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Autore: _BlueAngel_    17/05/2014    1 recensioni
Salve a tutti! Ci presentiamo... Siamo Blue ed Angel, due migliori amiche che dopo tante peripezie sono riuscite a scrivere una storia a quattro mani! Per noi è la prima volta che scriviamo una fic originale, quindi speriamo che vi piaccia XD
La storia parla di due grandi amiche, la cui vita, un giorno, verrà completamente stravolta dalla scoperta di una società segreta, il cui scopo è quello di salvare la Terra dalla minaccia di un nemico, una razza speciale che anni prima cadde dal cielo, cacciata da Dio: gli Angeli.
Speriamo che vi piaccia! Le critiche sono ben accette, soprattutto quelle costruttive XD
Bacioni!
_BlueAngel_
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Apocalypse
 
Black Vow

 
 
 
Come stelle nella notte dei tempi che fu, gli angeli scesero in volo sulla terra.
Alcuni con intenzioni nobili, altri no.
Altri scesero negli inferi a reclamare un potere che non gli apparteneva.
Altri ancora lottarono per difendere i loro ideali.
Furono cacciati, torturati, uccisi.
Non si seppe mai la verità.
Si tramandano leggende, storie e miti.
Ma forse questa storia potrà chiarire i dubbi che si sono celati in anni di storia.
Una storia che si vive lontana dalla luce del sole…

 
 
 
 
 
 
Primo cielo



 
 

