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Autore: Chexemille    19/05/2014    0 recensioni
La vita della giovane Bridgit cambia improvvisamente quando il giorno del suo 16° compleanno comincia a fare strani sogni.
Ogni sera è sempre lo stesso, tanto che inizia a convincersi che più che un sogni siano vere e proprie visioni.
Una voce continua a ripeterle di stare in guardia mentre due occhi rossi la osservano minacciosi nell'oscurità.
Incomincia per lei la ricerca della sua vera identità scoprendo così di appartenere ad un mondo diverso a quello in cui è stata allevata.
Sarà costretta a scappare continuamente per mettersi in salvo e durante la sua fuga incontrerà nuovi e validi alleati.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POTERE
INASPETTATO

POV  RANDULF
 
Quei maledetti mostri erano riusciti a far perdere del tutto le loro tracce.
Ancora non riuscivo a crederci, eravamo la squadra al completo, più i cani e ce l’avevano fatta lo stesso.
Ora capivo perché non mi era mai capitato di sentire di qualcuno che avesse eliminato degli originali.
Non erano come gli altri della loro razza. Erano più forti, più veloci, più agili, più astuti, insomma, più tutto.
Se volevamo sperare di avere la meglio su di loro, tutte le nostre strategie andavano rivedute,
ma per farlo dovevamo conoscerli meglio. Per la prima volta dopo secoli,
da cacciatori dovevamo trasformarci in osservatori.
Ormai avevo deciso, non m’importava quanto tempo dovessimo impiegare per ottenere le loro teste,
la mia squadra avrebbe eliminato gli originali.
Che dei vampiri comuni si occupassero pure gli altri, io avevo già scelto la mia prossima battaglia.                                                                            
Inoltre c’era un’altra cosa che ancora non avevamo capito.
Chi era la vampira che si era unita ai due originali? Perché che fosse anche lei una vampira era ormai fuori discussione.
Riusciva a stare al passo dei suoi compagni senza alcuna difficolta,
cosa che tutti i miei uomini e me compreso che venivamo addestrati fin dall’infanzia,
non eravamo riusciti a fare.
Al primo avvistamento le staffette avevano parlato solo dei due maschi,
quindi era giusto presumere che fossero lì per lei. E se era davvero così,
chiunque fosse, doveva essere molto importante, se degli originali si erano disturbati a
uscire allo scoperto pur di recuperarla. Ma chi poteva essere? Era anche lei un’originale?
Probabile! Ma non si era mai sentito che degli originali facessero la scorta a un altro della loro specie.
Che quella femmina fosse qualcos’altro? Qualcuno molto più importante?
Dovevo sapere, decisi di consultare tutti i testi che avevamo nell’archivio della sede generale.
Erano ore che mi lambiccavo il cervello senza riuscire a venire a capo di nulla e non potevo continuare così.                                                                                                  

-Le staffette hanno trovato una pista- mi informò Erik entrando trafelato. Aveva il fiatone e il viso
paonazzo di chi ha appena compiuto un grosso sforzo. Appoggiò le mani sulle ginocchia e si
piegò in avanti inspirando ed espirando sonoramente.  Ad un certo punto cominciò a tossire forte e
gli feci segno di bere un po’ d’acqua.                                                                                                             
Appena riprese fiato mi indicò sulla cartina la zona dell’ultimo avvistamento,
mostrandomi i vari punti in cui si erano disposti i miei uomini.                                                                                                

