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Autore: imperfectjosie    12/05/2014    2 recensioni
Sei tutto ciò di cui ho bisogno. E nello stesso tempo, ciò che infrange ogni mio sogno.
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« S-Sasuke, ma che- »
« Cosa ci faccio qui? » lo anticipò, accovacciandosi per fissarlo meglio negli occhi. Uno strano rossore si impossessò delle guance del biondo, che ancora sorpreso lo osservava.
« Dimmelo tu, Dobe » continuò serafico, sedendosi accanto a lui.

|Naruto/Sasuke|
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Fandom: Naruto (Shippuuden)
Pairing: Sasuke/Naruto
Rating: Arancione
Note: Sasuke ha qualche dubbio e da bravo calcolatore quale è, raggiunge Naruto, in cerca di risposte.


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Di parole non dette, dubbi e sangue.


 

Il tuo cuore pulsa e percuote,
non saprò mai se mi pensi, o se menti sui sentimenti.
Ho ripensamenti e risentimenti.
Amore e odio li confondo,
il bene e il male sullo sfondo, il loro scontro antico più del mondo.
Sei tutto ciò di cui ho bisogno,
e nello stesso tempo, ciò che infrange ogni mio sogno.



« Ehi, Juugo, secondo te a cosa sta pensando Sasuke? »
La rossa si curò di mormorare appena alle orecchie del ragazzo, seduta ai margini di una grotta nascosta dalla fitta boscaglia. Conosceva bene il carattere irruento del moro e non aveva alcuna intenzione di farsi scoprire. Il compagno si ritrovò a fissare il profilo pensieroso del leader, volgendo poi tutta l'attenzione sulla ragazza.
« Non ne ho idea, Karin! » borbottò di rimando, facendo attenzione a posizionare le mani intorno alla bocca «Si comporta così dall'ultimo incontro con quell'assurdo biondino. Ma devo dire che la cosa è abbastanza preoccupante. Quella squadra di marmocchi ci sta sempre alle costole, decisa a riportarselo a Konoha. Che seccatura! » snocciolò, sbuffando l'ultima frase con evidente ansia.
Detestava quel gruppo di perdenti e sembravano così interessati a Sasuke che quasi la cosa gli dava fastidio. La rossa, dal canto suo, vedeva Sakura come una rivale in amore, ignara che la persona di cui avrebbe dovuto preoccuparsi, fosse un'altra.
« Che diavolo avete da confabulare voi due? Chiudete il becco! »
I due si irrigidirono all'istante, prestando la massima attenzione alla voce sinceramente irritata del giovane traditore. Rare volte il tono del moro assumeva sfumature emozionali, e in quel preciso momento, sotto allo scrosciare continuo della pioggia che copriva ogni lamentela di Suigetsu, l'inflessibilità di quelle parole suonava più che chiara.
Sasuke stava riflettendo. E detestava essere interrotto.
Seduto sulla roccia fredda, resa umida dal tempo, l'Uchiha pensava.
Continuava a rimuginare sulle parole di quel dannato Dobe, domandandosi cosa spingesse davvero quell'impiastro ad andargli così incontro. Si rifiutava di credere che fosse l'amicizia a muoverlo, quella da sola non poteva creare una voglia così intensa di riportarlo alla Foglia. No, c'era sicuramente dell'altro.
« Quel dannato idiota. Chissà cosa gli frulla per la testa! Naruto, maledetto! Ti prendi gioco di me. E' così? »
L'urlo del moro risuonò per tutte le pareti rocciose del rifugio, causando la caduta a terra di Karin e alcuni epiteti poco carini da parte del bianco, sistemato all'angolo destro, lontano dagli altri due compagni. Fu Sasuke stesso a zittirlo, minacciandolo con un chidori appena abbozzato.
Il leader si alzò, intimando al resto del gruppo di rimanere al coperto. Sarebbe andato di persona a chiedere spiegazioni a quella testa quadra. Ne aveva tutto il diritto!

