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Autore: lena30    18/05/2014    4 recensioni
Il vero amore può sconfiggere la morte perchè è capace di sopravviverle ... perciò l'amore conta ... come nella omonima canzone .... E' la storia di Gabriel e Claudia forse narrata con una maggiore attenzione ai loro pensieri, alle loro emozioni alla loro essenza ... spero di riuscirci ... siate clementi ... è la mia prima storia.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claudia Munari, Gabriel Antinori
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
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VII
Pietro aspettò fino ad essere sicuro che Gabriel e Claudia fossero andati via e poi, anche lui tornò indietro, portando con sé il suo ingombrante fardello; per un momento aveva pensato di buttarle via, di cancellare quelle foto che aveva rubato, violando con l’inganno e i sotterfugi quel momento così intimo che doveva restare assolutamente segreto per le conseguenze che sarebbero potute derivare se quelle immagini fossero finite nelle mani sbagliate; ma, in fondo, si fidava di padre Isaia: era sicuro che voleva bene a Gabriel e credeva a quello che gli aveva detto e cioè che era preoccupato per lui e che voleva solo aiutarlo; anzi era contento di poter condividere quel segreto con qualcuno che avrebbe saputo, meglio di lui, come gestire la situazione; o forse era solo un alibi: aveva un assoluto e disperato bisogno di quella borsa di studio.
Scacciò quel pensiero e con esso le angosce che comportava e la sua mente tornò a quello che aveva visto; in fondo non era stato colto di sorpresa; lui e Giulia avevano capito già da tempo che la dottoressa si era innamorata di Gabriel e che anche lui non era completamente indifferente al suo fascino; negli ultimi tempi erano sempre più spesso insieme, a tratti sembravano davvero una coppia e lui e Giulia ci avevano anche scherzato su, tra di loro, nel ricordare l’espressione smarrita di Claudia quando aveva saputo che Gabriel era un sacerdote; poi lui era comunque un prete sui generis: era quello che invitava i suoi studenti a farsi le domande piuttosto che cercare le risposte; probabilmente anche lui continuava a porsi delle domande, quelle che non trovavano una risposta assoluta nella sua fede e Claudia, forse, poteva esserlo, una risposta.
Aveva dovuto ricredersi però; quando aveva consegnato le foto a padre Isaia, gli aveva visto una strana luce negli occhi, un ghigno quasi maligno che lo aveva spaventato ed irritato; e, poi quella insinuazione maliziosa sul fatto che Gabriel e Claudia avessero trascorso la notte insieme quasi come se fosse certo che tra di loro ci fosse stato qualcosa di più di quel bacio; e la connotazione che aveva dato a quel qualcosa, come se fosse peccaminoso, frutto degli istinti più bassi e non magari l’espressione più alta di un sentimento puro, limpido, sincero che poteva essere nato tra di loro; avrebbe dovuto prevederlo; in fondo conosceva bene l’intransigenza di Isaia, il suo integralismo quasi fanatico che gli impediva di cogliere le sfumature più profonde di quello che poteva esserci oltre l’apparenza.
Ma oramai era fatta; si era venduto come Giuda per quella maledetta borsa di studio; pregò in cuor suo che Gabriel non scoprisse mai quello che aveva fatto e che non gli accadesse nulla di male a causa del suo tradimento….
