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Autore: Elikin    16/05/2014    1 recensioni
Spero che riuscirà a comprendere le mie ragioni. Il mio dolore e la mia vergogna. Il mio odio. Sono stanca del sangue. Sono stanca delle grida. Sono stanca delle lacrime. Sono stanca di me.
Se non fossi mai nata Natsuki non avrebbe sofferto così tanto. Nessuno lo avrebbe fatto. Allora perché non rimediare a quest’errore? Morire è facile, l’ho visto, l’ho provato con queste mani che la stringevano a me mentre sorridevo. È vivere che è difficile.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Natsuki Kuga, Shizuru Fujino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'She's just my most important person.'
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Cleanse




Scivolano, scivolano come il sangue che sgorga da una ferita, i miei peccati sulla pelle. È come se si espandessero da dentro di me verso l’esterno, senza sosta o ritegno. Hanno i volti oscuri di chi ha perso tutto ma sorride comunque. Gli occhi color sangue scintillanti alla luce delle lingue di fuoco che bruciano nel mio petto. Rabbia, odio e dolore.

Pensavo sarebbe stato facile dimenticare. Riprendere la vita dove era stata interrotta. Tornare ad indossare la mia maschera come ho fatto per anni. La menzogna non è sempre stata parte di me dopotutto?
Ma il peccato resta. Per quanto io le lavi, queste mani rimangono sporche di sangue. Quanti colpi ho inferto senza pietà? Quante vite ho falciato in nome di quell’amore capace di rendermi pazza? Quante in nome dell’odio che provo verso un essere ignobile come me?
Niente può giustificare le azioni riprovevoli che ho compiuto. La HiME del Cristallo avrà forse cancellato ogni segno fisico della follia del Karnival, ma quello che sento dentro, questa sofferenza bruciante, è incancellabile.

Non sono mai stata un tipo coraggioso, quella che potrebbe essere definita tale tra le due probabilmente è Natsuki.
La mia bella Natsuki. Riuscirebbe a perdonarmi? Riuscirebbe a perdonare una persona come me? Troppe volte ha sofferto a causa del mio egoismo, del mio amore. ho visto spegnere il suo sorriso giorno dopo giorno. Persino ora, persino dopo il Karnival, sobbalza ancora leggermente quando la tocco.
Come ho potuto fare una cosa del genere alla persona più importante per me?
Spero che riuscirà a comprendere le mie ragioni. Il mio dolore e la mia vergogna. Il mio odio. Sono stanca del sangue. Sono stanca delle grida. Sono stanca delle lacrime. Sono stanca di me. Se non fossi mai nata Natsuki non avrebbe sofferto così tanto. Nessuno lo avrebbe fatto. Allora perché non rimediare a quest’errore? Morire è facile, l’ho visto, l’ho provato con queste mani che la stringevano a me mentre sorridevo. È vivere che è difficile.

- Shizuru!- Gli occhi si spalancano e mi ritrovo a fissare la sua figura confusa. Che strano, quasi avevo dimenticato che fosse anche lei in casa. Ara, che brutti scherzi che tira a volte la mente.
- Shizuru? Che stai facendo?- la sua voce, la sua bella voce, non è per caso preoccupata per me? Il suo sopracciglio si inarca e la sua mano va toccare timidamente la mia, facendomi posare il coltello da cucina con cui stavo giocando da un po’. Le sue dita sono fredde a contatto con la mia pelle, ma è un freddo piacevole. Mi riporta alla realtà, è decisamente diverso da quello asettico della lama che tenevo tra le mie fino a pochi secondi fa.
Che abbia capito qualcosa?
Le fisso il volto. È la sua solita espressione contrita quella. Certo che sa, ma preferisce tacere. Sa benissimo che sarebbe il mio orgoglio ad uccidermi prima della lama di quel coltello se dovesse provare a dire qualcosa. È anche per questo che amo la mia bellissima e discreta Natsuki. Ma se la sua bocca non parla lo fanno benissimo i suoi occhi.
Paura.
- Hai insistito tanto di voler andare al karaoke con le ragazze, ora non vuoi più?- dice. Il suo tono è leggermente distaccato, eppure i suoi occhi continuano ad esprimere quella preoccupazione così vivida che indica affezione.
- Ara, ara. Mi stupisce vedere Natsuki così impaziente di andare al karaoke!- commento portandomi una mano sul volto con fare sbadato. Perché è questo che farei normalmente. Basterà fare finta di nulla, sì. Come se non fosse successo nulla. Fino alla prossima volta.

Natsuki non risponde alla mia provocazione, invece prende una giacca dall’appendiabiti e me la lancia con malagrazia tipicamente sua. I nostri sguardi si incrociano ancora una volta, bruciando gli uni contro gli altri e questa volta sono costretta ad abbassarlo io, concentrandomi sull’indumento.
- Ookini.- dico rivolta a lei con un lieve sorriso. Non so bene a cosa sia riferito esattamente il mio ringraziamento a dire il vero. Ma basta quella parola per farla sospirare e dirigersi verso la porta.
- Forza vieni, siamo già in ritardo.- borbotta innervosita facendomi segno di seguirla, ma non appena la raggiungo il suo tono torna a farsi serio e i suoi occhi si assottigliano - La prossima volta che te lo vedo tra le mani, te le faccio cadere.-
Rimango per un momento raggelata sul posto. Non credevo che avrebbe usato un simile approccio. Così diretto, così pericoloso per il suo carattere. Ma è proprio questo a farmi capire quanto si sia spaventata. Faccio un live sorriso, alla fine per quanto io cerchi di fare il contrario è Natsuki che si prende cura di me e non viceversa. Sono una fallita in tutti i sensi.
- Ara, ma senza le mani non potrei toccare il bellissimo corpo di Natsuki! Ikezu! - mi lamento in modo un po’ infantile, mettendo su un piccolo broncio. Lei capisce immediatamente che quello è il mio modo di chiudere la conversazione pericolosa e scuote la testa lievemente, prima di farmi segno di seguirla di sotto, dove la Duran Mark IV ci aspetta, pronta per essere cavalcata.
Osservo quindi la sua schiena mentre chiudo la porta su un mondo di colpa e dolore che solo la mia Natsuki è in grado di sigillare.


 


Come sempre giuro di non riprendere più a scrivere su questo fandom e invece torno a farlo... e giusto per farmi più male metto i pezzi mancanti più tristi della mia serie! Complimenti a me ed il mio masochismo! Spero che la storia, per quanto conturbante, sia piaciuta. E' una difficile lettura, lo so ma era da parecchio che mi frullava per la testa un'idea del genere. Ah, nel caso che qualcuno non lo capisse la soria è ambientata nella puntata 26, quando durante i titoli di coda ci mostrano le ragazze al karaoke. :3
Che dire, mi farebbe piacere sentire dei pareri e.. ihasta la vista!


 
A Benedetta e Gnocconana, grazie di essere le mie eroine.

 
   
 
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