Vagò sotto la pioggia, incurante delle potenziali scivolate che avrebbe potuto prendere, continuando a sgusciare di ramo in ramo. Il legno bagnato attutiva il suo corpo, ad ogni assalto tra gli alberi. Si morse il labbro. Dopo la sconvolgente rivelazione su suo fratello, era deciso a compiere quella vendetta che tanto lo avrebbe messo in pace con se stesso. Ma sacrificare le vite del Villaggio, significava sacrificare anche quella del Dobe. Sarebbe dovuta essere la prima a venire presa. Era convinto che quel babbeo avrebbe preso la prima linea in combattimento, e per riuscire a sfondare i cancelli di Konoha, si sarebbe dovuto sincerare della sua morte. E Sasuke cominciava a vacillare. Ogni decisione ferrea, minacciava di crollare per colpa di quegli occhi azzurri. Serrò la mascella. Prima di cambiare completamente le sue convinzioni, doveva essere certo di ogni piccolo presentimento. Con uno slancio più violento dei precedenti, lasciò l'ultimo ramo della foresta, spingendosi in alto. Direzione: quella che un tempo chiamava casa.

 

Il sole illumina la tua figura, io ne ricalco l'ombra per fissarla sulla sabbia,
ma ho paura che la rabbia di un'onda la renda insicura,
e ti porti via con lei in maniera duratura.
Ho gli occhi come una fessura, sono sospeso nel vuoto,
tu per me sei sconvoltura e il profumo del fior di Loto.
Ma non mi fido del tuo “sguardo Medusa”,
se vuoi puoi lasciarmi di pietra dentro una stanza chiusa.
Sui satelliti non ancora scoperti dove vorrei portarti, non riesco a trattenerti,
non posso averti. Ti sogno ad occhi aperti, i miei orizzonti incerti,

ma sono io quello che cerchi.

 

« Naruto? Ma dove diavolo si è cacciato quel pozzo senza fondo. NARUTO? »
L'urlo della ragazza riempì le vie del Villaggio. Cambiando strada di tanto in tanto, setacciò ogni angolo alla ricerca di quell'impiastro del suo compagno di squadra. Si era spazzolato mezze riserve di ramen, lasciando un conto impagabile a suo nome. Una vena decisamente più grossa del dovuto, minacciò di esploderle da un momento all'altro.
« Appena lo trovo, lo distruggo! »
Un pugno degno dell'allieva di Tsunade si abbattè contro il muretto del viale, mandandolo in frantumi. Lo sguardo del fruttivendolo accanto era impagabile.
« Sakura-chan, calmati » azzardò la voce pacata di Hinata.
Quella ragazza aveva il potere di infondere tranquillità al prossimo. E in un secondo momento avrebbe pure funzionato. Ma il conto che le si era parato davanti, una volta entrata da Ichiraku, non voleva proprio abbandonare la sua mente. Sarebbe stato inutile.
« Calmarmi? CALMARMI? Hinata, tu sei troppo buona con lui! E' solo una dannata testa quadra »
Poco lontano da lì, abilmente nascosto dietro una siepe, un ragazzo biondo dai capelli sparati in aria osservava la scena terrorizzato.
« Accidenti, Sakura-chan è proprio furiosa! Meglio sparire per un po'. »
Spostò il corpo nella direzione opposta, tirando su i talloni per evitare di essere scoperto.