Gabriel intanto, era tornato alla sua vita, ai suoi impegni, ai suoi doveri o almeno cercava di farlo nel tentativo di sospendere i pensieri che lo assillavano: i misteri che ancora popolavano il suo passato ed il desiderio quasi inarrestabile di abbandonarsi alla voglia che aveva di lei: stranamente, non provava nessun senso di colpa per quello che era successo; sentiva che era stato inevitabile, una forza maggiore alla quale, pur provando, non aveva potuto opporsi; lo aveva desiderato tanto, ma fino a quando aveva pensato che si trattasse di una emozione a senso unico, era riuscito a trattenersi, a soffocare i suoi impulsi ed i suoi sentimenti; ma tutto era cambiato quando aveva capito che anche Claudia provava le stesse cose; da allora non aveva più potuto impedire alla sua immaginazione di fantasticare su loro due insieme; non c’era niente da fare: lo desiderava ancora anzi sentiva di volere di più perché quel bacio non aveva placato la sua sete, anzi: lontano da lei, il solo pensare a quei momenti gli accelerava il respiro, averla sentita così arrendevole, appassionata tra le sue braccia lo aveva letteralmente trascinato via; dimentico di tutto, era rimasto consapevole solo delle sue labbra, delle sue carezze, del tumulto del suo cuore impazzito, quasi sul punto di esplodere; ma sapeva di aver ancora bisogno di riflettere, di capire, perché la sua vita, il suo stato era incompatibile con il sentimento che provava e doveva compiere delle scelte che avrebbero sconvolto totalmente tutto ciò che era stato fino a quel momento; Claudia non meritava niente di meno né tantomeno la forza del suo sentimento e la sua morale gli avrebbero consentito alcuna sorta di compromesso.
Aveva tratto un sospiro di sollievo quando aveva capito che lo zio lo aveva cercato solo per sottoporgli un altro caso all’apparenza inspiegabile, una ragazza che era rimasta incinta, pur essendo vergine, e che presentava uno strano simbolo quasi impresso a fuoco sull’addome; avrebbe potuto così sottrarsi al suo sguardo inquisitore, alle sue domande imbarazzanti, non voleva parlarne con lui, non avrebbe saputo cosa dirgli, anche perché alle immagini terrificanti del fantasma di suo padre si sovrapponevano, sempre più prepotentemente, i ricordi dei momenti di intimità vissuti con Claudia e quasi non riusciva più a scindere, nella sua mente, tra gli uni e gli altri.
Eppure non aveva potuto sottrarsi a quel confronto perché lo zio, dopo aver congedato Isaia, aveva voluto sapere se gli aveva fatto male tornare alla casa di suo padre; ed allora aveva mentito, tacendogli la verità, ed aggiungendo peccato a peccato; cominciava a chiedersi dove sarebbe andato a finire continuando di quel passo, ma poi aveva pensato che era meglio così: suo zio gli era sembrato particolarmente affaticato e non voleva dargli altri pensieri, ansie o preoccupazioni, scaricandogli addosso i suoi problemi; non era il momento.
L’aveva rivista subito dopo e, cosa strana, tra loro non vi era stato alcun imbarazzo, come se tutto fosse estremamente naturale; solo, forse, la voglia di averla vicina espressa in maniera più palese, meno nascosta e lo sguardo di lei che lo accarezzava  ancora più dolcemente e quel sorriso che aveva il potere di rasserenarlo, di farlo sentire al sicuro.
Le aveva chiesto di aiutarlo con il caso che gli era stato assegnato dalla Congregazione e lei aveva accettato senza alcuna esitazione, felice che lui sentisse la necessità del suo aiuto, della sua vicinanza, della sua presenza accanto a lui e compiaciuta perché era l’unica a conoscere i segreti che aveva scoperto alla villa di suo padre; lui non aveva detto niente nemmeno allo zio e la cosa la aveva sorpresa in maniera piacevole: era un momento solo loro ed  il fatto che solo loro ne fossero a conoscenza li rendeva ancora più complici ed uniti; e poi, anche lei avvertiva il bisogno quasi vitale di stare con lui.
