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Autore: CowgirlSara    29/07/2008    15 recensioni
C’è una ragazza. Seria, sola, enigmatica forse. Ha preso decisioni importanti, eppure si sente fragile. Si difende con la dignità. Ma la sua vita non è una favola e forse non lo sarà mai. Essere investita da una macchina sembra solo l’ennesima sfortuna. Ma tutto sta in CHI c’è su quella macchina…“E quando sentirai questa canzone autunnale / Ricordati i tempi migliori stanno già arrivando…”
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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autumn song
Eccoci qua! Vi avevo promesso che sarei tornata presto e, per i miei tempi, direi che ci sono riuscita. Questo è il finale di questa storia che mi ha dato tante soddisfazioni, dato che è la mia prima a superare le cento recensioni. Spero che apprezziate anche questo piccolo epilogo melenso. Sì, so che non tutto si risolve, ma datemi un po’ di tempo e vedremo… non prometto nulla, eh! Non mi date il tormento ora!
Vi lascio alla lettura e aspetto con ansia i vostri commenti.
Note e saluti alla fine, come sempre!
Un bacione!
Sara

12 – Epilogo

Bill, con un sospiro soddisfatto, ad occhi chiusi, si strinse di più ad Annika, sistemando il capo sulla sua spalla. Lei cominciò a dargli dei colpetti con l’indice sul naso, costringendolo a fare delle smorfie buffe, finché lui non sbottò.
“Dispettosa, Pippi!” Esclamò scostandosi un po’, ma restando ad occhi chiusi.
Lei ridacchiò. “Hai un naso troppo carino.” Gli disse poi.
“Allora dovresti lasciarlo stare!” Replicò Bill divertito.
“No, è troppo bellino per farlo!” Ribatté birichina Annika, continuando a dargli noia.
“Invidia, eh?” Fece lui malizioso, lei gli diede una spinta e Bill ruzzolò via ridendo. Scoppiò a ridere anche Annika.
Quando smisero si guardarono, ancora con gli occhi allegri, quindi Bill tornò ad abbracciarla e, stavolta, lei lo accolse con tenerezza, carezzandogli il viso e i capelli.
“Sei contenta, Pippi?” Le domandò il cantante, dopo averle dato un bacio sulla tempia.
“Sì.” Rispose la ragazza, stringendosi di più a lui, la pelle nuda che cominciava ad accorgersi del freddo, dopo il calore della passione.
“Sai…” Riprese Bill, mentre giocherellava con un suo boccolo biondo. “…per un po’ ho avuto paura che non saremmo più stati insieme così…”
“Scemo! Non mi ero mica trasferita su un altro pianeta!” Scherzò Annika, ma lui mugolò, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo.
“Ho avuto paura lo stesso…” Piagnucolò poi.
“Oh, povero il mio piccolo!” Ironizzò la ragazza.
“Non prendermi in giro!” Protestò Bill, sollevando il capo con un finto broncetto indignato. “Temevo che non avremmo più fatto l’amore!”
Annika sorrise dolcemente e gli prese il viso tra le mani. “E invece lo abbiamo rifatto, visto?” Gli disse tranquilla. “Ed è stato molto meglio della prima volta…” Aggiunse con un sorrisino furbo.
“Sì?!” Esclamò Bill tirando fuori un sorriso abbagliante e felice.
“Sì.” Confermò Annika, prima di baciarlo.
“Eheheh!” Rise quindi il ragazzo. “Vedrai cosa sto preparando per il tuo compleanno! Ho già pronte un sacco di sorprese!” Proclamò entusiasta.
Annika assunse un’espressione severa. “Bill, ti proibisco di buttare altri soldi per me.” Dichiarò poi.
Lui fece una smorfia indignata, era sicura che se fossero stati in piedi si sarebbe piantato le mani sui fianchi. “Come spendo il mio denaro è soltanto affar mio.” Precisò infine il ragazzo. “Credimi, non andrò certo in bancarotta per aver organizzato una festa!” Aggiunse, improvvisamente spensierato.
“Lo so…” Fece Annika abbassando gli occhi. “Non è per quello…”
“E allora per cosa?” L’interrogò lui.
“È che… che io… non potrò mai ricambiare quello che fai per me…” Confessò infine la ragazza, sempre senza guardarlo. “Io sono povera, non ho soldi, né un lavoro e…”
“Annika.” La chiamò allora Bill, prima di alzarle il mento con le dita; la sua voce suonò stranamente adulta, pur mantenendo quel tono dolcissimo e sensuale che le era tipico. La ragazza lo guardò.
“Annika, ascoltami.” Le disse gentile. “Devi capire che non m’interessano i regali costosi, o le feste e altre stronzate del genere.” Precisò calmo e sorridente. “Ti ho cercato per tanto tempo ed ora che ti ho trovato, l’unica cosa che conta è stare insieme a te, non m’importa di nient’altro.”
“Sappi che sto per mettermi a piangere.” Dichiarò lei.
“Noooo! La mia Pippi non deve piangere piùùù!” Cantilenò Bill, mentre faceva faccine da cartone animato e scuoteva la testa con eccessiva enfasi.
“Sei un buffone!” Rise Annika.
“Ma ti piace questo buffone, però, ci fai le cosacce!” Replicò Bill con un sorrisino furbo.
“Vai, va!” Sbottò divertita la ragazza, spingendolo via; lui, che rideva come un pazzo, rotolò bocconi. “Smettila, culo secco!”
“Culo secco?!” Esclamò sorpreso il ragazzo, guardandola da sopra la proprio spalla.
“Sì.” Annuì Annika, abbassando la voce ad un malizioso sussurro, mentre osservava quella parte del corpo del cantante. “Hai due piccole, sode, attraentissime mele secche…” Lui, nel frattempo, ridacchiava soddisfatto e un po’ eccitato. “Me le mangerei…”
“Che?!” Reagì Bill, ma non fece in tempo a girarsi che lei gli aveva già dato un lieve morso su una natica.
“Oh, ma Pippi, sei tremenda…” Affermò quindi il cantante, voltandosi verso di lei con un’espressione fintamente scandalizzata.
Lei alzò candidamente le sopracciglia. “Sei tu che m’insegni a fare le cosacce…” Mormorò poi, citandolo.
“Ah, sì?” Ribatté Bill, prima di fare un sensuale sorrisetto sbilenco ed alzare provocatorio il sopracciglio destro; lei annuì. “Allora, adesso, per vendetta, dovrò mangiarmi le tue tettine!”
“Ah!” Gridò Annika ridendo, quando il cantante si avventò sul suo seno. “Bill, aspetta…” Lo fermò però, quasi subito.
“Cosa c’è?” Le chiese lui, sollevandosi sui gomiti, le mani di lei sulle braccia.
“Devo essere a casa per le sette.” Rispose la ragazza, invitandolo a dare un’occhiata alla sveglia.
“Tranquilla, facciamo in tempo.” La rassicurò lui, con un sorriso sbieco e seducente. “Vieni qui…”

