Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: ladykiki    30/07/2008    2 recensioni
Si accucciò affianco al letto di lei, e si tranquillizzò percependo il calore della donna che amava.
Saperla sana, e soprattutto ancora viva gli aveva procurato una gioia che non avrebbe mai immaginato di poter provare. Un sollievo talmente grande che la consapevolezza che lei amava Sasuke e la loro bambina più di lui era solamente un dettaglio in quel momento.
[Accenni NejixHinaxSasuke]
Questa fanfiction si è classificata 2° al concorso Maternità indetto da Sweet Audy
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Angel's Daughter
Seconda classificata al contest sulla Maternità indetto da Sweet Audy


Ridicolo.
Pareva una delle consuete ‘riunioni di famiglia’. Ognuno di loro con i propri occhi spenti e i loro sorrisi fittizi.
Disgustoso il solo pensiero che potessero guastare anche quel momento.
Le palpebre di Neji calarono lentamente sulle iridi opalescenti, mentre il petto si alzava ed abbassava regolarmente.
Lo sguardo apatico non faceva trapelare il minimo sintomo di preoccupazione, malgrado l’inquietudine gli stesse rodendo l’anima.
Appoggiato alla parete dell’ospedale, aveva occhi solo per quella porta metallica ove era scritto a caratteri cubitali “Sala Parto”.
Con suo immenso stupore percepì il cuore accelerare di alcuni battiti, al solo pensiero di quello che succedeva nell’altra stanza, mentre lui e il resto della Casata Principale attendevano impazienti.
Gli occhi sembravano incollati a quella porta da dove sperava solo che uscissero buone notizie. Non cercava il sostegno o gli sguardi di Hanabi e Hiashi seduti sulla panca di metallo.
Il silenzio pareva gridare. Era insostenibile, assieme a tutta quella tensione che tacitamente opprimeva il cuore di tutti i presenti.
Più volta nelle missioni Neji si era trovato atterrito dalla situazione, ma mai aveva percepito così concretamente l’ansia attanagliargli il corpo come in quel momento.
Era una sensazione prettamente sgradevole, a dirsi quasi insopportabile.
Le ore erano scorse lente, segnate dall’inesorabile orologio a pendolo; dalla stanza erano entrati e usciti numerosi medici ed ostetriche, ma l’assenza del più minimo suono era come una pugnalata al petto.
Fu dopo quattro esasperanti ore di attesa che un’infermiera uscì fuori dalla stanza, ritta e composta nella sua divisa bianca. Entrando nella sala d’attesa con il suo sguardo severo, fece sussultare tutti, avidi di notizie.
“E’ una femmina.” Sorrise raggiante la donna, stringendo al petto una cartella clinica. “Il padre desidera vederla?” Rivolse uno occhiata zuccherina a Neji, che diventò scuro in volto.
Cercò in ogni modo di mascherare il dolore che persisteva dentro lui, ma invano. Tutta quella sofferenza taciuta trapelava palesemente dagli occhi chiari che non brillavano più come un tempo.
“Il padre non è qui.” Asserì il moro con voce grave.
L’infermiera esitò un’attimo, cercando supporto negli sguardi di una giovane ragazza e di un uomo dall’aspetto austero.
“Lo faccia entrare comunque.” Il tono greve di Hiashi spezzò il silenzio imbarazzante che regnava nella stanza “E’ come se fosse il padre della bambina”.
L’infermiera chinò il capo in segno di rispetto ed entrò nella sala parto, facendo segno a Neji di seguirla. Il ragazzo esitò nel varcare la soglia, ma venne appresso all’infermiera immediatamente, conscio che le parole di Hiashi erano più che mai vere. Al di là della porta si ritrovarono di fronte un lungo androne dalle pareti dipinte con motivi floreali.
“E’ stato un parto difficile?” Domandò chinando il capo, il volto tinto da un insolito rossore.
“Un po’.” Rispose laconica la donna.
“E Lei… sta bene?” L’infermiera si volse verso Neji con un sorriso d’apprensione.
“Oh sì, lei sta bene, ora.”
Continuarono a camminare fino a quando il silenzio non fu smorzato da un rumore debole, ma che da solo era capace di coinvolgere emotivamente un cuore di pietra come quello del giovane ninja.
Il vagito di un neonato.
Chiuse gli occhi, inspirando profondamente.
“Tutto apposto?” La donna gli rivolse un’espressione preoccupata, ma Neji la tranquillizzò con un vago sorriso. “Bene. Hinata è qui dentro.” Gli indicò una porta accostata, e dopo averlo incentivato ad entrare, proseguì nel percorrere il corridoio.
