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Autore: twisted__    16/05/2014    3 recensioni
A due anni dalla battaglia di Hogwarts, Harry deve partire per impedire che i Mangiamorte si riuniscano per continuare quello che Voldemort ha iniziato, ma c'è qualcosa che continua a sfuggirgli.
"Hermione ama con la testa perchè è un animale troppo razionale; convinta che nel filo logico delle cose si nasconda l'essenza della serenità, se non quella della felicità. Per le ragazze di carta e inchiostro, la felicità non è che una blanda e slavata imitazione della tranquillità.
Le ragazze di carta pensano troppo e le porte di una qualche felicità si chiudono spesso con violenza davanti al loro viso incredulo. E' così che succede: passi la vita a leggere libri e a domandarti come sarà quando capiterà a te e poi quando un giorno ti cade tutto addosso, di tutte le belle cose che hai imparato non sai che fartene."
[...]
“Ti sei allontanato e vi siete lasciati indietro. Non è colpa tua, lo sai.”
“Ho lasciato indietro anche te?”.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Lucius Malfoy, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Oblivion

A Martina e alle confidenze sulle scale.



“Lui è qui”.

Hermione sorride e si sistema i capelli, come se si stesse preparando ancora a scendere le scale del Castello per vedere lui ballare con qualcun altro. E sembrava essercisi messo di punta il destino, quando entrambi si guardavano da una parte all'altra della Sala ed erano troppo occupati a far finta di essere nel posto giusto, al momento giusto. E forse il destino ci si era messo di punta davvero, ma lei ci aveva provato – si era anche convinta, per pochi istanti di irrazionalità selvaggia – a far finta di essere sempre nel posto giusto e nel mezzo della scelta giusta.
Ci aveva provato a quattordici anni e ci aveva provato fino ad allora, guardando Ronald senza che le trasmettesse nulla di diverso da un tiepido affetto. Si era raccontata centinaia di volte che poteva bastare.
Hermione ama con la testa perchè è un animale troppo razionale; convinta che nel filo logico delle cose si nasconda l'essenza della serenità, se non quella della felicità. Per le ragazze di carta e inchiostro, la felicità non è che una blanda e slavata imitazione della tranquillità.
Le ragazze di carta pensano troppo e le porte di una qualche felicità si chiudono spesso con violenza davanti al loro viso incredulo. E' così che succede: passi la vita a leggere libri e a domandarti come sarà quando capiterà a te e poi quando un giorno ti cade tutto addosso, di tutte le belle cose che hai imparato non sai che fartene.
Adesso guarda di nuovo Ronald che dal canto suo mantiene gli occhi spalancati su di lei, indagatori e un po' vuoti. Lei si prende qualche istante per guardarlo nella sua divisa di Auror e ancora qualche secondo per ricordare a sé stessa che il tempo passa troppo in fretta. Così gli sorride, con tutta la paura che ha addosso e lui restituisce il ghigno con altrettanta paura.
Sa anche lui che dall'altra parte di quella porta c'è il suo migliore amico.

“Voglio vederlo” sente dire alla sua voce prima di poterci effettivamente pensare.
Tace, come per non farsi scappare altro prima di essere squadrata per l'ultima volta dallo sguardo indagatore di Ronald.
Le apre la porta annuendo prima di farsi da parte per farla passare senza proferire neppure una parola. Hermione entra senza pensarci due volte e chiude la porta alle sue spalle senza rivolgere gli occhi al ragazzo allampanato che dal canto suo restituisce ad Harry uno sguardo vuoto e vagamente ostile.
Harry, invece, è là: gli occhi verdissimi come quando erano appena adolescenti, i capelli neri e spettinati.

Oblivion.