Annika, dopo la denuncia che aveva portato all’arresto del patrigno, era stata affidata dal tribunale all’avvocato Hohenbaum ed era andata a vivere in casa sua. Per lei era stata predisposta la camera degli ospiti, ma Claudia aveva insistito perché dormisse con lei, quindi ora le ragazze condividevano la stessa stanza.
Rudolf Buchner era stato trattenuto al commissariato e interrogato, ma, alla fine, la polizia era stata costretta a rilasciarlo in attesa degli sviluppi dell’indagine. L’uomo era, allora, ripartito per Bonn con la moglie, senza provare a ricontattare la ragazza.
Annika, adesso, cercava di non pensare a tutta quella vicenda, almeno finché non l’avessero ricontattata per un’eventuale testimonianza; provava a godersi la sua nuova vita, per quanto provvisoria: studiava con Claudia per prendere il diploma, pensava al futuro, si godeva il suo amore e cercava di sorridere il più possibile. Mancavano, ormai, solo pochi giorni al suo diciottesimo compleanno.
“Allora, com’è andata ieri con Bill?” Chiese Claudia all’amica, mentre erano entrambe stese bocconi sul grande letto di quest’ultima, cercando di studiare un capitolo di storia.
“Bene.” Rispose tranquilla Annika. “Siamo stati all’appartamento sopra lo studio…” Aggiunse poi, un tantino più imbarazzata.
“Oh, lo so…” Commentò allusiva l’amica.
L’altra la guardò con aria disincantata. “Dì la verità, è il loro pied-à-terre, vero?” Le domandò poi.
“Beh, diciamo che…” Fece vaga Claudia. “…quando vogliono un po’ d’intimità lì non c’è mai nessuno nel week end…”
“Sapevo che l’aveva fatto apposta…” Commentò Annika scuotendo il capo.
“L’avete fatto?” L’interrogò nel frattempo l’amica.
“Claudia!” Sbottò lei, davanti all’inopportuna domanda.
“Oh, certo che lo avete fatto!” Affermò però l’altra, senza ascoltarla. “Bill ha la faccia da angioletto, ma in realtà è un bel porcellino e… anche tu, mi sa che non sei proprio la santarellina che sembri…”
Annika sorrise maliziosa. “Diciamo che, da quel punto di vista, andiamo molto d’accordo…” Mormorò poi, con aria furba.
Le due ragazze si scambiarono uno sguardo complice, poi si diedero una reciproca spintarella e scoppiarono a ridere.
Stavano ancora ridendo e scherzando sul letto, quando bussarono alla porta; era la cameriera di casa Hohenbaum e portava una grossa scatola infiocchettata.
“C’è un pacco per Fräulein Annika.” Annunciò la donna.
“Grazie!” Trillò Claudia andando a prenderlo. “Mhh, un pacco nero con un sontuoso fiocco arancione…” Rifletté poi, tornando verso il letto. “Chi potrà avertelo mandato?” Si chiese quindi, retorica.
Annika ridacchiò. “C’è un biglietto?” S’informò.
“Sì, ecco!” Rispose Claudia porgendole una busta nera tempestata di luccicanti stelline arancioni. “Solo lui…” Commentò quindi, mentre l’amica lo prendeva.
Dentro c’era un biglietto di cartoncino sempre nero, scritto con una penna color argento dalla calligrafia un po’ nervosa di Bill; diceva: «Questo è il mio primo regalo per il tuo compleanno, indossalo alla festa! E mi raccomando gli accessori!»
“Gli accessori?” Fece Claudia perplessa. “Ma che cos’è?”
Annika, allora, si mise a scartare il pacco con mani febbrili, incitata da Claudia che batteva concitata le mani, tipo scimmietta. Tolti il fiocco e la carta, dalla scatola uscì fuori un abito. Le due ragazze si guardarono stupite: conoscevano quel vestito, erano insieme il giorno in cui avevano visto il disegno che lo rappresentava nella camera di Bill, il figurino tracciato dallo stesso cantante. Annika e Claudia si guardarono di nuovo.
“La Principessa del Rock’n’Roll!!!!” Esclamarono poi, in coro e si abbracciarono felici.

