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Autore: darken_raichu    09/05/2014    8 recensioni
Pokémos è una terra lontana, dove i pokémon vivono divisi in 18 nazioni, tra i cui territori si estendono deserti, pianure, foreste e mari, che rendono assai difficoltosi i collegamenti tra i vari paesi. Fino a 10 anni fa la terra era in pace, ma ora le cose stanno cambiando…
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Pokémos è una terra lontana, dove i pokémon vivono divisi in 18 nazioni, tra i cui territori si estendono deserti, pianure, foreste e mari, che rendono assai difficoltosi i collegamenti tra i vari paesi. Fino a 10 anni fa la terra era in pace, ma ora le cose stanno cambiando…

Electronvolt, palazzo reale, 18/05/4783, circa le 12
I due pokémon percorrevano a tutta velocità il lungo corridoio che collegava l’ingresso alla sala del trono. Il primo, che si spingeva al massimo con le corte zampe, portava in testa un grosso elmo giallo coperto di bozzi. La sua lunga coda dalla punta a forma di fulmine si muoveva a destra e a sinistra freneticamente. Si chiamava Raichu. Il secondo volava, tentando di tenere il passo con il grosso topo arancione. La sua membrana bianca e nera era tirata moltissimo, nel tentativo di accelerare l’andatura. Il suo nome era Emolga. I due pokémon corsero fino a raggiungere l’ingresso della sala del trono, illuminati dalla luce delle lampade Pietratuono. Davanti alla grande porta, fitta di incisioni, si fermarono per riprendere fiato. «E ora come glielo comunichiamo?» chiese Emolga, atterrando con un leggero tonfo.
«Non lo so» rispose Raichu, ansimando e cercando di ripulirsi il sudore dalla fronte «ma un modo lo troveremo». I due spinsero i pesanti battenti del grande portone di ferro ed entrarono nella sala del trono. La stanza era grandissima, abbastanza larga da ospitare l’intero S.T. schierato a difesa del trono. Su di esso in quel momento stava seduto il re di tutta Elettria. Alto e possente nonostante l’età, re Electivire IX era il discendente di una lunga dinastia di re che comandava su Electronvolt e sull’intera Elettria. Delle due code tipiche della sua specie, gli era rimasta solo quella sinistra, mentre si diceva che la destra l’avesse persa quando, ancora giovane,aveva affrontato da solo un enorme Rhypherior che gliel’aveva strappata di netto prima di crollare a terra sconfitto. Il re, quando ancora era un principe, era entrato nel corpo di difesa di Elettria, lo Squadrone del Tuono, o S.T., e aveva rapidamente scalato i ranghi, divenendo ben presto Generale dell’esercito. Di fronte a lui, il capitano Raichu e il tenente Emolga ebbero uno spontaneo moto di inferiorità. Si inchinarono entrambi, e non riuscirono ad alzare lo sguardo. «Parlate» li esortò il re, con la sua voce bassa e profonda «le notizie che portate non possono essere peggiori di quelle che mi aspetto.»
Raichu, vedendo che Emolga era terrorizzato, alzò il capo e si rivolse al re «Maestà, gli scienziati hanno registrato un ulteriore calo di potere nelle Pietretuono estratte dalle miniere di tutta Elettria» disse «Ora ne occorrono cinque solo per far evolvere un pokémon, per non parlare di quelle utilizzate per l’illuminazione.» Da secoli le Pietretuono garantivano energia a tutta Elettria. L’energia dei Pokémon elettro infatti tendeva a disperdersi, risultando una fonte pericolosa ed incostante, mentre le Pietretuono fornivano, oltre che un mezzo per evolversi per alcuni pokémon, un’energia continua e costante. Il calo di energia si registrava ormai da dieci anni, ma ultimamente era crollato ad un livello mai visto prima.
Il re si rabbuiò. trascorse qualche secondo di pesante silenzio, poi il re parlò «Voglio che voi due usciate di qui, e andiate a convocare i pokémon di questa lista, poi dovrete presentarvi insieme a loro nel salone dei consigli». Così dicendo, scrisse rapidamente i nomi su un foglio, vi appose il sigillo con la calamita, simbolo del re di Elettria, e lo porse ai due insieme ad alcuni documenti. Raichu li afferrò, si inchinò nuovamente e senza dire una parola si allontanò insieme ad Emolga.
Rimasto solo, il re sospirò e si disse «Come supereremo questa crisi?».

