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Autore: sakichan24    10/05/2014    5 recensioni
Caterina è una ragazza come tanti altri, che ha il desiderio di entrare nel mondo dei Pokémon per vivere la sua avventura. Il suo desiderio si avvera, ma non come lei si aspettava. Cosa troverà nel mondo dei Pokémon? Riuscirà a tornare a casa?
Un'avventura intorno alla regione di Johto condita da un'insolita storia d'amore.
(Presenza di linguaggio scurrile)
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Team Rocket
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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UN NORMALE (MA ANCHE NO) INIZIO SETTIMANA

 
"Che palle, ricomincia la settimana."
Fu il mio primo pensiero di quel lunedì mattina. Mi alzai subito: non potevo perdere tempo. Già iniziare la settimana era triste, iniziarla col treno delle sette e diciotto invece del sei e quarantaquattro sarebbe stato peggio.
Andai a fare colazione, aprii il frigo ed attaccai un vasetto di crema al cioccolato fondente.
Finita la colazione, mi lavai e mi vestii. Guardai l'ora: erano le sei e mezza. In perfetto orario, come sempre. Uscii di casa e mi avviai verso la stazione.
Arrivata alla mia meta, guardai il tabellone luminoso: tre minuti di ritardo.
"Cazzo" pensai tra me e me, "cominciamo bene".
Il treno arrivò senza troppi problemi. Entrai e trovai immediatamente un posto libero. Ero sola, e preferivo starci. Non c'era nessuno della mia età con i miei stessi gusti, specie in quella città.
Tirai fuori il tablet dallo zaino e l'occhio mi cadde sul libro di latino: avrei dovuto ripassare, ma ero troppo addormentata per farlo.
Cominciai a giocare a Pokémon Smeraldo dall'emulatore.
Intanto passava il tempo.
Passavano le fermate.
Passava il paesaggio fuori.
E lentamente il treno si svuotava.
"Strano che non siamo ancora arrivati…" pensai ad un certo punto. Alzai la testa e guardai fuori dal finestrino: eravamo in una stazione mai vista.
Mi alzai di scatto e andai verso le porte, per vedere dove cavolo fossi finita. Fuori non c'era alcun cartello, alcuna indicazione. Decisi di scendere per chiedere indicazioni a qualcuno, magari al bigliettaio.
La stazione era un grande edificio chiuso, con solo due binari. Ma la cosa che mi colpì di più fu il fatto che fosse vuota. Guardai il mio orologio: le sette e un quarto.
Decisi di uscire dalla stazione, tanto non avevo nulla da perdere. Intanto, lo zaino era misteriosamente diventato più leggero.
Mi resi immediatamente conto di non sapere dove fossi. Mi guardavo intorno, sempre più spaesata. Ero circondata da strade ed edifici sconosciuti, che però mi ricordavano qualcosa.
- È un sogno… deve essere un sogno…
Il mio sguardo cadde su una vetrina. Mi avvicinai per vedere il mio riflesso: ero sempre io, la solita ragazzina di un metro e cinquanta, i capelli lunghi e castani, gli occhi verdi e gli occhiali grigi. Avevo gli stessi abiti indossati quella mattina: i jeans, gli stivali marroni, la giacca viola. I gioielli erano gli stessi di sempre: due anelli d'oro al mignolo e al medio della mano destra, l'orologio blu e il braccialetto multicolore al polso destro. Ma mi accorsi di un dettaglio che per poco non mi fece gridare: il mio zaino con i libri era stato sostituito da una borsa gialla. Mentre cercavo di non cadere in preda all'isteria, cominciai a comminare a casaccio per le strade di quella misteriosa città. Ad un certo punto vidi un cartello: mi ci avvicinai come ad un'ancora di salvezza.
 
Fiordoropoli - metropoli della prosperità
 
Non riuscii più a trattenermi: mi misi a strillare, in preda al panico. Come diavolo ci ero arrivata lì? Che cavolo avrei fatto? Come sarei tornata indietro?
Continuando a gridare, mi tirai un pizzicotto. Non successe nulla. Ero davvero sveglia.
Smisi di strillare, riuscendo ad imporre un controllo emotivo sul mio corpo. Decisi che la cosa migliore da fare era vedere quello che avevo in quella stramaledetta borsa: mi sedetti sul marciapiede e la svuotai.
Constatai felicemente che il mio portafogli e il mio tablet erano ancora lì. Inoltre avevo una piccola schedina, simile a quella dell'abbonamento. La guardai e per poco non mi misi ad urlare di nuovo. Era una Scheda Allenatore.
- Dunque, sono a Fiordoropoli, i miei libri sembrano scomparsi, dovrei essere a scuola, sono magicamente entrata in possesso di una Scheda Allenatore e di… di…
Mi bloccai. Non poteva essere vero. Sei Pokéball erano appoggiate sul marciapiede, assieme al resto del contenuto della borsa. Ne presi una in mano, ipnotizzata. Mi alzai in piedi e la puntai verso il basso.
- Vai!
- Meganiuuum!
Appena vidi che il contenuto della Pokéball era effettivamente un Meganium vivo e vegeto, svenni.

ANGOLO AUTRICE
Salve a tutti! So che ho delle storie già in sospeso, ma questa ci tenevo ad inserirla... vi dico solo che l'avventura avrà un sequel, ma in tutt'altro contesto. Comunque, se vi è piaciuto il capitolo lasciate un commentino!
Alla prossima!
Sakichan
   
 
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