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Autore: Saphira96    18/05/2014    0 recensioni
5 ottobre 1789: la rivoluzione francese è già iniziata da mesi. Ma il 5 ottobre è la giornata in cui cambia tutto, un corteo di donne marcia per Versailles e riesce ad occupare le stanze del palazzo reale. Lottano per avere del cibo e per ottenere i loro diritti, ma ogni rivoluzione ha alla base la speranza di costruire un futuro migliore.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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5 ottobre 1789
 
L’aria è secca.
Non soltanto per l’assenza di pioggia, ma è secca perché nessuno qui nel borgo parla. Nessuno ride, urla, e neanche piange. Nessun bambino è li fuori a rincorrersi e nessuna madre gli urla di tornare in casa. Nessun uomo urla alla propria moglie cosa secondo lui è giusto o no per i propri figli. Oramai nessuno sembra più vivere in questo borgo. E insieme alle persone, anche il borgo sembra non vivere più.
 
Ieri il piccolo Louis mi chiese perché i suoi amichetti non scendono più giù in cortile a giocare con lui, < eppure non gli ho fatto nessun dispetto l’ultima volta > mi disse innocentemente. I miei occhi si sono bagnarono di lacrime, ma le trattenni; invece sorrisi e gli risposi che avevano preso una brutta malattia e che non potevano scendere a giocare per un po’. Con un tacito accordo con gli altri genitori decidemmo che è più prudente tenere i bambini in casa visti i continui tumulti che ci sono in città. Non so dire se era un male che il popolo non marci più per queste vie per arrivare al loro obiettivo o se è un bene, perché non so più che inventarmi da dire al mio bambino.
Louis ha solamente cinque anni ma comprende molte cose, credo come tutti i bambini che si vedono protagonisti di questa ribellione. In casa è l’unico che porta gioia, da quando è venuto al mondo è l’unico che riesce a far dimenticare per un po’ i problemi. Ogni santo giorno quando suo padre tornava con solamente un piccolo sacchettino di farina e mezza pagnotta di pane, lui lo guardava sorridente e gli urlava un < grazie padre > . Eppure lo vedo dimagrire sempre di più e il suo visino diventa più pallido di quello che non è già. Quando Philippe, mio marito, rusciva a portare una pagnotta intera potevo rimediare dando a lui una porzione più grande di tutti. La dividevo in cinque: per me, Philippe, Louis, Hugo il mio primogenito e sua moglie Charlotte.
Hugo ha solamente vent’anni e da qualche mese si è innamorato di questa ragazza più giovane di due anni. I due hanno avuto un rapporto prima del matrimonio e lei è rimasta incinta. Il padre, un commerciante benestante, non la perdonò per l’offesa arrecatagli e la cacciò via di casa. Non esitammo a prenderla con noi, anche se economicamente siamo piuttosto in difficoltà. Subito dopo Hugo e Charlotte si sposarono, per volere di mio marito che lo ritenne più conveniente per la reputazione di lei.
 
< Emeline > mi chiama Charlotte. Anche lei è piuttosto debole, e questo non va bene per una donna in gravidanza. Mi scoppia il cuore ogni volta che la vedo, pallida e magra, spicca solo la sua pancia da ottavo mese e le sue lentiggini sul viso; per non parlare dei suoi capelli rosso fuoco. Questa ragazza ha un forza sovrumana, si è adattata subito alla situazione della nostra famiglia ed ogni volta che provo a chiederle scusa lei mi rivolge un sorriso innocente, da bambina, e mi risponde un: < non è colpa tua > .
Mi distacco dalla finestra, vedere queste strade isolate mi fa venire una rabbia immensa, e mi affretto a raggiungere Charlotte dietro una tenda a pochi passi da dove sono.
< Si cara? > le domando.
Lei mi guarda con i suoi occhi blu notte pieni di lacrime e mi chiede timorosa: < ti dispiacerebbe farmi compagnia? > .
Annuisco e mi siedo accanto a lei, alla punta del letto piuttosto scomodo.
Mi afferra la mano.
La stringo.
Solo lei può condividere la mia sofferenza, solo io posso capire la sua.
Lo scorso 14 luglio, infatti, io e Charlotte abbiamo perso i nostri mariti. Philippe si è unito ai sanculotti nella presa della Bastiglia, e non è mai più tornato. Mentre Hugo era andato a cercare del cibo, e neanche lui è più tornato.
Li abbiamo aspettati per giorni, settimane e adesso mesi, nessuno ci ha portato loro notizie. Nessuno sa se sono vivi o meno. Nessuno. Da quel giorno tiriamo avanti come meglio possiamo, Charlotte crede che mio fratello ci da una mano; ma io non ho fratelli. In realtà, qualche giorno dopo la loro scomparsa, mentre chiedevo cautamente in giro se qualcuno li avesse visti fui fermata dalla madre di Charlotte, che mi pregò di farmi aiutare da lei. Ogni giorno mi passa una pagnotta di pane e mezza forma di formaggio, è il massimo che può portare fuori di casa senza che suo marito se ne accorga. E a noi basta questo.
 
Ad un tratto il silenzio che negli ultimi tempi ha dominato il borgo si trasforma in urla e rumori. Louis, che fino a quel momento era intento a giocare sotto la finestra con dei pupazzetti intagliati rozzamente nel legno, urla: < sono guariti! > sporgendosi dalla finestra. Ma io so cosa vogliono dire quelle urla, sono una cosa: ribellione.
Mi libero dalla presa di Charlotte e mi affretto a raggiungere la finestra, aprendola.
< Emeline > mi urla Adele, la donna sola che vive nella cantina di fronte casa mia < Emeline > ripete guardandomi, < unisciti a noi. Oggi si va dal re! > urlò. Poi, fu trascinata dalla folla.
Presi in braccio Louis e chiusi la finestra, Charlotte era in piedi accanto il suo letto che mi guardava con gli sbarrati. Sembrava volesse dire: < non farlo ti prego > .
Guardo Louis che mi osserva senza sapere cosa stesse succedendo.
Guardo d nuovo Charlotte, che si avvicina a me e mi prende la mano libera dalla presa di mio figlio.
Guardo la sua pancia, e porto la mano che mi aveva afferrata su questa, accarezzandola.
 
Philippe ed Hugo sono morti, o forse fuggiti, o forse catturati. Dovunque essi siano ci hanno abbandonati.
 
Charlotte, Louis e il piccolo che ancora deve nascere sono la mia famiglia.
Potrei continuare a vivere della generosità o senso di colpa della madre di Charlotte, ma qui non c’è in gioco solamente la sopravvivenza; ma il futuro. Il futuro di quei bambini presenti dentro la stanza che io chiamo ‘casa’ è la chiave di questa rivoluzione.
 
Metto giù Louis che si rifugia nelle braccia di Charlotte.
 
< Se non torni… > inizia Charlotte lacrimando.
La zittisco. < Tornerò > .
 
Mi volto velocemente e mi affretto a chiudermi la porta alle spalle.
 
Mentre il corteo di sole donne mi accoglie speranzoso di poter costruire un degno paese dove far vivere i nostri figli.
 
Angolo Saphira96 ~ Ho passato tre giorni interi a studiare la rivoluzione francese, si solo una persona che ama la storia può fare una pazzia del genere. Comunque sia mi è uscita questa cosina qui, spero di non aver combinato un pasticcio; è la prima volta che scrivo qualcosa di originale e soprattutto in un contesto storico.
Nel caso in cui vi ho costretti a leggere una bestialità, beh, scusate!
 
Autrice ~ Saphira96
  
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