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Autore: Echadwen    18/05/2014    4 recensioni
Aragorn e Legolas.
Un amore come poche eppure manca ancora qualcosa...
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aragorn, Eldarion, Legolas
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Angolino autrice: passando in rassegna le varie fic pubblicate, ho trovato l'idea per questa OS.
Potete leggerla come seguito naturale di "Una nuova alba"
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1533894&i=1
Grazie a tutti coloro che vorranno leggerla.

 

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ANNA 

IL DONO





Alcune settimane erano trascorse da quel giorno e la ricostruzione della città procedeva senza sosta, tutti, per quanto potevano, davano una mano; reali inclusi. Aragorn, finite le riunioni in programma, rivestiva i panni del ramingo e scendeva in città a coordinare il lavoro ed a sporcarsi le mani mentre Legolas, dopo aver dato istruzioni ai giardinieri, si recava nelle Case di Guarigione dove la sua millenaria esperienza poteva essere d'aiuto per curare i feriti.

Non si dedicava, però, solo ai feriti ma trascorreva molto tempo con i bambini orfani che dietro quelle mura avevano trovato una casa, nell'attesa di essere adottati.

In particolare, un neonato aveva conquistato la sua attenzione.

Quegl'occhi chiari che fissavano il principe con insistente curiosità, avevano visto la luce da pochi mesi e purtroppo erano stati testimoni delle nefandezze che le creature di Sauron avevano compiuto nella città.

Le curatrici avevano saputo e poi raccontato che era stato ritrovato tra le macerie di un'abitazione ai primi livelli della città, quelli che avevano visto la furia del Male abbattersi con più violenza.

Un silenzio irreale vi era fra le rovine, interrotto di tanto in tanto dal rumore dell'ennesimo crollo e fu proprio, quando i soldati stavano per passare al livello successivo, che lo sentirono.

Pianse a pieni polmoni nella speranza che qualcuno riuscisse a sentirlo e a trarlo in salvo.

Ed ora quel tipetto coraggioso si stava agitando fra le braccia di Legolas, il principe consorte.

 

"Hei..." prese a cullare il fagottino "Cosa ti prende, piccolo?"

Sorrise quando in risposta ottenne soltanto dei versetti e lo vide sporgere le mani verso il proprio viso.

"Non riesco a capirti ma sei tremendamente carino" sorrise nuovamente ed il bambino lo guardò con fare estasiato. Un pugnetto finì tra le sue fauci mentre l'altra insistente mano, continuava a cercare il contatto con il viso dell'Elfo.

"Aspetta" lo sollevò per posarlo contro al proprio petto, con fare gentile gli alzò il mento ed i loro occhi entrarono in contatto. Lesse i suoi pensieri.

"Le mie trecce" disse mentre l'altro, aproffitando della posizione più favorevole, sferrava un nuovo attacco all'oggetto del desiderio. "Non capisco perché tutti abbiano queste morbose attenzioni per le mie trecce" sopirò. Fece scivolare la mano lungo la piccola schiena e tenendolo saldamente a sé, spostò la treccia, accuratamente riposta dietro l'orecchio, sul proprio petto così che il bambino potesse giocarci.

Il broncio sulle sue labbra lasciò presto spazio ad un sorriso radioso.

"Mi ricordi tanto Aragorn." si ritrovò a constatare "Anche a lui piacciono le mie trecce o meglio scioglierle."

Occuparsi di quell'orfano gli faceva rivivere la stessa gioia e le stesse emozioni che aveva provato quando Aragorn era il suo discepolo, prima che divenisse amico, compagno ed amante.

E si perse nei ricordi.

Poteva udire la voce del piccolo Estel che chiamava gioioso il suo nome.

Poteva scorgere il sorriso raggiante che gli illuminò il viso, la prima volta che una delle sue frecce centrò il bersaglio e la determinazione con cui maneggiava la sua piccola spada.

Poteva sentire il salato delle lacrime che aveva versato quando era caduto da cavallo la prima volta.

Tutti momenti unici ed irripetibili che il suo cuore avrebbe custodito gelosamente.

Solo quando udì un sommesso russare si accorse che il piccolo tra le sue braccia si era addormentato.

"Datelo pure a me, mio signore" gli si avvicinò una delle curatrici. Legolas si alzò dalla sedia e lo affidò alle sue cure, regalandogli un'ultima carezza.