Camminava da parecchi minuti ormai e quasi senza rendersene conto, si trovò alle porte del Villaggio. Respirando a pieni polmoni, l'eroe della Foglia si beava di quella pace che aleggiava intorno a lui. Il cielo era di un azzurro limpido, il Sole raggiungeva ogni angolo buio della foresta che aveva di fronte, illuminando persino le parti più coperte. C'era una sottile brezza leggera a scompigliargli i capelli, divertendosi a renderli ancora più indomabili. Preso da un momento di euforia, Naruto si allontanò del tutto da Konoha, ridendo in direzione del laghetto che bagnava il prato poco distante. Fonte d'acqua per la sua casa. Ricordava di quando il maestro Kakashi li portava proprio nei pressi di quella pozza per allenarli. Ai tempi era poco più di un bambino, ma con un sogno grande da realizzare. Pensò al volto sorridente di Sakura, a quello preoccupato del suo sensei e poi, al suo. Freddo, quasi glaciale. Odiava Sasuke, eppure con gli anni la stima verso quel misterioso ragazzino era cresciuta, diventando forse qualcosa di più. Si rendeva conto di mettere in pericolo le vite dei suoi amici, ma non riusciva a lasciarlo andare, non voleva che il male si prendesse anche lui. Aveva preso i suoi genitori, il maestro Jiraiya, suo mentore. E quel dolore era così straziante, che l'idea che si prendesse anche Sasuke era quasi inconcepibile.
« Che meraviglia di giornata! » sentenziò felice, bagnandosi il viso con l'acqua del lago. Inspirò a pieni polmoni, strizzando gli occhi verso il cielo.
« Ma guarda. Sembri proprio una ragazzina mestruata. »
Il sarcasmo di quella voce lo fece voltare, minacciando il suo cuore di perdere qualche battito. Appoggiato alla corteccia di un albero, la figura del moro osservava la scena divertita. Con un mezzo sorriso, si staccò dall'albero, raggiungendo Naruto in pochi passi.
« S-Sasuke, ma che- »
« Cosa ci faccio qui? » lo anticipò, accovacciandosi per fissarlo meglio negli occhi. Uno strano rossore si impossessò delle guance del biondo, che ancora sorpreso lo osservava.
« Dimmelo tu, Dobe » continuò serafico, sedendosi accanto a lui.
Quella scena portò alla mente di Naruto ricordi lontani e dolorosi. Perchè lui non c'era, lui se n'era andato, lasciandolo solo. In due la solitudine era più sopportabile, sentiva che Sasuke poteva capire il suo stato d'animo e quando era insieme a lui, si sentiva accettato e sopratutto capito. Per la prima volta nella sua vita.
« EHHHH? » elargì, puntandogli il dito contro ancora più scioccato. « Ohi, Teme! Cerca di non fare il furbo con me! Che diavolo ci fai qui, Sas'ke?! E dove sono i tuoi compagni? » domandò, rosso in volto. Un po' per la rabbia, un po' per l'imbarazzo di riaverlo così vicino.
Il ragazzo sghignazzò divertito.
« Sei la solita testa quadra! Ma come? Hai passato gli ultimi anni a rendermi la vita un inferno per farmi tornare e ora che sono qui mi inveisci contro? » chiese retorico, guardandolo dritto negli occhi. Naruto deglutì nervoso. Ma cosa stava blaterando quel deficiente? E perché? Punto sul vivo, avvicino il viso a quello del moro, sfidandolo apertamente.
« Tornare? Ma cosa stai dicendo? Mi prendi in giro? »
« Sono qui per farti una domanda. Itachi mi ha insegnato il beneficio del dubbio, perciò per la sua memoria voglio essere certo di camminare nella strada giusta. Cosa provi per me? »
La reazione di Naruto era prevedibile. Si alzò in piedi di scatto, come se sull'erba ci fosse qualcosa di pericolosamente appuntito. Il volto in fiamme e quel silenzio spezzato dal canto di qualche volatile, furono per Sasuke una risposta più che eloquente.
Veloce, come Orochimaru gli aveva insegnato, strinse il polso del biondo, costringendolo a finire steso sull'erba fresca. Senza troppe cerimonie, ci si accomodò sopra, impedendogli qualsiasi via di fuga. Non era certo arrivato fin lì per alcune scenette futili e imbarazzate. Voleva di più. Fulmineo, si sfilò la spada, facendo intendere all'ex compagno che non aveva alcuna intenzione di combattere. Come anni addietro, alla Valle della Fine, posò la sua fronte nivea su quella decisamente più abbronzata di Naruto, pretendendo risposte concrete.
