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Autore: Otogakure_No_Sakon    14/05/2014    0 recensioni
Rabbia.
Urlo mentre con le mani spingo quelle anguste pareti di legno. Il buio che mi circonda è quasi assoluto, solo alcune piccole fessure sparse per quella specie di botte mi permettono di vedere le pareti.
Impreco contro il ninja che mi ha rinchiuso qui, minacciandolo ed ordinandogli di farmi uscire ma non giunge risposta.
All’improvviso dalle fessure entrano delle lunghe lame che, inevitabilmente, si infilano a fondo in me; un dolore insopportabile sembra partire da ogni cellula del mio corpo.
Urlo.
Urlo una rabbia che non potrà più essere sfogata ed un dolore che lentamente passerà per lasciare il posto alla morte. Né io né Ukon ci salveremo, questa volta.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa | Coppie: Sakon/Ukon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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Aka to Kuro:
 
Rabbia.
Urlo mentre con le mani spingo quelle anguste pareti di legno. Il buio che mi circonda è quasi assoluto, solo alcune piccole fessure sparse per quella specie di botte mi permettono di vedere le pareti.
Impreco contro il ninja che mi ha rinchiuso qui, minacciandolo ed ordinandogli di farmi uscire ma non giunge risposta.
All’improvviso dalle fessure entrano delle lunghe lame che, inevitabilmente, si infilano a fondo in me; un dolore insopportabile sembra partire da ogni cellula del mio corpo.
Urlo.
Urlo una rabbia che non potrà più essere sfogata ed un dolore che lentamente passerà per lasciare il posto alla morte. Né io né Ukon ci salveremo, questa volta.

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Apro gli occhi di scatto, sconvolto e con ancora l’urlo di dolore  che mi risuona nelle orecchie.
Sollevo il busto dal morbido materasso, cercando di riportare alla normalità il respiro affannato mentre gli ultimi frammenti dell’incubo svaniscono per lasciare il posto alla realtà della mia stanza.
Poso lo sguardo ancora appannato sul rozzo comodino di fianco al mio letto, sbadigliando vistosamente: la sveglia segna le 3 del mattino.
Sospirando mi lascio ricadere pesantemente sul letto e porto la mano destra al volto, trovandolo bagnato. Il sogno ed il dolore che in esso ho provato erano così vividi e reali che, nel sonno, una lacrima è sfuggita al mio controllo.
Asciugo velocemente la mano bagnata sul lenzuolo e spero che nessuno mi abbia sentito urlare, altrimenti mi avrebbero preso per il culo fino alla nausea. Soprattutto quella stronza di Tayuya, se viene a sapere che ho urlato e pianto per un’incubo mi prenderà per il culo fino alla fine dei suoi giorni! Certo, per lei è facile, non sogna da tre notti la sua morte, al massimo sogna di donarla a qualcun altro.
Al ricordo dell’incubo una nuova lacrima esce dalle mie ciglia per percorrere velocemente lo zigomo e morire sul cuscino.
Imprecando sottovoce passo con forza le mani sugli occhi. Non ho nulla da piangere,  sono vivo e sicuramente nessuno riuscirebbe ad infilarmi in una botte senza rimediare un’arto rotto.
Mi giro su un fianco e lascio vagare lo sguardo sulla parete difronte a me.
Sospiro; la vista non è di certo la migliore per riprendere sonno. Chiudo quindi gli occhi, tornando con la memoria a panorami visti durante le missioni fuori dal covo ed immaginandomene alcuni.
Pochi secondi  ed eccomi che respiro la fresca aria dei verdeggianti boschi nei dintorni di Konoha;  muovo qualche passo immaginario tra gli alberi, riportando alla memoria l’ultima missione svoltasi qui.  Orochimaru-sama ci aveva ordinato di aspettare nella foresta che cominciasse l’attacco a Konoha; in quell’occasione io e gli altri del mio team avevamo eretto una barriera per consentirgli di uccidere il terzo Hokage senza intromissioni.
Sollevo leggermente l’angolo della bocca al ricordo di quella missione ben riuscita e vado con la memoria ad un’altra missione. Il paesaggio come il clima cambia radicalmente; la frescura del sottobosco è scomparsa, lasciando il posto ad un caldo quasi insopportabile e l’assenza di ombra indica la totale assenza di alberi.  Alzo lo sguardo per ammirare il tramonto che rende la sabbia circostante Suna brillante come pepite d’oro mentre il villaggio appare come un puntino lontano. Ero arrivato fin lì inseguendo un ninja che cercava di scappare dopo aver combattuto contro di me e aver scoperto la mia innata; meno persone la conoscono e meglio è per me, quindi l’uomo doveva morire.
Il sorriso soddisfatto sorto spontaneamente  al ricordo della prima missione si trasforma in un ghigno sadico nel ripensare alle torture inflitte al ninja di Suna.
Un altro ricordo mi porta nelle isole dove si trova uno dei nostri nascondigli. L’acqua del mare mi bagna i piedi mentre passeggio lungomare ed ammiro l’immensa distesa marina davanti a me;  Orochimaru-sama è all’interno del rifugio per controllare l’andamento di alcuni esperimenti di cui non capisco nulla.
Altri paesaggi ed altre missioni continuano a scorrermi davanti agli occhi mentre lentamente sprofondo nell’oblio del sonno.

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Stringo deciso dietro la schiena il nodo viola della divisa e mi dirigo velocemente verso l’uscita del covo dove mi aspetta il resto del mio team.
E’ tarda mattina e stiamo partendo per una missione di livello S; Orochimaru-sama vuole che andiamo a Konoha e convinciamo Sasuke Uchiha a raggiungerlo.  Un gioco da ragazzi per noi che siamo i ninja d’elite di Oto.
Esco finalmente dal covo trovando Tayuya, Kidomaru e Jirobo che mi aspettano;  sul mio volto non c’è più traccia della notte appena trascorsa, la rabbia, il dolore e la paura provati nel sogno sono scomparsi alle prime luci per essere sostituiti dal ghigno che mi caratterizza.  Non posso permettermi di avere paura, o non sarei il degno capo del famigerato quartetto del suono.

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Ok, ammetto  che non mi soddisfa granchè ma l’ho riletto non so quante volte ed ogni colta correggo qualcosa quindi la smetto e lo pubblico com’è altrimenti resta sul mio pc. Questo delirio mentale è uscito dalla mia testa circa alle 3:30 di mattina, subito dopo essere stata svegliata dalla luce della luna che mi infastidiva e dalla vescica troppo piena xD
 
   
 
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