E Gabriel, fortunatamente, aveva potuto contare sulla presenza di Claudia perché altrimenti non sapeva come avrebbe fatto a superare quei momenti; era successo di tutto: suo zio ricoverato in ospedale per un collasso, il ritrovamento del fascicolo relativo alla morte di suo padre che, con la complicità di Alonso, aveva trafugato dall’archivio segreto della Congregazione, in cui aveva trovato la conferma del decesso per impiccagione, in contrasto con quanto aveva visto durante l’apparizione dello spirito di Sebastiano; l’impossibilità di chiedere lumi a suo zio, confinato in un letto di ospedale; la conferma dello stato depressivo di cui era caduto vittima suo padre prima del suicidio, senza tuttavia riuscire a scoprirne le ragioni perché il vecchio collega di lavoro di Sebastiano, al quale si era rivolto per avere notizie, non aveva saputo o voluto dirgli di più… e poi, quel maledetto incubo che aveva cominciato a perseguitarlo; rivedeva se stesso, coperto di sangue, si guardava allo specchio e non poteva fare a meno di urlare senza avere più fiato e poi si risvegliava terrorizzato, realizzando che aveva sostituito se stesso con l’immagine che gli era apparsa del fantasma di suo padre; Claudia continuava a dirgli che si trattava solo di una sua proiezione, ma lui sapeva che non era così; quella visione era così reale, così agghiacciante che non poteva essere solo il frutto della sua fantasia.
E poi, quel caso così inquietante, e le sue strane implicazioni; Sara, la ragazza di cui si stava occupando aveva perso l’amore della sua vita, Mattia, in un incidente aereo dai contorni misteriosi: il suo corpo non era mai stato ritrovato ed il desiderio di Sara di continuare ad avere un contatto con lui l’aveva trasformato, nella sua mente, in una sorta di angelo che tornava a trovarla; Sara era convinta che il bambino che aspettava fosse di Mattia e non era disposta ad accettare una verità diversa.
Ed allora Gabriel non poteva fare a meno di pensare alla tenacia di quell’amore, così assoluto, così dirompente, più potente del destino, più forte della morte e non poteva fare a meno di chiedersi se anche il suo amore sarebbe stato in grado di sconfiggere i dubbi, le incertezze che lo attanagliavano, ma era tristemente consapevole di non essere in grado di dare ancora una risposta a quelle domande; alla fine dei conti e quasi in maniera paradossale, era Sara che rappresentava un esempio da seguire e non un caso da risolvere.
Eppure non aveva potuto fare a meno di cercare il conforto di Claudia, il suo consiglio, raccontandole del suo ultimo incubo, quello in cui sovrapponendo l’immagine di se stesso a quella di suo padre, si rivedeva coperto di sangue, paralizzato nello stesso urlo muto; aveva meditato a lungo su quella visione ed alla fine aveva ipotizzato che il significato di quel sogno non fosse poi così simbolico come aveva pensato in un primo momento, e come la stessa Claudia era propensa a credere che, cioè, si trattasse del desiderio di dare voce a qualcosa di profondo.
Gli era venuto in mente San Romano che era sì un santo al quale avevano tagliato la gola, ma anche il nome di una località in cui c’era una casa di campagna dove suo padre l’aveva portato spesso da bambino.
Questa volta la corsa in moto l’avevano fatta insieme; entrambi con la mente ancora persa nel ricordo di ciò che era accaduto l’ultima volta che si erano ritrovati insieme alla ricerca delle verità perdute;  lui dolorosamente e spaventosamente consapevole della sua presenza dietro di sé, delle sue braccia strette intorno ai suoi fianchi e lei che, stranamente incerta, faceva fatica ad aggrapparsi a lui, anche a discapito della sua sicurezza; aveva paura Claudia, paura di illudersi, paura di assaporare ancora quel contatto per poi essere costretta a rinunciarvi per sempre: sapeva di non avere la forza di sopportare quella perdita.
Poi erano finalmente arrivati; erano entrati all’interno della casa e la loro attenzione era stata immediatamente attirata da un baule pieno di libri antichi, tutti di natura esoterica; vi era anche una copia de “Il Candelaio”, l’opera di Giordano Bruno cui si ispirava la setta che aveva incrociato la loro strada; Gabriel non riusciva a spiegarsi il collegamento che poteva esserci stato tra suo padre e quella gente;  poi la sua attenzione era stata attirata da un vecchio proiettore ed immediatamente avevano tentato di azionarlo; per fortuna era ancora funzionante; rimase pietrificato nell’osservare le immagini di se stesso da bambino, intento a dissotterrare il cadavere di un gatto al quale aveva restituito il soffio della vita mentre la stanza si riempiva della voce di suo padre che parlava dell’evoluzione del suo potere aggiungendo che le relative manifestazioni rimanevano tuttavia ad uno stato subcosciente ed inconsapevole.