Il venticello primaverile soffiava tra le foglie degli alberi che percorrevano il grande viale di George Street.
Alla Mistyc High School regnava uno strano silenzio, tutti gli studenti aspettavano il suono dell’ultima campanella dell’anno. Stava per iniziare l’estate. La tanto sospirata estate... La stagione dominata dal sole splendente, dalle spiagge, dal mare e, soprattutto, dal tempo libero.
Nell’aula che si affacciava sui campetti gli occhi grandi e nocciola di una ragazza dai capelli castani e ricchi ammiravano il cielo di quel pomeriggio, immaginando la stagione che stava arrivando. Non vedeva l'ora che la scuola finisse per passare il tempo con la sua migliore amica. I suoi occhi schizzavano dal cielo azzurro ad alcuni scarabocchi sul quaderno, non accorgendosi che il professore si stava avvicinando con l’aria di chi voleva smascherare l’ennesimo allievo distratto. All'improvviso sentì un rumore provenire dal banco davanti al suo. Sapendo già cosa indicasse quel rumore, la ragazza si drizzò e guardò davanti a sè.
-Il prof!- bisbigliò la persona davanti a lei.
Accorgendosi dell’avvertimento ritornò al libro e il professore, sbuffando,  cambiò strada. Non appena fu di spalle, la ragazza riccia diede un calcio alla sedia e quella davanti a lei si girò di poco, in attesa. Bisbigliò:
-Grazie, Blue!-
La ragazza in questione sorrise, ormai abituata alla sbadataggine dell’amica.
Mancavano cinque minuti al suono della campanella. Blue scostò i suoi capelli castani dietro le spalle.  Aveva una particolare tonalità che andava regredendo alle punte diventando quasi bionde; aveva due occhi azzurri che incontrarono subito quelli nocciola dell’amica e la riccia, muovendo semplicemente le labbra, disse: “è quasi finita la tortura”.
Quando incominciarono a mancare pochi secondi dalla fine dell’ultima ora, tutti i presenti in aula si immobilizzarono come statue, fissando l’orologio appeso sopra la lavagna. Incominciò un silenzioso conto alla rovescia e…
La campanella suonò e nell’aula si scatenò un boato di entusiasmo.
La riccia si alzò di scatto e abbracciò felice l'amica.
-E’ finita! Non ne potevo più! Ancora non ci credo, Blue! Iniziano le vacanze!- esordì vittoriosa la ragazza degli occhi nocciola.
-Ci credo, Angel! Da quando è iniziata la scuola non facevi altro che contare quanti giorni mancavano all'estate!- disse ridendo Blue, uscendo dall'aula seguita da Angel, che saltava dalla gioia. All'improvviso, una ragazza, una compagna di classe delle due, corse verso di loro.
-Sarah! Alice! Venite, Denny e il suo gruppo sta per fare un concerto di fine anno!-
Alice, alias Angel, incominciò a correre verso il cortile, luogo in cui si sarebbe svolto il concerto. Vedendo che l'amica non si decideva a muoversi, Angel la prese per un braccio ed entrambe corsero verso il grande spazio aperto dietro la scuola, dove era stato allestito un piccolo palco improvvisato.
Ancora prima di uscire dagli ambienti scolastici, si sentiva la musica. Il concerto era iniziato.
Le due amiche uscirono e si fecero largo tra la folla, fino ad arrivare in prima fila. Era un gruppo di cinque ragazzi. Un batterista, un bassista e due chitarristi e, infine, un  pianista che all’occorrenza faceva da dj alle feste scolastiche e non. Al centro cantava il secondo chitarrista, un ragazzo alto, dalla pelle baciata dal sole e capelli neri, spettinati. Gli occhi erano chiusi, perché era concentrato a cantare, ma quando finì la canzone, li aprì, mostrando due bellissimi occhi color smeraldo.
Subito Angel si fece coinvolgere da quel fracasso e inizió a ballare trascinando Blue con lei.
Il ragazzo sorrise, notando le due amiche che ballavano.
Nonostante le altre ragazze urlassero il suo nome, lui era concentrato sulle due, che non finivano di ridere e cantare.
Era davvero felice di vederle, sopratutto quell’ anno, dato che avevano pochi corsi in comune e non riuscivano a vedersi molto spesso.
Quando ebbe finito di cantare il pezzo tolse la tracolla della chitarra elettrica e la passò ad un suo compagno. Scese da quell’altura che fungeva da palco e andò ad abbracciare le sue amiche. Prese alla sprovvista Blue prendendola in braccio e dandole un bacio sulla guancia, come ringraziamento per essere lì. 
Dopo toccò ad Angel. Fu portata di peso fino al palco come ad un concerto rock. Una volta salita, si voltò verso Blue che li guardava sbalordita e, allo stesso tempo, imbarazzata dal comportamento del ragazzo. Fece un sorrisino maligno, come quando ha un idea strana in mente, e bisbiglia qualcosa nell'orecchio del ragazzo che ben presto annuisce e, anche sul suo volto, comparve uno strano sorriso.  Si diresse verso Blue e le porse la mano.
-Sali!- disse, sorridendo.
-Cosa?! Davanti a tutta questa gente?!-
-E che fa? Su, vieni! Canta insieme a me!-
-Dai Blue, fai qualche pazzia nella vita!- esordì Angel.
-Secondo me non ci riesce- la stuzzicava lui.
-Ah si? Volete vedere? Anch’io sono capace di essere pazza come voi due.- disse, decisa a salire.
-Denny! Finalmente hai invitato la tua ragazza sul palco!- lo stuzzicò il bassista.
-Sarah non è la mia ragazza!- disse il ragazzo, usando il nome vero della ragazza.
