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Autore: castleforever    10/05/2014    4 recensioni
sola...ero sola in un momento così delicato...lui non c'era anche se mi aveva promesso tutt'altro...ma come sempre me la sarei cavata...strinsi la mano e chiusi gli occhi: in quel momento ti vidi lì di fronte a me con una mano che mi accarezzava la fronte...ce l'avrei fatta, anche questa volta!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 10 - How do I live now alone, without you?

 
…: scusi….signor Fillion? Signor Fillion si svegli…
N: cosa? È?
I: signor Fillion sono un'infermiera del reparto…mi dia la bambina così evitiamo di svegliare tutte le nursery…
N: ah..ehm scusi mi sono addormetato…tenga…
I: stia tranquillo, non importa…spesso i papà alle prime armi non reggono lo stress e i ritmi del primi giorni, ci sono abituata…
N: …ehm si…cosa dovete farle?
I: niente, non si preoccupi…la porto di là al nido così la cambio e le do da mangiare…questa piccolina deve avere una fame da lupi per urlare così…può venire a prenderla tra una mezz'oretta…
N: o-ok…a dopo…ah scusi la domanda…ma che ore sono?
I: è quasi mezzanotte….
N: ok grazie…lei si è svegliata?
I: che io sappia no, però è normale con il ricostituente…penso si sveglierà a momenti…
N: ok, grazie…
I: a dopo…bimba di ciao a papà

Papà, non ho mai sentito parola più bella, peccato che io non sia il suo papà…non ho idea del perché non abbia contraddetto l'infermiera, mi sembrava così reale che non ho osato…
 
S: mm…N-Nathan…
N: ciao Stana, ben svegliata…
S: ciao, ma che ci fai ancora qua? Che ore sono? Dov'è..
N: stai calma, non agitarti, una domanda per volta…allora, è quasi mezzanotte e la bambina è di là con l'infermiera…
S: come con l'infermiera?! È successo qualc…
N: no tranquilla…aveva fame e ha detto che le davano il biberon di là al nido…
S: vabbè ma mi potevate svegliare…l'avrei allattata io…
N: il dottore ha detto che sarebbe stato meglio di no, almeno per queste ore, così da non affaticarti troppo…
S: ah…vorrà dire che dovrò chiedere un tiralatte…
 
Un tira che? Oddio che imbarazzo…senza accorgermene ho fissato il suo seno, cioè sono in fissa sul suo seno…effettivamente è più grande di quanto mi ricordassi…Nathan, Nathan smettila subito di pensare a lei nuda, capito?!
 
S: Nathan? Ehi Nate, ci sei?
N: è? Si scusa, pensavo…
S: si certo…stavi pensando in fissa su…?
 
Adesso è lei che è arrossita di botto…deve essersi accorta della gaffe…io me la rido sotto i baffi, fa troppo effetto questa situazione…
 
S: non ridere assolutamente Nat!
 
Mi blocco…quando pronuncia quel nomignolo, che era solita usare solo lei, mi paralizzo…anche lei se ne deve essere accorta perché mi fissa come bloccata…
 
N: è un sacco di tempo che nessuno più mi chiama così…
S: scusa non lo sapevo…
N: ma non ho detto che non mi piace anzi…
 
Lei mi sorride, io le sorrido ed in un attimo, come se fosse una cosa normale, la mia mano scivola sul lenzuolo bianco del letto e raggiunge la sua…il suo sguardo si posa come stupito sulle nostre dita intrecciate, ma l'espressione dubbiosa dura un attimo: appena l'incastro delle nostre mani diventa reale, lei sistema meglio le sue dita tra le mie e mi stringe la mano, come per farmi capire che in fondo in fondo anche lei in questo momento sta pensando quello che passa per la testa a me: è troppo tempo che le nostre pelli non entrano in contatto, ed ancora oggi dopo mesi è un'esperienza di sensazioni e scariche elettriche quasi surreali. I nostri occhi si incatenano tra loro, i miei si rispecchiano nei suoi e sembra che cerchino di parlare per noi: quante cose vorrei dirti Amore mio, ma come faccio? Come faccio a dirti che in questo momento non vorrei altro che stringerti tra le mie braccia e baciarti?
 