« Sto aspettando, Dobe. » lo esortò a continuare, soffiandogli le parole direttamente sulle labbra e stringendo la presa sul polso con forza.
Naruto in quel momento lo odiava. Odiava il modo che aveva sempre avuto di prenderlo in giro, incidendo sulla sua presunta debolezza. Quando era nei paraggi, riusciva sempre a farlo sentire inadeguato e indifeso. E solo con lui annullava ogni capacità di difesa.
« Non so a che ti riferisci, e non dovresti proprio stare qui! Presto mi verranno a cercare, se ti troveranno alle porte di Konoha, potresti fare una brutta fine. »
Cercava di stuzzicare il suo orgoglio, strattonando appena la presa sotto allo sguardo ormai rosso del moro. Gli schiacciava il corpo al terreno, premendo ogni arto contro la sua carne, quella sensazione di dolore era quasi piacevole e per l'ennesima volta, arrossì.
Sasuke dal canto suo abbozzò un leggero sorrisetto di sfida che ebbe cura di far innervosire Naruto ulteriormente. Il maestro Kakashi aveva ragione. C'era di più a spingerlo verso quelle missioni suicide per riportarlo a casa, molto di più. Ma il fatto che lo sharingan dell'uomo se ne fosse accorto, non imponeva a lui di confessarlo in giro.
Con studiata lentezza, il traditore andò a massaggiargli l'inguine, l'eredità degli Uchiha aveva già ampiamente risposto alle sue domande ed ebbe una piacevole sorpresa a quelle risposte. Poteva volgere la situazione a proprio favore, portando l'ex compagno allo stremo. Alle dite bianche e leggere del ragazzo, Naruto sussultò.
« S-Sasuke? M-Ma che f-f-aah-i? » domandò incerto, senza riuscire a mascherare un sottile gemito.
Il suo aguzzino ghignò.
« Un uccellino mi ha detto che ti piacerebbe tanto. Dì un po', testa quadra, non ti sarai preso mica una cotta per me? » chiese, abbassando il tono di voce.
Tuttavia non si sarebbe mai aspettato che quel dannato piano gli si ritorcesse contro. Si morse il labbro. Aveva l'intenzione di far soffrire il Dobe, eppure la stoffa troppo stretta del suo kimono gli suggeriva che la cosa turbava pure lui.
« COSA? M-Ma non è- »
Alla voce roca del biondo, Sasuke perse ogni barlume di coscienza, afferrando l'erezione ormai evidente dell'ex compagno, che subito ansimò.
Odiava provare qualcosa per quell'idiota, detestava passare tutte le sue giornate escogitando metodi e missioni per riaverlo tra i piedi. L'odore di sangue e battaglia gli impregnava le narici, misto ad una fragranza più dolce. L'odore della sua pelle. Sasuke profumava di buono. E infondo Naruto aveva sempre creduto che lo fosse, buono. Una persona buona di cuore, contro ogni danno che aveva arrecato al Villaggio ed ogni apparenza. Comprendeva perfettamente la vera natura di quell'animo, che continuava ugualmente ad essere macchiato. Rabbia, oscurità, dolore e morte.
« N-Naruto, p-perchè? Dimmelo » lo incitò ulteriormente, ormai schiavo di quella strana sensazione che gli aveva violato la pelle, finendo ben più in profondità. Naruto aveva scoperto che per guardare nel suo cuore, non serviva combattere. Finalmente ci stava riuscendo. Guardava in silenzio, accaldato per le attenzioni che il moro gli stava dando, le corde del muscolo vibrare sotto al suo tocco. Con una mano era andato a sfiorargli i pettorali scoperti dal kimono, e dopo averlo fatto si era beato della reazione che aveva ottenuto. Sembrava quasi poter sentire l'anima, la vera anima, dell'Uchiha reagire istintivamente a quel contatto, pregando di essere salvata. E l'avrebbe fatto. Perchè sì, perché così aveva promesso a Sakura, così aveva dichiarato di fronte a tutti i suoi amici e maestri. E poi... e poi. Già, e poi, Naruto? Si chiese mentalmente. Lasciò che il morso dato al suo stesso labbro inferiore liberasse piccole gocce di sangue, portate via dalla lingua attenta di Sasuke. A quel contatto, tremarono entrambi. E poi, perché lo amava.