Da tempo non usava il suo nome. Ormai, da quando erano diventati inseparabili, chiamava le due ragazze con i soprannomi che si diedero quando erano ancora piccole. E lui era il solo autorizzato ad usarli al di fuori di loro due.
Denny fece un segno ai suoi compagni e partì un nuovo pezzo, questa volta però non era una loro canzone, bensì una dei “The Vamps”, “Last Night”, una delle canzoni preferite delle due ragazze. Leo, il secondo chitarrista, restituì la chitarra al moro, mentre Adam, il bassista, porse un microfono a Blue, così incominciarono a cantare.
Finita la canzone,  suonò la seconda campanella, che stava a significare di lasciare l’istituto e andare a casa.
Una volta che la folla se ne andò, il gruppo scese dal palco ed aiutò Pete, il batterista, e suo fratello minore Brandon, il pianista/Dj, a caricare tutta la loro attrezzatura sul loro furgone, mentre Blue ed Angel si diressero verso la fermata ad aspettare l’arrivo dell’autobus che le avrebbe condotte a casa.
Proprio mentre stavano parlando dei piani che avevano in programma per l’estate, si fermò davanti a loro una macchina, una Renault Clio nera, nuova di zecca. Lentamente il finestrino del passeggero si abbassò e comparve Denny con un sorrisino malizioso.
-Serve un passaggio?-
Le due amiche si guardarono.
-Da dove è saltata fuori?!- disse Angel, allargando le mani dallo stupore.
-Bella, vero? L’ho comprata una settimana fa con i soldi guadagnati con il lavoro da barista. Allora? Vi va di farvi un giretto?-
-E lo chiedi pure?!- rispose Angel, anticipando l’amica, che rimase a bocca aperta.
La riccia si precipitò ad aprire la portiera di dietro e la seguì a ruota Blue, ma Denny, guardandole dallo specchietto retrovisore, fece loro un’occhiataccia.
-Perché fai quella faccia? Abbiamo trattato male la tua “bimba”?- chiese Blue, scherzosamente.
-No… Solo che vi siete appollaiate là dietro, lasciandomi qua davanti solo soletto.- fece, in modo drammatico.
Angel sospirò.
-Ho capito… Vengo io!-
Denny fece un’altra occhiataccia.
-Non tu! Blue!-
La riccia guardò male l’amico. Blue ridacchiò e si sedette sul sedile accanto al ragazzo.
Denny, contento, girò la chiave nel quadro e partì.
Il ragazzo,  stanco di sentire Angel parlare di cose futili, sbuffò annoiato, in modo da attirare l’attenzione delle due.
-Cosa c’è?- chiese Blue.
-Stavo pensando che questo è l’ultimo anno di Pete e Adam. Tra poco andranno al College, quindi molto probabilmente i “Black Thunders” si scioglieranno.-
-E quindi?- chiese Angel, non capendo dove volesse andare a parare il ragazzo.
-Avevo pensato di fare un ultimo concerto con loro… Sai, in modo da salutarli nel migliore dei modi.-
Angel sospirò.
-Come sei romantico!-
Il ragazzo, offeso, lanciò una lattina vuota di birra sulla testa della povera amica.
-Ehy! E’ così che tratti le ragazze?-
-Perché? Tu saresti una ragazza?- disse, mandandole un bacio scherzoso.
Tutti e tre incominciarono a ridere, fino a quando non fu Blue a parlare.
-Ora però facciamo i seri. A me è venuta un’idea. Dato che li vuoi salutare come si deve che ne dici se facciamo una mega festa da me? Così potrete suonare per l’ultima volta e, in più, festeggeremo l’inizio dell’estate! Che ve ne pare?-
-Ottima idea!- esclamarono i due, esaltati e con gli occhi che gli brillavano.
-Si può fare anche stasera! Tanto tua madre è partita per lavoro e non tornerà prima di lunedì prossimo.- propose Denny ed Angel prese immediatamente la palla al balzo, incominciando ad elencare tutte le cose che servivano per organizzare il tutto.
-Stop!-
Denny, all’esclamazione di Blue, fermò la macchina di botto, facendo cadere Angel in avanti.
-Testa di cazzo! Mi sono fatta male!-
-E chi se ne frega! Comunque… Perché ci hai fatto fermare?-
Blue lo guardò.
-Non intendevo la macchina, ma ormai… Volevo solo chiedervi come faremo ad invitare le persone alla festa. E’ stasera e non credo che riusciremo ad avvisare tutti in tempo.-
-E tu hai urlato per questo? Non ti preoccupare! Ci pensa il sottoscritto ad avvisare tutti.-
-E mi raccomando… Anche qualche bel ragazzo! Non come l’altra volta che eravamo invase dalle galline della scuole che ti scopi.- esclamò Angel massaggiandosi il bernoccolo che le era spuntato sulla fronte dopo la collisione con il freno a mano.
-Mi fai sembrare un puttaniere!-
-Ma lo sei!- esclamarono in coro, ridendo.
Senza che se ne accorgessero, i tre arrivarono a destinazione. Abitavano nello stesso quartiere, una piccola cittadina a nord di Los Angeles, dove c’erano solo villette a schiera ed alberi fioriti.
Parcheggiata la macchina nel vialetto della casa di Denny, i tre scesero e si diressero nelle rispettive case, dandosi appuntamento a casa di Blue per organizzare la festa.
Verso le quattro Angel si presentò a casa dell’amica, in modo da aiutarla con le pulizie generali e l’organizzazione. La casa di Blue era molto grande. C’era un enorme salone con televisore al plasma, appeso alla parete di fronte al divano beige, intonato con il resto dei mobili. Un enorme libreria piena di libri che prendeva tutto il muro e affianco una porta finestra che porta alla piscina e alla veranda, luogo in cui si sarebbe tenuta la festa.
