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Autore: Deb    10/05/2014    3 recensioni
Il lago si allarga davanti a me, e mi ritrovo seduto sulla sua riva, le onde che mi bagnano i piedi, lavando via le mie colpe. Guardo il cielo rosa, pallido riflesso di un ricordo ormai lontano.
Sorrido, stringendo tra le mani qualcosa d'oro, rigirandolo tra le dita, osservando i riflessi del sole, caldo ed alto, che brucia, scotta la pelle e la testa esattamente come la ragazza seduta al mio fianco, con la sua spalla appoggiata alla mia.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Se il sole morisse



Inspiro l'aria, frenetico.
La gamba mi duole, anche se non c'è più. Persa durante i primi Hunger Games, persa per colpa sua. Non è la mia carne quella che muovo, non è la pianta del mio piede quella che appoggio sull'umida sabbia, ma la sento. E mi rinfresca la pelle di metallo.
Il lago si allarga davanti a me, e mi ritrovo seduto sulla sua riva, le onde che mi bagnano i piedi, lavando via le mie colpe. Guardo il cielo rosa, pallido riflesso di un ricordo ormai lontano.
Sorrido, stringendo tra le mani qualcosa d'oro, rigirandolo tra le dita, osservando i riflessi del sole, caldo ed alto, che brucia, scotta la pelle e la testa esattamente come la ragazza seduta al mio fianco, con la sua spalla appoggiata alla mia.
«Se tu muori e io sopravvivo, non avrò più ragione di vivere, una volta tornato al nostro distretto. Tu sei tutta la mia vita. Non sarei mai più felice».
Se il sole morisse, smettendo di bruciare, tutto il mondo sarebbe soltanto cenere.
Il mio dito trova le sue labbra. Non voglio che parli, che mi rovini. Che distrugga tutto.
Il suo fuoco mi mantiene vivo. Se smettesse di bruciare morirei.
«Non c'è nessuno che abbia davvero bisogno di me».
«Io sì. Io ho bisogno di te».

Mi aggrappo alle sue labbra, stringendole la vita, accarezzandole il fianco, sentendo il pulsare veloce del suo cuore attraverso le dita sul suo collo.
Inspiro l'aria, frenetico, dimenticandomi persino di me stesso. Non smettere mai di bruciare.
«Mi dispiace». Affermo, senza rendermene nemmeno conto, appoggiando la mia fronte sulla sua. Inarca un sopracciglio, cercando la mia bocca, ricongiungendoci ancora. Mi dispiace così tanto.
L'acqua del lago salato non può estirpare la mia colpa, ma può cancellare quel liquido vermiglio dalla mia pelle. Basta bagnare un po' tutto quel rosso per scolorirlo e le gocce che cadono dal mio viso, lavano via un po' di quel colore.
Il sangue scivola sulle mie mani come una carezza non voluta, solleticandomi i palmi e facendomi rabbrividire. Non avrei voluto, non avrei dovuto. È giusto così, va bene così. Finché continuerà a bruciare, Panem non potrà mai diventare cenere.
Il sangue fuoriesce dalle labbra, scivolando lungo l'incavo del suo collo. Le mie dita lo catturano, sporcandosi ancora una volta. I suoi occhi sono dilatati dallo stupore, mentre il respiro si fa più debole, sempre più debole mentre la punta della sua stessa freccia continua, aiutata da me, a penetrare la sua carne, distruggendo le vene che corrono lungo il suo corpo, fermandone la vita.
«Va tutto bene, Katniss. È giusto così. Doveva andare così». Sussurro, sorridendo nel prenderle la nuca tra le mani, estraendo la freccia tirandola verso destra, con il sangue che zampilla incontrollato, bagnando la sabbia umida dell'arena. E l'acqua laverà la mia colpa, portando via i miei dolori.
Le catene tintinnano, vibrando e incatenandomi al terreno. Il cuore pulsa veloce nella cassa toracica. Un incubo, soltanto un incubo. Alzo lo sguardo verso l'alto, come se potessi osservare il cielo sopra di me. Non c'è pace, né riposo. Non c'è lei. Non dovrebbe comunque esistere lei.
«Come ti senti, Peeta?» Punta una luce sul mio viso, costringendomi a chiudere gli occhi e spostare il viso, infastidito.
Cerco di guardare quell'uomo dal camice bianco, di osservarlo senza paura. Lei non si sarebbe fatta intimorire, lei avrebbe combattuto. Lei sarebbe morta. Lei è morta.
Sogghigna, con una nuova dose alla mano, stringendo il laccio emostatico sul bicipite. «Quando la vedi, uccidila». Sussurra al mio orecchio, prima di premere lo stoppino, prima che il liquido d'oro scivoli nelle mie vene.
Sorrido, stringendo tra le mani qualcosa d'oro, rigirandolo tra le dita e lei è di nuovo lì, davanti a me, con quel ghigno divertito, con il fuoco che brucia tutto lungo il suo passaggio e so che l'unica cosa che devo fare, che avrei dovuto fare da tempo, è ucciderla con le mie stesse mani.
C'era una volta l'amore, ma ho dovuto ammazzarlo.


La prima cosa doverosa è ringraziare radioactive che ha promptato la fic nel mio askblog (un blog dove le persone possono inviarmi prompt per scrivere storie). Grazie. ♥ Probabilmente non è uscita una OS come l'immaginavi tu, ma spero che sia stata un po' di tuo gradimento.
Il prompt era il seguente: Peeta depistato, citazione-prompt: "C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo". Non necessariamente con pairing. E..ah! Durante il "soggiorno" a Capitol City. Prima del salvataggio.
Ovviamente il pairing Everlark per me è importantissimo. :'D E visto che il despistaggio si basa sul cambiamento di Peeta nei confronti di Katniss, ho trovato doveroso inserire anche lei. La OS è durante le sue torture, mentre gli modificano i ricordi, mentre lo inducono a convincerlo di doverla uccidere, prendendo il suo amore nei confronti di Katniss. Ho cercato di trasmettere quanto più possibile, la confusione che sente Peeta e i suoi pensieri diventare incostanti e diversi. Spero di essere davvero riuscita a trasmettervi tutte le diverse sensazioni, opposte, che prova Peeta durante le sue sedute di depistaggio.
Bacioni
Deb

   
 
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