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Autore: delilahs    21/05/2014    0 recensioni
Slice of life di una Beckett quindicenne e un po' dark e un Castle già strafottente e con qualche problema nel cuore. Ispirata alla profonda ora di educazione fisica del mio amato liceo.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'This is war'
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Bastardi senza gloria.


































La scia di fumo si alzava lenta dal mozzicone arancione scuro, disegnando macabri ghirigori nell'aria. Elle sospirava con la sigaretta tra i denti, cacciando nuvole di fumo che si affannavano nell'aria. Il grigio della cenere si contrapponeva al rosso delle sue labbra, che si muovevano mentre parlava. Le spirali di catrame si flettevano nella luce offuscata del giorno, subito spazzate via dal vento che ringhiava selvaggio. Le chiome degli alberi sembravano danzare, ricreando fruscii che tenevano compagnia alla ragazza e alla sua amica. 
Kate schioccò le dita, gettando il mozzicone monco della sigaretta nel tombino davanti a loro. La volta celeste rombava sopra di loro, e le nuvole ombreggianti attendevano minacciose. La ragazza più giovane si alzò, raccogliendo lo zaino nero scaraventato ai suoi piedi. Era ricoperto di borchie e di scritte, e pesava veramente troppo. 
"Mi sa che vado." annunciò poi, poggiando una mano sul braccio della ragazza. Lei annuì, mentre l'altra si avviava verso la discesa ripida che portava alla scuola.
Mentre scendeva il cellulare le vibrò in tasca. Lo prese controvoglia, osservando l'ora di sfuggita. Segnava le 7:58, e sotto quei numerini lo schermo era illuminato da una faccina vivace, accompagnato da uno slang. 
"Chiamami." recitava il messaggio. Il mittente era il delinquente, o come Kate chiamava il suo migliore amico. Staccò l'applicazione e inserì la tastiera. Esitò, con i polpastrelli fermi sul tasto verde. Sbuffò, inserendo il numero. Attese, finché dall’altro lato non rispose una voce roca.
“Che vuoi?” chiese la ragazza, con tutta la naturalezza di questo mondo.
“E’ più quello che non voglio, cara la mia Kate.” Iniziò il ragazzo. Lei se lo immaginò a gesticolare. “Non voglio assolutamente entrare. Non ne ho voglia. Mi rompo le palle.” Aspettò. “Ti va di unirti a me?”
“Cristo, se ci becca quella di storia siamo fregati, lo sai?” replicò Kate, corrucciando le sopracciglia.
“Tanto vale correre il rischio, tanto prendo quattro lo stesso. Dai, Beckett. Andiamo in città, prendiamo un gelato, un caffè..”
“Fumiamo…”
“Soprattutto quello.” Assentì divertito l’altro. “E magari ci divertiamo pure.”
La ragazza sospirò, il suo cervello che lavorava frenetico. Lei non voleva saltare la scuola, almeno non quel giorno. Non aveva compiti. Non aveva interrogazioni. Aveva studiato, più o meno. Che senso aveva?
“Dai, Katie.” Pregò Rick dall’altro lato della cornetta. Solo il fatto del nomignolo fece sorridere la ragazza. Si fermò in mezzo al marciapiede, e scalciò un sassolino con la scarpa. Si morse le unghie, poi pesò lo zaino e annuì tra sé.
“Mhh, ok.” Disse. Il ragazzo esultò. “Ma ad una condizione.”
“Tutto quello che vuoi, mia regina.”
“Mi devi comprare le sigarette.” Annunciò, godendosi il tono di superiorità.
“Kate. Sei una drogata.”



























 
   
 
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