Electronvolt, base dell’ S.T., 18/05/4783, circa le 12
Raichu ed Emolga percorsero senza fermarsi la lunga strada che collegava il palazzo ai cancelli della città, e si fermarono solo davanti alla base dell’S.T. L’edificio era solo una basso casermone a due piani, con il simbolo dell’S.T., uno scudo con sopra un tuono, inciso sopra l’ingresso. I due entrarono e si diressero verso le stanze dei generali, dove vivevano e lavoravano i due attuali generali dell’ S.T.. Raichu entrò spedito nell’ufficio del primo. Lì, sulla sedia, sedeva il Catturatore. Famoso per aver catturato da solo una banda di avversari, si diceva che la sua Elettrotela non temesse il confronto con nessun’altra mossa. Il generale Galvantula alzò gli occhi dalla pila di fogli che aveva davanti e si rivolse al nuovo venuto «Ragazzo,» disse «al momento sono molto occupato, quindi…» Raichu si mise sull’attenti, cercando di ricomporsi, e disse «Mi perdoni signore, ma ho una comunicazione urgente da parte di sua maestà in persona» così dicendo gli porse il messaggio. Galvantula lo afferrò, lo lesse velocemente e poi si rivolse nuovamente a Raichu «Devo andare subito, grazie per avermi portato questo messaggio.» si allontanò rapidamente, le quattro zampe che ticchettavano sul terreno. Allo stesso tempo, Raichu si diresse verso l'uscita.

Nella stanza accanto, Emolga si rivolse al generale Wash. Il generale era un tipo alto e grosso. Il suo vero nome era R. Lavaggio, ma tutti lo chiamavano Wash. Famoso per la sua capacità di sedare le battaglie con le sue potenti mosse d’acqua, il generale Wash era rispettato e riverito dalle sue truppe. Emolga si diresse veloce verso la scrivania del generale e gli porse il documento. Il generale lo afferrò con le strane protuberanze traslucide che aveva al posto delle mani. Lo scorse senza dire una parola, rivolse un cenno di ringraziamento a Emolga e si diresse all’uscita. Emolga lo seguì e raggiunse Raichu, che lo aspettava all’ingresso. Insieme i due si allontanarono.

Electronvolt, centro di ricerca, 18/05/4783, circa le 13
Dopo un'altra corsa a perdifiato, Emolga e Raichu raggiunsero il centro di ricerca, un edificio altissimo che sfiorava il cielo. Qui si diressero spediti dal capo del centro di ricerca, famoso per le sue scoperte sull’uso delle Pietretuono e su come aumentare la potenza delle calamite. Il professore era alto e allampanato. Sulla fronte e sulla coda spiccavano due piccole sfere che si accendevano ad intermittenza. Il professor A., il cui vero nome era Ampharos V, si rivolse subito ai nuovi entrati, sollevando gli occhi dal cumulo di pietre presente sul suo tavolo «Siete qui per la consegna delle Pietretuono suppongo» disse «Bene, le scorte erano quasi finite.» Raichu si avvicinò e gli porse il messaggio. Il professr A. lo lesse, corrugò la fronte e senza neanche salutare si allontanò. I due avrebbero voluto seguirlo, ma prima dovevano recarsi in ultimo posto.

Electronvolt, palazzo reale, 18/05/4783, circa le 13

Wash e Galvantula percorsero senza fermarsi tutta la strada fino all’ingresso del palazzo, e una volta entrati corsero senza fermarsi il lungo corridoio dove, circa un’ora prima, erano passati Raichu ed Emolga. Giunti infondo, spinsero la pesante porta che permetteva l’accesso alla sala del trono, vuota, e senza fermarsi si diressero alla piccola porta da cui si accedeva alla sala del consiglio. Qui trovarono il re, seduto nel grande scranno all’apice di un lungo tavolo. I due rivolsero il saluto marziale al re, poi si sedettero. Il re fu il primo a parlare «Oltre a voi, devono ancora arrivare in quattro.» disse «I due messaggeri, il professor A. … ed E.». A sentire quel nome, Wash ebbe un fremito, e i sei occhi di Galvantula strabuzzarono. «Con il dovuto rispetto maestà» disse Galvantula «ne è proprio certo?». Il re volse il suo sguardo dritto verso di lui, e disse «Questo momento disperato, richiede misure disperate.».
  
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