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Autore: Alisa Sato    13/05/2014    0 recensioni
[Binbougami ga!]
L'ultimo anno del liceo per Ichiko e Momiji, che continua insistentemente a volerle catturare la fortuna; però quest'ultima ha dei ripensamenti su quello che accadrebbe dopo, cosa farà allora Momiji?
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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§ Ichiko §
Ultimo anno di scuola. Il diploma è alle porte e restano solo alcuni istanti per poter stare insieme. Momiji non fa altro che assillarmi, nel privarmi della mia fortuna che è, come sempre, alle stelle.
Oggi, però, è particolarmente scontrosa. Cerca in tutti i modi di prendermela, ma io ovviamente non voglio e iniziamo a menar le mani di brutto. Ad un tratto, mi ferma i polsi tra le sue mani e mi blocca al muro. Non so cosa fare o dire. I suoi occhi ambrati mi stregano e mi è inevitabile arrossire. Se ne accorge e si avvicina spaventosamente a me, sfoggiando un sorriso sbieco.
“Ma tu guarda.. Non riesci a ribattere in questa posizione?” La sua voce profonda e il suo respiro caldo mi fanno trasalire, quando mi parla all'orecchio.
“Sta zitta.. Togliti di sopra.” La mia voce trema, non sembra che mi appartenga. “Ti ho detto di levarti.”
“No, non lo farò; sei troppo vulnerabile ora ed è la mia occasione.”
“Come pensi di farlo se non hai il raccoglitore?” La guardo e noto che sta ridendo, i suoi capelli cadono all'indietro e mi rivolge uno sguardo intenso.
“Esistono molti modi per prelevare la fortuna, mia cara Ichiko.” Si appoggia nell'incavo della mia spalla, affondandoci il viso, e mi paralizzo a quel gesto, respirando con affanno.
“M-Momiji …” La guardo di traverso e lei non si muove, la sua presa si fa più debole e sento un verso: sta russando. “Tu.. Sei una grandissima stronza!”
Le prendo il viso tra le mani e le do una ginocchiata, fu così forte che lei cade in ginocchio, svegliandosi del tutto. Si massaggiò la fronte, oltre al naso, completamente insanguinato.
“Ehi! Ma che diavolo ti prende?” Mi guarda irritata e poi si paralizza. All'inizio non capisco il motivo di tale reazione, poi comprendo. È perché sto piangendo.
“Sei una maledetta, idiota, Dea da quattro soldi! Non capisci nulla di quello che la gente sente! Ti importa solo di raccogliere la fortuna. Ti odio!” Le lancio contro la lampada, che c'era sul tavolino, e molto altro. Mi ferma nuovamente per i polsi ed io mi dimeno. “Lasciami!” Non dice nulla e continua a tenermi saldamente per i polsi. Stanca del suo atteggiamento, così egoista e strafottente, mi agito con più forza. Ancora non molla la presa e allora inizio a prenderla a testate. È irremovibile, ma io non mi do per vinta. Continuo a dargliele, finché lei non me ne da una, talmente violenta, che mi fa cadere sulle ginocchia.
“Ti sei calmata ora?” La sua voce ha una tonalità dolce, si mette sui talloni e mi prende in braccio; rimango sorpresa e cerco di scendere, ma mi rendo conto che non ho più le forze per farlo.
“C-Che intenzione hai?”
“Ti porto a letto.” Il mio viso s'imporpora e spingo la sua testa via da me, con i palmi delle mani, cercando di togliermi; lei borbotta irritata. “Ma che hai?”
“Sei una maledetta pervertita!” Lei sembra cadere dalle nuvole e inizia a ridere; la fisso stranita e mollo la presa. “Che ti ridi?”
“Pensavi che io..? Sul serio?!” Il volto mi diventa ancora più rosso e lo nascondo nel suo petto: è stranamente caldo. “Ichiko?”
“Scusami …”
“Fa nulla; non è la prima volta che qualcuno mi prende a pesci in faccia.” Ride piano e si incammina verso la mia stanza. “Non sei la prima a trattarmi così; ma tu hai un potere superiore rispetto agli altri e poi …” Lascia la frase in sospeso, senza finire quello che stava dicendo. Alzo lo sguardo verso il suo e noto un leggero rossore sulle gote della Dea.
“Poi cos'altro?”
“Niente; stupida ragazzina.” Gira il viso altrove e finalmente mi mette giù, sul materasso del letto, e mi segue. “Vedi di non rompermi le palle, okay? Anche io ho bisogno di riposo.” Si stende accanto a me, lasciando il braccio ingessato appoggiato sul cuscino.
“Momiji?”
“Vieni. È per scusarmi con te per poco fa.” Rimango allibita e la guardo sospetta.
“Non è che mi stai abbindolando per poi farmi qualcosa di losco alle spalle?”
“Vuoi oppure no? Comunque non sono così meschina come tu credi.” Non lo dice con far duro, come fa di solito. Sembra che si è addolcita. Non ribatto e mi appoggio a lei, con la testa sul suo petto e le mani sopra d'esso. Il suo respiro è calmo e sento il suo cuore pompare con forza.
“Momiji …”
“Mm?”
“Tu.. cosa volevi dire prima?” La stanchezza comincia a farsi sentire e cerco di stare sveglia. Sento il braccio con il gesso cingermi la vita e mi bacia la fronte.
“Nulla di cui ti debba preoccupare. Riposati.” Il ritmo regolare del suo cuore e quelle strane ma tenere carezze, mi fanno piano piano addormentare, facendomi cadere nel mondo dei sogni.

