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Autore: Ino chan    21/05/2014    4 recensioni
Amnesia retrograda.
Skye ha la sensazione di essere nel pieno di una candid camera cosmica quando finalmente riesce a capire cosa sta dicendo il dottore. Fitz è tornato, ma da una parte è come se non lo fosse. Perché non si ricorda più di loro, perché non si ricorda più di Simmons.

Dimenticare qualcuno è peggio che ucciderlo...
[Fitz/Simmons] [Skye/Ward]
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grant Ward, Jemma Simmons, Leo Fitz, Skye
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Please forgive me.'
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Due mesi e sempre la solita sentenza: danni celebrali piuttosto importanti, se l’Agente Fitz si sveglierà dal coma, non sarà più la stessa persona.

Simmons accoglie ogni referto medico con quel minuscolo sorriso che ormai tutti hanno imparato a conoscere. Non le importa, ha detto più di una volta, se Fitz non sarà più il brillante scienziato che era prima di finire in mare. Vuole solo che si svegli -Se dovrò imboccarlo, insegnargli di nuovo a leggere e le tabelline, pazienza. Mi adatterò.-

Skye annuisce e pensa che se esiste il vero amore, è senza dubbio questo. Eppure lo sa, lo sa bene che ogni condanna su Fitz si porta via un po’ di Simmons e che quel sorriso è solo una finzione. L’ha vista fissare lo schermo del portatile dopo l’ennesima visita all’ammalato, incapace di accenderlo, perché è lui quello bravo coi computer e una volta, alzandosi di notte per andare al bagno, l’ha sentita gemere un disperato -E’ come se mi avessero portato via un pezzo di cervello.- a telefono con sua madre.

Prima uno scatto del piede, poi uno spasmo della mano e alla fine un lieve fremito delle ciglia. Fitz si sta svegliando e Skye esce urlando dalla stanza. Non ricorda di essere stata così felice e anche per il resto della squadra deve essere lo stesso.
Coulson ha la cravatta allentata, cosa imperdonabile per uno che è riuscito a mantenere un perfetto nodo Windsor anche mentre veniva pestato come un hamburger, e quella sul viso di May non è la solita maschera, ma una vera espressione serena.

Dopo sei ore, finalmente le porte si aprono e la prima a entrare è comprensibilmente Simmons.

Fitz è seduto sul letto, sostenuto da due dei cuscini, lo sguardo rivolto alla finestra. Simmons gli sfiora delicatamente il braccio e Skye sente c’è qualcosa che non va non appena gli occhi del ragazzo si spostano su di lei.

Fitz non ha mai guardato Simmons così. Mai.


-Come ti senti?-
-Bene.-
Simmons sorride radiosa, e alzando una mano cerca di accarezzare una guancia smagrita di Fitz, ma questo si tira indietro piegando di lato la testa. Simmons lo fissa perplessa mentre il ragazzo lo squadra da capo a piedi.
-Che c’è ?- gli chiede perplessa.
-Non mi piace che gli estranei mi tocchino.-


Amnesia retrograda.
Skye ha la sensazione di essere nel pieno di una candid camera cosmica quando finalmente riesce a capire cosa sta dicendo il dottore. Fitz è tornato, ma da una parte è come se non lo fosse. Perché non si ricorda più di loro, perché non si ricorda più di Simmons.

-Non si può fare nulla?-

L’ennesimo medico che risponde a spallucce e Skye inizia a credere che sia un modo come un altro per un dottore per dirti che devi mandare a puttane ogni speranza.
-Ehi…- si volta verso Simmons che fissa inebetita il medico -… Si è svegliato, è già un passo avanti e guarirà anche dall’amnesia.-
Anche Coulson cerca di essere ottimista, ed è tragico notare quando il Direttore dello S.H.I.E.L.D non sia in grado di raccontar balle. Skye spera che sia solo per via del fattore emotivo, o sono tutti nella merda fino al collo.

-Andrà bene Simmons, davvero. Andrà bene.-

Lo sguardo di Simmons vaga fra lei, Coulson, e Trip. May è poco più in là, e sta fissando il cielo come se ce l’avesse su con lui. Annuisce tristemente, ma già due grossi lacrimoni le scendono lungo le guancie.

-Non si ricorda di me.-

Skye non ha idea di chi sia quel cannone che stringe nella mano destra. E’ probabile che sia la pistola di Coulson, perché era quello più vicino, quando ha iniziato a inveire contro Ward, ma potrebbe anche essere di Trip che ha cercato di bloccarla tenendola per i polsi.

La cella  è sottoterra, infondo a un lungo corridoio illuminato da piccole luci al neon che creano zone buie fra una porta e l’altra. Skye usa il suo tesserino per aprire la porta e per spalancarla un calcio ben assestato.

Ward balza in piedi, mentre lei entra come un uragano.

In due mesi ha perso svariati chili e May deve essere passata da poco a fargli visita, perché ha dei tamponi di carta igienica infilati su per il naso e un occhio chiuso da un livido viola.

-Skye.-
-Fitz.-Ward corruga la fronte mentre si sistema di fronte a lei, quasi a sfidarla a premere davvero il grilletto della pistola che gli sta puntando al cuore - Si è svegliato.-
-Non sei contenta?-
Skye toglie la sicura con uno strattone della mano sinistra sul corpo della pistola. E’ quella di Triplett sì, ricorda la lezione che ha fatto a lei a Simmons sulle armi di fuoco.

-Non si ricorda più nulla.-

Ward socchiude le labbra mentre Skye gli si avvicina.

-Non si ricorda di Simmons. Non si ricorda di Coulson. Non si ricorda di nessuno.-

Skye si avvicina ancora mentre Coulson si affaccia sulla porta della cella. Ha il fiatone e deve prendere fiato prima di richiamarla.

-SKYE!-

Skye non si gira nemmeno a guardarlo mentre preme la pistola contro il petto di Ward - Come ci si sente?- chiede al suo ex A.S - A sapere che l’unica persona che fino all’ultimo ti ha considerato migliore di quanto tu non sia ti ha dimenticato?-

Ward non risponde e Skye scrolla la testa - Ti farei un favore a sparati, vero?- abbassa la pistola, ma Ward le afferra la mano al polso e la costringe a premere di nuovo l’arma contro di sè - Il problema è che è questa la punizione che meriti. Non la morte.-

Preme il grilletto e la pistola scatta senza sparare – Eri il nostro eroe. Il mio, di Fitz e di Simmons.- la pistola scatta una seconda volta –Ti amavamo.- Ward sbarra gli occhi mentre Skye sfila dal tascone frontale della felpa il caricatore –Io ti amavo.-

 

-Phil vieni a vedere.-

Phil sente la testa prossima allo scoppio quando si tira su dal divano dove ha cercato di schiacciare un pisolino e si avvicina a May. La neo vicedirettrice gira lo schermo del computer verso di lui.

A tutto schermo, Ward, nella sua cella, piange con la testa fra le mani. Coulson deve sedersi mentre guarda l’ex agente, accucciato sulla brandina.

-A cosa pensi?- gli chiede Melinda mentre lo guarda lisciarsi il mento.

-Penso che è colpa sua quello che è successo a Fitz…-

-…Ma?- gli chiede May -Perché c’è un ma, vero?-

Phil accenna un sorriso -…Ma credo che il Grant Ward che abbiamo conosciuto non sia stata una completa bugia.-

-Pensi che riusciremo a recuperarlo?-

-Penso che ci proveremo.-

   
 
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