"Ci sapete fare con i bambini" si permise "Vi adorano"

"Ed il sentimento è ampiamente ricambiato" sorrise. Un sorriso triste che nascondeva la pena del suo cuore.

Scegliendo Aragorn, si era precluso la possibilità di avere dei figli.

Mai si sarebbe pentito di aver concesso il proprio cuore al Mortale che aveva sempre amato ma, quando si recava alle Case di Guarigione e vedeva tutti quei bambini privati dei loro genitori, non poteva fare a meno di chiedersi come sarebbe stato essere padre, non poteva evitare alla sua mente di immaginare quella possibilità né al suo cuore di soffrire per quella perdita.

 

 

 

Sorrise chiudendo piano la porta, non volendo disturbare il compagno.

Velocemente si diresse verso l'armadio e si cambiò d'abito

"Eccoti qui" la mano di Aragorn chiuse l'anta del mobile "Sei stato di nuovo alle Case di Guarigione?"

Abbassò lo sguardo "Perdonami, io..." l'altro non gli diede la possibilità di terminare la frase. Posò dolcemente le labbra alle sue.

"Non devi chiedere il mio perdono" gli sorrise "È solo che non mi piace cenare da solo"

"Scusami" l'Elfo prese la mano del compagno e la strinse fra le proprie "quando sono con loro, perdo totalmente la cognizione del tempo"

Abbandonò la presa dopo aver baciato le sue mani e si sedette sull'ampio letto

"Lui come sta?" a quella domanda gli occhi di Legolas s'illuminarono

"Oh Estel, dovresti vederlo" disse prendendo posto accanto a lui "Diventa ogni giorno più grande, più forte e più scaltro. So che è impossibile ma rivedo molto del giovane te in lui. Anche lui ha la tua stessa mania per le mie trecce" rise

"Oh! Allora" lo portò sotto di sé "ho un rivale. Dovrò stare molto attento" sorrise contro le sue labbra, scatenando un'altra risata nel compagno.

 

 

 

Quella mattina il Re di Gondor non indossò i panni del ramingo per scendere in città.

"Mio re" s'inchinò la più anziana delle curatrici "a cosa dobbiamo l'onore? Siete qui per vedere i malati che voi stesso avete curato? Perché in tal caso..."

"No. Non sono qui per loro ma per un bambino" disse aggirandosi fra le culle

"Un bambino?" chiese lei confusa "Oh, intendete forse l'orfanello che il principe consorte viene a trovare tutti i giorni?"

Il sorriso che il sovrano le offrì, bastò come risposta.

La sua culla si trovava vicino alla finestra, accanto alla poltrona che si erano premurate di avere per Legolas.

Quando il piccolo avvertì rumore di passi, cominciò ad agitare i pugnetti all'aria. Fu così che il sovrano lo vide per la prima volta: un combattente.

"Potete lasciarci soli?"

"Come desiderate, mio signore"

Una volta soli, Aragorn prese tra le braccia quel bambino "Hai conquistato il cuore di persona stupenda. Ti avverto, sarò molto geloso."

 

 

 

 

"Aragorn!" la porta della camera da letto reale venne aperta così forte che, anche al livello più basso della città venne udito.

"Aragorn! Hanno adottato" si bloccò di colpo quando vide il compagno, steso sul letto, giocare con il piccolo a lui caro.

"Hai visto chi c'è?" gli sussurrò all'orecchio. Il bambino emise un grido di giubilo nel vedere Legolas e trovò presto rifugio tra le braccia del biondo.

"Non capisco" disse baciandogli la fronte "Mi avevano detto che era stato adottato..."

"Infatti" gli baciò teneramente la fronte "l'ho adottato io o meglio noi"

Il principe sgranò gli occhi a quell'affermazione "Un figlio... Estel, ne sei sicuro? Insomma... Davvero desideri un figlio?"

"Io desidero la tua felicità amore mio e questo piccolo fa parte di te, ora. Vederti sorridere quando parli di lui, è la gioia più grande per me ed ogni cosa che illumina così il tuo viso, sarà ben accetta fra queste mura"

Un lungo e dolce bacio sigillò quel momento.

"Ricordati che Legolas l'ho visto prima io, piccoletto" disse scompigiando i capelli del figlio appena acquisito

"Eldarion. Il suo nome è Eldarion"

 

 

 

Da quel giorno Gondor ebbe un principe, non per diritto di nascita, non per sangue ma per amore.

 

   
 
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