§ Momiji §
È strano vederla così indifesa e vulnerabile. Non mi è mai capitato, in passato, con tutte quelle persone; ma lei è la prima che mi ha vista in quel modo.
Dorme pesantemente ora, con il respiro calmo e leggero, mentre stringe tra le mani la salopette; la osservo per non so quanto tempo.
I capelli le sono leggermente cresciuti, da quando sono venuta da lei la prima volta. Il suo viso è lo stesso di allora, forse poco più maturo, e adoro molto il colore dei suoi occhi: un colore indefinito tra il verde chiaro e l'azzurro.
Volgo lo sguardo verso il soffitto, dove il lampadario oscilla dal vento, che soffia dallo spiraglio della finestra aperta. Guardo fuori quest'ultima e sospiro. L'estate è vicina, come il suo diploma. Dovrò dirle addio e lasciarla andare, quando le prenderò la fortuna. Ichiko …
Giro di nuovo la testa verso di lei e guardo le sue labbra, leggermente dischiuse, e una flebile voce uscire da esse; tendo l'orecchio per capire quello che sta dicendo.
“Momiji … Non lasciarmi …” Resto di sasso e la fisso: dai suoi occhi chiusi, due lacrime solcano le guance, poco arrossate, e si stringe a me, involontariamente.
Non posso lasciarla in questo stato, devo.. devo fare qualcosa. Guardo intorno e non vedendo nulla che fa al caso mio. Mi scanso di poco, in modo che lei non si svegli, e mi dirigo nel bagno. Capo, mi perdoni; ma Ichiko ha bisogno di me.
Mi prendo la divisa scolastica nera, che indossavo qualche volta e, dopo che mi sono spogliata e riempita la vasca, entro dentro d'essa. All'inizio brucia come il fuoco, poi mi cominciò ad insaponare e sento qualcosa smuoversi dentro di me; lei è pronta per uscire. Ichiko …

§ Ichiko §
Due braccia mi avvolgono con calore, come un respiro calmo e il battito irregolare di un cuore; apro gli occhi e mi vedo la Momiji umana, quella pulita e pura, che mi stringe forte a sé.
“Momiji?”
“Ichiko!” Mi prende il viso tra le mani e appoggia la fronte contro la mia. “Mi dispiace.”
“Eh?” Non capisco il senso delle sue parole. Perché si sta scusando?
“Perdonami; non volevo farti soffrire. Sai che l'altra me è testarda, egoista e strafottente, ma sono sempre io e mi dispiace che tu soffra a causa mia.” Vedo alcune lacrime scenderle dagli occhi color dell'ambra.
“Perché dici così?”
“Perché io …” Non finisce la frase. Ha il volto arrossato e le mani tremanti.
“Momiji?”
“Ichiko, io … Credo che … ti ami …” La sua voce è flebile e tremolante; mi lascia di stucco quando le sue labbra sfiorano le mie, aderendosi poi completamente ad esse.
È la cosa più dolce che io possa sentire, il suo corpo è rigido e le labbra non si staccano mai dalle mie; non ho la forza per spostarmi e manco voglio farlo.
Appena si stacca da me, si morde il labbro e china lo sguardo, visibilmente imbarazzata e mortificata.
“Da quanto tempo è che senti … questo per me?”
“Non lo so neanche io, so soltanto che non voglio lasciarti sola; non voglio che tu vada via e che mi possa lasciare dopo che ti diplomerai; non voglio lasciarti appena prenderò la tua fortuna. Preferisco morire così, come sono adesso, che restare nelle mie sembianze divine e doverti dire addio.”
La sua confessione è così sincera e così dura, che sento il cuore pomparmi con una velocità sregolata, le do un colpetto sulla fronte con le dita.
“Sei una sciocca. Non devi dire certe cose.”
“Ichiko?”
“Sono contenta che tu pensi questo.” Mi avvicino di poco e faccio sfiorare di nuovo le nostre bocche, scambiandoci un bacio. Rimane sorpresa da tale gesto, ma subito si stringe a me e ricambia il bacio appena dato, sussultando.
Il tempo sembra fermarsi, mentre continuiamo a scambiarci baci dolci, assaporandone anche l'amaro delle lacrime, ma pur sempre dolce a noi. Quando si stacca lei sorride appena e lascia che la mia testa sia appoggiata al suo petto, lasciandomi ascoltare il battito veloce del cuore.
“Mi prometti che non litigherai più con l'altra me?”
“Se lei non mi mette alle strette come al solito, non lo farò. Adesso che so tutto non potrei comportarmi come al solito.” Dico sinceramente e sorrido, congiungendo le mani alle sue.
“Non sperare in molto, ma possiamo provarci, no?”
“Ehehe.. certamente.” Detto questo, ritorno a dormire, con il sapore di pesca sulle labbra e con il calore dell'amore di Momiji. Veglia su di me e, prima che perdo del tutto conoscenza, sento che mi sussurra queste parole.
“Anche se passassero anni, secoli, millenni; tu sarai sempre nei miei ricordi.. Ti amo, Ichiko..”
  
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