Quasi Morto, di
Nuovo!
Ne
avevo fin sopra le scatole di doverci quasi rimettere
le penne ad ogni singola
missione nel ghiaccio. Martelli, Falci, assideramento, fiamme ed ora
pure un
fulmine in pieno petto. Che cavolo, ma, a parte qualche centinaio di
mostri
morti, che avevo fatto al destino per meritarmi questo trattamento del
cavolo?
Ok, però poteva andarmi peggio.
Poi,
la sensazione cambiò.
Il
primo senso che fu solleticato?
Il gusto, quando sentii una strana sostanza della consistenza
dell’acqua farsi
strada nella mia bocca. Qualcosa di molto schifoso, a mio parere. A
metà tra un
biscotto bruciato ed uno dei miei calzini dopo un impresa.
No,
non vorreste provarlo, credetemi.
Ad
ogni modo, credo che fu quasi più il saporaccio a
farmi rinvenire, mentre uno strano calore mi pervadeva le membra,
ridandomi
energia. Mossi piano le dite, cercando di capire dove fossi.
Sentendo la fredda pietra, compresi di essere ancora in cima alla Torre
di
Londra.
Sbattei
le palpebre e misi a fuoco il bel volto della
ragazza bionda che mi aveva aiutato. Sembrava incredibilmente sollevata
e
sentivo le sue dita stringersi sul mio petto, rendendomi conto che non
avevo la
maglietta addosso.
Arrossii
e provai ad alzarmi.
“Aspetta…”
mi disse lei, bloccandomi. “Non credo che tu
debba sforzarti.”
“Che
roba era?” Chiesi, schioccando la lingua, cercando
di cogliere il sapore vero e proprio della pozione. Un tentativo di
azzeccarne
gli ingredienti.
“Una
pozione di guarigione egizia.” Rispose,
semplicemente, con un sorriso, bloccando il mio ennesimo tentativo di
alzarmi.
“Setne…
dov’è?” Chiesi, arrendendomi al fatto
che
dovessi rimanere steso per terra. Odiavo mostrarmi debole.
“Non
preoccuparti è…”
Poi
si bloccò rimanendo a bocca aperta, mentre fissava
qualcosa dietro di sé, lontano dalla mia visuale. I suoi
occhi mandavano
bagliori, come se volesse tentare di fulminare qualcuno con lo sguardo,
se
avesse potuto.
Alzai lo sguardo.
Strabuzzai gli occhi.
La
Gleipnir era sciolta, lasciata a terra. Il mago era
libero e sorrideva, mentre, accanto a lui c’era un uomo
magro, dai lunghi
capelli neri, jeans strappati e maglietta nera attillata. Sorrideva
astutamente, come se avesse fregato, per l’ennesima volta,
qualcuno.
“Loki!”
Sbottai, cercando di alzarmi, sentendo di
nuovo, uno strano dolore irradiarsi dal mio petto. La ferita non era
ancora del
tutto rimarginata.
Il
Dio mi guardò un attimo, con i suoi due occhi
profondi e scuri, mentre mi faceva l’occhiolino, prima di
sparire insieme al
mago che, per poco, non mi aveva ucciso.
“No!”
Urlò la ragazza. “No! No, no, no, no, no! Non
è
possibile! C’eravamo quasi! QUASI! Avrei potuto rimandare
nella Duat quel
maledetto mago da due soldi! Dei dell’Egitto!”
A
quanto pare doveva tenerci molto a ributtare Setne
nella Duat, dato che si mise ad imprecare contro il cielo. Ci volle
qualche
minuto prima che riprendesse la calma. Sembrava stressata e non potevo
darle
torto. La serata non era proprio il massimo.
“Ok…
ok, Sadie Kane, rilassati… ti è
scappato… d nuovo.
Ma non temere, la prossima volta potrai prendere quel mago da strapazzo
e
ficcargli giù per la gola tutti i rotoli di papiro che
vorrai.” Disse,
massaggiandosi la fronte, mentre si
calmava.
“Ehi,
tranquilla… so come ci si sente.” Borbottai,
appoggiando la schiena al parapetto delle mura. Avevo assolutamente
bisogno di
riposo. Mi girava la testa.
Lei
sembrò essersi resa conto che ero presente,
perché,
all’improvviso si voltò subito verso di me e mi si
avvicinò. “Sicuro di non
avere problemi? Quell’incantesimo
ti ha
quasi ucciso.” Fece, subito, inginocchiandosi accanto a me.
