Darkness Mind
Capitolo I -
Il ladro innamorato
Sorrise,
anche quel giorno aveva rubato un’altra opera degli Hikari, rimase qualche
istante ad osservarla, erano degli orecchini d’oro, forma rettangolare, sottili
e con incisi dei simboli egizi, quando sarebbe arrivato a casa li avrebbe
decifrati con calma. Guardò sotto di sè e vide un’immensa villa… guarda,
guarda, una ragazzina, chissà perchè Daisuke stava facendo il diavolo a
quattro, ora che la guardava bene assomigliava molto a Risa, forse era la
sorella.
-
Dark, vattene! Che stai facendo, perchè stai scendendo!!!
-
Sta un po’ zitto.
Calò
silenziosamente dietro di lei, le tappò la bocca e la tenne stretta mentre la portava nella
casa. Chiuse la finestra e la fissò, certo che era forte, stava ancora tentando
di liberarsi, ma…
-
MANIACO!!!!!!!!!!!!!!!!
Come
aveva fatto a liberarsi? Eppure era sicuro di aver utilizzato tutta la sua
forza per bloccarla e ora dov’era finita? Abbassò lo sguardo e la vide sotto di
lui pronta a tirargli un pugno. Saltò utilizzando solo una minima parte della
sua agilità e la prese da dietro. Riuscì a rompere un pezzo del vestito e le
legò la bocca; la girò affinché riuscisse a guardarla in faccia e la vide con
le lacrime agli occhi.
-
Ehi, non piangere, non voglio farti nulla.
La
vide rilassarsi appena, ma le lacrime rimasero lì, sulla punta delle ciglia
pronte a sgorgare. Gli nacque il desiderio irrefrenabile di stringerla a sè per
rassicurarla, ma sentì l’ultima delle sensazioni che non voleva sentire: stava
per ritrasformarsi.
-
Dolce Riku, devo lasciarti, stammi bene.
Le
tolse il bavaglio e la stordì per evitare che urlasse; la poggiò sul letto e se
ne andò dalla casa, ma appena si alzò in volo si trasformò in Daisuke e rovinò
in un ruscello.
- Maledetto Dark, dovevi proprio fermarti,
vero?
-
Che posso farci? Volevo conoscerla… com’è carina!!! Riku, o Riku, quando ti
rincontrerò?
Non
voleva crederci: Dark si era innamorata della gemella di Risa e adesso come
avrebbe fatto a scuola? Sarebbe uscito pazzo nel tentativo di evitare entrambe!
Arrivò
a casa bagnato fradicio, abbandonò gli orecchini in cucina e andò in camera sua
per riposare, era troppo stancante fare lo studente la mattina e il ladro la
sera… doveva dirlo alla madre, quegli orari non andavano per niente bene.
Si
svegliò con la sveglia, come tutti i giorni, e andò in cucina per la colazione.
-
Daisuke! Gli orecchini che hai rubato sono bellissimi!!
Doveva
dirle qualcosa, ne era sicuro, ma cosa?
-
Tutto bene?
- Sì,
ehm… io vado a scuola, ci vediamo dopo.
La
donna si girò e vide una busta abbandonata lì sul mobile. – Anche oggi si è dimenticato
il pranzo. With, puoi portarglielo tu?
-
Kyuu.
Il
piccolo “animaletto” prese la busta e volò verso la scuola di Daisuke. Arrivò
al cancello prima di lui e rimase alcuni minuti ad aspettarlo, poi, finalmente,
arrivò e volò verso di lui.
-
With! Oh, il pranzo, gra…
-
Daisuke! – un ragazzo moro comparve dietro al nostro piccolo ladro facendogli
lo sgambetto.
-
Ciao, Saehara. – si alzò a fatica e guardò l’amico grattandosi la testa per il
dolore. Camminarono insieme verso la loro classe, ma a metà strada incontrarono
le due gemelle Harada, brutta, bruttissima situazione. Sentì il suo cuore
palpitare sempre più velocemente, no, non doveva trasformarsi in Dark,
assolutamente no, tutti l’avrebbero riconosciuto e poi da qualche parte c’era
anche Hiwatari, se lui l’avesse visto l’avrebbe sicuramente catturato e quello
non doveva accadere, insomma, era Dark solo da qualche giorno, che razza di
ladro sarebbe stato se l’avessero catturato così facilmente.
-
Ehi, Niwa, mi stai ascoltando?!
-
Eh, cosa?
- Ti
stavo chiedendo se hai sentito dell’ultima impresa di Dark.
-
Ah, sì, ho saputo che ha rubato degli orecchini, ma nient’altro, perchè?
Fissò
Saehara che per la prima volta in vita sua sembrava pensieroso… a che stava
pensando?
- La
prossima volta che entra in azione dobbiamo essere lì.
-
Cosa?!
-
Non dirmi che hai paura!
-
No, certo che no… - come faceva ad essere in due luoghi contemporaneamente? Era
impossibile, anzi… forse no… With poteva aiutarlo, ma certo!
Entrarono
in classe, perché Riku era seduta davanti a lui? Da quando? Non poteva
crederci, perchè di tutte le ragazze che c’erano in classe proprio lei doveva
sedersi lì? Sentì Dark diventare irrequieto, bruttissimo segno, anzi pessimo,
perchè oggi non gliene andava una giusta?
-
Daisuke Niwa. Daisuke Niwa. – ma lo stavano chiamando? – Daisuke Niwa, c’è
Daisuke Niwa?
