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Autore: purepura    16/05/2014    0 recensioni
È solo un’immagine che ogni tanto appare nella categoria dei 'cosa sarebbe potuto essere' e 'che persona sarei adesso se non avessi vissuto le lacerazioni che mi hanno costretto a subire'.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lascia che io ti dica perché
Il rispetto non ti riguarda

 

   "Il lupo ha appena trovato Nicky, ma dov'è Ale?"
   Nicky indica accanto a sè "Qui qui!"

   In tre rovesciamo il pattume.
   "Babbo, babbo, guarda" e Nicky corre a chiamarlo in sala.

   Ma chi ti ha educato, sorella numero tre, si può sapere? Tu dovresti essere complice, non fare la spia!

 

 

 

 

 
   Nella mia testa sono numerati come le bottigliette di tequila quando sono al supermercato. Sfortunatamente, finisco sempre per spendere troppo, e mi ritrovo al verde prima della metà del mese, così da dover bussare a casa della numero uno a richiedere spiccioli.
   La vita in autonomia non è così divertente come previsto. Pochi svaghi e tante responsabilità, gli esserini nella mia testa sono numerati come se fossimo in fila, al banco dei salumi. Nessuno salta di posto, e spesso mi accorgo che il numero corrisponde all’importanza. Non all’amore, solo alla considerazione. Al chi c’era prima e al chi è venuto dopo. Il che porta al chiedersi, spesso, se ho il permesso di provare amore fraterno verso altri due pollicini che prima non erano qui. Eravamo solo io, la numero uno e la famiglia atavica, originaria; quella primordiale. Poi scompostasi a qualcosa di ancor meno significante di sabbia bagnata – ma altrettanto pesante.
   Non credo di volerli nuovamente insieme. È solo un’immagine che ogni tanto appare nella categoria dei cosa sarebbe potuto essere e che persona sarei adesso se non avessi vissuto le lacerazioni che mi hanno costretto a subire. Forse più bella, più magra o, astraendosi un filino dagli aspetti superficiali, più solare e positiva. Meno scontrosa. Piena di flirt che mi riempirebbero la vita. Sarei già laureata e realizzata, non arrancherei a servire cocktail in un bar di periferia, studiando spesso a tarda notte.
   O forse no. Forse sarei rimasta la stessa persona, dopotutto, piena di acredine, insicurezze, paranoie.
   Se fossi riuscita a diventare la prima persona, però, non mi troverei a camminare per un marciapiede, ma sarei a riempirmi la pancia seduta su una sedia a casa di mio padre. E invece no, ovviamente no, mi sono dovuta lasciare scappare tutte quelle accuse e adesso cammino pensando che davvero non so dove passare il resto del pomeriggio. Se ritornassi a casa ora, mia madre non mi lascerebbe in pace, sinché non mi scapperebbe altra verità – di nuovo! – e non inizierebbe la Terza guerra Mondiale, Nucleare, disintegrante l’intera razza umana.
 
   Vorrei che non fossi niente! Preferirei non vederti più. Non sei mio padre da anni. Lo sei stato per così tanto, e continuerai a esserlo per tutta la mia vita, che non ricordo più nemmeno che cosa voglia dire averti per me.
   Ti odio. Ci hai distrutti tutti. Lasciami sola.
 
   Tre frasi dette perché non faccio che sognarci tutti insieme e pacificati. Mi infurio con il mio subconscio, queste non sono cose da propormi. Io ai sogni ci credo davvero, e quando mi alzo è dura ricordare che non è realtà.
   Continuo a camminare distratta. Senza accorgermene, mi ritrovo sotto casa tua. Stretta tra le lenzuola umide, non ti muovi da mesi. Probabilmente le lenzuola sono anche sporche, ma nessuno te lo dice. Mi rannicchio sopra le coperte e chiudo gli occhi, mentre tua madre esce sbuffando: non mi sopporta, ma la cosa non ci tocca.
   Non mi tocchi da anni. Non ti vedevo da secoli.
   «Non ti vedo da secoli», mormoro, sperando che ti riscuota e mi contraddica.
  Non lo fai. Anche perché entrambe sappiamo che è la verità. Mi facevi ridere, mi rasserenavi, mi rincuoravi, mi baciavi e spogliavi senza guardarmi. Mi confermavi alitandomi addosso notte dopo notte.
 
   Minuto dopo minuto, non so come continuare.
 
 
 
_________
Situazioni e personaggi sono solo frutto della fantasia.
609 parole.
Perché non so come continuare.
  
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