Jim Moriarty è l'essere più insopportabile dell'universo. Sherlock lo pensa, si sforza di pensarlo, quando i suoi occhi incrociano quelli del compagno durante la lezione di chimica. Il professor Wilson è un inetto.
Sherlock è il primo della classe, ovviamente, il fatto che lo sia insieme a qualcun altro però lo disturba – Jim Moriarty. Non si sono mai parlati. Jim Moriarty.
Jim.
È un nome così banale. Jim. (James.) Moriarty.
È stato suo fratello Mycroft ad insistere perché Sherlock frequentasse quel college, in tre settimane è riuscito a dare fuoco alla stanza (un esperimento) e a farsi detestare da metà dei docenti (la prassi).
Jim Moriarty.
Intelligente (molto), deduttivo, manipolatore, un bulletto – non di quelli classici, ma più sottile, più malato, più... affascinante, una mente criminale (i criminali sono affascinanti).
Sherlock inspira irritato, mentre la campanella che segna l'ora di pranzo suona (quelle lezioni sono tempo perso che potrebbe sfruttare in centoventi modi diversi – li ha contati). Deve smettere di pensare a Jim Moriarty e al suo sguardo, a quel modo di arricciare le labbra.
Jim Moriarty. Che nome banale, pensa di nuovo (rabbioso) perché quel ragazzo gli ha appena fatto l'occhiolino (complicità. Loro non sono complici. Loro non sono nulla) e il suo cuore ha incominciato a battere più forte.