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Autore: cipolletta    14/05/2014    2 recensioni
-Mi piaci Phoebe. Nonostante la tua testardaggine, nonostante tu sia la persona più lunatica della terra, che un attimo prima mi ignori e l’attimo dopo mi sorridi. Mi piaci anche se non capisci nulla di matematica, anche se piangi per i film Disney e anche se mi fai salire i nervi perchè ti consideri inferiore alle altre. Pensa, mi piaci perfino dopo che sei scappata da me nemmeno avessi una malattia infettiva. E mi piaci anche adesso, mentre io sto esponendo i miei sentimenti, come non ho mai fatto in diciannove anni di vita, e tu mi ignori-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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CAN I KISS YOU?


Il parco dietro la sesta strada è piuttosto silenzioso.
L’unico rumore appena percettibile è il fruscio delle foglie che vengono sollevate dal vento e che poi ricadono dolcemente a terra.
Phoebe è seduta su una panchina arrugginita sotto un albero pressoché spoglio.  Dondola le gambe avanti ed indietro, osservandosi intorno.
Ama l’autunno. Ama i suoi colori: rosso come l’amore, giallo come il sole, marrone come il cioccolato, rame come i suoi capelli raccolti dentro la cuffia di lana.
Fa scorrere gli occhi azzurri lungo il vialetto sterrato davanti a se, poi alza il viso pallido ed osserva il cielo grigio.
Alla fine si alza in piedi, pestando le galosce a terra, e si avvia per tornare al cancello del parco.
Infila le mani protette da guanti dentro le tasche e si stringe nelle spalle, cominciando a camminare per le vie affollate di New York.
Sorride a qualche barbone, schiva le persone che vanno di fretta che sembrano non accorgersi della sua presenza,  e continua per la sua strada, confondendosi fra la folla.
Phoebe non ha mai amato la confusione, ma di buono c’è che può passare inosservata.
Si ferma sul ciglio del marciapiede e si accerta del colore del semaforo, per poi attraversare.
A Phoebe, per altro, non piace nemmeno il traffico. Lo trova troppo caotico, per non parlare poi degli effetti sulla natura e sul mondo intero. 
Con le mani afferra il colletto del suo cappotto verde militare e lo accosta vicino al collo magro e diafano: fa già molto  freddo, per essere solo agli inizi di novembre.
Improvvisamente decide di concedersi una bevanda calda ed entra nel primo bar che trova, spingendo la porta di vetro con la mano e stampando la sua impronta sulla superfice appannata.
Quando vede, seduto ad un tavolo all’angolo, un ragazzo dei capelli scuri tenuti su in una crestina gelatinata, gira i tacchi con l’intensione di andarsene, ma una voce chiama il suo nome.
Si volta nuovamente e trafigge con lo sguardo Aiden che, davanti ad una tazza fumante di cappuccino, le fa cenno di avvicinarsi.
-Non credevo venissi in questo bar anche tu- esclama poi, mentre lei gli si siede accanto.
-Infatti non ci vengo- risponde a denti stretti, cercando di non guardarlo negli occhi.
Phoebe sa infatti che rimarrebbe incantata dal loro colore scuro e lui se ne sarebbe accorto, prendendola in giro. Aiden è uno di quei ragazzi sfacciati, di quelli che non hanno paura delle conseguenze, di quelli sicuri di se.
-Sei ancora arrabbiata per questa mattina?-
-No- 
Aiden scuote la testa lentamente ed un sorriso appare sul suo volto – Meglio così, volevo chiederti di..-
-Si, sono ancora arrabbiata-
Si sono conosciuti due mesi prima, anche se in realtà sono nella stessa scuola da quattro anni. Lui le aveva dato ripetizioni di matematica e lei si era sdebitata acconsentendo ad uscirci insieme per una sola volta. Aiden voleva portarla al cinema a vedere un nuovo film horror appena uscito, ma lei non ne aveva voluto sapere e se ne era ritornata a casa. Così il giorno dopo lui l’aveva prelevata da un pomeriggio di ozio davanti ad un libro e portata nel parco dietro la sesta strada. Da quel giorno avevano cominciato ad uscire insieme sempre di più e Phoebe tuttora è spaventata più che mai.
