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Autore: Ystava    09/05/2014    0 recensioni
Seguito della One shot "Veronica voleva volare".
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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jj
{Da Veronica per JJ}

   Tutti i venerdì sera JJ lasciava la finestra aperta e una tavoletta di cioccolato fondente sul comodino, oltre che una quasi sempre lunga lettera. Per Veronica.
   Si sentiva spesso un idiota a comunicare con lei in questo modo, ma, a quanto pareva, non c’erano alternative.
   JJ era sempre stato alla mano. Un po’ strano, forse, ma tutti lo consideravano un tipo a posto.
   Era uno di quei ragazzi che indossa sempre un berretto in testa e non si fa problemi ad avere la coscienza sporca, quando necessario.
   JJ amava suonare la batteria, ed era veramente bravo. Aveva provato ad insegnarlo a Veronica, ma senza alcun risultato soddisfacente. Gli piaceva, però, vederla strimpellare, soddisfatta di sé, come se fosse bravissima.
   Era stato il compagno di banco di Veronica per tutta la vita; da un anno, invece, sedeva vicino ad un ragazzo appassionato di robot e alieni. Doveva ammetterlo: le fate di Veronica gli mancavano.
   JJ era molto portato per la matematica, anche se probabilmente era la materia che odiava di più. I numeri per lui non avevano segreti, ma non li sopportava. La sua insegnante aveva tentato invano di farlo appassionare a quella disciplina, ma il fatto che lui fosse così bravo probabilmente rendeva la cosa soltanto più noiosa.
   Collezionava biglietti del treno e della metropolitana. Non c’era un motivo particolare, e non ricordava nemmeno quando aveva iniziato, però oramai ne aveva a centinaia. Si chiedeva spesso cosa ne avrebbe fatto, un giorno. Veronica aveva già tirato fuori qualche idea geniale a riguardo, ma nessuna di queste era nello stile del ragazzo, così per ora giacevano buttati in fondo ad un cassetto della scrivania.
   JJ adorava leggere fumetti. I suoi preferiti erano gli X-Man. Li leggeva e rileggeva all’infinito, e li conservava ordinatamente sugli scaffali di una libreria. Nessuno osava avvicinarsi a quegli scaffali, nemmeno la sorella.
   Adorava anche la pizza. Probabilmente, se la madre glielo avesse permesso, non avrebbe mangiato altro per il resto della sua vita. I suoi amici tentavano sempre di convertirlo agli hot dog oppure agli hamburger, ma non c’era niente da fare. Nulla gli dava più soddisfazione dell’addentare una gustosa fetta di margherita nella sua pizzeria preferita, che, ringraziando al cielo, era proprio sotto casa sua.
   JJ aveva una sorellina molto intelligente e dispettosa. Non c’era verso di convincerla a stare lontano dalla sua camera o di batterla in qualche gioco di strategia. Da quando Veronica se n’era andata, però, la sorellina di JJ gli dava meno filo da torcere. Lo vedeva triste, e non voleva infierire.
   JJ non cambiava mai idea, però ammetteva senza problemi di aver sbagliato, quando capitava. In realtà aveva sempre ragione, ma Veronica sospettava si trattasse di pura e semplice abilità nell’arrampicarsi sugli specchi.
   La sua felpa preferita era blu, vecchissima e anche di una taglia in più. La indossava in occasione di compiti in classe o interrogazioni, il sabato sera, alle feste, e in qualunque altra occasione credeva di averne bisogno. Quella felpa era come un talismano, e, per certi versi, non poteva farne a meno.
   Per JJ, il sabato sera era speciale. Prima che volasse via, Veronica lo portava sempre in un posto diverso. In una nuova pizzeria o in qualche ristorantino di cucina straniera, ad assistere a uno spettacolo, oppure ad un concerto, o a vedere un film al cinema. Riusciva sempre a sorprenderlo. E adesso, ogni sabato sera sperava di rivederla, ed era l’unica sera in cui non programmava le prove con la band.
   Il ragazzo aveva sempre avuto intenzione di formare una band. Aveva già trovato un cantante e un bassista, ma come chitarrista voleva Al, un ragazzo che faceva parte di un’altra band. Lo convinse a diventare uno di loro dopo avergli fatto ascoltare il demo della loro prima canzone: “Vero and the fairies”.
   JJ per quell’occasione scrisse a Veronica la lettera più lunga di tutte.
   Veronica, dal canto suo, era felicissima.
   Aveva volato. E le fate l’avevano condotta sull’Isola Che Non C’è, dove si era innamorata di un pellerossa alto e affascinante, aveva litigato con un paio di pirati, e si era costruita una casetta nei pressi di una cascata, dove vivevano alcune tra le fate più simpatiche ed eccentriche dell’isola. Non era ancora riuscita a trovare la casa sotterranea di Peter, e i ragazzi smarriti erano ancora spaventati da lei e preferivano evitarla, ma Veronica non si dava per vinta.
   Ma la vita sull’Isola Che Non C’è non era fatta solo di giochi e divertimenti, perché vi erano regole severissime.
   Gli abitanti non potevano farsi vedere da nessuno; le fate che si erano mostrate a Veronica lo avevano fatto sapendo che presto lei sarebbe stata una creatura Che Non C’è. In realtà, lo era sempre stata.
   L’amicizia, però, non è qualcosa che possa essere soggetta alle regole.
   Un sabato mattina, come al solito, JJ trovò, al posto della tavoletta di cioccolato, un grande fiore variopinto. Al posto della propria lettera, invece, c’era un biglietto stranamente corto da parte della sua migliore amica.

Da Veronica per JJ
   Non prendere impegni per stasera, e lascia la finestra aperta. Ci vediamo a mezzanotte.
  
   JJ sorrise. E così, al diavolo le leggi dell’isola. Il ragazzo si chiese come mai avesse dovuto aspettare tanto.
   Dopotutto, Veronica amava infrangere le regole.

   
 
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