun è una persona straordinaria e incredibilmente intelligente, mi ha incaricato del morale dei soldati di leva reclutati tra le fila della popolazione del formicaio. Nella speranza che la guida di un soldato veterano potesse aumentare lo scarso morale delle nuove leve ed evitare il timore tipico della presenza di un commissario, essenzialmente il mio compito era tirare fuori il meglio dalle reclute con "le buone"... nel caso di un mio fallimento lui avrebbe dovuto farlo con le cattive. Essendo un uomo duro e dalla fede degna di uno zelota ma anche un uomo pratico che vedeva in eventuali repressioni tipiche della sua carica un possibile motivo di rivolta da parte delle reclute, il commissario aveva preferito questa soluzione ad una radicale manifestazione di autorità da parte sua. 
Mi sono sempre chiesto - Come è possibile che quell'uomo sia un commissario, dopotutto non  gli ho mai visto fare un'esecuzione, quando parla con me sembra un uomo gentile, però a dirla tutta ha un qualcosa di strano che non riesco a percepire. - mi dicevo fra me e me mentre guardavo la pioggia e sentivo gli spari in lontananza con un'espressione seria intento a scrutare le colonne di fumo grigio-nerastro che si innalzavano dalle periferie devastate oltre le mura di nero freddo metallo.
  
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