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Autore: LotsofloveMalik    18/05/2014    0 recensioni
Las Vegas assiste alla nascita di nuove canzoni e alla rara vista di un esemplare di Zayn Malik distrutto.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                  ALONE.


Il pavimento di questa stanza troppo spoglia mi raffredda i piedi e anche l’anima. Scarabocchio qualcosa sul margine di questo foglio che si colora delle magnifiche luci di Las Vegas, picchiettando la cima della matita, cercando di trovare il ritmo giusto da donare alle parole scritte di fretta, quasi per paura che sfuggissero dalla mente. Mi sporgo di più fuori, ma senza mai uscire del tutto, rimanendo a gambe incrociate sullo scalino di marmo che separa la stanza dalla terrazza. Piccoli fasci di luci mi dipingono il volto e mi sistemo piano il beanie che sa ancora della mia cupa Londra e gli occhiali da vista dalla montatura spessa e nera, strofinandomi gli occhi con le dita e distolgo lo sguardo dalla meravigliosa vista che si prostra ai miei occhi, una magnifica ricostruzione della Tour Eiffel vestita di lucine dorate e una sfera luccicante blu con la scritta ‘’Paris’’  che lampeggia in neon rosso, tornando al mio flusso di parole. Il brusio a Las Vegas non attutisce mai, ed io ho sempre amato il casino e grandi varietà di luci, ma ora ho solo voglia di spegnere tutto, partendo dal mio cuore. Sono scappato la scorsa notte, sfuggendo dal gelo di Londra che mi perforava le ossa, cercando un po’ di pace nella città che non dorme mai. Strano vero? Non l’ho scelto, è da un bel po’ che non faccio scelte, mi limito a decidere le cose casualmente, così da poter incolpare il fato, destino, qualsiasi cosa sia, se sarebbe stato un fallimento. E’ così che ho scelto Las Vegas. Dopo il quinto bicchiere di Jack Daniels mi sono alzato barcollando e ho fatto ruotare il mappamondo di legno, in salotto e ho chiuso gli occhi, puntando il dito. Scorcio le maniche nere della maglietta fino a scoprire tutto l’avambraccio spruzzato dall’inchiostro dei miei numerosi tatuaggi. I tatuaggi sono l’unica scelta che ho fatto in vita mia e che non mi si è ritorta contro. Scarabocchio la sua iniziale, ornata da fili che si intrecciano. Il display del mio iPhone continua ad illuminarsi continuamente, avvisandomi di menzioni delle fan su Twitter e di chiamate perse di mia madre. Poi, una notifica mi costringe a voltare lo sguardo e ad afferrare il cellulare, leggendo le sue parole così tristi senza mai scriverle che sto bene così. Da solo.

‘’Zaynie, ti prego, rispondimi. Manchi a tutti e Trisha è preoccupata, rispondi almeno a lei. Ti prego, piccolo, ho bisogno di te qui. Gen xx.’’

Geneva Jasmine Lane, la seconda mora dopo mia madre che mi fa impazzire e purtroppo anche in senso negativo. Qualche giorno fa era il nostro sesto mesiversario, ci tiene un sacco a queste cose e io mi sono limitato a farle solo gli auguri. Spero non ci sia rimasta troppo male. Sono scappato via anche da lei, ci siamo lasciati giorni prima della ricorrenza perché come sempre, non ho saputo apprezzare la sua presenza al mio fianco. Sospiro e lascio carta e penna a terra, alzando piano e togliendomi gli occhiali per il mal d’occhi atroce che all’improvviso mi ha fermato dallo scriverle l’ennesima canzone. Mi dirigo al modesto bagno della camera camminando a tentoni e mi aggrappo alla porta, una volta arrivato. Mi sforzo ad aprire gli occhi che bruciano e iniziano a lacrimare, o forse come ogni sera sto piangendo sapendola triste per la mia fuga. Mi appoggio con i palmi al lavabo di ceramica bianca e mi guardo allo specchio, sciacquandomi la faccia con acqua gelida, come la mia anima. Mi asciugo il viso con un morbido asciugamano bianco con le iniziali dell’hotel rifinite con fili d’oro, stando attento a non sfregare gli occhi. Spengo la luce e sento un tonfo. La lampadina ha ceduto e si frantumata a terra. Fantastico. Esco dal bagno, buttandomi sullo scomodo materasso di questo squallido albergo. Rimango come ogni sera a fissare il soffitto stratificato, cercando di coprire l’umidità, ma scarsamente. Vorrei urlare, parlare al soffitto e raccontargli tutto il casino che c’ho dentro, ma non siamo molto socievoli e probabilmente mi manderebbe all’Inferno, se potesse parlare. Sono steso da meno di cinque minuti e la mia schiena grida già dal dolore, sbraita e credo che non sia solo la schiena, forse sto urlando e non me ne accorgo, forse tutto dentro di me urla e non me ne accorgo. Serro gli occhi, lasciando che lacrimano da soli, senza impedirlo, sarebbe vano e penso che un’altra monotona giornata della schifosa vita di Zayn Malik sta per arrivare al capolinea e che non ho fatto niente per migliorarla, non ho preso decisioni nemmeno questo cupo quindici maggio. Sapete perché? Perché la mia unica scelta è lei e io sono stato così stupido da lasciarla andare.
 
Writer.
Ecco un’altra OS nata da pura noia pomeridiana, ascoltando Alone di Justin Bieber, spero di non essere caduta nel demenziale.
 
 
   
 
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