Angel, ormai di casa, entrò senza  bussare e si diresse verso la cucina, dove c’era Blue intenta ad ordinare la birra necessaria a “intrattenere” gli ospiti e Denny. Una volta messo giù il telefono, incominciarono a dividersi i compiti.
-Allora Angel. Tu vai di sopra e chiudi tutte le porte a chiave e nascondile nella pianta di fuori. Non voglio che si ripeta il casino dell’altra festa. Se mamma scopre che ne ho data un’altra senza il suo permesso mi mette in punizione per tutta l’estate.-
-Ok, agli ordini!-
Angel partì verso il piano di sopra, mentre Blue incominciò a preparare il cibo per la festa. Prese tutti l’occorrente e lo posizionò sul tavolo, però ben presto si accorse che le mancavano i bicchieri di plastica. Così scese nello scantinato a prendere quelli che erano avanzati dalla precedente festa.
Una volta giù, accese le luci e incominciò a cercare tra i vari scaffali e scatoloni, però inciampò nel piede di un vecchio sgabello, cadendo per terra. Prima della collisione con il pavimento, per evitare di cadere a terra, appoggiò la mano sulla parete di fronte a lei.
A sua grande meraviglia il muro si spostò leggermente, facendo intravedere una specie di stanza. Lentamente si raddrizzò e i suoi occhi azzurri, curiosi, si posarono sul contenuto di quel nascondiglio.
Era una stanza circolare, resa buia anche dal legno scuro che arredava la stanza. Non appena mise piede al suo interno, dal caminetto, esattamente di fronte a sé, sentì uno scoppiettio e si accese immediatamente il fuoco. Al centro della stanza emergeva imponente una scrivania dall’aspetto molto pesante e su di essa erano sparsi quelli che da fuori sembravano diari, vecchie penne stilografiche posizionate con cura nel portapenne e una cartina geografica dell’Asia, dall’aspetto antico, come quelle usate nella Seconda Guerra Mondiale. Posando lo sguardo di nuovo sul camino vide che sopra di esso , sulla parete sovrastante, era appesa una bandiera con uno strano simbolo tessuto sopra. Ma non si soffermò perché i suoi occhi azzurri erano incuriositi dal resto. Infatti la particolarità che colpiva e affascinava, allo stesso tempo la ragazza, erano le mura, ricoperte da armi di tutte le forme e dimensioni. Pistole dell’800, spade dalla lama consumata del ‘400, stiletti di ogni tipo, un tomahawk, un arma tipica dei nativi americani, una katana giapponese e addirittura un armatura risalente alla Prima Crociata.
 Sbalordita da tutto quell’arsenale, corse veloce da Angel per dirle ciò che aveva trovato.
-Angel! Angel! Vieni qui, presto!-
-Cosa succede? Perché stai tremando?-
-Sono scesa nello scantinato a prendere i bicchieri e...-
Blue si rabbuiò.
-Cosa hai visto?- 
-... Forse non ci crederai, ma c'e una stanza segreta piena di armi e oggetti strani...-
-Che cosa?- fece l’amica incredula.
-Presto vieni!- la incitò Blue.
Le due amiche insieme, scesero le scale di legno cigolanti che portavano allo scantinato molto lentamente. Intimorite e spaventate.
Angel scrutava un po’ titubante il muro che si era spostato. Con passo tremante, entrò nella stanza e si guardò intorno, meravigliata.
Si misero a rovistare tra i libri sugli scaffali pieni di polvere e vecchi diari lasciati sulla tavola di legno antico,  per capire cosa fosse quella stanza e a chi fosse appartenuta. Ma la domanda più grande che si ponevano era “a cosa serviva?”.
-Perché una roba del genere si trova qui?- chiese Angel, toccando una specie di spada ricurva
-Non lo so! È quello che sto cercando di capire...- disse Blue toccando con un dito il tavolo impolverato.
-Forse erano di tuo padre...- ipotizzò la riccia, ma Blue scosse la testa.
-Non credo... E poi perché mio padre avrebbe dovuto avere delle armi del genere... Di alcune non conosco nemmeno il nome...-
Angel alzò le spalle e si fissò a guardare la bandiera sul muro, quella specie di arazzo consumato dal tempo e dalla polvere.
Blue, invece, si soffermò vicino alle pile di libri e prese quello in cima. Lo appoggiò sul tavolo ed incominciò a sfogliarlo. Angel, vedendola, si avvicinò a lei e chiese: -Che stai facendo?-
-Forse se leggiamo qualche libro, capiremo di chi era questa stanza... O almeno a cosa serviva, perché non credo sia solo un deposito di armi-.
Blue sfogliava le pagine ingiallite dal tempo di quel libro. Più andava avanti, più notava che su ogni pagina erano segnati nomi e date… Come se quei diari fossero una sorta di registri.
Sfogliò un’altra pagina e sulla pagina destra Angel ebbe un sussulto.
-Torna indietro!- 
-Che c’è? Che hai visto?- fece allarmata Blue, girando la pagina proprio come aveva chiesto l’amica.
-Credo di aver già visto questo simbolo.- fece pensierosa, indicando il simbolo, disegnato in modo abbozzato, con linee d’inchiostro molto spesse.
Era un simbolo a forma di piuma che cade sulla superficie dell’acqua, formando dei cerchi concentrici.
Angel lo guardava, concentrata. Poi i suoi occhi si illuminarono.
-Si! Me lo ricordo! Ho già visto questo simbolo!-
-Davvero?-
La ricca annuì.
-L'ho visto nei diari di mio padre.-
  
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