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Autore: Fantfree    16/05/2014    1 recensioni
Al giorno d'oggi la tecnologia permette di fare moltissime cose. Ma ci sono dei precisi limiti che non possono essere ancora superati: controllare il clima o i terremoti, per esempio. E laddove l'uomo sembra peccare, è perchè si nascondono dei segreti.
Alexander, un comune ragazzo che non vuole più credere alle assurde teorie del padre e che vuole iscriversi alla facoltà di fisica per smentirlo di ogni ipotesi che ha formulato.
Lara e Lemuel, due gemelli che stanno per compiere il passo più importante della loro vita ma si ritroveranno inglobati in un mondo che conoscono solo per "sentito dire".
Un incontro voluto dal destino, un segreto da mantenere... Un'amore ed una gelosia...
Ce la faranno i nostri protagonisti a conciliare le loro vite senza che i due mondi possano scontrarsi?
**********
Aggiungo solo che questo è un racconto fantascientifico, con gli angeli e demoni ha a che fare ben poco... :D
Genere: Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Suo padre era appena tornato da uno di quei numerosi viaggi che faceva in giro per il mondo. Ridicolo. E ridicolo anche il contesto che lo aveva spinto a lasciare la sua casa: secondo lui esistevano delle città fluttuanti nel cielo. Città così tecnologicamente avanzate che avevano ottenuto, secondo lui, la tecnica dell'invisibilità e non solo! Secondo lui, queste città controllavano il clima. E poi c'era anche l'ipotesi delle città sotterranee. Altra pecca. E su che cosa influivano? Quelle influivano sui terremoti! Assurdo. E assurdo dire che il governo le temesse. Perchè? Perchè tecnologicamente inferiore! Secondo la sua teoria, l'umanità le aveva sempre viste e le ammirava, senza mai sapere che cosa fossero. Davvero folle! Quindi, questi abitanti, si sarebbero presentati solo recentemente ai governi, perchè ormai, con le tecnologie di oggi, non potevano più nascondersi. Davvero folle! Una contraddizione unica! Prima aveva detto che le persone comuni sono tecnologicamente inferiori per poi aggiungere che con le tecniche odierne sarebbero stati beccati. La sua teoria perdeva da tutte le parti. Anche perchè, come faceva l'umanità delle città celesti a non essersi evoluta nel tempo? Perchè non come tutti gli uomini che avevano avuto una storia fatta di evoluzione e miglioramento delle cose? Secondo lui, esistevano antiche civiltà avanzate, addirittura prima dei sumeri, così avanzate da non voler più progredire. Ma adesso che l'uomo stava cominciando ad arrivare al loro livello... Altra follia madornale: qui entravano in gioco addirittura gli ufo e l'effetto serra. Illogico. E come aveva chiamato il suo progetto di ricerca? “Paradiso ed inferno”, ovvio. Ma i satelliti? Quelli non esistevano? Se le città celesti fossero veramente esistite, i satelliti le avrebbero già individuate da un pezzo!
Alexander lo odiava suo padre. Non c'era mai, era sempre via, via per la ricerca. Quando era piccolo l'aveva presa bene. Era anche arrivato a credere alla loro esistenza, ma poi la vita gli aprì gli occhi: perchè credere a tutte quelle cose davanti all'evidenza della scienza? Anche a scuola, seppur in modo abbastanza moderato, i suoi coetanei glielo avevano fatto notare. E così aveva smesso. Adesso si stava aprendo un nuovo capitolo della sua vita, l'università: nessuno gli avrebbe dovuto rovinare nulla! Si sarebbe fatto da solo, rimboccandosi le maniche per dedicarsi in tutto e per tutto a ciò che amava fare: essere concreto e basare i suoi studi su calcoli logici e razionali. Avrebbe fatto fisica, per smentire tutto quello che suo padre gli aveva detto, per dimostrargli che tutto questo non era vero.
Il ragazzo camminava impassibile lungo il corridoio in penombra, quando aprendo la porta se lo trovò davanti, indaffarato come al solito. Entrambi si fecero un mezzo saluto e si allontanarono velocemente, come era consuetudine fare. Stavolta però, Alexander sentì il desiderio di voltarsi a guardarlo. Per un mezzo secondo lo fece, ma poi sentì un grandissimo orgoglio dentro di sé, qualcosa che gli impediva di girarsi e proseguire per la sua strada.