Il grande giorno, infine, arrivò. Il 23 dicembre era una giornata fredda e con il cielo grigio chiaro, forse prima di sera sarebbe nevicato di nuovo.
Claudia e Annika passarono la mattinata in un centro di bellezza, tra maschere, manicure e acconciature. Il pomeriggio passò in chiacchiere, merende e risate, così la sera arrivò presto e fu l’ora di prepararsi. L’appuntamento con Bill era per le nove, quindi le ragazze calcolarono un paio d’ore per essere pronte e puntuali.

Annika indossò l’abito creato per lei da Bill e si meravigliò di quanto le calzasse bene. Le coppe del corpetto, in pizzo nero foderato, evidenziavano il suo piccolo seno, mentre la parte del busto, in velluto cangiante ricamato di raso nero, disegnava e ammorbidiva le sue forme non proprio voluttuose. Lei sorrise, accarezzando la gonna, il cui primo strato riprendeva il pizzo delle coppe e poi veniva seguito da altri due strati in chiffon argento e nero, che la gonfiavano. Le piaceva. Aggiustò la lunga cintura in morbidissima pelle nera, con borchie a stella, forse il pezzo che più le piaceva dell’insieme. Adesso non le restava che indossare il coprispalle, sempre in leggera pelle nera, con il collo ampio e le maniche che sbuffavano leggermente alle spalle.
“Sei stupenda.” Affermò la voce di Claudia, facendo voltare l’altra ragazza che sorrise. “Hai provato le scarpe?” Le chiese quindi.
“Sì.” Annuì Annika. “Non credevo, ma ci sto piuttosto bene.” Aggiunse, alzando e roteando un piede fasciato in un elegante decolté a tacco alto molto fetish, con una grossa fascia borchiata intorno alla caviglia.
“Quanto sono sexy!” Commentò Claudia. “Si può sedurre anche solo con quelle!”
Annika rise timidamente, abbassando gli occhi. “Non devo sedurre nessuno…” Mormorò.
“No? E il tuo principe del rock?” Fece allusiva l’amica, mentre si sedeva sul letto.
“Lui l’ho già sedotto…” Rispose ammiccante, strizzando l’occhio all’altra.
“Ahhh!” Ribatté divertita Claudia, scoppiarono a ridere.
“E tu perché sei ancora in tuta?” Domandò quindi Annika, indicando la tenuta casalinga dell’altra ragazza. Claudia si scrutò per un attimo, poi si strinse nelle spalle.
“Ho deciso che non vengo.” Dichiarò poi.
“Cosa?!” Esclamò la bionda, lasciando la sua posizione davanti allo specchio e raggiungendo Claudia. “Non se ne parla proprio, è la mia festa e tu ci vieni!”
“Ma dai, Annika, non mi pare il caso…” Protestò lei, evitando il suo sguardo.
“È il caso!” Sbottò l’amica. “Andiamo, credevo che tu e Tom aveste chiarito…” Aggiunse poi, aggrottando la fronte.
“Abbiamo chiarito! Però…” Obiettò Claudia poco convinta.
“Niente storie.” S’impose Annika. “È la mia festa e tu sei la mia migliore amica, non esiste che non vieni, ci starei male tutta la sera.”
“Ma Annika…” Provò l’altra.
“Vai subito a vestirti!” Le ordinò però l’amica, interrompendola e indicandole la porta. “Tra meno di un’ora si parte, ti voglio sistemata!” Claudia provò ad intervenire alzando una mano. “Raus!”   
“Sei una dittatrice!” Piagnucolò la ragazza, mentre si dirigeva a capo basso verso l’uscita.
“Sì e ricordati…” Le disse Annika. “…se non sarai bellissima ti picchierò!”
“Nazista!” Strillò Claudia dal corridoio, ma la sua voce era chiaramente ironica, infatti poco dopo risero tutte e due.