“Ehi,
tranquilla… sto bene… be’,
più o meno, ma ti
posso assicurare che non è la prima volta che sono sul punto
di morire.”
Risposi con un sorriso rassicurante. Era una tipa energica, lo si
vedeva.
“Be’,
meglio che tu rimanga vivo. Grazie agli Dei c’eri
tu, quel mago da strapazzo mi avrebbe sconfitta, senza il tuo
intervento.”
Asserì, dandomi una mano ad alzarmi.
Barcollai
un attimo, ma mi ripresi. Ero abituato a non
mostrare la mia debolezza davanti agli altri. Ero un comandante,
dopotutto,
dovevo essere il primo a mostrarmi forte davanti al pericolo e anche
davanti
alle ferite.
“Scusa
per la maglietta… ma temo che non potrai
indossarla.” si scusò, mostrandomi ciò
che ne rimaneva: due stracci
insanguinati. Sbuffai. Sapevo che dovevo mettermi l’armatura,
prima di salire
le scale.
Intanto
lei si era avvicinata alle due ragazze che
avevo notato prima: avevano abiti impossibili da guardare. Una aveva un
paio di
tacchi vertiginosi che nemmeno la più snob delle figlie di
Reyja avrebbe mai
indossato, mentre l’altra aveva un paio di occhiali
brillantini che le davano
un aspetto stravagante è dire poco.
“Meno
male… sono solo svenute. Be’, dovrò
spiegare loro
di esser state rapite da un paio di corvi di un’altra
mitologia.” Borbottò,
contrariata. “Credo che non tornerò a Londra per
un bel po’… non vorrei che
Setne pensi di usarle ancora come esca o che, ancora peggio se la
prenda con i
miei nonni.”
“I
tuoi nonni sono di Londra?” Chiesi, mentre Hugin e
Mugin svolazzavano intorno alla torre, esultando alla loro
libertà ritrovata.
“Sì…
senti, ehm… posso chiederti una cosa?”
Aveva
l’aria crucciata, come se stesse riflettendo su
qualcosa di molto importante. Potevo immaginare a cosa stesse pensando:
anche
io mi ero chiesto come mai, all’improvviso, mi ero ritrovato
davanti un gruppo
di tizi che usavano strani incantesimi in lingua egizia. Con i
geroglifici. La
spiegazione poteva essere una sola: Dei Egizi.
“Tu
sei davvero figlio di Odino?” Chiese, dopo qualche
istante di silenzio.
Non
ebbi esitazione a rispondere: “Non posso negarlo.
Sì, sono figlio di Odino… tu invece sei figli
di?”
La
mia domanda sembrava legittima, dopotutto, essendo
un semidio, quando vedi qualcun altro con quei poteri, la prima domanda
che ti
fai è proprio: di chi sei figlio, come lei aveva fatto con
me.
“Io…
non sono figlia di una divinità.” Rispose,
però,
lasciandomi un po’ sorpreso, prima di continuare.
“È difficile da spiegare, ma,
in pratica, io sarei il… corpo mortale di una Dea,
più precisamente, Iside, Dea
della magia, nella mitologia Egizia.”
“Ah…”
Il mio cervello iniziò ad elaborare.
“Quindi… in
pratica è come se una divinità fosse dentro di
te, giusto?”
“Più
o meno… diciamo che io continuo ad essere me
stessa, solo che, capita, ogni tanto, che la divinità in
questione si…
impossessi, per così dire, del mio corpo. Ma io sono io. Ah,
per la precisione
sarei una maga della casa della vita.” Precisò
lei, sospirando. A quanto pare
stava perdendo la pazienza e la cosa non sembrava piacerle molto.
“D’accordo.
Ad ogni modo, piacere di conoscerti.”
Dissi, cercando di cambiare discorso. “Mi dispiace che sia
finita così. Ma chi
era il tipo che ho affrontato?”
“Un
tipo che odio.” Rispose, semplicemente, Sadie.
“È
un mago egizio che vuole tornare in vita e diventare un Dio. In questo
modo
potrà schiavizzare
l’umanità.”
Strinsi
i pugni mentre il sangue mi andava al cervello.
Avevo già conosciuto troppi megalomani avidi di potere. Come
quello
spaventapasseri do Octavian, o quel pazzo di Loki, o ancora Crono. Non
li
sopportavo: pensavano di poter sfruttare a loro piacimento le vite
degli altri
come burattini.
“Che
ci provi…” Sussurrai, stringendo i pugni.
“Finché
io e le orde saremo vive, non gli permetteremo di farlo! A costo di
doverlo
cercare in campo al mondo.”
