ATTENZIONE,
SPOILER COLOSSALI A PROPOSITO DI NICO DA THE HOUSE OF HADES! (pfff, ma chi prendo in giro? Tanto ormai lo sapete tutti...)
IO VI HO AVVISATO, EH.

 
 






 





 
Buonanotte, soldatino.
 
 
Nico non riesce a dormire.
Per quanto assurdo possa sembrare – vista la semplicità con cui mette a dormire gli altri – il sonno non è una cosa che gli sia mai venuta facile: da bambino, quando Bianca era ancora con lui, c’erano lunghe notti solitarie in cui si girava e rigirava tra le lenzuola sempre più sfatte, troppo eccitato dalle novità del ventunesimo secolo per riuscire a riposare decentemente.
Quando poi Percy Jackson era entrato nella sua vita e Bianca ne era uscita, le emozioni che lo tenevano sveglio erano diventate rabbia e dolore. E Nico aveva avuto paura. Paura di quello che avrebbe visto se solo si fosse addentrato anche per poco nel mondo dei sogni.

Ma tutto aveva finito per risolversi per il meglio e Nico aveva imparato a perdonare. Il lento guarire delle ferite, però, - come se non avesse avuto diritto neanche ad un attimo di pace - lo aveva lasciato ad affrontare un sentimento che cresceva forte nel suo petto e che Nico sentiva sbagliato. E col passare del tempo era andata sempre peggio: Nico aveva iniziato a precipitare lentamente verso il centro di un buco nero di cui non vedeva la fine.

Inaspettatamente, la soluzione dei suoi problemi era arrivata dall’ultima persona da cui si sarebbe aspettato aiuto: Jason Grace.

Nico lo aveva odiato, all’inizio, per aver turbato il precario equilibrio di auto-afflizione che regolava la sua vita e averlo costretto ad ammettere la cosa che in assoluto lo faceva soffrire più di tutto.
Ma poi Jason c’era stato quando Nico aveva avuto bisogno di lui. Lentamente, con fastidiosa costanza, aveva saputo fargli capire che in lui non c’era nulla di sbagliato. E Nico, per quanto non l’abbia mai ammesso, gli è grato.

Da quel momento le cose sono andate meglio. Le persone da cui non si aspettava altro che odio hanno saputo dargli amore, quando Nico ha trovato il coraggio di parlare. Per la prima volta da troppo tempo, ha saputo cosa volesse dire avere chi si prendeva di cura di lui senza segreti o stupidi pregiudizi di mezzo. E la fiammella che un tempo ardeva ostinata nel suo petto, pian piano, si è anche spenta; e di quello che Nico provava per Percy è rimasto solo il ricordo. Un ricordo dolce, delicato, che a Nico di tanto in tanto piace riportare alla mente con la tranquillità che riguarda quei vecchi dolori che sai essere passati.

Certo, sa bene che le cose non potranno mai essere come prima, che Bianca non potrà mai tornare, ma – e questa è una cosa che ha imparato da Hazel – solo perché una delle cose che amavi è perduta non vuol dire che tu non possa trovare qualcos’altro che sappia renderti felice. In un modo diverso, che certamente non ti saresti aspettato, ma non per questo meno bello.
Nico ha capito che andare avanti non significa dimenticare, ed è questo che gli ha salvato la vita.
C’è voluto un po’, ma ha trovato la sua strada. Ha accettato se stesso per quello che è. Ha smesso di sentirsi un errore, un giocattolo rotto nelle mani di dei crudeli.

Però Nico ancora non riesce a dormire.
Si chiede allora quale sia, questa volta, l’emozione che lo tiene sveglio.
Poi una teoria si fa strada nella sua testa. Sembra assurdo, davvero, - e così inaspettato! - ma una piccola parte di lui inizia a credere che quella sensazione calda nel suo petto che non lo lascia riposare sia felicità. Timida e discreta felicità.
Qualcosa che Nico temeva di aver dimenticato e che ora saluta come un vecchio amico.

E se è così è anche grazie a lui.

Lui che non è per nulla com’era Percy Jackson e che eppure Nico ha imparato ad amare. Lui che la prima volta che si sono incontrati gli ha sorriso con le guance che si facevano rosse. Lui che dorme rannicchiato affianco a Nico, il viso tranquillo di chi non fa brutti sogni affondato nella sua spalla, e la bocca appena aperta, a russare piano. Lui che… beh, Nico non sa se amerà per sempre. Non sa se sarà quello giusto.
Ma sa che ha voglia di scoprirlo, e questo gli basta.
 
Il pensiero lo fa scivolare piano nel dormiveglia. È negli ultimi barlumi di coscienza che Nico, per un qualche motivo solo ora, ricorda all’improvviso la ninnananna che Bianca era solita cantargli la sera, quando non aveva più di quattro o cinque anni.
Com’è che faceva?
Sei il mio soldatino, la ragione per cui vivo. Non ti scordar di me, io veglierò su di te.

Forse perché sta già un po’ sognando, a Nico sembra quasi di sentirla cantare di nuovo.
 
 
 
Note:
Ok, va bene, a quanto pare ci sto prendendo gusto a scrivere fic spoilerose su Nico. Però, mi dispiace sul serio per voi, ho l’impellente bisogno di vederlo felice. Non mi frega nemmeno chi sia quel Lui di cui parlo qui sopra: per quanto mi importa potrebbe essere pure un telchino zoppo con pessime abitudini alimentari, purché renda felice il mio bambino. Le frasi della ninnananna di Bianca sono ovviamente da Nico’s lullaby, di Paola Bennet, che sono sicura già conoscerete.
E con questo mi eclisso.
Lynn.
p.s. ok, no, non è vero che mi eclisso. Ma l’avete sentito che Nico avrà un suo punto di vista in The Blood of Olympus?!? Non sto già più nella pelle. Mi chiedo se e in quale stato arriverò a ottobre…