 Ha diciassette anni e non ha mai avuto un ragazzo, non sa come comportarsi e questo, oltre che agitarla, la fa arrabbiare.
-Andiamo, era solo un bacio!- Aiden allarga le braccia e le lascia ricadere sui fianchi.
Lui se lo ricorda bene quel bacio. E’ stato con tante ragazze, ha provato tutto quello che c’è da provare in quel campo, ma quello era stato sicuramente il suo bacio preferito. Aveva desiderato farlo come non mai, ed il suo stomaco si era attorcigliato al contatto con le labbra soffici della ragazza.
Phoebe scuote la testa.
Anche lei se lo ricorda. Lo sogna ogni notte. Ed ogni volta ha quel senso di rimorso che la fa rimanere sveglia a lungo. Avrebbe voluto non scansarlo e non correre via, avrebbe voluto assecondarlo e poi sorridergli. Ma era stata presa dalla paura di non esserne capace e di conseguenza di essere derisa dal ragazzo che le piace.
Vorrebbe dire ad Aiden che non ce l’ha con lui, ma con se stessa.
-Non avresti dovuto farlo- mormora
-Avrei dovuto chiederti il permesso?- risponde lui sarcasticamente. Phoebe non lo sopporta quel tono di voce.
Alza gli occhi e lo incenerisce con lo sguardo, però non dice nulla perché sa che in fondo ha ragione.
-Non avresti dovuto farlo- ripete – Non puoi giocare con le persone-  e con i loro sentimenti, vorrebbe aggiungere.
-Io non sto giocando- urla Aiden, sbattendo una mano sul tavolo e facendo sussultare una ragazza alle prese con il suo smartphone poco più in là.
- Sono due mesi che non gioco. Mi sembra di averti dimostrato che faccio sul serio –
Phoebe boccheggia, alla ricerca di qualcosa da dire ma qualcosa la blocca, così comincia a giocherellare con le mani, abbassando lo sguardo su di esse.
-Mi piaci Phoebe. Nonostante la tua testardaggine, nonostante tu sia la persona più lunatica della terra, che un attimo prima mi ignori e l’attimo dopo mi sorridi. Mi piaci anche se non capisci nulla di matematica, anche se piangi per i film Disney e anche se mi fai salire i nervi perchè ti consideri inferiore alle altre. Pensa, mi piaci perfino dopo che sei scappata da me nemmeno avessi una malattia infettiva. E mi piaci anche adesso, mentre io sto esponendo i miei sentimenti, come non ho mai fatto in diciannove anni di vita, e tu mi ignori-
Phoebe si sente afferrare il mento e lui la costringe a guardarlo, mentre una lacrima le scende dall’occhio sinistro e cola giù per la guancia fino a bagnarle le labbra. Aiden allunga il pollice e l’accarezza nell’esatto punto dove la gocciolina salata si è fermata.
Avvicina il viso a quello della ragazza– Allora, ora posso?-
Phoebe annuisce, ma ad un millimetro dalle labbra del ragazzo si ritira.
-Non ho mai baciato nessuno- confessa, arrossendo – Beh a parte te ma mai… insomma … con… hai capito, no? – balbetta e le guance le se imporporano ancora di più.
Aiden ride – Era questo il problema?- le lascia un piccolo bacio all’angolo della bocca – Meglio così- sussurra.
In un attimo le loro labbra combaciano, Aiden è allungato sul tavolo e tiene il viso di Phoebe fra le mani calde. Il cappuccino si è rovesciato e sta gocciolando sul cappotto della ragazza, che è il suo preferito, ma a lei non importa.
Afferra la nuca di Aiden con le mani tremanti, chiude gli occhi e si lascia andare.
 
 


 
hola.
Lo so, sono assente da tipo mesi, anni, secoli, millenni , chiedo perdono.La scuola mi sta uccidendo, siamo a Maggio e devono ancora interrogarmi tutti D: Fortunatamente manca poco e poi ci saranno le vacanze estive - siano lodate, Amen.- perciò avrò molto più tempo per scrivere.
Mi scuso se non sia la OS più fica e bella del mondo ma il mio cervello ultimamente frigge e fa fumo perciò non potevo fare di meglio. 
Se anche voi state dando di matto ed il vostro cervello sta andando in black out, sappiate che vi sono vicina ahahahah
Grazie in anticipo a chi recensirà :)
Un bacione

Cipolletta.
  
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