Claudia, alla fine, si era preparata relativamente in fretta. Aveva indossato un paio di aderenti jeans scuri e una maglietta dorata allacciata al collo. I capelli legati in una coda di cavallo e la frangetta impertinente sugli occhi truccati d’oro, un leggero lucidalabbra coloro ciliegia, era davvero carina. Annika le sorrise orgogliosa, quando la vide.
Alle nove in punto la domestica annunciò alle ragazze che era arrivato l’autista. Annika e Claudia misero i cappotti e scesero in strada, aspettandosi di trovare Bill ad attenderle, invece sotto al palazzo c’era solo una lunghissima limousine bianca, accompagnata da un impettito autista in completo scuro. Si guardarono, piacevolmente stupite, poi sorrisero e s’infilarono in macchina.
“Anche la limo…” Commentò Annika, quando l’auto fu silenziosamente ripartita. “Cosa altro dovrò aspettarmi da questa serata?” Si chiese poi, quasi intimorita.
“Ma non sei contenta che faccia tutto questo per te?” Le domandò l’amica sorpresa.
“Sì, ma…” Rispose titubante Annika. “…gli imprevisti, le sorprese, mi rendono nervosa e quando m’innervosisco tendo a chiudermi e diventare antipatica, non voglio fare questo stasera, ci tengo troppo…”
“Non essere sciocca!” La rimproverò Claudia, prendendole la mano. “Stasera ci saranno solo sorprese positive per te!”
“Desidero solo che tutto vada per il meglio.” Replicò seria Annika.
“Non ti preoccupare.” La rassicurò l’altra. “Mi sembra che Bill abbia organizzato tutto in modo spettacolare!”
Annika la guardò con un sorriso compiaciuto. “Adoro il fatto che sia così pignolo!”
“Solo tu puoi amare un difetto simile!” Sbottò divertita Claudia.
“Guarda che Tom è perfino più pignolo di Bill…” Le fece notare l’amica.
L’altra ragazza alzò le mani, spalancando poi gli occhi. “Ah, non m’importa! La mia storia con Tom è finita e ti pregherei di non crearmi complicazioni, stasera!”
“Ok.” Acconsentì Annika con una nota scettica nella voce.
Claudia fece uno sbuffo di finto rimprovero, mentre l’altra ridacchiava di sottecchi, finché l’amica non le diede una spintarella col gomito ed entrambe si misero a ridere.

