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Autore: radioactive    14/05/2014    3 recensioni
La pianta era ancora nella mia testa. Per quanto mi sforzassi, non riuscivo a cacciarla fuori: bruciare il suo ricordo per lasciare lo spazio a nuove sensazioni – più piacevoli, magari, come l’odore del pane o il nero lucente del carbone. La pioggia, l’acqua, la farina, lo zucchero.
Katniss.
La sagoma della foglia ricalcava perfettamente il suo viso spigoloso, riuscivo ad immaginare lo scheletro di lei come quello di una foglia. O la sua treccia ornata di rampicanti e fiori. Ricordai il suo sorriso nello spiegarmi quali piante fossero velenose, quali commestibili, quali – semplicemente – piante: innocue.
Katniss era sopra l’albero. Forse dormiva.

| 74esimi Hunger Games ● Peeta Mellark ● Everlark accennata ● prompt: VELENO |
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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«Questa è velenosa».

Le parole di Katniss mi rimbombarono in testa. Il ricordo della sua voce si mescolava con quello dei colpi di cannone del Bagno di Sangue. Lo aveva detto ad una Sessione di Addestramento, mostrandomi una delle decine e decine foglie sullo schermo.

Osservai la pianticella che nasceva davanti al mio naso, non riuscivo a distinguere bene la sua tonalità di verde, ma la sagoma della sua foglia era innaturalmente nitida e chiara nella notte. Allungai una mano per sfiorarla.

«È velenosa» dissi tra me e me, così basso che non riuscii nemmeno a sentirmi, stringendo la foglia tra i polpastrelli. Velenosa.

Katniss era sull’albero. I Favoriti intorno a me. Io per terra. Una pianta velenosa mi guardava e chiedeva di essere raccolta, di essere messa in bocca a Cato e gli altri, di essere usata per vincere – per salvarla.

È velenosa.

No. Chiusi gli occhi, lasciando la foglia e coprendomi le labbra secche con le dita, le sentivo sporche contro la pelle. Forse l’avevo toccata in un modo sbagliato, forse era rimasto del veleno sulle mie dita e forse ora stava entrando dentro di me. Appoggiai la mano per terra e strinsi i denti. Non volevo morire avvelenato.

Non potrei mai morire avvelenato, non ne avrei il coraggio.

Respirai a fondo, lasciando che l’aria acre e pungente mi entrasse nei polmoni, dandomi una sensazione di fresco e vita. Mi sentivo pesante, presente nel mondo, vivo per uno scopo. Non ero morto. Non ero morto avvelenato.

La pianta era ancora nella mia testa. Per quanto mi sforzassi, non riuscivo a cacciarla fuori: bruciare il suo ricordo per lasciare lo spazio a nuove sensazioni – più piacevoli, magari, come l’odore del pane o il nero lucente del carbone. La pioggia, l’acqua, la farina, lo zucchero.

Katniss.

La sagoma della foglia ricalcava perfettamente il suo viso spigoloso, riuscivo ad immaginare lo scheletro di lei come quello di una foglia. O la sua treccia ornata di rampicanti e fiori. Ricordai il suo sorriso nello spiegarmi quali piante fossero velenose, quali commestibili, quali – semplicemente – piante: innocue.

Katniss era sopra l’albero. Forse dormiva.

La pianta velenosa era ancora davanti a me – mi girai per cercare di allontanarmi da lei.

Ma era difficile: perché quella pianta è la stessa da cui Katniss mi confessò che avrebbe preso del veleno per le frecce, se l’avrebbe trovata.

È davvero velenosa, Peeta.

Mi portai una mano al petto, dove immaginavo una ferita aperta e il fantasma di un dardo scagliato da Katniss sopra l’albero. Sangue che mi colava sulla pelle e si estendeva sotto di me come un letto di rose.

Katniss mi aveva avvelenato. Mi avvelenava tutte le volte che mi parlava, mi guardava, mi sfiorava. Katniss era veleno sulla pelle e sul cuore.

Katniss non si poteva avere.

 

 

 

 

Note d’Autrice.

 

Mi ero promessa di non scrivere più su Hunger Games, ma da quando ho aperto l’askblog [link] mi sono condannata anche a questa possibilità.

Quindi! Ringrazio Deb per avermi promptato Peeta [link al prompt] e per avermi detto “sì” quando le dissi “quasi quasi la pubblico su EFP”.

Non ho particolari avvertenze da fare in questa fan fiction, solo che – vorrei puntualizzare – che, essendo nei 74esimi Hunger Games, Peeta è più cotto che innamorato di Katniss e in questo stralcio di quattrocento parole sono entrati in gioco anche altri fattori psicologici e via dicendo. Insomma, io non lo ritengo così OOC ma la voce del popolo è la vostra.

   
 
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