 

 

<< Palla! >> Urlò Lemuel facendo un tiro perfetto.
<< Questa volta il bonus me lo aggiudico io! >> Disse uno dei tanti amici che stavano giocando il match.
<< Non ci provare! >> Gridò uno della squadra di Leroy.
<< Se vinciamo noi, ragazzi, la prossima partita è il calcio europeo. >> Disse un altro.
<< Non facciamo basket? >> Domandò un altro ancora.
<< Gente, decideremo. Adesso però dobbiamo giocare questo tiro il tutto per tutto. >> Incitò la sua squadra Lemuel.
<< Sì. >> Rispose l'amico colpendo la palla con un bellissimo bagher.
Ma Lemuel, impavido com'era, prese a correre ed andò a parare direttamente sotto rete, aggiudicandosi il punto. A parte lo stupore e la rabbia della squadra avversaria e la felicità della sua, qualcuno lo contestò: << Ehi, era mia! >>
<< Uff, scusa, era l'entusiasmo. Volevo battere Timoty. >>
<< E ci sei riuscito. >> Rispose lui scrollandosi la terra di dosso.
<< Non lo farò più. >> Dette quelle parole, Lemuel sentì una voce, una voce udibile solamente da lui. La conosceva bene: quella era sua sorella Lara!
“Cavoli, chissà che cosa vuole!” Pensò.
<< Non lo farò più. >> Ripetè. << Anche perchè c'è mia sorella Lara che mi chiama. >>
<< Ah, peccato. Avresti potuto giocare ancora un po'. >>
<< Mi dispiace, ragazzi. >>
<< Salutami quel gran bel pezzo di ragazza. >> Disse Timoty facendogli l'occhiolino.
<< Quel gran bel pezzo di ragazza è mia sorella! >> Ribattè lui seccamente.
<< Ehi, come ti scaldi! Ho solo detto che è una bella ragazza! >>
Lemuel non disse nulla. Si limitò a sorridere e a pensare che forse era stato un po' eccessivo.
<< Salutaci la tua gemellina, allora. >>
<< Gemella. >> Li corresse lui. Se c'era una cosa che non sopportava, erano i comportamenti che avevano gli altri ragazzi nei confronti di sua sorella. Non si sentiva affatto di essere geloso, anzi, sapeva di essere un buon fratello.
Portò le mani alla fronte e si disconnesse dalla rete: prese gli occhiali della realtà aumentata che aveva addosso e li mise sul letto.
La prima cosa che fece, era vedere dov'era sua sorella. La trovò adagiata sul divano a guardare un film 4d.
<< Sì? >> Le domandò toccandole la spalla, così che potesse notarlo.
Lara si voltò verso di lui, togliendosi gli occhiali. La luce del sole che entrava nella stanza ultratecnologica illuminò i suoi occhi verdi rendendoli quasi irreali ed i suoi capelli arancioni per
illuminarli ancora di più. Quella era sua sorella ed era una bellissima ragazza!