Bill si guardò intorno, piuttosto compiaciuto del fatto che il suo piano stesse funzionando per il meglio. La festa era stata organizzata in un locale che prima era una piscina; in fondo alla grande vasca tappezzata di piastrelle azzurrine, ora vuota, era stato installato il bar e il resto era adibito a pista da ballo, mentre sopra, intorno alla ringhiera in stile vecchia fabbrica inglese, erano disposti i tavoli di ferro battuto. Le luci illuminavano di azzurro e verde tutto l’ambiente. C’era già un sacco di gente, perché lui aveva fatto passare la cosa come una festa promozionale per l’imminente uscita del disco.
Ora mancava solo lei e il ragazzo fremeva nell’attesa. Occhieggiava costantemente la porta, cercando di scorgere i suoi capelli biondi varcare la soglia; aspettava con ansia di vederla con addosso quel vestito.
“Hey, Bill.” Lo chiamarono, obbligandolo a voltarsi. “Ti cerca il deejay…” Gli comunicò Benjamin, il suo giovane manager da cui si era fatto aiutare per l’organizzazione.
“Senti Benji, ti ho chiesto di aiutarmi proprio per togliermi questi problemi, lo sai che non sono bravo a scegliere le musiche…” Replicò annoiato il cantante, con un gesto noncurante, cercando di non perdere comunque di vista la porta.
“Sì, lo so.” Annuì l’altro. “Ma si tratta di quella canzone che hai chiesto e quindi pensavo che volessi occupartene personalmente.” Aggiunse.
“Oh, allora, se è per quello…” Esalò Bill. “Vado subito.” Dichiarò quindi, allontanandosi a malincuore dal suo punto d’osservazione. “Ah, Benji.”
“Sì?”
“Se arriva Annika e non sono in vista, mi fai uno squillo?” Gli chiese, prima di salire alla postazione del deejay.
“Ok, non ti preoccupare!” Gli assicurò il manager, con un cenno del capo; lui, un po’ riluttante, salì le scale.

Annika e Claudia arrivarono alla festa verso le nove e mezza; appena entrate si guardarono intorno un po’ smarrite, non credevano di trovare tanta gente, ma poi Claudia, più esperta di ambienti del genere, spinse l’amica ad addentrarsi nel locale. Entrambe, ad ogni modo, erano incuriosite dall’ambiente. Si presero per mano, incamminandosi.
“Hey, voi due, bellissime!” Le fermò però una voce conosciuta; si voltarono e videro Georg salutarle col braccio alzato, mentre gli andava incontro.
“Ciao, Georg!” Lo salutò Annika, seguita subito dal saluto di Claudia.
Il ragazzo si fermò davanti a loro e indugiò con un’occhiata su Annika: dai suoi grandi occhi blu, abilmente e pesantemente truccati di nero, fino alle sue gambe sottili fasciate nelle velatissime calze nere. Le sorrise, infine, compiaciuto.
“Sei stupenda, fatti vedere.” Le disse poi, porgendole la mano; lei la prese e lui le fece fare una giravolta, per vederla anche dietro. Annika rise allegra.
“Allora?” L’interrogò infine la ragazza.
“Beh, mi sento uno sfigato adesso…” Rispose mesto Georg.
Annika capì subito perché parlava così e si sentì di rassicurarlo. “No che non lo sei!” Esclamò imbronciata. “Il fatto che io ti abbia respinto non vuol dire che tu non sia un ragazzo meraviglioso! E ce ne sono un milione di ragazze meglio di me!”
“Dammi solo un po’ di tempo, piccola.” Le chiese allora il bassista. Annika gli sorrise dolcemente.
“Abbracciami.” Gli ordinò quindi lei, allargando le braccia.
“Non voglio sciuparti.” Replicò lui.
“Non dire cavolate, vieni qua.” Ribatté la ragazza, circondandogli il collo con le braccia. Georg sorrise rassicurato, stringendola a se.
I due ragazzi si erano appena sciolti dall’abbraccio, quando furono raggiunti da Gustav e Silke, che salutarono cordialmente Annika e Claudia, poi il gruppetto si spostò verso il bar, scendendo le scale della vasca. Annika si guardò intorno piacevolmente sorpresa da quell'originale locale.
“Ma voi sapete dove è Bill?” Domandò quindi agli altri; ormai erano alla festa da un po’ e lei moriva dalla voglia di vedere il cantante.
“Io, sono il paggio che ti condurrà da sua altezza.” Le rispose una voce ironica alle sue spalle.
Era Tom, che le sorrise, beffardo e splendido, da sotto la bandana blu che portava quella sera. Le porse la mano e lei la prese, facendosi tirare piano verso di lui, che la salutò con un lievissimo bacio sulle labbra, quindi la osservò compiaciuto.
“Mh, vedo che il mio fratellino ti ha plasmata a sua immagine e somiglianza…” Commentò infine, sarcastico come suo solito.
“Se non mi piacesse, non mi sarei vestita così.” Affermò sicura e divertita Annika.
“Giusto.” Annuì Tom. “Andiamo?” Le chiese poi, lei accettò con un cenno del capo, sempre tenendolo per mano.
Prima di sparire di nuovo tra la folla con la festeggiata, Tom si accorse che c’era anche Claudia. Le sorrise tranquillo, indicandola col gesto della pistola e facendole un ironico occhiolino. La ragazza scosse e abbassò il capo, sorridendo.