Lei
parve ammirata dalla mia volontà, ma anche un po’
sospettosa. Forse la mia esplosione l’aveva messa in guardia.
“Non
sottovalutarlo. Setne è astuto ed è un bravo
manipolatore. Ha fregato un sacco di persone. Poco fa c’ero
quasi cascata anche
io.” Mi avvertì. Allora capii che non era
spaventata da me, ma da Setne e dal
fatto che potesse manipolarmi.
“Non
ho paura. Conosco tipi del genere… e non mi
sorprende che Loki l’abbia aiutato. Due come loro non possono
fare a meno di
intendersi. Ho già affrontato il nostro Dio degli
Inganni.” Risposi, ripensando
alla divinità che si era dileguata con il nostro
prigioniero.
“Aspetta…
mi stai dicendo che quel tipo che somigliava
a Tom Hiddleston era davvero Loki, Dio degli inganni del
film?” Chiese,
sorpresa.
Mi
sforzai di non ridere.
A
causa di film e fumetti, ultimamente, le nostre
divinità avevano dei piccoli problemi di
identità.
“Ehm…
non proprio… cioè, sì, è
Loki, però ti consiglio
di evitare di vederlo così. Sai…
l’aspetto di una divinità cambia a seconda di
come viene visto dalla maggior parte della gente. E Loki, ultimamente,
sta
davvero iniziando ad assomigliare all’attore.”
Dissi, trattenendo il riso.
“Ah…preoccupante…
non vorrei prendere a legnate Tom
Hiddleston… mi piace come attore.”
Borbottò lei, arrossendo.
“Be’,
sembra piaccia anche a Loki… ma lasciamo perdere,
sicuramente quel maledetto sta architettando qualcosa. Non mi sorprenderei a trovarlo
coinvolto in
qualche pericoloso intrigo a discapito nostro e di Asgard.
Dovrò parlarne con
mio padre, ed avvertire Percy ed Annabeth. Non vorrei che
siano…” Ma mi fermai,
non appena notai l’espressione che era comparsa sul volto di
Sadie: sorpreso,
imbarazzato e felice, tutto al tempo stesso.
“Tu…
conosci Annabeth Chase?” Chiese, con gli occhi
strabuzzati.
“Sì…
diciamo pure che ci siamo coperti molte volle le
spalle a vicenda. A quel che ho capito anche tu.” Risposi,
osservandola. Mi
chiesi da quanto tempo la figlia di Atena sapesse degli egizi e se
aveva avuto
tempo e voglia di comunicarcelo.
Non
che fossi assillante, ma se avessi saputo di un
pazzo mago egizio che voleva conquistare il mondo, forse, a
quest’ora, avrei
evitato l’ennesima quasi-morte che, ogni volta, mi capitava.
Uno di questi
giorni ci avrei davvero lasciato la pelle.
“Per
l’Egitto, sì! Qualche tempo fa mi aiutò
con una
faccenda parecchi spinosa. Se non ci fosse stata lei con il suo greco,
a
quest’ora, le divinità Greche ed Egizie sarebbero
diventate tutt’uno con quel
tizio che si portava un vaso in testa… come si
chiamava… ? Serpide, ecco!”
Fu
così che venni a sapere di una storia incredibile
che riguardava un Dio di mezzo che, per poco, non era riuscito ad
assorbire in
sé l’essenza delle Divinità Greche ed
Egizie, diventando, di fatto, uno degli
esseri più potenti mai visti, tanto da rivaleggiare con
Fenrir, o Ymir. La cosa
mi preoccupava non poco, dato che un essere del genere avrebbe potuto
mettere
in scacco anche Asgard. In compenso mi fece capire che Annabeth non
aveva
voluto avvertirmi nella speranze di tenere gli occhi di Setne lontani
dal Campo
Nord. Tentativo vano, dato che, il fatto che io e Sadie ci fossimo
incontrati,
era la prova che nemmeno noi eravamo passati inosservati.
“Che
ci provi! Finché le Orde saranno vive, non
permetteranno ad un mago pazzoide di conquistare Asgard.”
Sussurrai, stringendo
i pugni. Sapevo, però, che il solo fatto che fosse riuscito
a rapire Hugin e
Mugin, era la prova che con lui non bisognava scherzare.
“Be’,
il modo migliore per evitare che ci prenda di
nuovo di sorpresa, è quello che quanti più
semidei e maghi siano a conoscenza
dei suoi piani, anche se preferirei prenderlo a calci.”