Il giovane Hyuga rimase palesemente spiazzato dinnanzi a quella porta socchiusa ove si poteva scorgere Hinata, stesa su un letto, con la fronte imperlata di sudore, e fra le braccia un fagotto rosa.
Neji si appoggiò allo stipite della porta, consapevole di quanto potesse sembrare patetico.
Eppure il suono di quel vagito, la vista di quella creatura ancora avvolta nelle fasce, lo aveva scosso visibilmente. Come un’ondata di emozioni represse troppo a lungo.
Quella bambina che sarebbe dovuta essere sua, invece era stata concepita con un mukenin.
Di questo solo la famiglia Hyuga ne era a conoscenza. Tutto il resto del mondo avrebbe certo pensato che la bambina fosse figlia legittima del matrimonio fra Neji e Hinata, eppure nel neonato che Hinata stringeva al proprio petto con tanta premura, scorreva sangue Uchiha.
Raccolse tutto il coraggio che per la prima volta nella propria vita sembrò venire a mancare e con un’ampio gesto del braccio spalancò la porta, ostentando sul volto d’avorio un lieve e falso sorriso.
La giovane donna alzò il capo lentamente, gli occhi chiari rilucevano di una luminosità anomala e fantastica. “Ciao, Neji…” La sua voce cristallina pareva spezzata da una chiara commozione. Alla vista dell’uomo le gote avevano assunto un rossore tipico di lei, forse però motivato dalla vergogna e dall’imbarazzo.
Si sentì un mostro pensando a come potesse stare il marito in quel momento, e conscia del dolore di lui abbassò il capo, evitando prontamente le iridi opalescenti del cugino.
Il jonin esitò ancora ad avvicinarsi a lei, e rimase appoggiato allo stipite, senza stancarsi di contemplarla: persino dopo il terribile sforzo del parto era ancora bella.
Con tutti i capelli scompigliati, il volto più pallido del solito e quell’aspetto un po’ più maturo che le conferiva l’essere divenuta madre.
L’enormità della pancia aveva lasciato posto ad un vuoto che nessuno dei due era ancora abituato a non vedere né percepire.
“Posso vederla?” Chiese lui cercando di rimanere distaccato.
Il volto di Hinata si aprì in un sorriso tanto dolce da poter sciogliere i ghiacciai.
“Certamente…” Neji si avvicinò a lei con un’incertezza che stonava eccessivamente con il suo consueto aspetto severo, composto e sicuro.
Si accucciò affianco al letto di lei, e si tranquillizzò percependo il calore della donna che amava.
Saperla sana, e soprattutto ancora viva gli aveva procurato una gioia tale che non avrebbe mai immaginato di provare. Un sollievo talmente grande che nemmeno la consapevolezza che lei amava Sasuke e la loro bambina più di lui era solamente un dettaglio in quel momento.
Quando fu ad un palmo dalla piccola, sentì il battito cardiaco fermarsi. L’intero tempo si fermò in quella stanza.
Fu per lui un’emozione così grande, tanto immensa che non provò nessun rancore per quella che non era sua figlia, ma di Sasuke Uchiha.
Era piccola. Troppo piccola e fragile persino fra le braccia esili di Hinata.
Ebbe il terrore di sfiorarla, perché gli parve delicata e preziosa come un cristallo.
Non era essenzialmente bella. Aveva un ciuffo di capelli scuri sulla nuca arrossata, gli occhi grandi e grigi che riusciva appena a tenere aperti, il naso schiacciato e le labbra tanto sottili che parevano non esserci. La pelle era raggrinzita e assomigliava tanto ad una piccola scimmia.
Eppure dalla sua mente parevano nascere solo parole dolci e incantevoli per quella bambina che con uno sguardo era riuscito a catturarlo.
“E’… bellissima.”
Non aveva nulla di grazioso o nobile, non era nemmeno bella, ma quelle parole scaturirono naturali dalle sue labbra, più che mai veritiere.
Hinata sorrise carezzando la fronte ruvida della piccola.
“Si chiama Heiwa. Significa armonia. E’ quieta come me… e te.”
Il volto di Neji si contrasse in una smorfia irritata.
“Ma non è mia figlia.” La donna fuggì il suo sguardo severo, chinando il capo in segno di sottomissione.
“S-scusami…” Balbettò confusa. “Mi spiace… d-davvero…” Il jonin non badò alle sue mortificazioni, già udite mille volte. In un gesto prettamente limpido e naturale accarezzò una guancia di Heiwa, che si mosse appena fra le braccia della madre.
“Io dovrò comunque allevarla come padre…” Le sue labbra si incresparono in un sorriso. Oh, come avrebbe voluto che quella fosse realmente la loro bambina.