Tom accompagnò Annika attraverso i tavoli intorno alla piscina vuota, fino ad una scala di metallo che conduceva al ballatoio dove c’era la postazione del deejay. Fecero appena in tempo a mettere il piede sul primo gradino, che videro Bill scendere affrettato. Il cantante si bloccò, quando li vide.
I suoi occhi scuri, come sempre perfettamente truccati, incrociarono quelli blu della ragazza, che per quella sera erano bistrati allo stesso modo. I loro sguardi restarono incatenati.
Bill era completamente vestito di nero quella sera. Si era messo i pantaloni comprati quella volta con Annika, quelli aderenti con le borchie lungo la gamba, uno dei suoi innumerevoli giubbotti di pelle e una maglietta con un teschio nero lucido in rilievo, che però si notava appena sotto la giacca. I capelli più sparati e neri che mai e, intorno al collo, tre catene una più grossa e lunga dell’altra. Assolutamente stupendo. Semplicemente Bill.
Lo sguardo che si scambiarono durò un lunghissimo, intenso momento, durante il quale Tom pensò bene di lasciarli soli, tornando sui suoi passi.
Bill, alla fine, le sorrise, in quel suo modo dolce, birichino e inimitabile e Annika non poté fare altro che ricambiare con tenerezza; poi lui allargò le braccia e lei salì i pochi gradini che li separavano, abbracciandogli la vita e posando il capo sul suo petto. Il ragazzo la strinse, Annika alzò il viso e, finalmente, si scambiarono un bacio.
Tom, fermo poco più in là, li osservava, sorridendo compiaciuto, sinceramente felice per il fratello.
“Sono una bellissima coppia, vero?” Affermò una voce alla sua sinistra; lui si girò e vide Claudia porgergli un bicchiere di champagne.
Il ragazzo lo prese, poi piegò il capo di lato e invitò silenziosamente Claudia a brindare. Lei lo fece, facendo tintinnare il bicchiere contro quello di Tom, quindi bevvero.
Il chitarrista, mentre la ragazza ancora beveva, la osservò, indugiando sulle pieghe della maglia che andava scoprirle la schiena, o sull’ondeggiare della coda sul collo.
“Stasera stai proprio bene.” Le disse infine, lei lo guardò, sorpresa e divertita.
“Beh, anche tu.” Replicò quindi, lasciandosi andare ad una lunga occhiata al corpo magro ed elegante di Tom impacchettato in una bella magliettona blu con scritte argento e nere.
“L’oro ti dona.” Continuò lui, disegnando con gli occhi la curva del suo seno.
Claudia aggrottò la fronte insospettita. “Questo me lo avevi già detto, tempo fa, ma ormai so che la tua memoria è un groviera in certe cose…” Affermò sarcastica.
“Tanto vale ripetersi, a volte.” Ammiccò Tom, prima di muovere il piercing con la lingua.
La ragazza si fece ancora più sospettosa. “Senti ma… che ci stai provando?” Gli chiese infine.
Tom perse il sorriso malandrino, aprì appena la bocca, stupito, poi arrossì e abbassò il capo, ridacchiando nervoso.
“Scusa…” Mormorò quindi, mentre lei sorrideva furba. “…proprio non ce la faccio a non fare il seduttore…” Si giustificò quindi.
“Tranquillo, ti conosco bene.” Ribatté serena la ragazza. “Andiamo a ballare?” Gli chiese poi, sorprendendolo definitivamente, ma dopo lo stupore iniziale, Tom accettò di buon grado.