La ragazza lo guardò per un attimo senza dire nulla e poi fece un sorrisino beffardo.
Mentre il fratello cercava di interpretare quel linguaggio silenzioso ed incomprensibile che ogni ragazza possiede, Lara esplose in un'euforia irrefrenabile, buttando in aria i cuscini e lasciandosi andare sul divano più volte urlando e cantando.
<< Calma! >> Disse lui. << Calma! >> Nonostante fosse la sua gemella, rimaneva sempre una ragazza, una creatura davvero incomprensibile. Chissà che cosa passava nella loro mente... E che cosa aveva spinto Lara ad urlare in quel modo incontenibile?
<< La promozione! >> Gridava lei. << Il diploma! >> Diceva ancora. E poi: << Si va a Sky City! Si va a Sky City! >> Per una che come lei non si era mai mossa da Cloud City, andare a Sky City era la cosa più bella del mondo.
<< Ah, il diploma... >> Disse lui dandosi una felice pacca sulla fronte... No, un attimo, il diploma? No!!! Se ne era dimenticato! E adesso? Che cosa avrebbe dovuto fare? Altro che giocare con i suoi amici, avrebbe dovuto studiare. L'argomento da portare, fra l'altro, era anche difficile: la civiltà terrestre. Mica semplice! Fra quello e la relazione sulle normali ragazze, non avrebbe potuto chiedere una ricerca peggiore. Le poche cose che sapeva sui terrestri, erano alquanto risapute: uomini brutali che si fanno guerra in ogni momento e sono aggressivi con tutto e tutti. Per questo gli abitanti celesti avevano deciso di staccarsene: ai primi il mondo, a loro la libertà!
<< Non dirmi che non lo hai preparato? >> Domandò Lara che conosceva ogni singola espressione del fratello. Soprattutto adesso che il sole metteva in risalto i suoi capelli rossi e gli occhi rosso-ambrati: davvero particolari, davvero speciali. Non a caso, il colore preferito di Lemuel era proprio il rosso... << Lemuel, stavi giocando di là con i tuoi amici quando avresti dovuto studiare! >>
<< Stai tranquilla, ho la situazione sotto controllo. >> Sorrise, ma il suo era un sorrisetto falso, fatto solo per “ingannare” la sorella.
<< Lo spero. >> Rispose lei rimettendosi addosso gli occhiali per rivedere il film.

 

 

<< Gente! >> Gridò Lemuel ai suoi amici. Sembrava disperato.
<< Allora, ti sei deciso a riprendere la partita... Risolta la controversia con tua sorella? >> Gli domandò un amico.
<< No... >> Rispose lui abbassando lo sguardo. << E non sono qui per la partita. Ho bisogno del vostro aiuto. >>
<< Dicci. >>
<< Mi sono completamente scordato del diploma di dopodomani... Non ho studiato niente, niente! >>
<< Quale sarebbe il tuo argomento? >> Domandò Timoty.
<< Le civiltà terrestri. Di peggiori non potevano assolutamente capitarmi! >>
<< Brutta storia! >> Disse uno di loro. << Davvero brutta storia! >>
<< Lo so! >> Rispose.
<< Comunque sia, io ti aiuterò. È stato anche il mio. Però non ti dirò tutto. A che cosa serve il web, scusa? >>
Lemuel abbassò lo sguardo: era vero. Perchè stava chiedendo a lui? Voleva imbrogliare?
<< Gli uomini che abitano là sotto sono molto feroci e producono moltissime armi. Sembra che la loro vita sia basata sulla ricerca, esattamente come noi, ma ciò che li affascina è il lato oscuro di questa disciplina. >>
<< Ossia? >> Domandò lui confuso.
<< Sembra che a loro piaccia di più vedere “come finisce una cosa”. A loro piace ipotizzare la distruzione. A loro piace attaccare ma anche difendersi. Così che la difesa possa diventare un attacco. Sono dotati di una forza fisica incredibile ed hanno un buon senso pratico. Ultimamente ci stanno raggiungendo a livello tecnologico... >>
“Oddio.” Pensò. “Non è possibile!”
<< Che altro sai dirmi? >>
<< Che là sotto c'è un mondo molto pericoloso. >> Rispose. << Ma le nostre città sono tutto quello che uno possa desiderare! >> Rispose lui sorridendo.

Lemuel sorrise: in effetti era vero. Tutti quegli amici erano veri, come era vero che li aveva conosciuti lì sul web. Il web non lo avrebbe mai mentito, questo lo sapeva benissimo. Ma la sua gelosia, purtroppo sì.



Nota di Fant: Ovviamente Lemuel avrà da rivedersi e scoprirà una civiltà completamente diversa da come se la immaginava! :D

  
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