* * *

Heiwa barcollò con incertezza sui primi passi. Gli occhi bianchissimi ed ingenui esploravano con attenzione ogni dettaglio: dall’alto era tutta un’altra prospettiva. Era tenera e bellissima con quei boccoli scuri che le ricadevano sulla fronte nivea. Si sedette a terra, tendendo le braccia paffute verso la madre.
Hinata la raccolse amorevolmente, stringendola al petto e baciandole la fronte.
“Mamma…” Sillabò la piccola provando a sua volta a ricambiare l’abbraccio della donna.
Neji rimase composto dietro la moglie. Gli occhi che vigilavano attenti su quel piccolo fardello che non gli aveva mai rivolto troppa attenzione, quasi conscia che quello che tutti la costringevano a chiamare ‘papà’ non fosse tale.
“Heiwa-chan, dì ‘pa-pà’, forza!” Hinata sorrise, voltandosi verso lo sguardo austero del marito.
La piccola scosse la testa divertita, scompigliando la chioma corvina, mentre il sorriso di Hinata si spense.
Neji non proferì parola. Semplicemente si voltò ed uscì dalla stanza, sotto lo sguardo sereno di Heiwa e quello rammaricato di Hinata.

* * *

Gli anni trascorsero fra pannolini, primi passi, abbozzi di parole, omogeneizzati e biberon, ed Heiwa crebbe velocemente, con un destino che pareva designato semplicemente dal significato del suo nome e dal clan in cui era nata e vissuta.
Mite di natura la costrizione che le imponeva il clan l’aveva fatta crescere ligia al dovere, premurosa, e calma come acqua stagnante. Calibrava ogni passo, ogni parola con estrema attenzione.
Non era vivace come gli altri bambini. Non dimostrava affatto l’allegria e l’irrequietezza del figlio di Naruto, pareva già matura: sempre seria e composta.
Già all’età di cinque anni, passava gran parte del suo tempo ad allenarsi nella speranza di risultare migliore agli occhi di Neji, che nonostante le volesse bene, serbava sempre un po’ di rancore nei confronti di quella che non era sua figlia.
In realtà, tutti in famiglia, meno che Hinata e Neji, la disprezzavano, apparentemente per lei senza un vero motivo.
All’età di dieci era una splendida bambina, invidiata ed ammirata da tutti nell’accademia per la sua bellezza e per la sua straordinaria bravura nei ninjutsu.
L’unica pecca che aveva era nell’utilizzo dei Byakugan, peculiarità del proprio clan, per la quale il nonno, la zia e gli altri componenti del clan la criticavano sottovalutando le sue comunque eccellenti capacità.
Per Neji ed Hinata non era stato mai facile crescere Heiwa, sapendo che l’intero clan disprezzava la bambina frutto dell’adulterio della madre.
E malgrado anche Neji nutrisse dei risentimenti verso la bambina, non le fece mai mancare affetto. Si comportò sempre come se fosse davvero sua figlia, e non una semplice nipote.
La allenò per dimostrare al nonno che non bisognava sottovalutarla, la protesse dagli sguardi accusatori del resto del clan, la sfamò, la dissetò e le procurò sempre tutto ciò di cui lei aveva bisogno.
Perché in fin dei conti, non gli importava se non fosse realmente frutto dell’amore suo e di Hinata. Era comunque figlia di sua moglie. Lui era la prima persona che l’aveva guardata dopo la madre, e lui le voleva realmente bene.
In fin dei conti, Neji si sentiva davvero suo padre.


_______________________________________
Spero vivamente che vi sia piaciuta! *O* Me tanto orgogliosa di essere arrivata secondaH!
Ringrazio Audy che ha indetto il concorso e giudicato le storie e faccio i miei complimenti a tutte le partecipanti! *-*
I commenti sono sempre graditi.
Bashio,
Ladykiki
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: ladykiki