La festa continuò, tra risate, musica, balli e qualche drink. Bill e Annika, praticamente, non si scollarono per un attimo. Tom e Claudia si girarono garbatamente intorno, ma in modo tranquillo, senza farsi trascinare dalla loro solita impulsività. Gustav e Silke erano la coppia più adorabile del mondo, simpatici e romantici. E Georg, per dimenticare di essere stato scartato da Annika, passò la serata a crearsi un piccolo harem tutto per se.
Era passata mezzanotte, quando Bill trascinò nuovamente Annika in pista. Lei accettò, nonostante cominciasse a farle un po’ male la gamba, in fondo era poco che le avevano tolto il gesso e portare i tacchi tutta la sera non aiutava.
“Bill, sono un po’ stanca…” Disse al cantante, quando ormai erano allacciati sulla pista da ballo.
“Lo so.” Rispose lui annuendo. “Però volevo dedicarti questa canzone…” Aggiunse con fare misterioso.
“Quale canzone?” L’interrogò perplessa lei, visto che in quel momento passava solo una dolce musichetta strumentale.
“Questa.” Fece Bill, alzando la mano per fare un cenno al deejay. Una musica dolce partì subito.

You want commitment,
Take a look into these eyes
They burn with fire
Until the end of time
And I would do anything
I'd beg, I'd steal, I'd die
To have you in these arms tonight

“Allora, ti piace?” Le domandò il cantante, cullandola tra le braccia.
“Sì.” Rispose Annika sorridendo, mentre la canzone si face più ritmata e coinvolgente. “Questa serata è davvero piena di sorprese…” Aggiunse allegra, mentre lui le faceva fare una giravolta.
“Beh, adesso, ti manca solo di spegnere le candeline.” Le ricordò allora Bill, stringendola in una specie di casché.
“Mi stavo giusto domandando che fine avesse fatto la torta…” Mormorò Annika, mentre si rimettevano dritti. Bill si staccò da lei.
“Andiamo.” Le disse, porgendole la mano.
“Dove?” Replicò perplessa lei, prendendola.
“Via.” Rispose il cantante, allontanandosi dalla pista da ballo con Annika appesa alla mano.
“Via?” Esalò incredula la ragazza. “Ma… e Claudia, i ragazzi…” Balbettò, mentre lo seguiva.
“Tranquilla, anche loro avranno una torta.” Dichiarò misterioso Bill, con aria cospirativa, trasportandola fino al guardaroba, ma Annika si fermò all’improvviso, costringendolo a fare lo stesso.
“Bill, non possiamo andarcene via così.” Affermò decisa e seria. Lui, però, le sorrise con calore.
“Stai tranquilla, Pippi.” Le disse rassicurante. “Ai ragazzi ho già spiegato tutto ed anche a Claudia.”
“Claudia sa tutto?!” Esclamò stupita Annika.
“Sì, le ho spiegato prima, quando sei andata in bagno.” Le spiegò tranquillo. “Non ti preoccupare, a lei ci pensa Tom!” Aggiunse allegro, riprendendo la marcia.
“Spero di no…” Mormorò preoccupata Annika, mentre lo seguiva a prendere la giacca e poi fuori dal locale, dove la limo bianca era in attesa col motore acceso.

I want you like the roses need the rain
Like a poet needs the pain
Like a sinner need to change…

Annika non immaginava certo, dopo quella serata spettacolare, di ritrovarsi a casa di Bill, sola con lui, ma ora la situazione non le dispiaceva. Seduti sopra il grande tavolo lucido, nella penombra intima dell’inviolata sala da pranzo, con in mezzo a loro una semplice torta adornata da diciotto candeline rosa, si guardavano negli occhi sereni e un po’ divertiti.
“Ti piace la torta?” Le chiese Bill; i suoi occhi brillavano d’ambra nella semi oscurità creata dalle luci basse e dorate.
“Sì, è bellissima, grazie.” Rispose Annika, osservando i tre strati ricoperti di glassa rosa e riccioli di panna. “Ma perché hai messo su tutto questo?”
Lui fece un sorriso ruffiano e furbo. “Volevo festeggiare da solo con te.”
“A me non sarebbe dispiaciuto festeggiare anche con gli altri…” Soggiunse la ragazza, piegando il capo di lato.
“Ah, no!” Fece subito Bill, sventolando una mano, poi il suo sguardo s’illanguidì. “Stanotte sei soltanto mia.” Dichiarò quindi, con un’occhiata che avrebbe liquefatto un iceberg.
Annika perse le parole per qualche secondo, stordita dalla luce dorata dei grandi occhi del ragazzo. “Tu sei la persona più dolce, pazza e imprevedibile del mondo, Bill Kaulitz.” Gli disse infine.
Il cantante le sorrise in quel suo modo speciale, poi allungò un braccio oltre la torta e le sfiorò il viso con la punta delle dita; lei fece un sorriso timido, abbassando gli occhi.
“Adesso spegni le candeline, sennò la torta si riempie di cera!” La esortò quindi, recuperando il suo tono infantile.
“Va bene.” Acconsentì Annika e lui batté le mani.
“Esprimi un desiderio!” Trillò poi, obbligandola a riflettere un attimo, prima di prendere fiato.
Annika, dopo qualche secondo, fece un sospiro, guardò un attimo Bill, quindi, con un lungo soffio, spense quasi tutte le candeline; ne rimasero tre che furono spente con un piccolo soffio aggiuntivo. Bill applaudì pimpante, mentre la ragazza rideva sommessamente.
“La mangiamo?” Chiese lei poi.
“Certo!” Annuì entusiasta il ragazzo, prendendo con l’indice un ciuffo di panna e porgendoglielo; Annika lo leccò quasi con divertito timore.
I due ragazzi, a quel punto, si guardarono negli occhi, entrambi rapiti dallo sguardo dell’altro, un’enorme, bellissima emozione che attraversava ogni cellula. L’aria era immobile e impregnata di profumo di torta alle pesche. Bill sorrise, si sporse, appoggiando una mano sul tavolo. Annika ricambiò allo stesso modo, sporgendosi verso di lui.
Le loro labbra s’incontrarono quasi timidamente, sfiorandosi leggere, in un bacio dolce e lento, pieno di tenerezza e passione trattenuta. Quando terminò, rimasero coi volti vicini, occhi negli occhi.
“Ti amo, Annika.” Mormorò serio Bill, gli occhi più espressivi che mai. Lei sorrise felice, con aria furba.
“Il mio desiderio si è appena avverato…” Affermò quindi, prima di baciarlo di nuovo.