Ribadì Sadie,
accigliata. “
“Be’,
speriamo di riuscire ad organizzarci. Sembra un
nemico pericoloso.” Borbottai, ripensando a tutte le mie
imprese passate. Avevo
una voglia incredibile di appendere la spada al chiodo e riposarmi per
un po’.
Per gli Dei, non ne avevo già passate abbastanza?
“Lo
spero anche io… dirò a mio fratello di
raddoppiare
gli sforzi in biblioteca. Ad ogni modo, dovremmo tenerci in
contatto… sai per…
ehm… organizzarci.” Propose Sadie, arrossendo
all’improvviso. “Annabeth mi ha
detto che i cellulari attirano i mostri. Tu ce
l’hai?”
“Oh…
sì, certo. Lo uso poco per evitare che qualche
gigante venga a mangiarci. Ma se vuoi, una volta ogni tanto, possiamo
usarlo.”
Risposi e le passai il mio numero di cellulare. Che non conoscevo a
memoria, ma
mi portavo sempre dietro un foglietto con su scritto. Avevo sempre il
problema
che non ricordavo i numeri di telefono.
“Bene…
spero di non doverti mandare troppi messaggi. Ora,
io te ed Annabeth siamo anche in contatto telefonico. Spero che i
mostri non
vogliano usarci come stuzzichini.” Disse, sorridendo.
Annuii
poi mi resi conto di una cosa: “Ma come fai a
trasportare le tue amiche giù? Le guardie non ti lasceranno
passare.”
“Non
ti preoccupare… ho il mio passaggio privato.”
Detto questo alzò la bacchetta e, dopo pochi secondi, vidi
una specie di barca,
simile ad una gondola veneziana, volare verso di noi a tutta
velocità. Mi
ricordava molto la Argo II di Leo, o la Skidbladnir dopo che
l’avevamo aggiornata
e modificata.
“Vuoi
un passaggio?” Chiese, mentre la aiutavo a far
salire le ragazze, ancora svenute, sull’imbarcazione.
“Be’,
se mi accompagnassi fuori città non sarebbe male.”
Ribadii, salendo a bordo. Non sembrava male, come mezzo di trasporto.
Arrivati
in campagna, emisi un fischio, consapevole del
fatto che lì mi avrebbe sentito. Non mi fidavo mai a portare
Vesa in città.
Temevo che la foschia non la coprisse, ma, una volta fuori, era facile
da
richiamarla. Infatti la viverna atterrò quasi subito.
“Wow…
bella cavalcatura!” Si complimentò Sadie.
Osservandola
ammirata. “Ti riporterà al tuo campo?”
“Sì…
in Norvegia. Se mai dovessi passare da quelle
parti, nella zona a nord di Oslo, se saprai vedere oltre la foschia,
allora lo
vedrai.” Spiegai, mentre Vesa apriva le grandi ali, ruggendo.
“Prenditi cura
delle tue amiche e se vedi qualcos’altro,
informami.”
Lei
annui.
“Hugin
e Mugin se ne sono andati appena li hai
liberati. Staranno bene?” Aggiunse.
“Non
si faranno beccare per due volte nello stesso modo.
Inoltre si saranno già diretti ad Asgard.”
Spiegai, sperando che fosse vero. Hugin
e Mugin conoscevano vie d’accesso ad Asgard che nemmeno
Heimdallr, conosceva.
“Lo
spero… sto cominciando ad odiare i corvi.”
Borbottò, scuotendo il capo. “Senti, io torno a
casa, poi vado a New York e mi
metto a lavoro. Appena scopro qualcosa, ti informo.”
“D’accordo!
A presto, Sadie Kane!” La salutai, mentre
la mia viverna si alzava in volo.
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[Angolo dell’autore e dell’autrice]
Sì,
sappiamo che questa storia schifosa non vi piace, ma che ci
volete fare? Dobbiamo assillarvi ancora :P
Ebbene,
questa storia è finita, lo so vi dispiace
tantissimo (No -_- ) E per questo mi dispiaccio anche io, ma, ehi!
Questa era
una mini storia fatta a posta. Mi scuso per varie cose, ma qui molto
era
ironico (Grazie soprattutto a Lilium che è bravissima.
Ad
ogni modo, se seguirete e saprete leggere tra le
righe, ci saranno dei mini-spoilers di Cronache del Nord. Mi auguro che
la cosa
non vi sia dispiaciuta e che apprezziate, almeno un po’
questa storia,
finalmente conclusa.
A
presto.
AxXx
e _Lilium_ (Che è bravissima J
)