-Attendiamo solo un tuo ordine per entrare in azione- riferì uno degli ultimi acquisti della mia squadra.                                                          
Erik era un ragazzo di diciassette anni, che aveva superato da un mese l’ultima prova per essere ammessi nella setta dei cacciatori.
Erano parecchi quelli che intraprendevano quella strada. L’idea di essere dei paladini
dell’umanità allettava molti giovani desiderosi di avventura. Ma solamente in pochi riuscivano  a diventare dei cacciatori. 
La selezione era spietata. Per prima cosa, solo chi era figlio di un cacciatore o una cacciatrice
riusciva a essere ammesso all’addestramento, gli altri per quanto forti e preparati,
mancavano di quelle doti indispensabili che venivano trasmesse soltanto mediante il retaggio genetico.
Difatti noi cacciatori pur essendo assolutamente umani, a causa delle doti che possediamo,
eniamo considerati dagli studiosi delle diverse razze, degli esseri sovrannaturali,
al pari dei mostri a cui diamo la caccia.  Un cacciatore è più forte di qualsiasi altro uomo,
più veloce, ha i sensi più sviluppati, una capacità di analisi paragonabile a quella di un PC,
per non parlare del sesto senso e tante altre capacità ancora. E malgrado ciò, sono veramente
pochi quelli che diventano dei cacciatori. I più mollavano dopo qualche mese, altri entro i primi anni,
ma anche quelli che riescono a ultimare l’addestramento, devono superare un ultimo scoglio.
La prova del fuoco la chiamo io, che consiste nel dare la caccia e uccidere  da solo il primo vampiro. 
Solamente così si diventa cacciatori a tutti gli effetti. In pratica su cento che intraprendono quella strada
alla fine meno di una decina riesce a realizzare lo scopo. Quell’anno era stato ancora più scarso dei precedenti,
oltre a Erik soltanto altri tre ragazzi ce l’avevano fatta. Mi ero affezionato parecchio a quel ragazzo,
un po’ perché lo avevo addestrato personalmente e quindi era il mio orgoglio, ma soprattutto perché
era il figlio dell’unica donna che avessi mai amato. Anche lei era una cacciatrice,
ci eravamo conosciuti durante l’addestramento, ma non aveva mai ricambiato i miei sentimenti,
scegliendo invece il mio miglior amico.  Quando tutti e due erano morti, mi era sembrato naturale
prendermi cura del bambino, crescendolo come se fosse figlio mio. Erano trascorsi sette anni da allora,
ma il dolore per la morte di Abigail non era mai scemato. Però anziché lasciarmi annientare da quella sofferenza,
l’avevo usata per alimentare la mia sete di vendetta, finchè finalmente il mese prima,
eravamo riusciti a rintracciare il mostro responsabile della sua morte. Fu proprio Erik a stanarlo e farlo fuori,
dando finalmente sollievo al mio cuore straziato dal dolore, e superando la prova decisiva.                                                                                                             
Lo seguii fuori dalla roulotte e ci dirigemmo alla mia jeep, qualche attimo dopo eravamo già sulla strada maestra diretti al luogo dell’avvistamento.                                                                                   
Parcheggiai più lontano, poi ci avvicinammo furtivi al furgone di Jacob e ci infilammo dentro.                                                                              

-Ci sono novità?- chiesi prendendo il binocolo che Jacob mi stava passando per guardare meglio l’abitazione.                                                

-Sono appena ritornati- mi disse.                                                                        

-Cosa hanno fatto finora?-  volli sapere curioso di scoprire come potevamo annientarli.                                                                                               

-Questi originali sono dei pazzi devi credermi. Non immaginerai mai come hanno passato la giornata- dichiarò Jacob ancora incredulo.                                                                                                            

-Cosa hanno fatto di così folle?- chiesi, a quel punto mi aveva incuriosito ancora di più.                                                                                         

Ascolta e dimmi tu se non ho ragione, stamattina uno dei due maschi e la femmina sono usciti,
si sono fermati al Coffee Shop e hanno fatto colazione, ma questa non è ancora la cosa strana.
Dopo sono andati in un negozio all’angolo e lei ne è uscita con indosso la divisa di un collegio.
Da quando i vampiri frequentano la scuola?-
mi chiese esterrefatto.                                          

-Questa è nuova anche per me- ammisi non riuscendo a dire altro.
-E poi?-  chiesi intuendo che il racconto non fosse ancora concluso.                                                                                                                  

-E poi lei è andata sul serio a scuola- mi disse sempre incredulo.                       

-Aspetta, riepiloghiamo. Hanno mangiato del cibo comune?- chiesi e Jacob annuì 
-E lei è andate a scuola come una normale ragazza?- continuai tanto per essere sicura di non sbagliare.                  

-Esatto!- mi disse lasciandomi senza parole.                                                

-Siamo sicuri che siano davvero dei vampiri? Finora non hanno fatto nulla che possa convincerci che sono dei succhia sangue. 
Non saranno per caso degli elfi, degli stregoni o ninfe, infondo per molti versi quelle tre razze si assomigliano,
non staremo dando la caccia alle creature sbagliate?-
domandò Erik, che come tutti noi cominciava ad avere le idee molto confuse.                                                                        

-Ma io ho visto i sigilli sui loro colli- ricordò Kurt.                                                      

-Però hai ammesso tu stesso di non aver riconosciuto le famiglie di appartenenza!-  replicai, avevo una tale confusione nella testa.       
In quel momento un’auto parcheggiò nel vialetto di fronte a noi. I tre che tenevano d’occhio scesero dalla vettura,
e dopo aver squadrato velocemente i dintorni, si avviarono verso la porta. Dal punto in cui stavamo appostati,
avevamo un’ottima visuale. Li avevo studiati bene e non somigliavano a nulla che avessi cacciato finora.
Se non li avessi visto in azione nel bosco io stesso, avrei pensato che erano dei comuni esseri umani,
ma li avevo visti,quindi sapevo che in qualche modo quei tre erano più che umani. Sì, ma cosa diavolo erano?                                                              