Poi, all’improvviso avevano sentito un suono assordante, lacerante, insopportabile che sembrava penetrare nelle loro teste fino al punto di avere la sensazione che stessero per esplodere; erano stati costretti a precipitarsi fuori nel tentativo di sottrarsi a quel rumore lancinante; si erano accasciati a terra e prima di perdere completamente i sensi, Gabriel aveva fatto in tempo a vedere l’uomo misterioso che si avvicinava a lui e gli sottraeva la copia de ”Il Candelaio” che era stata di suo padre e che lui aveva riposto in tasca; non aveva avuto la forza di opporsi; era svenuto e su di lui era calato il vuoto, il buio.
Poi aveva ripreso i sensi non riuscendo a capire quanto tempo fosse trascorso; il suo primo pensiero era stato per Claudia che era ancora svenuta ed allora l’aveva chiamata per assicurarsi che stesse bene; fortunatamente lei si era ripresa quasi immediatamente; il loro sguardo era stato attirato dal fumo che si sprigionava dalla casa; era avvolta dalle fiamme ed oramai era perduta così come tutto quello che conteneva.
Non aveva avuto nemmeno il tempo di soffermarsi a pensare a quanto era accaduto e sul perchè ogniqualvolta si avvicinava ad un pezzo del puzzle del mistero, sembrava che qualcosa lo ostacolasse sempre, rendendogli l’impresa, già ardua, quasi impossibile: Alonso lo aveva cercato perché aveva altre rivelazioni da fargli, qualcosa che riguardava la misteriosa setta; aveva scoperto l’esistenza di una versione alternativa della famosa opera di Giordano Bruno che sembrava contenesse un messaggio contro la Chiesa, quasi una sorta di antivangelo; ma si trattava di voci, di illazioni perché il libro era introvabile e non era presente in alcun archivio, quasi come se fosse una specie di leggenda alla quale però probabilmente i membri di quella misteriosa organizzazione si ispiravano; aveva chiesto ad Alonso di indagare più a fondo; poi lo zio, finalmente dimesso dall’ospedale lo aveva cercato e questa volta non aveva potuto sottrarsi al confronto; gli aveva raccontato tutto, dalla visione del fantasma di suo padre fino all’agghiacciante scoperta che aveva fatto a San Romano, ovverosia che suo padre lo stava studiando, perché era a conoscenza del suo potere; che quindi, quel dono non era una acquisizione recente, come aveva ritenuto in un primo momento, ma una capacità posseduta sin da piccolo; aveva visto lo zio titubare un momento di troppo ed allora aveva capito: anche lui sapeva e gli aveva taciuto tutto per tutti quegli anni: si sentiva tradito, offeso, preso in giro; vedeva crollare miseramente tutto ciò in cui aveva sempre creduto, tutte le persone alle quali aveva dato la propria fiducia; era troppo da sopportare; non sapeva più in cosa ed in chi credere ed allora non aveva avuto nemmeno la forza di rispondere alla chiamata di Claudia che, visto il suo prolungato silenzio, era in pena per lui, nel timore che gli fosse successo qualcosa; aveva bisogno di stare da solo per raccogliere le idee, per capire cosa stesse succedendo e poi non gli sembrava giusto scaricare addosso a lei altri problemi: avrebbe voluto darle il meglio di sé; non meritava niente di meno e non voleva farle del male, procurarle altro dolore; eppure, in quel momento, si sentiva talmente sopraffatto da tutto ciò che era accaduto da sentirsi tristemente consapevole di non poter trasmettere altro che sofferenza: ed allora aveva lasciato che il telefono continuasse a squillare mentre tentava di confondersi col buio della notte.
  
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