Scritta, ovviamente, sentendo E' una storia sai.
Adam: tra dolcezza e presunzione
I passi di Belle
risuonavano mentre scendeva la scalinata.
La stoffa morbida del guanto dorato le sfregava contro la pelle nivea
della
mano affusolata con cui teneva la larga gonna dorata. Si
fermò davanti alla
finestra alta trenta volte lei coperta dalle tende di raso blu.
Alzò il capo e
sorrise, le gote le s’imporporarono. Lasciò andare
la gonna, abbassando le
braccia e piegò di lato la testa. Una ciocca castano scuro
le solleticò il
collo liscio. Osservò Adam scendere dall’altra
parte della gradinata e le sue
iridi castane liquide si rifletterono in quelle blu terso di lui. Adam
sorrideva, i lunghi capelli color miele gli ricadevano ai lati del viso
luminoso. Socchiuse gli occhi, scendendo con passi cadenzati e
piegò in avanti
il capo.
“Dovrò
chiederti di uscire sempre dicendoti per favore?”
domandò ironico. Belle gli strinse il braccio che teneva sul
petto rigonfio
sotto la casacca blu.
“Sì,
perché resti sempre gigantesco rispetto a me. Ti devi
fare perdonare per la tua stazza enorme nonostante i tuoi
vent’anni” ribatté
lei. Adam le baciò la testa e ridacchiò.
“Non gradiresti
di più qualche nuovo libro?” le
domandò. Si
sentì ridacchiare una cameriera di sottofondo ed entrambi
alzarono gli occhi
verso il soffitto, scendendo l’ultima rampa di scale coperta
dai tappeti rossi
stinti.
“Lumiére”
borbottarono all’unisono. Belle scoppiò a ridere,
Adam le passò un braccio intorno alla vita sottile e con
l’altra mano prese
quella di lei portandosela alle labbra. Ne baciò il dorso
sentendo sotto le
labbra la stoffa.
“Volete danzare
ancora con me?” domandò gentilmente. Belle
annuì e sorrise.
“Sempre, mio
adorato sposo” rispose.