S: la più bella stretta di mano di sempre…

Lo dice spontanea, questa volta la battuta l'ha recitata lei…ancora una volta i miei occhi sono su di lei, ma quello che ora vedo è imbarazzo, timore, paura…
 
S: s-scusa, non dovevo…
N: tranquilla, non è successo nulla…
S: come non…
N: è stata solo una stretta di mano tra amici…
S: amici?!
N: si, amici…due vecchi amici che si sono rincontrati dopo tempo...
S: come se lo fossimo mai stati…
N: che intendi?
S: che non siamo mai stati solo amici…eravamo tutto tranne che amici se ben ricordi…
N: è inutile che parli con quel tono accigliato, perché se ben ricordi quello che eravamo è andato a scatafascio non di certo per colpa mia…
S: si, certo come no…
N: ah si?? Perché sarei io vero che mi sono scopato un'altra mentre stavamo insieme??
S: n…
N: sono io quello a cui non è bastato quello che avevamo? Sono io quello che è stato talmente stupido da rimanere incinta alla prima botta e via? Sono io che…
S: basta! Taci!
N: no, non la smetto…come puoi accusarmi di una cosa così? Io ci tengo, anzi ci tenevo a noi due più di quanto lo facessi tu…
S: non è vero!!! Se proprio dobbiamo dirla tutta, non sono io quella che non voleva avere figli…
N: eh? E questo cosa centra?
S: centra…centra Nathan…
N: che vorrebbe dire che centra?
S: che ero incinta cazzo! E che non c'è stato nessun altro…
 
Sono paralizzato di nuovo, non sento più nulla: è come se mi avessero staccato il corpo in questo momento, il cuore non batte più…la guardo negli occhi lacrimanti e un fulmine a ciel sereno mi squarcia la mente…incinta, lei era incinta…lei ora ha una bambina e se non c'è nessun altro, vuol dire che Kate…dopo i primi istanti di euforia, il cervello si mette in moto e collega il tutto…Kate è mia figlia e Stana mi ha raccontato una balla, mi ha mentito…mi ha tenuto lontano da lei…ha deciso arbitrariamente che non l'avrei voluto un figlio nostro.
La guardo negli occhi e capisco che quello che ha detto non è stato comandato dalle sinapsi cerebrali, ma dalla rabbia per cui anche lei sta decodificando quello che mi ha vomitato addosso…io però non posso far finta di niente…cazzo mi ha tenuto lontano da mia figlia…e poi che vuol dire che un figlio non lo volevo??
 
N: dimmi che è la rabbia che ti ha fatto parlare…dimmi che non è come penso che sia…dimmi che la tua bambina non è la nostra bambina…
 
Sono ormai in preda all'emozione e la voce sulle ultime parole si incrina, segno che tra poco qualche lacrima solcherà le mie guance…
 
S: i-io..mi dispiace Nat..
N: non chiamarmi Nat…
S: mettiti nei miei panni…cosa avrei dovuto fare??
N: nei tuoi panni???? Ma mettiti tu nei miei…come ti sentiresti se la persona che ami ti dicesse di averti tradito, dopo sei mesi scopri che ha avuto una bambina che lei stessa dice di non essere tua quando invece lo è???
S: Nat…io
N: ti ho detto di non chiamarmi Nat accidenti!!
S: piantala di urlare…come ti ho già detto non sei l'unico ad aver sofferto…
N: Stana ma ti rendi conto di quello che hai fatto??? Mi hai mentito sulla mia bambina, e non una, ma ben tre volte…
S: i-io non sapevo…
N: non sapevi cosa? Eh? Cosa non sapevi???
S: tu hai detto che non eri pronto per un figlio, che non lo volevi…sei stato tu ha distruggere la nostra famiglia!
N: ma quale famiglia eh? Quale nostra famiglia??? Una famiglia presuppone lo stare insieme, l'amarsi…
S: e io ti amo!
 