-
Presente. – sussurrò imbarazzatissimo.
Fortunatamente
l’insegnante sorvolò sulla sua distrazione e continuò a fare l’appello.
Alla
fine delle lezioni uscì dalla scuola e vide With seduto sulla recinzione. –
With!
-
Kyuu kyuu.
- Mi
hai aspettato tutto il tempo? – fortuna che c’era With, almeno non andava solo
a casa.
S’incamminò,
ma fu fermato da una voce a lui troppo nota: Harada. – Niwa! Aspetta, andiamo a
casa insieme?
- Va
bene.
Peggio
di così non poteva andare, oltre ad essere imbarazzatissimo perchè Harada era
con lui, doveva anche fare attenzione a non esserlo troppo perchè sennò si
sarebbe trasformato, situazione pessima, peggio di così non poteva andare.
-
Risa, Niwa, aspettatemi!! – Riku!!! Perchè c’era anche lei? Oddio, come avrebbe
fatto, in mezzo alle due gemelle, in mezzo alla ragazza che piaceva a lui e
alla ragazza che piaceva a Dark. Sentiva di essere al limite, mancava
pochissimo prima che si trasformasse nel ladro leggendario.
-
Scusate, ragazze, mi sono ricordato di un impegno urgentissimo, ci vediamo
domani! – girò nella prima via e iniziò a correre senza meta. Sentì il corpo
crescere, stessa cosa per i capelli, maledizione! Si era trasformato! Iniziò a
rallentare e si fermò definitivamente, dopotutto non poteva andare in giro con
l’aspetto di Dark.
-
Com’è carina!!! – perchè doveva mettersi anche Dark a peggiorare la situazione.
-
Zitto! È per colpa tua se siamo in questa situazione!
-
Calmati, Daisuke, pensa a Riku, così torni normale.
Pensò
alla ragazza e sentì il suo corpo rimpicciolirsi. Si guardò intorno e capì di
non sapere minimamente dov’era finito, vide il sole alla sua destra, quello era
l’ovest, la sua casa era a nord-est, andò dalla parte opposta del sole e dopo
una decina di minuti arrivò davanti ad un’immensa villa. Oh no, non poteva
essere proprio quella villa. Sentì la voce delle gemelle Harada e capì di non
aver sbagliato: quella era casa loro. Vide un albero davanti al cancello e ci
si arrampicò velocemente, non dovevano vederlo!
Le
vide arrivare davanti a lui e il cuore non poté fare a meno di battergli, no,
no, non doveva trasformarsi ancora!! Chiuse gli occhi e voltò la testa, magari
se non vedeva Risa non succedeva niente… ma perché doveva mettersi a ridere
proprio in quel momento, però, che bella risata, così sobria e cristallina, no,
non doveva pensarci, che bella voce, così melodica, no!!! Basta, basta, non
doveva pensarci, non in quel momento, non dovevano accorgersi di lui.
Sentì
il cancello chiudersi, finalmente! Aprì gli occhi e scese dall’albero, doveva
arrivare a casa il più velocemente possibile, non doveva incontrare nessun
altro per strada, se anche fosse successo avrebbe fatto finta di non vederlo, sì,
avrebbe fatto così. Si avviò verso casa, ma dopo neanche dieci secondi vide
Hiwatari appoggiato ad un muro. L’avrebbe salutato e avrebbe continuato a
camminare. Lo vide alzarsi dal muretto e guardarlo, perchè ora gli stava
venendo incontro? Magari doveva parlare con qualcuno dietro di lui, sì, era
sicuramente così.
-
Ciao, Niwa.
No,
non era così, lo stava veramente aspettando. – Ciao, Hiwatari.
-
Vorrei parlare con te, posso?
-
Veramente devo arrivare a casa al più presto. – tentò di sorridere, magari era
più convincente se sorrideva.
-
Allora parleremo mentre camminiamo verso casa tua.
Perchè
aveva detto che doveva andare a casa? Avrebbe dovuto dire che andava da
un’amica della madre che abitava nella casa lì di fronte, che pollo che era
stato.
-
Posso chiederti cosa pensi di Dark?
- Di
Dark? – ma… che doveva rispondere? – È solo un ladro, perchè?
-
Curiosità.
Quel
sorrisino non gli piaceva per niente, perchè lo stava fissando con quella
faccia?
Intravide
casa sua e ringraziò la sua fortuna, presto sarebbe arrivato. Vide la madre a
qualche passo da lui e la chiamò a gran voce. La donna si girò e lo guardò
sorridendo felicemente, ma, appena il suo sguardo si posò su Hiwatari, cambiò
faccia.
-
Daisuke, vieni, dammi una mano con queste buste.
-
Hiwatari, parleremo un’altra volta, ciao.
-
Ciao.
Corse
verso la madre e la ringraziò mentalmente; prese delle buste e andò verso casa.
Poggiò
tutto in cucina e sentì la madre dire: - Non avvicinarti mai più a quel
ragazzo.
Come
faceva a non farlo? Hiwatari lo sospettava di essere Dark, forse aveva
sbagliato ad aprire la porta dell’aula di musica… - Va bene. – non poteva certo
dirglielo.
Allora, spero che questa
fanfic vi piaccia, siate clementi con me, perché è la prima che scrivo su DNAngel…
non so se ho dato il giusto carattere a tutti i personaggi e non so se ho
scritto troppe cavolate mentre descrivevo i pensieri di Daisuke e Dark, ma… è
solo l’inizio, indi, siate clementi avec moi… al prossimo capitolo ^^
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