-Voglio due pattuglie a sorvegliarli, giorno e notte tre cacciatori per gruppo.
Organizzeremo dei turni di guardie, voglio scoprire cosa sono, prima di decidere il da fare- 
ordinai spiandoli con il binocolo.                                                                                                                

POV  VAL

-La signora Bren immagino- dissi rivolto alla donna seduta alla scrivania.                                                                                                     

-E lei deve essere il signor Roth-  ipotizzò lei squadrandomi da testa a piedi, non so se lo avesse capito
per la mia somiglianza con Kyra o perché aspettava solo me.                                                                    

-In persona- confermai allungando la mano per stringere la sua.
Non mi aspettavo certamente che lei ne approfittasse per bloccarmi faccia a muro in una presa d’acciaio.
Chi diavolo era quella? Mi chiesi provando a liberarmi.                                                                            

-Ora tu mi dici cosa ci fate qui o giuro che ti ridurrò in cenere in men che non si dica- minacciò glaciale e io non
ebbi alcun dubbio che lo avrebbe fatto se non soddisfavo la sua curiosità.                     
Non sapevo chi fosse lei, ma era chiaro che lei sapesse benissimo cos’eravamo io e Kyra.
Per fortuna ignorava la presenza di Peter, in due potevamo neutralizzarla.                                                                                    

-Peter!- lo chiamai telepaticamente.                                                            

-Che succede Val?-  mi chiese lui subito allerta.                                                

-Sono nei guai, l’infermiera sa cosa siamo. Mi ha immobilizzato, vieni a darmi una mano-  gli trasmisi mentalmente.                                               
Il tempo di registrare il senso delle mie parole e lo vidi irrompere nella stanza,
Kyra stava alle sue spalle e ci guardava a turno senza capire cosa stesse succedendo.                                                                                                             
Appena vide Peter l’infermiera mollò la presa guardandoci in cagnesco.                                                                                                                                 

-Te lo ripeto di nuovo, perché siete qui?-                                                                   

-Tranquilla non abbiamo cattive intenzioni-
 le dissi tenendo le mani davanti a me per farle capire che non intendevo aggredirla. 

-Cerchiamo una persona e abbiamo motivo di credere che frequenti questa scuola-  rivelai sperando che una volta capito che
non rappresentavamo un pericolo per lei, ci avrebbe aiutati.               

-Chi state cercando?­-  mi chiese per nulla tranquilla.                                 

-Non conosciamo il suo nome, sappiamo solo che è una ragazza bionda e che quasi sicuramente frequenta,
o ha frequentato questa scuola-
risposi sapendo di non averle dato molti indizi.                                                                              

-E perché mai la state cercando?-                                                                              

-L’ho sognata-
rispose Kyra intervenendo  -so che frequenta questa scuola,
perché ho riconosciuto la divisa. Devo trovarla assolutamente, sono certa che lei sappia
qualcosa che possa aiutarmi a capire chi vuole uccidermi- 
ammise mia sorella.                

-Non vi conosco, perché dovrei aiutarvi? Come faccio a sapere che non le farete del male?-  ci chiese per niente amichevole.     
                                                                                                                 
-Perché quando avremo scoperto ciò che vogliamo sapere, ce ne andremo via e tutto tornerà come prima – le risposi semplicemente
sperando che l’idea l’allettasse abbastanza da indurla ad aiutarci nella nostra ricerca.                                                              

-E se lei invece non volesse parlarvi?-  ipotizzò la signora Bren.                                                        

-Lei sai chi è?- le domandai realizzando solo in quel momento che in realtà non aveva mai chiesto altro circa l’aspetto
fisico della ragazza che cercavano, la sua sola preoccupazione era stata scoprire cosa volessimo noi da lei.                                                                  

-Non ho detto nulla del genere-  si affrettò a dire.                                              

-Non ha detto neppure il contrario però?-  le feci notare.                   

-Andatevene, le riferirò che la cercate. Se vorrà parlarvi, sarà lei a farsi viva-  ci disse lasciando intendere
che per lei il discorso poteva dirsi concluso.    

-Le dica anche che è una questione di vita o di morte-  aggiunse Peter restio a cedere tanto facilmente.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          
  
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