“Harry!” si lascia scappare lei col respiro troppo veloce e il cuore che corre.
Lui le restituisce lo sguardo, come se ricordasse qualcosa che non crede di aver mai veramente vissuto. Nei suoi occhi si accende una luce, però resta seduto al suo posto e non agisce.
“Come stai?”
La domanda è così banale che Hermione si ritrova a maledirsi per averla formulata e a darsi mentalmente della stupida. Sono passati due anni dall'ultima volta che si sono visti e lei gli chiede “come stai?”? Lo guarda ancora senza più parole, ricordando sorrisi sbiaditi del passato.
“Non ho avuto molto tempo per pensarci, ultimamente. Come sta Ron?”
Il tono di Harry è vagamente ironico e tagliente, ma quando chiede di Ron l'inflessione della sua voce diviene preoccupata e angosciata.
“Bene” - risponde allora con la gola secca - “sta bene.”
“Ha degli occhi così, non lo so. Così feriti. Hermione, c'è qualcosa che mi manca. C'è qualcosa che è successa ed io non so cosa sia.”
“Sono tante le cose che sono successe e tu sei stato lontano - “
“E' diverso”.
Il suo tono è frustrato, così come appare il suo gesto di torturare i capelli con le dita. Lei improvvisamente ricorda come fosse stringerli forte e poi chiedere scusa per il dolore che gli arrecava. E ridere.
Hermione ricorda vagamente come sia, ridere.
“Ti sei allontanato e vi siete lasciati indietro. Non è colpa tua, lo sai.”
“Ho lasciato indietro anche te?”.
La interrompe con un sorriso amaro e lei vorrebbe dirgli di sì, sì e ancora sì, o quanto meno spiegargli che è stata lei a lasciarlo indietro senza mai davvero uscirne e accorciare un'ultima volta le distanze .
Invece no. Oblivion.
“Non dire stupidaggini. Hai dovuto fermare i seguaci di Voldemort. Lui è morto, ma loro...lo sai. Senza di te sarebbe andato tutto male e probabilmente sarebbero ancora forti e ucciderebbero persone, Harry.”
“Adesso è finita. Ancora un po' ed è finita, giusto?”
“Sì” - sussurra lei quasi in lacrime - “sì, vedrai”.
“Hermione, dimmi che non c'è qualcosa che ci riguarda che mi sono perso.”
Annaspa senza proferir parola e ancora nella sua testa si susseguono pensieri sempre uguali

Ti ho lasciato indietro io.
Oblivion.
Ti ricordi che ti ho detto che sbagliavamo tutto?
Oblivion.
Te l'ho detto con i tempi verbali tutti sbagliati e con frasi che non reggevano la realtà. Ho amato senza testa, poi mi sono rinnegata.
Oblivion.

 

Mi tenevi la mano, in mezzo alle rovine della battaglia di Hogwarts. Ronald ci aspettava.

“Non ti sei perso nulla” - ride quasi con il viso deturpato da un ghigno angosciato - “perchè me lo chiedi?”
“E allora perchè” - la voce di Harry si rompe - “perchè se ti guardo mi sento così?”

Ti amo anche io ma lo hai dimenticato. Volevo che lo dimenticassi e alla fine non lo hai fatto. Non del tutto.