Sbaaam, mi ha detto che mi ama, cioè lei mi ama ancora…ma come si fa a dire ad una persona che la ami urlandogli contro con tutta la rabbia che si ha in corpo? Come si fa a dire a una persona che la ami quando fino a tre minuti prima le stavi mentendo??? Sono stordito da tutto: dalle sue lacrime, dalla verità, delle mille emozioni che mi stanno letteralmente prendendo a pugni…avrei voglia di urlarle contro anche io, ma in questo momento sono svuotato di tutto, mi sembra di non avere più le forze…le parole mi escono sommesse, come se fossero un segreto da celare al mondo…
 
N: come fai a dire che mi ami se hai taciuto la verità più grande che ci sia? Come ti permetti di urlare che mi ami e che ho distrutto la nostra famiglia quando fino a tre secondi fa nemmeno sapevo di averne costruita una? Stana se veramente mi avessi amato, non mi avresti mentito…
 
E con lo ultime forze rimaste mi alzo dalla sedia e mi dirigo verso la porta della stanza; una parte di me vorrebbe girarsi verso di lei, ma l'altra metà è cosciente che non riuscirei a sopportare oltre la vista dei suoi occhi pieni di dolore.
Così metto la mano sulla maniglia e spingo forte, oltrepasso la soglia ed comincio ad attraversare il corridoio: guardo negli occhi le infermiere che quasi scioccate mi fissano, ed io solo ora mi rendo conto che siamo ancora in ospedale e che la scenata a cui ho preso parte poco fa probabilmente l'ha sentita l'intero reparto.
Abbasso gli occhi in segno di scuse e poi anche il capo, come fanno i bambini quando sanno di essere nel torto e cercano perdono dai genitori; l'infermiera che prima ha preso Kate mi viene incontro con la bambina tra le braccia ed io non so che fare…
 
N: mi scusi, veramente scusate per poco fa…
I: stia tranquillo, le stanze hanno le pareti spesse…piuttosto mi scusi lei per le battute sul papà di prima, io non sapevo veramente…
N: non si preoccupi…
I: è che quando ho visto lei con in braccio la bimba, ho subito pensato che fosse il padre, siete così simili…
N: posso?
I: si certo tenga…anzi se vuole può pure portarla in stanza dalla mamma…magari con lei riuscite a chiarirvi…
N: la ringrazio, ma no…è meglio che la porti lei…io devo ancora metabolizzare tutto…e poi penso che sarebbe solo peggio se rientrassi…
I: ok, però scusi se mi permetto di nuovo..non è mai troppo tardi per chiedere scusa…ci pensi…
N: grazie mille…
I: le lascio salutare la sua bambina…se vuole di lì c'è un salottino, io la aspetto al bancone delle infermiere…
 
Mi dirigo verso le poltroncine del salottino, ma le mie gambe lavorano da sole perché i miei occhi sono incantenati a quelli di Kate: questa bambina mi ha stregato…ma che dico, io mi sono proprio innamorato di lei…le sfioro una manina con un dito e constato che il mio indice è grande quanto la sua mano…appena le tocco il palmo, lei di riflesso stringe le sue ditina attorno al mio dito e quello che provo è indescrivibile…ecco perché dicono che il primo contatto con il proprio figlio è indimenticabile, perché in quell'istante sei attraversato da continue scariche elettriche ed all'altezza del cuore senti un calore tale che sembra che il cuore stia bruciando.
 
N: ciao tesoro, sei così piccola…sei così fragile…ma non ti preoccupare c'è il tuo papà qui con te e non ti lascerò mai più, hai capito? Ci sarò sempre per proteggerti perché tu sei la mia bambina, quella che mi ha rapito il cuore appena ti ho vista…ti voglio già un bene enorme…
 
Una lacrima mi scivola lungo il viso e finisce sulle tue guance, facendoti aprire gli occhi…i nostri sguardi si incatenano e mi accorgo che i tuoi occhi sono uguali ai miei…ti voglio bene piccola mia!



 

Angolo mio: eccomi di nuovo!!!! eeeee voilàààààà surprise!!!!!!!!!!!!
ciao, io scappo...vorrei evitare si essere uccisa ahahahh
alla prossima!
  
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