FINE


NOTE:
-    La canzone usata nel capitolo, ovviamente senza scopo di lucro, è “In these arms” dei Bon Jovi dall’album “Keep the faith”. Se avete bisogno della traduzione, ditemelo nelle recensioni, ve la metto.

RINGRAZIAMENTI:
Mi dovete perdonare, perché io non so fare lunghi discorsi teatrali e ampollosi per ringraziarvi delle bellissime parole che avete lasciato per questa storia e per me (che certamente non le merito), spero ad ogni modo che capiate quanto ho apprezzato tutto quello che mi avete scritto, ogni parola, ogni commento, ogni suggerimento. Ho scritto molte storie e tante ne ho pubblicate su questo sito, ma questa è stata la prima, come ho già detto, a superare le cento recensioni; per questo posso solo ringraziare voi, che avete assiduamente seguito la fanfiction e commentato con cura e precisione ogni capitolo e mi avete messa nei vostri preferiti, ma anche quei quattro meravigliosi ragazzi che rispondo al nome di Tokio Hotel. Quindi grazie a tutti voi e a Bill la Regina delle Dive, Tom il seduttore timido, Georg l’Uomosesso e Gustav il meraviglioso essere umano. Spero che la sincerità delle mie parole passi attraverso queste poche righe e vi arrivi almeno un po’. E non dubitate, penso che ci risentiremo presto…

Ora perdonatemi, ma devo sprecare alcune parole per delle specifiche persone.

Sarakey: ormai una cara amica, anche se non abbiamo potuto ancora incontrarci di persona, ma spero succederà presto. Perdonami di farti sprecare tempo dei tuoi meravigliosi vent’anni ad ascoltare i miei deliri sulla solitudine e il fato, grazie per la pazienza. Ti voglio bene.

Princess: oh, mia cara compagna di filmini pseudo erotici! (non fraintendete, i protagonisti sono sempre i soliti quattro). Grazie ancora per il suggerimento sulla canzone, anche se poi l’ho cambiata la validità resta. Resti sempre una delle migliori autrici che abbia letto in queste pagine e adoro chiacchierare con te sugli sviluppi e gli intrecci dei nostri protagonisti. E non temere, lo spaccalegna arriverà presto!

Loryherm: la quale mi ha lasciato alcune delle più belle recensioni mai avute per una ff. Non temere, presto ti ripagherò, mi sto mettendo in pari!

kit2007: un’altra cara ragazza che mi sopporta nei momenti depressi. Spero che l’epilogo sia un pagamento sufficiente. Ben tornata dalle vacanze, sempre che non ci risentiamo prima.

Infine, un grazie speciale a due ragazze speciali: RubyChubb e Lady Vibeke, le altre due carissime MS. Tutte per i Tokio Hotel, Tokio Hotel per tutte!

Non mi resta che salutarvi con  un arrivederci a presto e un bacio grandissimo!
Lunga vita e prosperità.
Sara


   
 
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