Allunga una mano verso di lui e la posa sulla guancia. Harry l'afferra e ci posa sopra le labbra.
Leggerissime, come aveva fatto appena due anni fa.
“Tu e Ron” - dice nascosto dal palmo della sua mano - “voi due siete- ?”
“No, è finita un po' di tempo fa”.
Lo afferma a voce un po' troppo alta e osserva Harry sorridere alle sue mani prima di rivolgere lo sguardo oltre di lei.
“Com'è strano sapere che la vita continua così. Quando è successo?”
“Qualche mese dopo che sei andato via tu.”
Tacciono di nuovo ma Hermione non ritrae la mano dalla sua guancia. Ad ogni modo, Harry la tiene troppo stretta.
“I mangiamorte” - continua Hermione accarezzandogli un taglio appena sotto lo zigomo - “che cosa è successo?”
“Hanno cercato di raccattare i loro pezzi, sai, dopo la battaglia di Hogwarts. Potevano diventare troppo forti. Sono andati in Albania, lì si sono nascosti e poi hanno cercato di organizzare una sorta di gruppo di fedelissimi di Voldemort. Alcuni hanno avuto troppa paura e sono stati uccisi, Lucius Malfoy ne è solo un esempio. Hanno torturato anche i miei zii, pensando di arrivare a me.”
Sospira forte ed Hermione ha un moto di paura.
“Ora stanno bene” - continua lui come per rassicurare sé stesso - “a volte penso che avessero ragione a dire che gli ho rovinato la vita, con tutta questa faccenda di Hogwarts e della magia.”
“Adesso è finita, Harry.”
“E' finita, sì. Ancora qualche mese e potrò tornare a non nascondermi, a pretendere una sorta di normalità. Magari avrò un tetto sopra la testa, ma io casa mia l'ho persa. Hermione, due anni sono troppi. Non so più niente di te e Ron, niente. E per giunta dovremo combattere questa gente tutta la vita, anche quando ci sarà una stabilità apparente. Non vivremo mai, Hermione.”
“Invece sì” sospira lei con tutta la forza che da brava Grifondoro riesce a raschiare dal fondo dello stomaco.
E la proverbiale forza delle ragazze di carta torna prepotente a prendere il suo posto, anche nel corpo sconvolto di una Hermione tremante che di eroico non ha proprio niente. Come quando credevano che il mondo fosse diviso in Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero e che la guerra fosse un gigantesco duello a colpi di bacchetta fra ragazzini che si sentono invincibili nei cortili del Castello.
La porta si apre di colpo e gli occhi chiari di Ron fanno capolino dall'uscio. Lo sguardo va da Hermione alla mano sul viso di Harry e per un attimo la mascella si contrae, poi più nulla.
“Adesso Harry deve andare.”
Il tono della sua voce è durissimo ed Hermione, con il senso del dovere troppo forte, si alza e abbandona la guancia di Harry.
“Tornerai presto, Harry, e noi saremo qui”
Lui le sorride ancora e lei, mancando un battito, sta per voltargli le spalle.
Come se non lo avesse baciato forte fra le rovine della battaglia, come se non avesse avuto le sue dita sulla pelle, sulle gambe. Come se non si fossero abbracciati graffiandosi le spalle e la schiena. E lei sapeva troppo bene che il destino ti dà e poi ti toglie.
Sa troppo bene che ci sono cose che devono necessariamente accadere, cose che se ne fregano se lei è innamorata di Harry Potter e se lui vuole solo tenerle la mano.
Così lo aveva baciato di nuovo e poi lo aveva fatto: oblivion.
“Hermione.” - prorompe Harry alzandosi di scatto dalla sedia che cade con un rumore sordo sul pavimento troppo bianco - “ Hermione, ho passato notti insonni a prepararmi a combattere, giornate nella paura a sentirmi sempre un po' incompleto e pomeriggi a ribadirmi che tu e Ron eravate al sicuro. Ma mancava sempre qualcosa. C'è sempre un pezzo che manca nella mia memoria. Non so quale sia, ma non è questo il punto. Io credo di essere innamorato di te, Hermione. Ho voluto vedere te, oggi, solo te. Non Ginny, te. Ed è come se Ronald già sapesse, o almeno i suoi occhi dicono così. Dimmi qualcosa, per favore”.
Hermione ora si volta e di nuovo si sistema i capelli.
Di nuovo hanno quattordici anni e di nuovo sono in punti troppo distanti della Sala Grande per toccarsi.
“Deve finire sempre così, no? Tu che dici frasi sconnesse ed io che concordo con te. Così, senza un filo logico. Ti dico che mi sento anche io così e non sai quante volte è successo e quante volte ancora capiterà. Ed io un po' lo spero, sai, che ricapiterà. Vorrei sapere che puoi innamorarti di me ogni giorno. Tu però devi essere al sicuro, Harry. Devi agire con lucidità, senza pensare che qui ci sono io. Faresti qualcosa di stupido, è nel tuo stile”
Adesso ha gli occhi lucidi e un sorriso vago dipinto sul volto. Harry sembra ricordare tutto, adesso, e il suo viso è sconvolto dalla rabbia.
“E' già successo prima?”
Hermione sa che è adesso che dovrebbe essere in grado di essere una Grifondoro.
Grifondoro, Corvonero, Serpeverde e Tassorosso, ti ricordi Hermione? Ti ricordi com'era? Ti ricordi quando ti bastava imparare incantesimi di nascosto nella Stanza delle Necessità per poi tornare nel tuo comodo dormitorio? Ti ricordi come la vita fosse così dannatamente facile? Eroi a basso costo, Hermione.
Avrebbero dovuto farvi sapere che la vita non funziona così. La vita i prezzi bassi non te li offre mai. Ed è così che si finisce in una stanza del Ministero a rimpiangere ogni tua scelta.
A rimpiangere le rovine di un Castello.
A rimpiangere quello che eri – o che credevi di essere – e che mai più sarai.
“Mi rispondi sì o no?”
Adesso Harry urla e con due falcate le è pericolosamente vicino.
Non ne ha paura, neppure quando le stringe troppo forte una mano. Ricorda le sue dita accarezzarla reverenti.
Non potrebbe temerle.
Le ricorda strette nei capelli spettinati.
“E' già successo, due anni fa.”
“Perchè non me lo ricordo?”
“Harry - “
“ Perchè non me lo ricordo?” urla di nuovo sconvolto, prima di darle le spalle.
“ Cosa volevi che facessi? Volevi che ti mettessi in pericolo così? Volevi che facessi la stupida? Come se non sapessi - “
“O lo hai fatto per mettere al sicuro te, Hermione?”
Conta le volte che le ciglia di lui fremono per ricordarsele per tutto il tempo che le resta da passare lontano da lui. Anche da quella rabbia.
“ E' per questo che Ron ha quegli occhi, vero? Lui lo sa. Ha scoperto tutto e - “
“ Io gli ho detto tutto. Qualche mese dopo che sei andato via tu.”
Cala di nuovo il silenzio e adesso è Hermione a raggiungerlo con una nuova sicurezza. Le bastano due passi.
Due passi, esattamente come era stato due anni prima.
Per un glorioso attimo è di nuovo la Grifondoro so-tutto-io, leale e ligia alle regole.
“ Tu sei sempre qui per me, ed io posso sempre sentirti”
“Che stai dicendo?” blatera Harry confuso, fermandole le mani nelle sue.
“ Ti amo anche io, Harry. E mi innamorerei ogni giorno di te”.
Gli lascia un bacio a fior di labbra e gli chiude gli occhi.
Oblivion.

 

   
 
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