« P-Penso di avere un grosso problema » sentenziò, con un velo di finto divertimento.
L'Uzumaki si alzò di scatto, portando il busto in avanti e costringendo il moro ad arretrare di una spanna. Lo sguardo pece e attento dell'ex compagno scrutava ogni particolare del suo viso.
Naruto sorrideva.
« Kimi wo Aishiteru* » liberò finalmente il suo cuore, sotto lo sguardo allucinato e confuso della persona che adesso lo guardava quasi come fosse la prima volta.
Con un lieve rossore sulle gote, Sasuke liberò la presa su quei polsi che adesso tremavano d'emozione. Si sentiva ancora palesemente eccitato e quelle parole ebbero cura di far pulsare la sua eccitazione ancora di più. Agguantò la spada, tenendo gli occhi bassi e curandosi di coprire ogni espressione con i ciuffi corvini dei suoi capelli. Credeva ad una potenziale cotta, ma quello era ben più potente di ogni sua aspettativa. A mente lucida avrebbe sicuramente riso di quelle parole, ma si sentiva così sconvolto da non riuscire a proferire neppure un fiato. Si alzò immediatamente, sotto lo sguardo confuso del biondo.
« Sasuke? » azzardò, incerto.
« Sei davvero un Dobe » decretò, liberando un lieve sorriso. Il primo senza traccia di scherno o cattiveria. E a Naruto mancò un battito.
« Saresti disposto a farti uccidere da me, perché mi ami? E' questo che stai dicendo? E del fatto che di te a me non importi proprio un fico secco, non ti importa? »
Era quasi un urlo. A quel tono, anche Naruto si sollevò in piedi, portandosi a poche spanne da quel volto così provato dalla sofferenza, così stanco, che chiedeva silenzioso una carezza. E gliela diede. Leggera, appena percettibile, ma sincera.
« No, non mi importa. Ti ripeto quello che ti ho detto l'ultima volta che ci siamo visti: se vuoi continuare con questa assurda vendetta, moriremo insieme. Mi farò carico del tuo odio, lo sopporterò in silenzio e poi lascerò questo mondo con te. »
Il moro digrignò i denti. Quell'insopportabile pasticcione non sarebbe mai cambiato. Così sicuro, così spontaneo da risultare quasi fastidioso. Si era sempre sentito più forte di lui, ma c'erano ambiti in cui non lo avrebbe mai raggiunto.
« Non mi incanti, Sasuke. Questa è casa tua, puoi tornare quando vuoi. Me ne infischio dell'Hokage e di tutti gli altri, mi batterò perché tu ti senta di nuovo accettato e so che una parte di te lo vorrebbe. »
Continuava a sorridere, senza abbandonare quella guancia neppure per un secondo. L'Uchiha punto sul vivo schiaffeggiò via quella mano, ma di questo Naruto non si preoccupò. Lo aveva visto una marea di volte combattere in quel modo contro le emozioni, non se ne stupiva più. Al minimo accenno di amore, Sasuke si chiudeva a riccio, respingendo ogni sensazione. Avrebbe lottato anche contro questo aspetto di lui.
« VEDI DI LASCIARMI IN PACE, HAI CAPITO? IO DISTRUGGERÒ QUESTO DANNATO VILLAGGIO E TU SARAI IL PRIMO A MORIRE! »
Gli urlò in faccia, senza impedire alle lacrime di bagnare il viso del biondo, che con un sorriso continuava ad ascoltarlo in silenzio. Dolore, troppo dolore da liberare. Naruto osservava quell'odio senza proferire parola, come gli aveva promesso che avrebbe fatto.
Guardando per l'ultima volta gli occhi pieni d'amore dell'ex compagno, si voltò, correndo in direzione della foresta più fitta. Di albero in albero, ad ogni suo passo un ramo si spezzava.
« Sei un Dobe, sempre il solito Dobe! Naruto, ti prego liberami la strada quando sarà il momento, non voglio farti del male. »
Un sussurro che il biondo non poteva sentire, eppure in quel cuore lo aveva visto chiaramente. Sasuke non si era nemmeno accorto della violenza che aveva subito, stava diventando bravo. Aveva scrutato negli angoli più nascosti di quell'animo sporco e compromesso, osservando estasiato una piccola luce abbagliante, solitaria ma resistente, che portava il suo nome.



END.


= Ti amo
  
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